
Forse è arrivato il momento di dirlo, così inseriamo una pausa leggera nei tanti temi seri che girano da queste parti: la terza serie, dopo cinque puntate, ha fatto scendere notevolmente “Orphan Black” nella classifica del mio gradimento. Sto vivendo lo show come un’occasione perduta. Sorry, CloneClub. Prima che possiate obiettare vi dirò che non si tratta delle attrici / degli attori: Tatiana Maslany è sublime come sempre e i suoi comprimari sono, tranne un paio di eccezioni, degli eccellenti professionisti; non si tratta dell’inserimento dei cloni maschi, sebbene essendo tale inserimento chiaramente non previsto nella storyline originale ha impresso ad essa delle giravolte incongruenti e bucherellato il plot come un setaccio, ne’ della relativa performance di Ari Millen che merita lode per l’impegno ma di certo non è stellare.
Il principale problema è che il passo narrativo si è “condensato” in modo tale da non permettermi più di percepire come reali (verosimili) i vari personaggi ed entrare in relazione con essi. Nel giro di poche ore o al massimo di un paio di giorni, spesso come conseguenza di qualcosa detto loro dai loro aguzzini, rapitori e nemici vari (a cui però credono immediatamente), costoro passano dall’amore all’odio, da un convincimento fondamentale al suo esatto contrario, dallo “staremo insieme per sempre” al “non voglio neppure più sentirlo/sentirla nominare”, dal “nessuno può amare Gracie quanto sua madre” al “vattene via di qua Gracie, hai perso il bambino e non ci servi più a niente”. La signora Johanssen (Kristin Booth) è certamente una fanatica ed è certamente spietata, ma prima di questo rapidissimo ribaltamento aveva uno spessore umano che ora ha perso: è una figurina di carta, una maschera, non una persona.
Quello che però sto detestando di più come spettatrice, cari Graeme Manson e John Fawcett, è l’essere presa per i fondelli.
1 – La storia fra Cosima e Delphine è finita di forza, e lo avete ammesso, perché l’attrice Évelyne Brochu che interpreta Delphine stava e sta lavorando in un’altra serie televisiva. Allora avete gettato nel plot questo nuovo personaggio, Shay – una Ksenia Solo piuttosto lessa – con tutta una serie di “promozioni preventive” (foto, video, continue “anticipazioni” che non anticipavano niente) al limite del nauseante: sino a chiedere al CloneClub di preparare una serie di domande per l’attrice prima ancora che fosse andata in onda una puntata in cui era presente, e infatti il CloneClub ve l’ha fatto notare causando il vostro passo indietro. Intendo: non era necessario che Cosima avesse un’altra storia praticamente dieci minuti dopo essere stata lasciata da Delphine – in molto, molto meno di dieci minuti, senza spiegazioni ulteriori al “non posso più fare questo se devo proteggervi tutte”: rende la sofferenza di entrambe falsa, irreale, recitata così velocemente che non ho il tempo di provare un qualsiasi sentimento per l’una o l’altra.
2 – Sto ancora aspettando che qualcuno mi spieghi cos’è successo nel bar dell’episodio 6, serie 2, a spezzoni fra i minuti 21-25 circa, quando Paul Dierden (Dylan Bruce) incontra il prolethiano Mark Rollins (Ari Millen). Adesso noi sappiamo che Paul era un doppio agente, che lavorava per il Dyad Institute ma per conto dell’esercito; Paul sapeva già tutto dei cloni maschi essendo coinvolto in tale progetto e conoscendoli di persona, mentre Mark – uno dei cloni suddetti – fingeva di essere prolethiano sempre per conto dell’esercito. Ciò implica che il dialogo fra i due personaggi, evidentemente pensato per individui che non hanno mai avuto a che fare l’uno con l’altro prima, sarebbe da cancellare:
PAUL – Sei bravo. Non mi ero neanche accorto che le stavi seguendo dalla scorsa notte. Forze speciali? Servizi segreti?
MARK – Boy scouts.
PAUL – Già. ma non avevo mai incontrato un vero prolethiano prima. (…)
MARK (riferendosi a Helena nel bar): Lascio solo che si diverta un po’. E’ un miracolo, a quanto pare.
PAUL – Be’, qualsiasi cosa sia non vale la pena che tu muoia per lei.
MARK – Per te invece varrebbe la pena?
PAUL – Sarah non è della partita, perché tu non prendi la tua ragazza e io prendo la mia?
MARK – Nessuno spargimento di sangue?
PAUL – Così facciamo felice sia il tuo capo che il mio.
3 – Il voltafaccia di Helena nei confronti di Sarah, nell’ultima puntata andata in onda sabato 16 maggio dev’esservi sembrato davvero un colpo di genio. Sono spiacente di informarvi che non lo è. Le due sorelle sono prigioniere in celle adiacenti, ma Helena ovviamente crede che Sarah l’abbia “venduta” per la propria sicurezza (gliel’hanno detto due che la tengono prigioniera, per cui dev’essere vero, no?): e se è così, COSA ci fa Sarah nella cella adiacente? Che sicurezza ha ottenuto dall’aver consegnato Helena all’esercito, se l’esercito ha rapito anche lei? Helena ha un passato terribile, una condizione mentale conseguentemente instabile, ma non è una stupida. Inoltre, Sarah le dice la verità su chi ha effettivamente organizzato il rapimento. Ma secondo le interviste che avete rilasciato nei giorni successivi, e che vi chiedevano conto anche di questa incongruenza, per voi era “troppo semplicistico” far ricredere Helena con un “discorsetto” della sorella. Invece, farle bere qualsiasi stronzata le dicano i suoi catturatori, con discorsetti ancora più brevi, sarebbe logico?
Scusatemi se vi ricordo una storia che è vostra, ma Helena ha continuato a considerare Sarah una sorella e a voler stare con lei e a proteggerla persino dopo che Sarah le aveva piantato in corpo un proiettile intenzionalmente mortale. Temo che per il gusto del colpo di scena stiate perdendo di vista ciò che aveva reso “Orphan Black” così diverso dai prodotti televisivi soliti e così appetibile per il suo pubblico: tutti i suoi personaggi, femmine e maschi, “buoni” e “cattivi”, erano profondamente umani, credibili, quasi alla portata del nostro tocco oltre lo sguardo allo schermo. Adesso sembrano un po’ pupazzi, somigliano all’unico vero pupazzo in scena – il simpatico ma fondamentalmente inutile scorpione Pupok. Maria G. Di Rienzo

Questo Google Glass mi piace, Pupok. Dice che c’è un ristorante giù in strada, con la gelatina.
Meraviglioso. Il più vicino negozio per animali dov’è? Ho finito i grilli.
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