Generalmente, questo è il periodo dell’anno in cui formuliamo buoni propositi per noi stessi e cerchiamo di proiettarci nel futuro. Nel farlo, esaminare, riconoscere e apprezzare le nostre capacità collegandole ai nostri desideri è essenziale: ma sapere su che terreni tendiamo a incespicare e imparare a restare in piedi sentendosi al sicuro e fiduciosi lo è altrettanto.
Il mio suggerimento al proposito è di usare gli archetipi. E’ facile, non costa nulla e permette di risvegliare energie dormienti e di esplorare lati della nostra personalità sepolti da condizionamenti o paure.
L’archetipo (significa “modello”, “prototipo”, “primo esemplare”) è un elemento simbolico che esprime una serie specifica di aspetti e ricorre nelle narrazioni di qualsiasi tipo, dalla fiaba per bambini alla leggenda urbana. In effetti, ci imbattiamo continuamente nella Strega (cattiva per lo più), nel Vecchio Saggio, nella Madre benevola o nella Matrigna malvagia, nel Principe Azzurro, nel Genio, eccetera. Solo da questo brevissimo elenco avrete notato che gli archetipi non sfuggono alla stereotipizzazione di genere, giacché i posti migliori, per così dire, sono riservati agli uomini: se il Vecchio Saggio è competente, custode di tradizioni e profonde conoscenze, associato a potere e intelligenza e “motore” del bene, la Vecchia Saggia non gode di eguale considerazione: è al meglio una fattucchiera astuta e manipolativa che dev’essere temuta o persino eliminata – tuttavia nulla vi impedirà di rivalutarla e di chiamarla al vostro fianco se ne avrete bisogno.
Vi rassicuro anche sul fatto che non avete necessità di studiare mitologia o di avere una specializzazione in psicologia junghiana, giacché gli archetipi prendono forme “moderne” e popolari che vi sono sicuramente note: Daenerys de “Il Trono di Spade”, come Xena prima di lei, è un archetipo (la principessa guerriera), così come Yoda di “Star Wars” (il vecchio saggio, appunto).
Date un’occhiata al parco offerte:
1. C’è un libro, un film, uno sceneggiato, un videogioco che ha per voi grande significato e vi è particolarmente caro, magari sin dall’infanzia?
2. Qual è il vostro personaggio preferito in uno o più di questi mondi virtuali? Perché vi piace?
3. Nell’eventualità che la fiction non vi soddisfi, c’è un individuo reale che non conoscete personalmente ma vi appassiona e vi ispira?
E’ assai probabile che le risposte siano collegate ai vostri sogni, ai vostri timori, a come siete e a come vorreste essere in determinate situazioni. Se siete attratte/i da un determinato personaggio è possibile esso rappresenti qualcosa che attende di essere risvegliato in voi. Chiunque ella o egli sia, chiamate la sua energia e la sua alleanza quando, come detto all’inizio, vi trovate su terreni instabili.
Mettiamo che siate di continuo coinvolti, per lavoro o relazioni personali, nella mediazione di dispute e conflitti: avete alti standard su giustizia, equità, eguaglianza e dovete esercitare pazienza, ascolto, osservazione, comprensione di differenti punti di vista. Il vostro personaggio preferito / archetipo è il Diplomatico. Che forma ha preso nel vostro immaginario?
E’ una cosa da vecchi cinefili incalliti, tipo il giudice Dan Haywood interpretato da Spencer Tracy in “Vincitori e vinti” (“Judgment at Nuremberg”, 1961)? Oppure è l’avvocata Alicia Florrick (Julianna Margulies) di “The Good Wife”? E’ Re Salomone o la Profetessa e Giudice Debora nella Bibbia? E’ l’avvocata Premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi?
Evocate il vostro archetipo, chiunque sia, così: “Ora ho bisogno della chiarezza lungimirante di Debora”, “Alicia (o Shirin) in questo momento devo esercitare la tua resilienza e il tuo coraggio”. Pensare o dire queste parole stimolerà in voi i tratti che associate a Debora, Alicia Florrick o Shirin Ebadi. Potete persino agire come il personaggio o la persona in questione, parlare come pensate lei o lui parlerebbe se presente – voi restate chi voi siete, non svilupperete una doppia personalità, ma più a lungo praticherete l’uso degli archetipi più le qualità che “chiamate” si riveleranno come semplicemente vostre.
Insomma, se vi sembra che il vostro prossimo compito sia portare un Anello a Mordor, non fatevi scrupolo di mandare un messaggio a Frodo (o a Gandalf). Brindo al vostro successo!
Maria G. Di Rienzo

(per la serie: ogni scusa è buona per piazzare un Baby Yoda da qualche parte)
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