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Brujas

In Messico, le misure di quarantena per il coronavirus hanno avuto lo stesso impatto sulle donne che si è verificato ovunque: aumento dei casi di violenza domestica (le denunce alla polizia registrano il 25% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), aumento del carico di responsabilità familiari, perdita del lavoro (giacché la maggioranza di coloro che operano nel settore “informale” dell’economia sono donne), eccetera. Lo stato di Veracruz, lockdown o meno, è quello con la più alta percentuale di femicidi / femminicidi: e in tale stato, sempre come sta accadendo altrove, a sostenere le donne in difficoltà sono le femministe.

Qui si chiamano Brujas del Mar (Streghe del Mare), hanno alle spalle l’organizzazione degli scioperi dell’8 marzo, durante la quarantena hanno creato una linea telefonica di soccorso per la violenza domestica, gestiscono un efficace sistema di aiuti alimentari per le donne e stanno mettendo insieme una rete per la consulenza legale gratuita alle vittime di violenza. Le Streghe sono giustamente famose in Messico e ricevono richieste di assistenza – soprattutto per trovare rifugi o denunciare perpetratori – non solo dalla loro regione.

Brujas del Mar ha avuto inizio come gruppo ristretto di quindici femministe su Facebook, per diventare nel giro di un anno una delle organizzazioni chiave per la mobilitazione, l’informazione e l’azione diretta delle donne messicane. Le Streghe si autofinanziano e raccolgono fondi vendendo bandane e portachiavi. Non devono niente a nessuno e stanno facendo un lavoro straordinario.

arussi unda

“E’ come la storia di Cenerentola. – ha detto in marzo la portavoce 32enne del gruppo, Arussi Unda (in immagine sopra) alla stampa – Tutto parte dal villaggio sperduto, dal minuscolo collettivo, dalle donne-nessuno… ma prima o poi doveva accadere. Le donne in Messico non ne possono più. Non si tratta solo dell’ovvia crisi dei femicidi, ma di tutto quel che accade ogni giorno nelle case, nelle scuole, al lavoro. Non esiste un posto sicuro per noi donne.”

Maria G. Di Rienzo

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(brano tratto da: “Waking up to our power: witchcraft gets political”, di Aamna Mohdin per The Guardian, 8 novembre 2019, trad. e adattamento Maria G. Di Rienzo. L’immagine di Grace Gottardello è di Christian Sinibaldi. L’evento a cui si fa riferimento nell’articolo, il “Witchfest – Festa della Strega”, tenutosi il 9 novembre nel quartiere di Croydon a Londra, ha offerto una corposa e molto interessante serie di seminari, conferenze, spettacoli, ecc. Il gruppo che lo organizza, Children of Artemis, ritiene si tratti attualmente del più grande festival di questo tipo al mondo.)

grace

L’evento arriva nel mentre le streghe emergono dai ripostigli delle scope in tutto il Regno Unito per occupare l’immaginazione popolare. In aggiunta alla nuova versione di prodotti “cult” televisivi, come “Sabrina, la Strega Adolescente” (rifatto come “Le spaventose avventure di Sabrina” da Netflix) e “Charmed”, ci sono streghe che realizzano podcast e condividono consigli con l’hashtag #witchesofinstagram, che vanta oltre tre milioni di post. E così tanti libri sono stati scritti che Publishers Weekly ha dichiarato una “stagione della strega”. (…)

Christina Oakley Harrington, proprietaria della libreria Treadwell a Londra specializzata in occultismo, dice: “La gente che si interessa di stregoneria non è quella più insicura e ansiosa, il loro desiderio di apprendere la magia è molto legato alla sensazione che il mondo abbia un disperato bisogno di cambiamento.” Per queste attiviste, ha aggiunto Harrington, l’identità di strega è un “mantello che dà potere”, che dà loro energia e forza per prendere posizione. (…)

Grace Gottardello, che si descrive come “strega comunitaria”, dice che per la gente di colore la stregoneria ha avuto il significato di riconnessione alle proprie radici ancestrali e alla costruzione di comunità, così come il significato di reclamare potere.

Gottardello, che si è trasferita nel Regno Unito quando aveva 18 anni, paragona un po’ la sua infanzia nell’Italia del nord a quella di “Sabrina, la Strega Adolescente”. Ha appreso erboristeria, cerimonie per la luna nuova e lettura dei Tarocchi dalle sue zie. Ma mettendo da parte questi rituali familiari, Gottardello descrive il suo crescere in un villaggio da donna nera largamente come un’esperienza di isolamento e sofferenza. La piccola città era incredibilmente razzista, ha detto, e la parola “strega” non doveva neppure essere pronunciata a voce alta.

E’ stato solo quando ha vissuto nel Regno Unito che è stata in grado di costruire una comunità e di ricollegarsi a se stessa. “Stavo recuperando la mia identità, la mia connessione alle tradizioni di mia madre e il mio essere nera. La stregoneria è molto di più che mettersi alla prova con i Tarocchi o i meme astrologici. Non fraintendetemi, i meme mi piacciono, ma la stregoneria è anche un attrezzo comunitario con cui proteggiamo noi stessi.”

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(tratto da: “17 Signs That You’d Qualify as a Witch in 1692”, di Leah Beckmann per Mental Floss, 22 ottobre 2015, trad. e adattamento Maria G. Di Rienzo. Ndt.: E’ notevole la somiglianza dei 17 segni particolari della stregoneria con le giustificazioni moderne fornite alla violenza di genere.)

Scopri se sei colpevole di maleficio e/o se saresti stata accusata di praticare la stregoneria secondo le leggi e le prove usate durante i processi alle streghe di Salem nel 1692.

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1. SEI UNA FEMMINA

Sei una donna, di qualsiasi tipo? Se sì, sei probabilmente una delle spose infernali del demonio. Sin dal periodo medievale “un aspetto dell’essere femmina è stato associato alla strega”. Per secoli, la gente ha creduto che le donne fossero più inclini a peccare degli uomini – e peccare è un chiaro segno dell’adorazione del diavolo. A Salem, 13 donne e 5 uomini furono arrestati con l’accusa di praticare la stregoneria, sebbene storicamente il numero delle donne accusate sia drammaticamente superiore a quello degli uomini.

2. SEI POVERA / NON RIESCI A SOSTENERE TE STESSA FINANZIARIAMENTE

Le povere, le senzatetto e quelle costretti ad affidarsi alla comunità per avere sostegno sono state le più vulnerabili e spesso accusate di stregoneria. Sarah Good, impiccata nel 1692, era estremamente odiata e sospettata dai vicini perché andava di casa in casa a mendicare cibo.

3. SEI RICCA / SEI FINANZIARIAMENTE INDIPENDENTE

Se sei una donna adulta che vive questa vita senza sostegno aggiuntivo, probabilmente hai anche un vasetto di occhi di tritone nella credenza della cucina. Ogni segno che una donna potesse vivere senza l’aiuto o la supervisione di un uomo causava allarme. La donna in questione era molto spesso isolata dalla comunità – sino, naturalmente, a che veniva arrestata e processata. Fra il 1620 e il 1725, donne senza fratelli o figli che potessero ereditare le loro sostanze composero l’89% delle donne giustiziate per stregoneria nel New England.

4. HAI UN’AMICA O PIÙ AMICHE

Prendete nota: un gruppo di donne che si riunisce senza la presenza di un maschio era considerato “una congrega che si incontra per adorare il Demonio”. (Ndt.: per molti uomini ciò è “sospetto” anche al giorno d’oggi)

5. HAI AVUTO UN BATTIBECCO CON UNA O PIU’ D’UNA DELLE TUE AMICHE

Cacciatori di streghe dalla triste fama, come Matthew Hopkins e John Searne, ispirarono un tale terrore nella comunità che non ci volle molto perché le donne cominciassero ad accusare altre donne di stregoneria per deviare le accuse loro rivolte. Prendete il caso di Rachel Clinton: “Donne di valore e qualità la accusano di dar loro gomitate” mentre camminano insieme verso la chiesa. Rachel era lei stessa una donna “di valore e qualità”, ma una madre mentalmente disturbata e un matrimonio tardivo la spinsero al fondo della scala sociale. Aggiungete le gomitate e Rebecca fu condannata per stregoneria.

6. HAI AVUTO UNA DISCUSSIONE O UN DISACCORDO CON QUALCUNO

La cosa importante da ricordare è che chiunque poteva accusare chiunque altro. E lo facevano. Se qualcuno ti accusa di pratiche stregonesche di qualsiasi tipo, era lo stesso che se ti avessero vista volare nuda verso la luna a cavallo di una scopa.

7. SEI MOLTO ANZIANA

Le donne più anziane, sposate e non, erano estremamente soggette alle accuse. Rebecca Nurse era un’invalida 70enne quando fu accusata da vicini con cui litigava. A 71, divenne la più vecchia donna a processo, fu condannata e messa a morte come strega.

8. SEI MOLTO GIOVANE

Dorothy Goode aveva solo 4 anni quando confessò di essere una strega (implicando simultaneamente sua madre, Sarah, che fu impiccata nel 1692). Dorothy fu imprigionata per nove mesi prima del suo rilascio. L’esperienza le lasciò uno stato permanente di disagio mentale.

9. SEI UNA LEVATRICE

In parole povere, come dice Joel Southern, “l’età, lo stato sociale e matrimoniale, l’autonomia, le influenze pagane, la conoscenza segreta delle erbe e, più importante di tutto il resto, lo svilimento della sua professione come sporca e degradante servirono a demonizzare la levatrice. In breve, la levatrice rappresentava tutto quel che la Chiesa temeva.”

10. SEI SPOSATA E HAI TROPPI BAMBINI

Hai un grembo fertile in modo innaturale che può essere solo il risultato di magia nera. Aggiungi a ciò una coppia che vive nel vicinato e ha difficoltà a concepire e certamente stai rubando a loro dei potenziali bambini. Perché sei una strega.

11. SEI SPOSATA E HAI POCHI FIGLI O NESSUN FIGLIO

Il diavolo ha maledetto il tuo empio utero con la sterilità. In più, se i tuoi vicini e i loro sei bambini stanno soffrendo in qualche modo, lo devono certamente alla bacucca gelosa che vive nei paraggi e ha maledetto la loro casa.

12. HAI MOSTRATO UN COMPORTAMENTO “OSTINATO”, “STRANO” O “AUDACE”

Ribatti in modo sfacciato e sei una strega, probabilmente. Tornando al processo di Rachel Clinton, i suoi accusatori consolidarono il caso contro lei così: “Non ha forse mostrato il carattere di una donna amareggiata, invadente, esigente – in breve probabilmente il carattere di una strega? Non ha forse sgridato, inveito, minacciato e lottato?”

13. HAI UN NEO, UNA VOGLIA O UN TERZO CAPEZZOLO

Ognuno di questi segni sul corpo poteva essere interpretato come il marchio del demonio. Era anche il punto a cui il famiglio della strega – di solito un cane, un gatto o un serpente – si attaccava per bere il suo sangue. Le accusate erano completamente depilate sino a che non si trovava un qualche tipo di segno. Adesso immaginatevi un cuccioletto che tracanna sangue dal neo di Marilyn Monroe.

14. TI E’ ANDATO A MALE IL LATTE O IL BURRO

Diverse testimonianze durante i processi di Salem menzionano latticini andati a male in relazione alle accusate. Siate oneste sulla condizione del vostro frigorifero prima di continuare.

15. HAI FATTO SESSO FUORI DAL MATRIMONIO

Nel 1651 Alice Lake di Dorchester fu processata come strega per aver “fatto la sgualdrina e essere rimasta incinta”. Fu impiccata lo stesso anno.

16. HAI TENTATO DI PRONOSTICARE L’IDENTITA’ DEL TUO FUTURO MARITO

Hai sognato ad occhi aperti sulla tua anima gemella? Hai scritto il suo nome in corsivo sul tuo taccuino? Allora, come per Tituba – una donna schiava che viveva a Salem – le tue attività possono costituire stregoneria. Tituba aiutava le giovani a vaticinare l’identità dei loro futuri sposi e divenne la prima donna accusata di stregoneria a Salem.

17. HAI VIRTUALMENTE INFRANTO OGNI REGOLA CONTENUTA NELLA BIBBIA E PERTANTO HAI STRETTO UN PATTO CON IL DIAVOLO

Ecco una lista di regole che i puritani osservavano. Romperne una qualsiasi poteva condurre a un’accusa di stregoneria.

– La stretta osservanza del Sabbath, “il giorno d’addestramento alla disciplina militare”. Ciò includeva niente fuoco, niente commercio, niente viaggi e niente qualcosa chiamato “nuova mostra del pane nel luogo sacro”: quest’ultima roba era punibile con la morte.

– Niente adulterio

– Non guidare gente verso altri Dei con le profezie o i sogni

– Non farsi stuprare

– Non piantare più di un tipo di seme in un campo

– Non toccare la carcassa di un maiale

– Non indossare abiti fatti da più di un tipo di tessuto

– Niente capelli a caschetto

– Niente trecce

– E sicuramente non tollerare che una strega viva

Avete fatto qualcuna di queste cose? Allora congratulazioni, siete colpevoli di aver praticato la stregoneria. Siete destinate all’inferno e probabilmente a essere impiccate, bruciate o lasciate marcire in una lurida prigione sino alla morte. Possa il mantello delle oscure ombre avvolgervi nel suo disgraziato abbraccio. Salute a Satana.

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(brano tratto da: “The Season of the Witch – Max Dashu On Why We Sexualize, Trivialize, and Fear the Witch”, di Jocelyn Macdonald per AfterEllen, 31 ottobre 2018, trad. e adattamento Maria G. Di Rienzo. Max Dashu, in immagine sotto, è scrittrice, ricercatrice, esperta di storia delle donne e fondatrice dei Suppressed Histories Archives – Archivi delle Storie Occultate.)

max dashu

AfterEllen: Nella cultura popolare abbiamo una concezione delle streghe come esseri brutti e ributtanti che operano magia malvagia per maledire o ingannare la brava gente. Vorrei discutere da dove viene questa idea.

Max Dashu: C’è una vasta e complessa storia culturale su questo. Siamo al termine di un lungo processo di demonizzazione delle streghe. La maggior parte delle persone hanno sentito parlare della caccia alle streghe, ma sempre per la maggior parte non sanno di che si trattasse, com’era, quanto è durata. La tendenza, negli Usa, è pensare alla caccia alle streghe di Salem – è la forma più famosa e si è situata molto tardi sullo spettro dell’intero processo, infatti le streghe non erano più bruciate sul rogo. Le persone che sono state perseguitate furono impiccate. Ma la cosa è andata avanti per più di 1.000 anni.

E’ una storia difficile da tracciare, perché non sempre ci stiamo occupando di periodi storici ben documentati. Non sempre ci sono registrazioni dei processi nel primo Medioevo. Ma abbiamo indicazioni su questo lungo arco di persecuzioni nelle menzioni di cronisti in vari posti e nelle leggi di diversi paesi, in particolare in Europa occidentale dopo la caduta dell’Impero Romano.

A noi tutti è stato insegnato che l’Europa si convertì al cristianesimo e che dopo erano tutti cristiani, e la cosa è più complicata di così. C’è tutta questa cultura pagana – nei calendari, nelle feste, nei nomi dati ai luoghi e nelle terre che li attorniano, le usanze, la religione degli antenati, consuetudini riguardanti la guarigione, la divinazione e modi in cui risolvere i problemi – che cade nell’ambito della strega. Noi vediamo un processo di demonizzazione delle streghe. Nel periodo coperto dal mio libro “Witches and Pagans” (ndt. l’inizio del Medioevo), si nota che la gente guardava ancora alle streghe come guaritrici. Ci sono preti che sgridano le persone perché sono andate a farsi curare dalla strega e non in chiesa. “Non devi fare questo, è malvagio, è opera del demonio.”, ma la gente aveva una tradizione di vecchia data di medicina erboristica, magia cerimoniale, cicli stagionali.

AE: Quindi com’era la stregoneria nell’anno 1.000, mille anni prima della nostra era?

Max Dashu: C’è questo passaggio dove si descrivono le persone che portano offerte a rocce e alberi e alla primavera e in anglosassone dice “swa wiccan taeca∂”, cioè “come insegna la strega”. Perciò abbiamo un interessante pezzo di informazione, qui. Lo scritto era un libro penitenziale: stava tentando di indurre le persone ad astenersi da questa spiritualità basata sulla Terra, ma mostra cosa stavano facendo e mostra che ciò non aveva nulla a che vedere con l’adorazione del diavolo. La gente di solito apprende che le streghe erano adoratrici del diavolo e questa è la demonizzazione di tali donne sagge. Ma in realtà, quel che vediamo nella descrizione è che stanno praticando la venerazione della terra, la venerazione dell’acqua – molto simile al popolare “l’acqua è vita”. Ci sono molti rimproveri che dicono non portate offerte, non accendete luci davanti alla fontana, non fate queste cose. Perché la gente amava le acque. Le trattava con reverenza. Dunque, in quel periodo, la parola “strega” è riferita a qualcuna che è un’insegnante spirituale.

La strega è una consigliera. La chiesa non voleva questo perché voleva avere una religione centrata attorno al concetto patriarcale di dio e questo non comprendeva la Natura. Le cerimonie connesse alla Natura erano minacciose, perciò demonizzarono la strega. (…)

Quando vediamo che le donne erano guaritrici, erboriste, levatrici, oracoli – per esempio in Scandinavia c’è una consistente documentazione sulle sacerdotesse sciamane dette “donne del bordone” per via del bastone cerimoniale che usavano – l’idea che una donna possa essere una leader spirituale non è così inusuale. Se guardi la cosa in una prospettiva globale, vedrai sciamane su tutto il pianeta. Persino il cristianesimo degli inizi aveva profetesse. La persecuzione delle streghe divenne un modo conveniente per sopprimere il potere femminile. Ciò è ancora con noi nell’archetipo della strega: la donna potente è una donna cattiva, la donna anziana è una donna cattiva e l’idea che la strega fosse collegata al male è parte del più vasto spostamento da immagini positive delle donne all’idea che il potere femminile sia una minaccia per la società.

AE: Alle donne fu data la caccia, furono processate e bruciate, ma stante i grandi numeri non potevano essere tutte streghe (ndt. nel senso suggerito da Dashu). Un gran numero di donne anziane, non sposate, ribelli, possono essere state accusate di stregoneria anche non conducevano rituali.

Max Dashu: Nel primo periodo vedi che quelle accusate erano in qualche modo coinvolte nell’erboristeria o nei rituali, ma con il passar del tempo le accuse ebbero più a che fare con la politica sessuale. (…) C’è questa pornografia diabolica che sorge nelle camere di tortura e sostiene che la strega fa sesso con il diavolo. Ciò che le donne torturate sono costrette a fare per ottenere la fine dei tormenti è ripetere ai torturatori le loro fantasie. Questo ha avuto un grosso impatto sulla cultura europea e su come la sessualità è incorniciata da tropi quali tortura, catene, bavagli, donne legate. Le cosiddette confessioni che le donne erano costrette a ripetere per far finire la tortura erano lette pubblicamente prima dell’esecuzione. Alle donne era data questa scelta: “Non ti bruceremo viva, ti strangoleremo prima se accetti di leggere la tua ammissione di colpa davanti alla gente”. Perciò la gente che andava avidamente a guardare le esecuzioni puntava il dito e diceva: “Oh, ha fatto davvero quelle cose, lo ammette”. La credenza in tali cose comincia così a diffondersi. E’ come un meme tossico che si propaga dalla cultura ed è un meme del capro espiatorio.

In una società oppressiva, ove per esempio le rivolte contadine sono tutte soffocate con un bel po’ di forza, gli oppressi non hanno modo di prendersela con i loro oppressori perciò cercare un capro espiatorio suona bene per molta gente. Le streghe sono un gruppo, poi ci sono gli ebrei, i rom e altri. Tutti e tre i gruppi furono accusati di omicidi rituali. La diffamazione sanguinosa, l’idea che le streghe uccidono i bambini. Cominciò con i preti che accusavano le erboriste di dare alle donne pozioni contraccettive. I preti dicevano che questo era omicidio. Stai uccidendo bambini, perché fai “bere sterilità” alle donne. (ndt. ho scelto di evidenziarlo perché mi ricorda i discorsi del “progressista” papa in carica)

Noi vediamo quanto è facile credere per le persone frustrate e arrabbiate che vogliono qualcuno da incolpare. E’ un mezzo assai efficace per schiacciare la resistenza all’oppressione. E’ molto più facile dar la caccia alle donne che a potenti signori armati.

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(“Lesbian ‘witches’ chained and raped by families in Cameroon”, Thomson Reuters Foundation, editing di Katy Migiro, trad. Maria G. Di Rienzo.)

black lesbian pride

Yaounde, 2 ottobre 2018 – Durante un triste servizio domenicale in chiesa, la 14enne Viviane – stanca di lottare contro la sua attrazione per le ragazze – si rassegnò a una conclusione infelice: era stata stregata. A scuola e in chiesa a Yaounde, la capitale del Camerun, le era stato a lungo detto che avere predilezione per il proprio sesso non era solo un peccato, ma anche il segno che un sinistro incantesimo era stato gettato su di te.

“Non vedevo le ragazze come tutti gli altri – ho pensato che uno spirito maligno mi avesse posseduta. – ha detto al telefono a Thomson Reuters Foundation, con una mesta risata, dalla Francia, dove ha chiesto asilo l’anno scorso con l’aiuto della sua fidanzata – Così ho cominciato a pregare per mandarlo via.”

Ma le sue preghiere fallirono. Quattro anno più tardi, Viviane fu incatenata al muro e violentemente stuprata da un uomo che la sua famiglia la forzò a sposare, dopo aver scoperto che era lesbica.

Dal Sudafrica all’India all’Ecuador, persone gay sono sottoposte a “stupro correttivo” dalle loro famiglie, da estranei e da vigilanti che credono l’omosessualità sia una malattia mentale che deve essere “curata”.

A volte, ciò è perpetrato con la copertura delle tenebre o quando il picchiare della pioggia su tetti di latta attutisce le grida, gay del Camerun hanno narrato a Thomson Reuters Foundation. Altre volte è orchestrato da membri della famiglia che regolarmente si fanno “giustizia” da soli, torturando, stuprando e assassinando parenti gay e lesbiche che loro pensano essere streghe o sotto maledizione.

La credenza nella stregoneria è diffusa in Camerun. Anche se è illegale praticare magia nera, le autorità fanno poco per impedire alle famiglie di consultare maghi che compiono sacrifici rituali per “curare” i loro parenti dall’omosessualità.

Le relazioni fra persone dello stesso sesso sono tabù all’interno dell’Africa, che ha alcune delle leggi più proibitive al mondo contro l’omosessualità. Persone gay sono di routine ricattate, assalite e/o stuprate, e subiscono sanzioni penali che vanno dall’imprigionamento alla morte. Un rapporto del 2017 dell’ILGA – International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association, attesta che 33 paesi africani su 54 criminalizzano le relazioni fra persone dello stesso sesso.

Gli atti omosessuali costano cinque anni di prigione in Camerun, dove secondo CAMFAIDS (un gruppo di sostegno LGBT+) almeno 50 persone sono state condannate – fra il 2010 e il 2014 – per crimini che vanno dall’indossare abiti dell’altro sesso a quello dell’uomo che ha inviato un messaggio di testo con scritto “Ti amo” a un altro uomo.

“La violenza anti-LGBT+ sta peggiorando.”, ha detto Michel Engama, direttore di CAMFAIDS, il cui predecessore Eric Ohena Lembembe è stato trovato morto nel 2013 con il collo spezzato e il volto bruciato da un ferro da stiro, come riportato da Human Rights Watch.

Almeno 600 attacchi e reati omofobici sono stati registrati in Camerun lo scorso anno, secondo

Humanity First Cameroon, un’organizzazione che raggruppa associazioni LGBT+, con una lesbica su cinque e un gay su dieci che hanno denunciato di essere stati stuprati. Gli attivisti dicono che la vera dimensione del problema è probabilmente molto peggiore, poiché la maggior parte degli assalti non sono denunciati.

La famiglia di Viviane la picchiò e la frustò dopo aver scoperto i messaggi di testo espliciti che aveva mandato alla sua ragazza. Sua zia e i suoi fratelli la portarono al loro villaggio, dove lo stregone locale la costrinse a bere pozioni a base di sangue di gallina e le inserì peperoncini piccanti nell’ano, giustificando il tutto come un rituale di “purificazione”.

Trovarle un marito che fosse pastore della chiesa era una possibilità di ripulire il nome della famiglia, ha spiegato Viviane. Il fatto che avesse già due mogli e 30 anni più di lei non fu preso in considerazione. “Non ci furono discussioni al proposito. – ha detto, aggiungendo che la famiglia ricevette la “dote” dal pastore ancor prima che lei fosse informata dell’accordo – Per loro, io ero una specie di collana che avevano venduto.”

Sebbene lo stupro sia reato in Camerun, non c’è la possibilità che una simile violazione sia ascritta a un marito, ha detto Viviane: “Un pastore in Camerun è come un dio. Dio non può violentare. E se lo accusi di stupro, il diavolo sei tu.”

Nel mentre Viviane ha ritenuto che la sua miglior opzione fosse fuggire dal paese, Frederique ha parlato pubblicamente dopo aver subito uno stupro di gruppo nel 2016, dopo aver lasciato in taxi un seminario LGBT+ a cui aveva partecipato a Yaounde. Il tassista si fermò per salire un altro uomo e guidò sino a una parte deserta della città, dove entrambi la violentarono mentre la schernivano accusandola di essere una lesbica e una strega.

“Continuavano a urlare che io meritavo quel castigo, che mi stavano correggendo. – ha detto la 33enne, che ha ormai raccontato la sua storia a centinaia di ragazze durante incontri e seminari in Camerun – Se avessi denunciato penalmente, sarei stata vista non come una vittima, ma piuttosto come qualcuna che si era meritata quel che era accaduto.” Frederique crede che la sua decisione di parlare le abbia salvato la vita: “Anche una mia amica è stata stuprata e si è sentita completamente sola, isolata, depressa. Si è quasi uccisa. – dice cercando di trattenere le lacrime – Io avevo pensato di fare lo stesso. Ma ero anche così furibonda. Non volevo che altre ragazze patissero questo, ne fossero vittime come me. Volevo esporre i perpetratori per far finire tutto questo.”

Non è facile, dice anche. Le lesbiche in Camerun vivono ogni giorno in segretezza e prudenza, comunicando con nomi in codice e cambiando di frequente i luoghi pubblici in cui si incontrano. “Continuiamo a lottare, – dichiara – anche se siamo doppiamente discriminate: prima come donne e poi come lesbiche.”

Engama di CAMFAIDS sa che le precauzioni non garantiscono sicurezza e sottolinea come il ventenne Kenfack Tobi Aubin Parfait sia stato picchiato a morte, il mese scorso, da suo fratello maggiore che credeva fosse gay.

“C’è una vera guerra condotta contro di noi. – dice Engama, che riceve regolarmente minacce di morte – Ma continueremo a lottare sino a che si saranno stancati… Nessuno può darci la libertà. Dobbiamo prendercela.”

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So che lo sei

(“Be the Witch (I Know You Are)”, di Laura Tempest Zakroff per Patheos, 4 maggio 2018. Trad. Maria G. Di Rienzo.)

flying witch

SII LA STREGA (IO SO CHE LO SEI)

Sii la Strega (io so che lo sei)

che percorre la Terra

Ogni passo è una testimonianza di grazia

e risuona con reverenza

fortificato dalla prontezza di spirito.

Sii la Strega (io so che lo sei)

Ogni parola detta attentamente scelta

selezionata per il suo significato più profondo

intonata alla tua essenza e

santificata dal suono.

Sii la Strega (io so che le sei)

che ascolta il brusio del mondo

come un ragno femmina e la sua tela

percependo, avvertendo, vedendo

ogni vibrazione del filo.

Sii la Strega (io so che lo sei)

dalle dita consapevoli che lavorano su orli erosi

capovolgendo foglia e pietra

assemblando i misteri

che devono essere conosciuti.

Sii la Strega (io so che lo sei)

che tocca simboli e attrezzi

per divinare sentieri futuri

che gira la carta e la runa

Uno sguardo dal passato

Sii la Strega (io so che lo sei)

che danza sulle soglie della percezione

navigando fra i mondi

avvolta in un manto d’oscurità

eppure incoronata di luce.

Sii la Strega (io so che le sei)

un nume splendente

fatto di divinità e animale

vascello materializzato di carne e spirito

e sorella delle stelle.

Sii la Strega (io so che lo sei)

che intesse sangue e saggezza tradizionale

Una visione di fiducia e una creatura

fatta di muschio, adornata di un palco di corna

Mito e magia resi vivi.

Sii la Strega (io so che lo sei)

Custode della sapienza

meravigliosamente attorniata da segreti

che rivela la verità del mondo

con ogni bacio alla Terra.

Sii la Strega (io so che lo sei)

Sicura di te, osservatrice, consapevole

che risiede in radici e fiori

che vola con la Luna e le maree

come in alto così in basso.

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In questo momento c’è una bimba di sei anni ricoverata in ospedale: è stata torturata con coltelli arroventati affinché confessasse di essere una strega. I fatti sono accaduti la settimana scorsa nel villaggio di Sirunki in Papua Nuova Guinea, dove la piccola viveva isolata perché era la figlia di un’altra “strega”: quella Keniari Lepata che fu bruciata viva nel 2013 e che vi ho menzionato qui:

https://lunanuvola.wordpress.com/2017/10/31/solo-un-pensiero/

“Parte del falso mito della magia nera (o sanguma, com’è chiamata localmente) – ha detto alla stampa uno dei soccorritori, il missionario luterano Anton Lutz – per cui le donne sono streghe, include la credenza che questa cosa possa passare da madre a figlia. Fra tutte le bambine del villaggio lei è stata scelta per chi era la sua genitrice e hanno creduto fosse responsabile di ogni cosa storta che accadeva nel villaggio. Rispetto alle streghe, questa gente crede anche che diranno la verità solo se torturate.” L’Inquisizione era della stessa opinione, per quel che ne so io.

Il Primo Ministro del paese, Peter O’Neill, ha deprecato l’accaduto e dichiarato che: “Al giorno d’oggi la sanguma non è una reale pratica culturale, è una falsa credenza che implica l’abuso violento e la tortura di donne e bambine da parte di individui patetici e perversi.”

Tuttavia, la polizia e le ong presenti nell’area attestato di essere scioccate dal frequente ripetersi di tali situazioni e non riescono a spiegarne l’impennata. Quando la madre della piccola morì, il caso fece abbastanza clamore da indurre il governo a sviluppare un piano d’azione nazionale contro la violenza legata alla stregoneria: sono passati quattro anni e il piano è rimasto sulla carta.

Ruth Kissam, della Fondazione tribale della Papua Nuova Guinea, è una delle attiviste che stanno tentando di mettere fine a questo tipo di femminicidio: “Uno dei più grossi problemi è che dopo le violenze i perpetratori non sono mai arrestati. Il piano è eccellente e potrebbe facilmente essere implementato in ogni provincia, ma resta inerte perché dovrebbe essere finanziato.” Il governo ha promesso di investire fondi nei programmi e nelle campagne relative il prossimo anno…

Maria G. Di Rienzo

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Helen CFS-44 Rome 2017

“Cari Delegati,

grazie per avermi dato l’opportunità di parlarvi. Io sono Helen Hakena dell’Agenzia per lo Sviluppo delle Donne Leitana Nehan, con sede a Bougainville in Papua Nuova Guinea (PNG).

Voglio raccontarvi la storia della mia comunità a Bougainville. Per quelli di voi che non hanno familiarità con il Pacifico, Bougainville è un’isola, un po’ più larga di Cipro, ed è una regione autonoma della PNG. La nostra cultura è matrilineare – il che significa che la nostra terra si eredita tramite le donne. Ma questo non significa che le donne governino, gli uomini restano i capi e i decisori. Tuttavia la nostra terra è cruciale per le donne poiché, assieme ai nostri oceani, ci fornisce quasi tutto il cibo e le risorse da cui dipendiamo, oltre a essere centrale per la nostra vita culturale e comunitaria.

La nostra isola è fertile e sarebbe in grado di provvedere alla sicurezza alimentare e ai nostri bisogni nutrizionali, ma abbiamo dovuto affrontare numerose difficoltà che hanno avuto impatto particolare su donne e bambine. Bougainville ha sofferto una guerra ventennale quando una delle più grandi miniere aperte del mondo, Panguna, ha distrutto i nostri fiumi, il nostro terreno e ambiente, distruggendo pure le nostre comunità.

Sebbene le miniere e i disboscamenti sulla nostra isola abbiano prodotto centinaia di milioni di dollari di profitto, la nostra isola non è diventata prospera. Meno dell’1% dei guadagni sono andati alle comunità locali. La miniera ha un impatto enorme sulla nostra capacità di produrre cibo e di aver accesso all’acqua potabile. La miniera ha contaminato la nostra acqua e ha ridirezionato la nostra economia al servizio della miniera stessa e dei suoi proprietari stranieri.

Persino ora, molta popolazione è esposta al mercurio, usato dai minatori artigianali – incluse donne incinte – per arrivare all’oro e come risultato abbiamo un alto tasso di complicazioni durante i parti e nascite di bambini deformi.

La guerra ci ha reso impossibile curare in sicurezza i nostri orti, ove ognuna di noi coltiva gli alimenti base, e ci ha reso impossibile vendere o scambiare i nostri prodotti. Insieme, la miniera e la guerra, hanno dato esiti terribili per la salute di madri e bambini. Io stessa ho partorito in un edificio abbandonato assieme ad altre donne, una delle quali è morta.

La guerra ha anche portato con sé un embargo che ha impedito ogni importazione di carburante, medicine o tecnologia. L’embargo, tuttavia, ha provato l’intraprendenza degli abitanti di Bougainville e la capacità di produrre da soli tutta l’energia e il cibo di cui avevamo bisogno. Abbiamo prodotto energia dai maiali (ndt. dalla trasformazione di deiezioni e scarti negli allevamenti) e abbiamo usato l’olio di cocco come carburante per i motori.

La contaminazione proveniente dalla miniera e il conflitto messi assieme hanno creato gravi problemi di salute, educativi e sociali. Ciò ha dato come risultato una delle percentuali più alte al mondo di violenza contro le donne, con il 62% degli uomini che ammette di aver stuprato una donna.

Ora, dopo aver negoziato la pace e fatto passi verso il miglioramento delle conseguenze dello sviluppo, abbiamo di fronte un’altra enorme minaccia: il cambiamento climatico.

La mia organizzazione ha condotto un’Azione di ricerca partecipata femminista sulle isole Carteret di Bougainville, per documentare l’impatto del cambiamento climatico sulle vite degli abitanti e intraprendere iniziative per costruire un movimento locale per la giustizia climatica.

La nostra ricerca ha scoperto le cose seguenti:

La popolazione degli atolli che circondano Bougainville è già stata spostata altrove – sono i primi rifugiati climatici del mondo. Gente che ha vissuto senza elettricità, senza aver contribuito alle emissioni climatiche sta ora soffrendo le conseguenze dell’avidità e della distruzione mondiali.

Il cambiamento climatico ha impatto negativo sulla sicurezza alimentare in diversi modi, inclusa la diminuita accessibilità al cibo locale tramite la riduzione dei raccolti agricoli, della disponibilità di terra coltivabile, dell’acqua pura, del pesce e della vita marina in genere. Stiamo facendo esperienza di cambiamenti nei cicli delle piogge, di inondazioni, dell’innalzamento del livello del mare e di salinizzazione. Ciò rende più difficile per le comunità vivere di agricoltura – le donne non riescono a coltivare abbastanza per nutrire se stesse e le loro famiglie.

Donne e uomini sperimentano impatti diversi derivati dal cambiamento climatico, in particolare relativi al loro ruolo nella produzione del cibo. Quando la terra è matrilineare, la perdita della terra è devastante per le donne. Molte delle donne sfollate sono state abbandonate dai loro marito e hanno davanti un cupo futuro. I ruoli e i saperi differenti che donne e uomini hanno nella produzione di cibo e raccolti, così come nella pesca, devono essere accuratamente pianificati altrimenti la discriminazione può solo peggiorare.

Le donne devono avere potere collettivo per sviluppare soluzioni a lungo termine. Noi ora lavoriamo con le amministrazione degli atolli per assicurarci che le donne abbiano un ruolo nel definire il proprio futuro. Noi donne abbiamo guidato il processo di pace e io credo che possiamo guidare il processo per lo sviluppo sostenibile se ce ne viene data l’opportunità.

Ora i governi e le corporazioni stanno parlando di riaprire la miniera. La ragione che ci danno per questo è che non c’è altra via per il benessere, che abbiamo bisogno di più soldi per maneggiare un futuro di cambiamenti climatici, che abbiamo bisogno di valuta estera per importare più cibo e più energia.

Dobbiamo chiederlo a noi stessi: il nostro pianeta ha bisogno di più benessere o solo di un benessere più giusto?

Questo pianeta e le nostre risorse sono il nostro bene comune, appartengono a tutti noi e alle generazioni future. La Papua Nuova Guinea è uno dei paesi della Terra che ha più bio-diversità e ha la terza più grande foresta pluviale del mondo. Di sicuro, questo deve valere di più dell’oro e del rame.

Io so che ci vorrebbero governi coraggiosi e delle differenti Nazioni Unite per resistere al peso del potere delle corporazioni e dei ricchi. Io so quando sarebbe duro cooperare per raccogliere più tasse, mettere una moratoria a nuove miniere di carbone, proteggere tutti i nostri fiumi e la nostra terra dall’inquinamento, garantire alle donne potere decisionali su terreni e risorse, mettersi d’accordo su un minimo vitale ragionevole, garantire a ogni persona assistenza sanitaria gratuita e protezione sociale durante la sua intera vita, inclusa la sicurezza alimentare.

Creare giustizia nello sviluppo. Sarebbe possibile. Abbiamo la ricchezza per farlo. Ci serve solo la volontà politica. Grazie.”

Helen Hakena (in immagine – FAO Flickr Feed) ha tenuto questo discorso a Roma, il 12 ottobre scorso, durante la 44^ sessione plenaria del Comitato sulla Sicurezza Alimentare delle Nazioni Unite.

La sua organizzazione femminista è stata centrale nel porre fine alla guerra civile. Helen continua a promuovere i diritti umani delle donne nel suo paese, in cui fare ciò equivale all’essere attaccate come streghe – e spesso assassinate come tali. Maria G. Di Rienzo

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Non voglio rovinarvi la festa, felice Halloween a tutte/i voi. Mi piacerebbe solo che stasera, prima di accendere zucche, di mettervi in costume, di andare a bussare alle porte dicendo in coro “dolcetto o scherzetto” ricordaste che se la caccia alle streghe in Europa è ormai storia, in varie parti del mondo è ancora in atto. Ci sono paesi che hanno tuttora in vigore legislazioni inerenti la stregoneria, ma la maggior parte delle esecuzioni sono extragiudiziali: tipicamente una folla di invasati, spesso subito dopo le dichiarazioni in merito di qualche prete / santone / sacerdote locale, prende di mira uno o più membri molto vulnerabili della comunità – bambine e bambini, donne, persone anziane e persone disabili.

Le “sanzioni” per costoro, accusate/i di praticare la magia nera e ritenute/i perciò responsabili di carestie, siccità, malattie eccetera variano dall’espulsione dal gruppo (che può diventare una condanna a morte per fame e abbandono) alla tortura e all’omicidio.

In India, Nigeria, Congo, Indonesia e America Latina le esecuzioni per stregoneria presentano una orribile frequenza. In Tanzania si dà la caccia ai bambini albini per amputarne le membra e venderle a prezzi altissimi: allontano la sfortuna. In Malawi nell’ultimo mese sono state uccise sei persone accusate di vari tipi di stregoneria, fra cui un uomo epilettico creduto un vampiro. In Ghana un’anziana donna cieca, Memuna Abukari, è stata cacciata dalla propria casa con l’accusa di essere una strega assassina: il suo stesso figlio minaccia di ucciderla se dovesse osare riavvicinarsi… ma vi sono interi villaggi nel paese composti da centinaia di donne in fuga da persecuzioni simili.

Naturalmente ci sono diversi fattori in gioco, da quelli personali come l’appropriarsi di terre o beni appartenenti alle vittime (questo è sovente il caso delle vedove) o il vendicarsi di un rifiuto, a quelle collettive come la razionalizzazione dei disastri dovuti all’avidità dello sfrenato capitalismo neoliberista: è più facile dare la colpa della miseria in cui ti trovi alla strega di turno – ce l’hai sotto mano ed è fragile – che ai distanti, potenti consigli d’amministrazione delle corporazioni economiche e al tuo stesso governo per come ha permesso loro di sfruttare le risorse del tuo paese e lasciarti in mutande. Le nazioni più affette dalla caccia alle streghe sono quelle in cui il reddito pro capite è più basso. Sono quelle in cui i servizi sanitari pubblici scarseggiano e l’accesso agli stessi è troppo difficile e/o costoso per la maggior parte delle persone comuni. Sono anche quelle in cui le società sono più marcatamente patriarcali. A voi fare i conti.

papua nuova guinea

L’immagine qui sopra – 6 febbraio 2013, Post Courier/AP – non viene da un film. Una folla, alla mia vista completamente composta da uomini, ragazzi e bambini, assiste al rogo di Kepari Leniata a Mount Hagen, in Papua Nuova Guinea. La giovane assassinata aveva vent’anni. Nel suo villaggio un ragazzino tredicenne morì di febbre reumatica, ma l’indovino locale dichiarò trattarsi di magia nera e la “strega” fu regolarmente bruciata. Dopo il fatto, sotto pressione nazionale e internazionale, il governo abolì la propria legislazione sulla stregoneria, che contribuiva a rendere accettabili atti del genere, ma non ha ancora conseguito la cessazione degli stessi…

Solo un pensiero, solo una piccola candela nell’oscurità, solo un momento di riflessione. Poi, distribuirò anch’io caramelle ai piccoli mostri e fantasmi che vorranno bussare alla mia porta. Maria G. Di Rienzo

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(tratto da: “If I am to live through an afterlife it should be as a churel demon, so I can seek vengeance on behalf of mistreated women across the globe”, di Sarah Khan per “Wear Your Voice”, 2 agosto 2017. Sarah, scrittrice-editrice, vive a Toronto in Canada e, nelle sue stesse parole, è “una femminista rompiballe e una groucho-marxista”. Trad. e adattamento Maria G. Di Rienzo.)

churel

Come per tutte le altre culture, l’Asia del Sud ha la sua propria serie di mostri ultraterreni atti a spaventare bambini (e anche qualche adulto). Nessuno di essi ha mai realmente spaventato me, perché tutti sembrano avere una ragione per essere quel che sono. Quella che mi affascina di più fra loro è la churel.

La leggenda della churel, a quanto si dice, ha avuto inizio in Persia, ma attualmente è più presente nell’Asia del Sud, in modo particolare in India, Pakistan e Bangladesh. Si narra che sia lo spirito di una donna a cui è stato fatto torto, di solito una donna morta di parto o subito dopo il parto. Una donna può anche tornare come churel se è stata maltrattata dai parenti durante la sua vita o se non ha mai avuto soddisfazione sessuale.

La churel è una creatura dall’aspetto orrendo di base, ma può prendere qualsiasi forma le aggradi. In Pakistan, alla sua leggenda è aggiunto il particolare che non può cambiare però i suoi piedi, che sono volti all’indietro. Generalmente, la churel prende la forma di una donna “tradizionalmente bella” per attirare gli uomini in zone isolate delle foreste. La maggior parte del folklore narra che lo fa per vendetta, torna per uccidere i maschi della famiglia, a cominciare da quelli che hanno abusato di lei quando era viva. A causa della paura della churel, le famiglie sentivano di dover avere buona e speciale cura delle parenti donne, come le nuore, e in particolar modo di quelle incinte. La churel diventa la ragione per cui le donne sono trattate da esseri umani nelle loro famiglie.

Il fatto che delle persone abbiano necessità di essere terrorizzate da una leggenda urbana per essere decenti con le donne nella loro famiglia è in se stesso scioccante, ma a me piace pensare che la leggenda sia stata creata dalle donne, per indurre gli uomini – tramite il timore – a trattarle da esseri umani. Le donne sono state considerate cittadine di seconda classe e poco più di incubatrici per bambini per lungo tempo, perciò non mi sento di biasimarle per aver potenzialmente creato una demone terrificante.

L’idea di una demone-strega che può cambiare forma e attirare gli uomini verso la loro dipartita esiste in una cultura così vistosamente misogina da risultare tonificante. Come creatura probabilmente fittizia (dico “probabilmente” perché a livello personale vorrei così tanto crederla reale), la churel sta facendo ciò che molte donne (e uomini) viventi non sono in grado di fare: reclamare per se stesse/i un trattamento umano ed egualitario.

Sebbene io sia stata trattata davvero bene dalla mia famiglia durante la mia vita, se avrò esistenza nell’aldilà una parte di me desidera che tale esistenza sia quella di una demone churel, per poter vendicare le donne maltrattate su tutto il pianeta.

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