“Mentre a Roma la sindaca Raggi continua a chiedere lo sfratto della Casa delle donne, mentre le vittime rifugiate nel centro “Lucha y siesta” vengono fatte sgombrare dalla giunta capitolina, i centri antiviolenza della rete nazionale “D.i.Re”, annunciano che nelle loro strutture c’è stato un incremento dell’11% di nuovi accessi. “I dati confermano ancora una volta – commenta Antonella Veltri, presidente di D.i.Re – quanto sia importante sostenere con continuità queste strutture, presidi essenziali che consentono alle vittime che hanno subito violenza di recuperare la propria autonomia, centri che restano aperti anche in questi tempi di emergenza Coronavirus, perché la violenza contro le donne non si ferma”.” (da Repubblica, 8 marzo 2020)
(“Why I Stand With Her”, di Hawwah, giornalista e imprenditrice sociale nigeriana, per World Pulse, 2019. Trad. Maria G. Di Rienzo.)

Oggi, io sono al suo fianco, di lei che è stata considerata persona di nessun rilievo, sulla base del suo sesso.
Oggi, io sono al suo fianco, di lei contro cui il mondo ha cospirato deliberatamente per negarle il suo posto in esso, sulla base del suo sesso.
Oggi, io sono al suo fianco, di lei la cui infanzia è stata rubata da uomini lascivi senza educazione e autocontrollo, uomini che hanno predato sulla sua innocenza, sulla sua nascita e vulnerabilità, sulla base del suo sesso.
Oggi, io sono al suo fianco, di lei a cui senza alcuna istruzione, addestramento, preparazione o esperienza, è stato affidato il lavoro più importante al mondo, sulla base del suo sesso.
Oggi, io sono al suo fianco, di lei a cui i sogni sono stati sottratti, le ambizioni fatte a pezzi e il potenziale distrutto, sulla base del suo sesso.
Oggi, io sono al suo fianco, di lei che vive in coercizione e controllo ed è stata forzata a una vita che non ha mai voluto ne’ negoziato, sulla base del suo sesso.
Oggi, io sono al suo fianco, di lei che sacrifica tutto e fa ogni compromesso senza che ciò le venga neppure riconosciuto, sulla base del suo sesso.
Oggi, io sono al suo fianco, di lei che non è mai vissuta ma è meramente esistita così che altri potessero vivere, sulla base del suo sesso.
Oggi, io sono al suo fianco, di lei che ha dovuto imparare a fare più cose contemporaneamente e lavora dieci volte più duramente per avere solo metà di quel che le è dovuto, sulla base del suo sesso.
Oggi, io sono al suo fianco, di lei che è stata manipolata affinché sopporti e accetti l’abuso da coloro che avrebbero dovuto proteggerla, sulla base del suo sesso.
Oggi, io sono al suo fianco, di lei i cui sforzi, contributi e qualità sono sovente dimenticati e non apprezzati, non perché non abbiano valore, ma sulla base del suo sesso.
Oggi, io sono al suo fianco, perché tutte dobbiamo ergerci con lei e per lei.
E’ solo ergendoci insieme che possiamo mettere fine all’abuso, al pregiudizio, alla diseguaglianza, alla discriminazione, all’ingiustizia, alla disumanità, alle violazioni, alle deprivazioni e allo stigma inflitte a lei, sulla base del suo sesso.
Oggi, io sono al suo fianco. E’ solo stando fianco a fianco insieme che possiamo far accadere il cambiamento e darle una vita – non meramente un’esistenza.
E’ stando fianco a fianco insieme che possiamo far ascoltare la sua voce e le sue grida e farle prendere sul serio, validare i suoi sogni e amplificare le sue richieste per i suoi diritti, giacché è una delle creature più importanti su questo pianeta.
Oggi, io sono al suo fianco, di colei che dà alla luce la vita, e giuro di stare al suo fianco sino a che avrò respiro.
Io sono al suo fianco perché IO SONO LEI. Noi tutte siamo LEI.
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