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Cuor di cavalla

ada

(“How to Triumph Like a Girl” – “Come trionfare da ragazza”, di Ada Limón – in immagine sopra – poeta contemporanea. Trad. Maria G. Di Rienzo)

Mi piacciono di più le cavalle,

il modo in cui fanno sembrare tutto facile,

come il correre 40 miglia all’ora

fosse divertente quanto fare un sonnellino, o brucare.

Mi piace la spavalderia delle cavalle,

dopo che hanno vinto. Alte le orecchie, ragazze, alte le orecchie!

Ma principalmente, siamo onesti, mi piace

che siano femmine. Come se questo grande

pericoloso animale fosse anche una parte di me,

come se da qualche parte dentro questa delicata

pelle del mio corpo, pompasse

un cuore da cavalla di 8 libbre,

gigante per potere, pesante di sangue.

Non volete crederlo?

Non volete sollevare la mia camicia e vedere

l’enorme macchina geniale che batte

che pensa, no, che sa

che arriverà prima.

white wild female horse - rana al rawi

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see no stranger

“All’inizio, era la meraviglia. Fuori in campagna, distante dalle luci della città, l’aria notturna era chiara abbastanza per fissare lo sguardo sulla lunga scintillante galassia che si estendeva attraverso il cielo. Me ne stavo nel campo dietro la nostra casa e parlavo alle stelle come se fossero mie amiche, proprio come parlavo alle mucche al di là della staccionata o ai cavalli dall’altra parte della strada.

Una volta, mentre giocavo in un ruscello, vidi una farfalla danzare sull’acqua e tesi il mio dito e le chiesi di venire da me – e la farfalla venne. Restò posata sul mio dito per un bel po’ di tempo, abbastanza da permettermi di osservare da vicino le sue ali e di complimentarla per esse prima che volasse via.

Allora, non c’erano dubbi al proposito: la Terra sotto di me, le stelle sopra di me, gli animali attorno a me, erano tutti parte di me. E la meraviglia fu il mio primo orientamento verso tutti loro, la cosa che mi collegava ad essi: tu sei una parte di me che io ancora non conosco.”

Estratto da “See no Stranger” (copertina in immagine) di Valarie Kaur, trad. Maria G. Di Rienzo.

Valarie Kaur è attivista per i diritti civili, avvocata, regista, fondatrice del Progetto Amore Rivoluzionario e tanto altro. In passato avevo parlato di lei qui:

https://lunanuvola.wordpress.com/2011/06/28/saltare-nel-vortice/

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E’ uscito “Big Heart, Strong Hands” – “Grande cuore, mani forti” della fotografa norvegese Anne Helene Gjelstad (35 sterline, 256 pagine, Dewi Lewis Publishing), che documenta vita quotidiana, azioni e visioni delle donne in quella che è considerata l’ultima società matriarcale in Europa.

Si tratta delle isole estoni Kihnu e Manija nel Mar Baltico, dove sono le anziane a curarsi di tutto quel che riguarda la terra e a prendere decisioni in merito, mentre gli uomini vanno per mare.

Anne Helene Gjelstad ha dedicato numerosi anni al progetto, che vede come il proprio “contributo a dar testimonianza di questa cultura unica e a preservarne il futuro”.

Due particolari delle sue fotografie e il testo relativo:

lohu hella

“Lohu Ella è una delle maestre artigiane più rispettate di Kihnu. Sempre pronta a dare una mano, amichevole e gentile, con un gran cuore e un sorriso amabile, è una delle donne con cui ho passato più tempo e ho fotografato di più. Da lei ho appreso la cultura dell’abbigliamento delle donne: come fanno i loro copricapi, come mettono le loro gonne speciali, cosa indossano per dormire e come tengono al sicuro i loro tesori. Lohu Ella sta costantemente creando qualcosa. Ha persino confezionato per me un bellissimo costume Kihnu.”

virve

“Järsumäe Virve ha sempre amato gli animali e tutte le creature viventi. Non sa quanti gatti ha di preciso e persino i gatti delle vicine vengono da lei per mangiare. Ha due cani e un cavallo che corrono liberi nella sua proprietà durante la stagione calda. Quando diventammo amiche aveva anche due capre e le piaceva bere direttamente dal recipiente subito dopo averle munte. Mi spiegò quanto era salutare farlo e gentilmente condivise con me il latte tiepido.”

Maria G. Di Rienzo

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E’ Natale (solo due giorni fa) e Sergio Berlato, come tutti i sovranisti patrioti fratelli italici, è più buono del solito. Presto sarà anche più ricco del solito, perché agli emolumenti da consigliere regionale in Veneto potrà aggiungere quelli relativi alla carica da europarlamentare. Si definisce un “appassionato cacciatore” ed è presidente dell’Associazione dei cacciatori veneti. E’ anche un uomo che usa i social media, immagino nel tempo che riesce a ritagliarsi fra una scarica di cartucce calibro 16 e un incitamento a un ipotetico Franz (segugio bavarese, tipico “cane da sangue o da traccia”): nello specifico, il 25 dicembre 2019, lo fa così:

inqualificabile

Dedica questa sua vignetta alle donne che lo hanno criticato per la pratica della caccia (no, uccidere animali per il semplice gusto di farlo non lo classifico come “sport”). “Simili volgarità non dovrebbero appartenere al linguaggio di un rappresentante dello Stato. In quelle poche parole è racchiuso un razzismo viscerale contro tutto il genere femminile, costretto, indipendentemente da ciò di cui si occupa, a dover rendere conto della propria vita sessuale.”, dice Rinaldo Sidoli, portavoce di Alleanza Popolare Ecologista, annunciando che presenterà un esposto per diffamazione “che potrà essere sottoscritto da tutte le donne che si sono sentite offese”.

Per chi riveste cariche istituzionali sarebbe invero appropriato e preferibile esprimersi con civiltà – e l’osservazione sul sessismo del consigliere è del tutto sottoscrivibile – ma questo tipo di comunicazione noi donne lo riceviamo quotidianamente e in ogni ambito possibile: famiglia, lavoro, scuola, associazionismo, volontariato, social media… non c’è luogo sicuro per noi. Il brodo di coltura misogino in cui i Sergini Natalizi sguazzano e si moltiplicano ha le dimensioni di un oceano. Hai un’opinione che non garba all’uomo di turno? Naturalmente tu NON PUOI avere un’opinione da contrastare, in caso, sul merito: sei una donna. Perciò, se apri bocca, è perché hai le mestruazioni o perché sei un cesso che nessun uomo si degna di scopare.

Ben al di là del “sentirmi offesa” (provo disgusto e noia, ma le invettive sessiste non riescono a scalfirmi personalmente), io sono preoccupata: perché Sergio Berlato, in qualità di uomo politico, prende decisioni che riguardano anche le donne.

In che modo pretendiamo di far avanzare l’eguaglianza di genere, di contrastare la violenza di genere, di salvaguardare i diritti umani e civili delle donne se chi deve deliberare e votare in merito le classifica come vagine ostruite da ragnatele?

Maria G. Di Rienzo

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(“Persefone in Inverno”, di Robin Hyde (1906 – 1939), pseudonimo di Iris Wilkinson, poeta e giornalista neozelandese, trad. Maria G. Di Rienzo.)

sleeping

Persefone d’inverno

giacque immobile, ne’ si diede pensiero

delle impetuose crescenti onde di fiori

che la sua gioventù inquieta aveva recato.

Intrappolata al di là del tocco di sofferenza o tristezza,

imprigionata fra alte mura di acquamarina,

lei si assopì… la regina di Plutone.

I conigli dai denti affilati scavarono verso il basso

per trovare la fanciulla giunchiglia

che avevano visto danzare nella loro città di collinette

con le braccia nude cariche di boccioli;

con occhi spaventati, i cercatori si arrampicarono

di nuovo a piluccare erba,

narrando di come l’Eburnea dormisse,

troppo ferma, troppo fredda per gli uomini.

Solo il serpente, il cui pensiero arriva gelido

da antichi occhi di gioiello,

in cerchi variegati di verde e oro

scivola attorno a lei come una cintura.

Solo il furtivo suono da corda di liuto

delle titubanti acque sotterranee,

solo le gocce d’acqua di un blu ghiacciato

sono segrete come le sue labbra.

solstice rocks

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malala on strike

Ciao, mi chiamo Malala Haider.

Vivo in Pakistan.

Sono in prima elementare.

Ho sette anni.

Amo la mia Terra.

Sta diventando calda.

Gli animali muoiono.

Io, sciopero per salvare la mia Terra.

Per favore, salviamo la Terra.

(Riportato su World Pulse da Nabila Abbas, su richiesta di Malala, il 27 settembre 2019. Trad. Maria G. Di Rienzo.)

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(“Evolutionary Psychology Quiz”, di Lyta Gold per Current Affairs, 5 maggio 2019, trad. Maria G. Di Rienzo.)

La psicologia evoluzionistica è spesso ingiustamente calunniata come “la frenologia della nostra epoca”, una “scienza composta di stronzate” che produce “affermazioni non verificabili” sulla base di “prove carenti” per poter sostenere “gerarchie sessiste, razziste e omofobiche”.

Questo non è corretto. Attingendo alle aggregazioni di dati della scienza sociale, deduce la necessaria esistenza di concreti fatti biologici. Vero, non abbiamo trovato la maggior parte dei geni o strutture cerebrali altamente differenziate che dovrebbero esistere per puntellare la stragrande maggioranza delle teorie della psicologia evoluzionistica. Ma questo NON significa che si tratta per lo più di pseudoscienza. Significa che i biologi che dovrebbero lavorare su questo problema sono pigri e probabilmente anche gelosi.

Come facciamo a sapere che la psicologia evoluzionistica è perfettamente valida? Be’, tanto per cominciare ha non uno ma ben due termini scientifici nel proprio nome. E inoltre, è semplice buonsenso: l’Homo Sapiens si è evoluto in un violento stato naturale in cui “il vincitore prende tutto” e perciò gli elementi più profondi e veri della psicologia umana sono innati, brutali e individualistici. I falsi orpelli della “civiltà” sono venuti più tardi e hanno ricoperto la nostra psicologia naturale con ogni cosa che di noi è gentile, femminile, decadente, superficiale, cosmopolita, innaturale e legalista.

Chiunque tenti di chiamare ciò “sessista”, “pura e semplice ideologia”, “vagamente antisemita” o “molto comodo” non capisce la scienza. Qui c’è un quiz che esamina la vostra conoscenza della psicologia evoluzionistica. Per favore tenete a mente che la psicologia evoluzionistica usa per le prove standard differenti dalle scienze esatte. Tali standard sono inalterabili e quindi non possono essere discussi.

illustrazione di c.m. duffy

1. I recettori della serotonina delle aragoste somigliano molto a quelli umani, al punto che le aragoste possono essere influenzate dagli antidepressivi. La struttura sociale delle aragoste è gerarchica. Cosa ci dice questo su noi esseri umani e sul nostro innato bisogno di gerarchia?

a. Gli esseri umani, come le aragoste, desiderano essere governate da un’unica Sovraragosta, che regna sotto il mare su un trono fatto di crostacei e sangue.

b. Gli esseri umani, come le aragoste, desiderano essere mangiati da specie più grandi, più intelligenti e più mobili. E’ il motivo per cui ho inviato segnali radio invitando i buongustai alieni a scendere sul nostro mondo e a scegliere fra noi. Benvenuti, commensali della galassia! Io sono il più carnoso!

c. Gli esseri umani, come le aragoste, a volte muoiono di sfinimento durante la muta, il che spiega perché vestirsi al mattino è coooosì faticoso.

d. Gli esseri umani, come le aragoste, si accoppiano solo quando la femmina della specie seleziona un maschio, sta in agguato presso la casa di lui e piscia un imponente getto di urina profumato di feromoni sulla sua porta. Se questo non somiglia al vostro personale comportamento in materia di accoppiamento, allora non state obbedendo ai vostri naturali istinti genetici e dovete correggervi conformemente.

2. Gli studi mostrano che le donne hanno una leggera preferenza per il colore rosa. Questo fenomeno non dev’essere messo in relazione all’ubiquità dei vestiti e dei giocattoli rosa diretti dal mercato alle bambine. La cultura non è un “innato” elemento motore del comportamento umano (a differenza del mercato, il quale è una forza che occorre naturalmente, proprio come la tettonica delle placche). Gli psicologi evoluzionistici teorizzano che le donne hanno sviluppato il gradimento del colore rosa perché le aiutava a raccogliere bacche selvatiche. Quale prova sostiene al meglio questa teoria?

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3. Prominenti e rispettati psicologi evoluzionistici hanno scritto libri e articoli delucidando i seguenti concetti: gli uomini sono naturalmente promiscui come parte di una strategia evolutiva per farsi quante più pollastre possibile; lo stupro è parte della natura umana perché lo fanno gli scimpanzé, e anche perché assicura il farsi più pollastre possibile; le femmine umane hanno sviluppato i seni come parte di una strategia evolutiva per attrarre gli uomini, perché gli uomini associano la forma dei seni a quella delle natiche divenendo di conseguenza due volte più arrapati.

Se queste teorie sono corrette, quale delle seguenti proposte politiche dovreste voi logicamente promuovere? Potete selezionare più risposte.

a. Poiché gli uomini sono cani in calore e stupratori, troppo eccitati dalla doppietta di seni-natiche per pensare chiaramente, non dovrebbe essere loro più permesso di votare o di possedere proprietà.

b. Dato che gli uomini non sono selettivi nella loro libidine (id est, sono semplicemente animali irragionevoli che vogliono accoppiarsi con quante più donne possibile), dovrebbero essere dati in prestito alle donne a turno. Poiché l’unico elemento chiave dell’evoluzione umana è l’obiettivo di trasmettere i propri geni, possiamo aver fiducia che gli uomini saranno perfettamente felici di questo arrangiamento.

c. Quando un artista maschio disegna un quadrato, si dovrebbe fargli saltare la matita dalla mano a schiaffi. Biologicamente, dovrebbe rispondere solo a forme rotonde, come seni e natiche.

d. Se gli uomini si lamentano di questi arrangiamenti, chiedendo di essere trattati come completi esseri umani con il diritto di votare, possedere proprietà, scegliere le proprie partner romantiche senza coercizione e vivere qualsiasi creativa e soddisfacente vita essi stessi scelgano, saranno inviati alla Ri-Educazione Maschile e ai Campi Ricreativi, dove saranno loro instillate con la forza le indisputabili verità della psicologia evoluzionistica, e sarà anche insegnato loro a fare collanine con il popcorn.

4. “Perché questo quiz attacca solo argomentazioni fittizie? Perché omette di affrontare affermazioni serie come la “biodiversità umana”, o come il fatto che le giovani donne sono geneticamente programmate per preferire gli uomini più anziani, anche se gli uccelli degli uomini anziani non funzionano? Dove posso inviare le mie e-mail furibonde? Mi state prendendo in giro? La psicologia evoluzionistica è un affare molto serio! STO PARLANDO CON TE. GLI UOMINI STANNO PARLANDO.”

Nel tuo arrabbiato responso alla redazione, scegli l’animale estinto che credi incarni meglio la tua collera preistorica. Per favore, fornisci una spiegazione plausibile su come abbatterai questo animale con qualche bastone appuntito e nessuna conoscenza della fisica moderna. Poiché i tuoi antenati erano naturalmente selezionati per dare la caccia a questi animali, e tu hai ereditato i loro geni, dovresti essere del tutto in grado di portare a termine l’incarico.

a. Mammut lanoso (Mammuthus primigenius)

b. Alce irlandese o Megacervo (Megaloceros giganteus)

c. Tigre dai denti a sciabola (Smilodonte)

d. Meta-lupo (Canis dirus)

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(tratto da: “17 Signs That You’d Qualify as a Witch in 1692”, di Leah Beckmann per Mental Floss, 22 ottobre 2015, trad. e adattamento Maria G. Di Rienzo. Ndt.: E’ notevole la somiglianza dei 17 segni particolari della stregoneria con le giustificazioni moderne fornite alla violenza di genere.)

Scopri se sei colpevole di maleficio e/o se saresti stata accusata di praticare la stregoneria secondo le leggi e le prove usate durante i processi alle streghe di Salem nel 1692.

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1. SEI UNA FEMMINA

Sei una donna, di qualsiasi tipo? Se sì, sei probabilmente una delle spose infernali del demonio. Sin dal periodo medievale “un aspetto dell’essere femmina è stato associato alla strega”. Per secoli, la gente ha creduto che le donne fossero più inclini a peccare degli uomini – e peccare è un chiaro segno dell’adorazione del diavolo. A Salem, 13 donne e 5 uomini furono arrestati con l’accusa di praticare la stregoneria, sebbene storicamente il numero delle donne accusate sia drammaticamente superiore a quello degli uomini.

2. SEI POVERA / NON RIESCI A SOSTENERE TE STESSA FINANZIARIAMENTE

Le povere, le senzatetto e quelle costretti ad affidarsi alla comunità per avere sostegno sono state le più vulnerabili e spesso accusate di stregoneria. Sarah Good, impiccata nel 1692, era estremamente odiata e sospettata dai vicini perché andava di casa in casa a mendicare cibo.

3. SEI RICCA / SEI FINANZIARIAMENTE INDIPENDENTE

Se sei una donna adulta che vive questa vita senza sostegno aggiuntivo, probabilmente hai anche un vasetto di occhi di tritone nella credenza della cucina. Ogni segno che una donna potesse vivere senza l’aiuto o la supervisione di un uomo causava allarme. La donna in questione era molto spesso isolata dalla comunità – sino, naturalmente, a che veniva arrestata e processata. Fra il 1620 e il 1725, donne senza fratelli o figli che potessero ereditare le loro sostanze composero l’89% delle donne giustiziate per stregoneria nel New England.

4. HAI UN’AMICA O PIÙ AMICHE

Prendete nota: un gruppo di donne che si riunisce senza la presenza di un maschio era considerato “una congrega che si incontra per adorare il Demonio”. (Ndt.: per molti uomini ciò è “sospetto” anche al giorno d’oggi)

5. HAI AVUTO UN BATTIBECCO CON UNA O PIU’ D’UNA DELLE TUE AMICHE

Cacciatori di streghe dalla triste fama, come Matthew Hopkins e John Searne, ispirarono un tale terrore nella comunità che non ci volle molto perché le donne cominciassero ad accusare altre donne di stregoneria per deviare le accuse loro rivolte. Prendete il caso di Rachel Clinton: “Donne di valore e qualità la accusano di dar loro gomitate” mentre camminano insieme verso la chiesa. Rachel era lei stessa una donna “di valore e qualità”, ma una madre mentalmente disturbata e un matrimonio tardivo la spinsero al fondo della scala sociale. Aggiungete le gomitate e Rebecca fu condannata per stregoneria.

6. HAI AVUTO UNA DISCUSSIONE O UN DISACCORDO CON QUALCUNO

La cosa importante da ricordare è che chiunque poteva accusare chiunque altro. E lo facevano. Se qualcuno ti accusa di pratiche stregonesche di qualsiasi tipo, era lo stesso che se ti avessero vista volare nuda verso la luna a cavallo di una scopa.

7. SEI MOLTO ANZIANA

Le donne più anziane, sposate e non, erano estremamente soggette alle accuse. Rebecca Nurse era un’invalida 70enne quando fu accusata da vicini con cui litigava. A 71, divenne la più vecchia donna a processo, fu condannata e messa a morte come strega.

8. SEI MOLTO GIOVANE

Dorothy Goode aveva solo 4 anni quando confessò di essere una strega (implicando simultaneamente sua madre, Sarah, che fu impiccata nel 1692). Dorothy fu imprigionata per nove mesi prima del suo rilascio. L’esperienza le lasciò uno stato permanente di disagio mentale.

9. SEI UNA LEVATRICE

In parole povere, come dice Joel Southern, “l’età, lo stato sociale e matrimoniale, l’autonomia, le influenze pagane, la conoscenza segreta delle erbe e, più importante di tutto il resto, lo svilimento della sua professione come sporca e degradante servirono a demonizzare la levatrice. In breve, la levatrice rappresentava tutto quel che la Chiesa temeva.”

10. SEI SPOSATA E HAI TROPPI BAMBINI

Hai un grembo fertile in modo innaturale che può essere solo il risultato di magia nera. Aggiungi a ciò una coppia che vive nel vicinato e ha difficoltà a concepire e certamente stai rubando a loro dei potenziali bambini. Perché sei una strega.

11. SEI SPOSATA E HAI POCHI FIGLI O NESSUN FIGLIO

Il diavolo ha maledetto il tuo empio utero con la sterilità. In più, se i tuoi vicini e i loro sei bambini stanno soffrendo in qualche modo, lo devono certamente alla bacucca gelosa che vive nei paraggi e ha maledetto la loro casa.

12. HAI MOSTRATO UN COMPORTAMENTO “OSTINATO”, “STRANO” O “AUDACE”

Ribatti in modo sfacciato e sei una strega, probabilmente. Tornando al processo di Rachel Clinton, i suoi accusatori consolidarono il caso contro lei così: “Non ha forse mostrato il carattere di una donna amareggiata, invadente, esigente – in breve probabilmente il carattere di una strega? Non ha forse sgridato, inveito, minacciato e lottato?”

13. HAI UN NEO, UNA VOGLIA O UN TERZO CAPEZZOLO

Ognuno di questi segni sul corpo poteva essere interpretato come il marchio del demonio. Era anche il punto a cui il famiglio della strega – di solito un cane, un gatto o un serpente – si attaccava per bere il suo sangue. Le accusate erano completamente depilate sino a che non si trovava un qualche tipo di segno. Adesso immaginatevi un cuccioletto che tracanna sangue dal neo di Marilyn Monroe.

14. TI E’ ANDATO A MALE IL LATTE O IL BURRO

Diverse testimonianze durante i processi di Salem menzionano latticini andati a male in relazione alle accusate. Siate oneste sulla condizione del vostro frigorifero prima di continuare.

15. HAI FATTO SESSO FUORI DAL MATRIMONIO

Nel 1651 Alice Lake di Dorchester fu processata come strega per aver “fatto la sgualdrina e essere rimasta incinta”. Fu impiccata lo stesso anno.

16. HAI TENTATO DI PRONOSTICARE L’IDENTITA’ DEL TUO FUTURO MARITO

Hai sognato ad occhi aperti sulla tua anima gemella? Hai scritto il suo nome in corsivo sul tuo taccuino? Allora, come per Tituba – una donna schiava che viveva a Salem – le tue attività possono costituire stregoneria. Tituba aiutava le giovani a vaticinare l’identità dei loro futuri sposi e divenne la prima donna accusata di stregoneria a Salem.

17. HAI VIRTUALMENTE INFRANTO OGNI REGOLA CONTENUTA NELLA BIBBIA E PERTANTO HAI STRETTO UN PATTO CON IL DIAVOLO

Ecco una lista di regole che i puritani osservavano. Romperne una qualsiasi poteva condurre a un’accusa di stregoneria.

– La stretta osservanza del Sabbath, “il giorno d’addestramento alla disciplina militare”. Ciò includeva niente fuoco, niente commercio, niente viaggi e niente qualcosa chiamato “nuova mostra del pane nel luogo sacro”: quest’ultima roba era punibile con la morte.

– Niente adulterio

– Non guidare gente verso altri Dei con le profezie o i sogni

– Non farsi stuprare

– Non piantare più di un tipo di seme in un campo

– Non toccare la carcassa di un maiale

– Non indossare abiti fatti da più di un tipo di tessuto

– Niente capelli a caschetto

– Niente trecce

– E sicuramente non tollerare che una strega viva

Avete fatto qualcuna di queste cose? Allora congratulazioni, siete colpevoli di aver praticato la stregoneria. Siete destinate all’inferno e probabilmente a essere impiccate, bruciate o lasciate marcire in una lurida prigione sino alla morte. Possa il mantello delle oscure ombre avvolgervi nel suo disgraziato abbraccio. Salute a Satana.

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Jólakötturinn

Una strana creatura del folklore islandese è Jólakötturinn (che si traduce come “Gatto del Solstizio d’Inverno” ed è poi divenuto semplicemente il “Gatto di Natale”).

Jólakötturinn è un gatto enorme, vive nelle montagne assieme alla gigante Grýla ed è una specie di incallito e terribile fashionista: scende a valle durante le festività invernali per mangiare i bambini che non hanno avuto in dono, per esse, abiti nuovi.

Sebbene la storia affondi nell’antichità, non abbiamo sue versioni scritte datate prima del 19° secolo: la spiegazione accademica è che sia stata usata come “incentivo” per mettere fretta ai pastori affinché terminassero in tempo la tosatura delle pecore, di modo che i nuovi abiti fossero tessuti e che loro stessi avessero abbastanza denaro per trascorrere felicemente il Natale.

Per quel che sappiamo dalla tradizione orale, all’inizio Jólakötturinn si limitava a spazzar via il cibo di quelli senza vestiti nuovi e la sua percezione come mangiatore-di-carne-umana si deve principalmente alla poesia che porta il suo nome e fu scritta da uno dei più amati poeti islandesi, Jóhannes úr Kötlum (Jóhannes Bjarni Jónasson, 1899-1972).

La teoria popolare è che la storia del gatto vendicatore avesse la funzione di dare una spintarella all’altruismo, di modo che ai bambini più poveri fossero donati abiti di lana nella stagione più fredda. Allo stesso modo la vicenda è stata letta dalla cantautrice e compositrice Björk (Björk Guðmundsdóttir) che nel 1987 registrò una canzone tradizionale su Jólakötturinn – nella quale, tra l’altro, la creatura è identificata sia al maschile sia al femminile. Le strofe finali recitano:

“Se lei esista ancora io non lo so

ma il suo viaggio sarebbe inutile

se tutti per il prossimo Natale

avessero qualche abito nuovo.

Potresti voler tenere in mente

di dare aiuto ove ve ne sia bisogno

perché da qualche parte possono esserci bimbi

che non ricevono nulla del tutto.

Forse il curarsi di coloro che soffrono

per mancanza di luci copiose

ti darà una stagione felice

e un allegro Natale.”

Alcune pratiche tradizionali prevedono di lasciar fuori del cibo per il/la Jólakötturinn durante l’inverno e anche questo può iscriversi nella cornice del favorire la compassione e la condivisione (in più, in questo modo la bestia non ti entra in casa di soppiatto per fregare l’arrosto dal tavolo natalizio…). La mia Jólakötturinn attuale è molto meno spaventosa dell’originale: è bianca, con gli occhi azzurri e non so se abbia un proprietario – se lo ha, se ne cura molto poco e Björk dixit non avrà un Natale allegro – tuttavia vado a darle una piccola colazione di cibo per gatti ogni mattina.

La cosa mi rende felice di per sé e non ho certo bisogno di ricompense, ma è consolante sapere che gli islandesi mi augurano implicitamente uno splendido Solstizio d’Inverno (21 dicembre, ore 23.23) e io giro gli auguri a ognuna/o di voi.

Maria G. Di Rienzo

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Non morire, ti dico

(“The Leash”, di Ada Limón, poeta statunitense contemporanea – in immagine – trad. Maria G. Di Rienzo.)

ada

IL GUINZAGLIO

Dopo la nascita di bombe di divisioni e paura

le frenetiche armi automatiche scatenate

uno spruzzo di pallottole in una folla che si tiene per mano,

il cielo brutale che si apre in fauci di ardesia metallica

che inghiotte solo l’indicibile in ognuno di noi, cosa

resta? Persino il fiume nascosto nel deserto è avvelenato

reso arancione e acido da una miniera di carbone. Come puoi

non temere l’umanità, non voler leccare il letto

del torrente sino a che si secca, succhiare l’acqua mortale nei

tuoi stessi polmoni, come veleno? Lettore, io voglio

dirti: Non morire. Neppure quando pesce argenteo dopo pesce

viene a galla con la pancia in alto, e il paese precipita

in un crepitante cratere di odio, non c’è ancora

qualcosa che canta? La verità è: non lo so.

Ma qualche volta, giuro di sentirla, la ferita che si chiude

come un’assai arrugginita porta di garage, e posso ancora muovere

le mie membra viventi nel mondo senza troppo

dolore, posso ancora meravigliarmi di come la cagna corra diritta

verso i camioncini a rotta di collo giù

per la strada, perché lei pensa di amarli,

perché è sicura, senza alcun dubbio, che le chiassose

ruggenti cose la ameranno a loro volta, il suo piccolo soffice sé

vivificato dal desiderio di condividere il suo dannato entusiasmo,

sino a che io strattono il guinzaglio per salvarla perché

voglio che sopravviva per sempre. Non morire, dico,

e decidiamo di camminare un altro po’, gli storni

alti e frenetici sopra di noi, l’inverno che arriva per mettere

a giacere il suo cadavere freddo su questa piccola porzione di Terra.

Forse facciamo sempre sfrecciare il nostro corpo verso

la cosa che ci annienterà, implorando amore

dal frettoloso passare del tempo, e perciò forse,

come l’obbediente cagna alle mie calcagna, possiamo camminare insieme

pacificamente, almeno sino a che non arriva il prossimo camion.

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