C’era una volta – ma non proprio secoli fa: anni ’30, L’Avana, Cuba – una bambina con un sogno. La bimba si chiamava Millo Castro Zaldarriaga, era un bellissimo miscuglio di origini cinesi, africane, taìno e spagnole, e il suo sogno erano i tamburi. Timpani, congas e bongos affollavano la sua mente, le facevano battere forte il cuore e prudere le dita dal desiderio.
Erano tempi cupi: se l’esterno era turbolento e tempestoso, con il presidente-dittatore Machado che chiudeva le università per soffocare le proteste degli studenti, nella casa di Millo c’era un padre convinto che suonare tamburi fosse esclusivamente riservato ai maschi. Più volte rifiutò alla figlia il suo permesso e ogni volta era più irritato e irremovibile. Ma Millo aveva sorelle, sorelle musiciste che la amavano e non vedevano l’ora di condividere con lei la gioia del suonare insieme: con la loro protezione, Millo poté esercitarsi in segreto e infine entrò nella prima band completamente femminile – la rinomata “Anacaona” – che era stata fondata proprio da una delle sue sorelle, Cuchito Castro.
Se Margarita Engle non avesse scritto un libro per bambini su questa storia (“Drum Dream Girl: How One Girl’s Courage Changed Music” – illustrazioni Rafael López – Houghton Harcourt, 2015) probabilmente io non avrei conosciuto Millo e avrei perso l’occasione di dirvi: siate bambine, ragazze, giovani, adulte o anziane, aggrappatevi ai vostri sogni con denti e unghie. Ne vale la pena. Non permettete ai “no” di seppellirvi. Ci sono sorelle, di sangue o di spirito, pronte a sostenervi. Quel che desiderate può succedere. Non mollate, non mollate, non mollate. Maria G. Di Rienzo