Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘politica’

Francamente non mi chiedo perché Giovanni Gozzini, docente universitario a Siena, si sia sentito legittimato a usare per Giorgia Meloni il linguaggio spregiativo che investe le donne – di ogni età, censo, tipologia ecc. – ogni giorno e in qualsiasi circostanza. (Per un attimo, mi sono invece domandata come stanno le sue allieve.)

La prassi delegittimante rivolta alle donne, per cui se devi contestarne l’operato attacchi le persone su base sessuale, è talmente “comune” che probabilmente gli salta in bocca senza che neppure debba pensarci su. E sono pronta a scommettere che se i suoi insulti sono stati indirizzati in passato a una donna comune (non famosa), le rimostranze abbiano ricevuto al posto della “solidarietà bipartisan” la consueta manfrina “era uno scherzo – fatevi una risata – sei una femminazista priva di senso dell’umorismo”… Scommetto pure sul fatto che la maggioranza degli sdegnati pubblici attuali è composta da ipocriti che almeno una volta hanno detto/scritto proprio quanto sopra, ma lasciamo pur andare.

Quel che mi ha lasciato davvero perplessa è l’entusiastico bailamme scatenatosi attorno alle dichiarazioni del compagno di Meloni, definito ripetutamente “giornalista di Tgcom24” (per cui si suppone conosca l’italiano), che contengono questa frase: “(…) io spiegherò a mia figlia quanto sua madre sia valorosa e meritevole di ciò che ha fatto nella sua vita.”

Non esaminerò qui il valoroso operato pubblico, giacché non lo giudico tale, ma “meritevole di ciò che ha fatto” non ha senso ed è scorretto. Forse il giornalista Andrea Giambruno voleva dire “meritoria per ciò che ha fatto nella sua vita”. Forse potrebbe fare un altro mestiere. E, fatta salva la condanna per l’episodio di cui è stata involontaria protagonista, forse potrebbe cambiare professione anche Giorgia Meloni: nessuno dei due brilla.

Maria G. Di Rienzo

Read Full Post »

… è doveroso un pensiero per i più bisognosi.

L’Ansa riporta in data odierna che il “maestro della cucina italiana” Gianfranco Vissani è “triste e amareggiato”: non potrà vendere il cenone di fine anno nel suo ristorante a causa delle misure sanitarie di prevenzione per il coronavirus.

E’ inoltre “imbestialito” perché ieri o oggi noi italiani/e “in migliaia” abbiamo fatto la spesa nei supermercati mentre “noi ristoratori siamo costretti a chiudere i locali che al massimo ospitano 50-60 clienti, è una vergogna” ed è insoddisfatto degli aiuti provvisti dal governo (che, sarà bene ricordarlo, non è tenuto a fornirli): è convinto che in Giappone e in Germania siano a disposizione dei suoi colleghi “centinaia e centinaia di miliardi”.

Stasera il bisognoso sarà solo, “a Casa Vissani” (e già mi sento in colpa perché, per esempio, noi siamo in due, in una casa popolare in cui piove dentro) e secondo l’Ansa “annuncia” (annunciaziò!):

“Mi apro una scatoletta di caviale, quello che avevamo comprato per le festività se fossimo restati aperti e brinderò con uno spumante rigorosamente italiano.”

Sig. Salvini, potrebbe cortesemente lanciare una colletta a suo favore su TikTok o passare a fare del volontariato consegnandogli dei generi di conforto? Penso a una borsettina con un paio di bistecche di manzo Kobe giapponese (più di cento euro cadauna), un melone Yubari (10.000 euro prezzo medio), caffè Kopi Luwak (100 euro l’etto), ricotta d’asina della Serbia (1.200 euro al chilo), formaggio svedese di latte d’alce (1.000 euro al chilo), guarnita di un coro di “va’ a quel paese” rigorosamente italiano.

Maria G. Di Rienzo

Read Full Post »

foto di Fabiola Mastrota

(l’immagine è di Fabiola Mastrota)

Sulla stampa oggi:

“Il Covid è una truffa, liberiamo l’Italia” – La destra porta i negazionisti in piazza

Una grigliata a Courmayeur si è trasformata in un focolaio Covid: raddoppiati in tre giorni i contagi in Valle d’Aosta

Roma, chiuso locale a luci rosse a Testaccio: violate norme Covid, all’interno 60 persone

Manifesto esposto all’esterno di un pub milanese…

pub milano

… ma all’interno non va meglio:

“Entri e non ti misurano la temperatura, mascherine dei camerieri o inesistenti (barista) o portate con naso scoperto, solo un cameriere l’aveva addosso portata come si deve, bravo lui. Prima di entrare ci son questi cartelli a mo’ di minaccia per i clienti, entrando tutto il locale tappezzato di questi fogli. Norme anti covid inesistenti, chissà cosa succede in cucina.” (Un cliente)

Matteo Salvini il 20 agosto:

“Occhi aperti, perché a quanto sento qualcuno ha voglia di prolungare lo stato di emergenza per mesi e mesi. Ora gli italiani stanno usando la testa, ma questi tarati vogliono trasformare le scuole in lager, con i banchi con le rotelle…”

Massimo Boldi il 16 agosto:

“#bastaparlaredicovidintv – Il continuo martellamento fatto dalla stampa dai giornali e telegiornali nonché da programmi dedicati, crea nella mente della gente uno scompenso psicologico peggio di come aver subito un’aggressione in pieno giorno” (Stendiamo velo pietoso su “peggio di come”)

35.483 morti di Covid in Italia al 31 agosto 2020. No comment.

Maria G. Di Rienzo

Read Full Post »

(tratto da: “Croatia ex-President Gives Middle Finger to Anti-Abortion Politicians”, Agence France Presse, 19 giugno 2020. Trad. Maria G. Di Rienzo)

L’ex presidente della Croazia è la più recente fra le donne che mostrano il dito medio a diversi politici conservatori per i loro discorsi anti-aborto fatti durante la campagna per le elezioni parlamentari del mese prossimo (Ndt.: europee, 5 luglio p.v.).

Molte attrici, giornaliste e figure pubbliche di sesso femminile croate hanno preso parte all’azione che ha visto donne pubblicare sui social media fotografie di se stesse mentre simbolicamente sollevano il dito medio.

“Mi unisco a tutte le donne che con questo atto “indecente” alzano le loro voci contro quelli che tentano di mandarci indietro nei secoli.”, ha detto l’ex presidente conservatrice Kolinda Grabar-Kitarovic al quotidiano Jutarnji List che ha pubblicato la sua foto (Ndt.: che è qui sotto).

Kolinda Grabar-Kitarovic

Il cantante folk diventato politico Miroslav Skoro, il cui Movimento Patria è terzo nei sondaggi, dice che se una donna resta incinta dopo essere stata stuprata “deve decidere cosa fare in accordo alla sua famiglia”. Skoro ha aggiunto di essere d’accordo con Gordan Jandrokovic del partito conservatore di governo HDZ sul fatto che “la vita inizia con il concepimento”. Nino Raspudic, in lista con il partito conservatore Most, dice che l’aborto è “omicidio”.

La Ministra per l’Istruzione Blazenka Divjak ha definito queste dichiarazione “un’umiliazione sadica delle donne e dei loro diritti per fini politici” e ha scritto su Facebook che di questo passo le donne potranno votare “solo dopo aver consultato i membri maschi della loro famiglia”.

In Croazia l’aborto è legale sino alla 10^ settimana di gravidanza, secondo una legge degli anni ’70 adottata quando il Paese era ancora parte della Jugoslavia, ma la procedura sta diventando sempre più difficile a causa delle montanti pressioni religiose che inducono i dottori a rigettarla adducendo questioni morali. Nel 2017 l’Alta Corte croata ha stabilito che l’attuale legislazione è antiquata e i gruppi pro-diritti temono che ciò aprirà la strada a ulteriori restrizioni.

Read Full Post »

confused

La grammatica, dicono i dizionari, è il complesso di principi (fonologia, morfologia, sintassi ecc.) che costituiscono il modo di essere e di funzionare di una lingua. Naturalmente gli idiomi evolvono accordandosi nel tempo ai cambiamenti sociali e culturali, perciò termini, modi di dire e le stesse norme si aggiustano man mano – tuttavia la necessità della struttura non scompare. La lingua parlata e scritta costituisce “l’attrezzo” principale tramite cui comunichiamo fra esseri umani e usarlo in modo corretto è fondamentale per farsi capire: non c’è nessuna coercizione, nessun insulto, nessuna prevaricazione nel pretendere l’uso corretto della lingua da chi interagisce con noi.

Se siete andati in ambulatorio con la tosse e il medico vi piazza lo stetoscopio sulle natiche anziché sulla schiena e alle vostre rimostranze vi dà del “Medical Nazi”, non diventa qualcosa di diverso da un incompetente non in grado di diagnosticare il vostro stato di salute.

Perché il problema è questo: la confusione e l’approssimazione linguistica nell’esporre una tesi, un concetto, un’opinione segnalano disordine di pensiero e superficialità non solo grammaticale ma assai spesso anche sostanziale rispetto alla materia trattata.

Per me è assurdo e non accettabile prendersela con chi non ha avuto modo, o persino voglia, di studiare e sbaglia congiuntivi e accenti; chi non tollero al proposito, oltre ovviamente a coloro che della lingua fanno professione come giornalisti e docenti, sono i “politici” – laureati o meno – che hanno, hanno avuto o desiderano avere in futuro potere decisionale sulla cosa pubblica, perché quest’ultima riguarda circa 60 milioni di cittadini (me compresa), i loro diritti e la loro libertà, il loro lavoro, la loro salute.

Poiché questi istituzionali analfabeti (l’ordine dei termini non è casuale) sono incapaci di assorbire e articolare una struttura linguistica, che è loro per nascita e comunità, che ascoltano e leggono tutti i giorni, è lecito dubitare delle loro capacità di comprendere un testo, di approfondire un argomento, di vedere e ascoltare quel che hanno sotto gli occhi e a portata d’orecchio.

8 giugno 2020, Danilo Toninelli, ex ministro, senatore:

“Pure il Tar boccia le scelte del governo lombardo sulla sanità. Stavolta sui test seriologici. Questi politici sono dei disastri!”

I test sono sierologici e però bisogna farli seriamente, dai, era una sinergia… Affidereste la cura di un semplice cactus a questa persona? Io no. Figuriamoci se la reputo adatta a stare in Parlamento.

9 giugno 2020, Emanuele Filiberto di Savoia annuncia la sua “discesa in campo per il futuro dell’Italia” con un “think tank composto da politici, imprenditori, intellettuali” (è dal 2005 che “scende”, si è presentato alle elezioni nel 2008 e nel 2009 e il precedente “pensatoio” era composto da evasori, truffatori e mafiosi). Intervista:

“Lei è tra coloro che sono convinti di una sudditanza dell’Italia nei confronti dell’Europa?” Risposta del nobil signore: “Ce l’abbiamo cercata noi.” Ma resta a casa tua a Monte Carlo (lingua ufficiale: francese), per carità, non disturbarti a continuare a scendere in Italia.

Maria G. Di Rienzo

Read Full Post »

8 giugno 2020, da La Repubblica:

“Il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano decide di non partecipare a un confronto organizzato con sindaci ed esperti per discutere della ripartenza dopo la pandemia. Tavolo di lavoro virtuale al quale sono stati invitati a partecipare solo uomini. (…) “Me ne accorgo solo ora – scrive il ministro su Twitter postando la foto con l’elenco dei partecipanti tutto al maschile – è l’immagine non di uno squilibrio, ma di una rimozione di genere. Mi scuso con organizzatori e partecipanti, ma la parità di genere va praticata anche così: chiedo di togliere il mio nome alla lunga lista. Spero in un prossimo confronto. Non dimezzato, però.” (…) Il convegno è organizzato dall’Associazione Mecenate 90 che dal 1989 svolge attività di consulenza e di assistenza tecnica verso la Pubblica amministrazione nei settori della valorizzazione e gestione dei beni culturali, della promozione culturale, dello sviluppo locale, della pianificazione strategica.”

Non divento una fan dell’esecutivo in carica per questa notizia, ma quando qualcuno al governo fa cose giuste non ho alcuna difficoltà a riconoscerle: perciò, grazie al ministro Provenzano per non aver chiuso gli occhi. Immaginate, tra l’altro, il tipo di reazioni idiote del commentatore medio italico alla vicenda, oppure le avete lette / sentite, quindi mi astengo dal riportarle qui.

Si potrebbe definire quantomeno curioso l’atteggiamento di un’associazione che da 31 anni istruisce su cultura, sviluppo e pianificazione senza avvertire il bisogno di coinvolgere l’altra metà della popolazione, la quale poi dovrà comunque avere a che fare con le politiche o strategie suggerite e adottate. Da trainer l’ho già detto e lo ripeto: se i portatori di interesse primario (stakeholders) non sono coinvolti, qualsiasi iniziativa è compromessa in partenza – è proprio l’ABC, gentili “mecenati”.

Tuttavia, per quel che riguarda la presenza femminile e la qualità di tale presenza, non è difficile riconoscere che l’atteggiamento dei consulenti e assistenti tecnici di “Mecenate 90” è largamente condiviso nella società di cui fanno parte. Basta dare un’occhiata, per esempio, allo spazio D (Donna) proprio de La Repubblica; direttore e redazione devono essere convinti che alle donne tutta ‘sta roba di pubblica amministrazione e politica non interessa, perché secondo loro le nostre priorità sono queste:

Stefano Accorsi diventa papà per la quarta volta, Bianca Vitali è incinta. La foto su Instagram

Meghan Markle indossa il rossetto nude: e scoppia la tendenza

La modella Vittoria Ceretti compie 22 anni e… si sposa in segreto con il dj Matteo Milleri

Christian Louboutin lancia i rossetti, sensuali come le sue scarpe

8 cose che non bisogna avere in comune con il partner affinché la coppia funzioni

Dico: perché mai io donna dovrei avere interessi e opinioni sullo sviluppo locale o sui beni culturali, quando la mia vita è composta da gravidanza, nudità, nozze, trucco, sensualità e psicologia d’accatto?

Maria G. Di Rienzo

Read Full Post »

“Italian centers for abused women lose state funding as lockdown fuels demand”, di Elaine Allaby per Thomson Reuters Foundation, 28 maggio 2020, trad. Maria G. Di Rienzo.

female anger

Quando l’Italia annunciò la sua chiusura per coronavirus all’inizio di marzo Anna Levrero, che gestisce un rifugio per donne maltrattate nella regione maggiormente colpita, la Lombardia, sapeva che ciò avrebbe portato a un picco nelle chiamate. Ma stava già facendo i conti con un’altra difficoltà.

Ai centri per le vittime di violenza domestica in Lombardia, nell’Italia del nord, è richiesto sin dall’anno scorso di fornire alle autorità regionali le identità delle donne che stanno aiutando per esseri qualificati a ricevere i fondi statali. Molti hanno rifiutato definendola un’invasione della privacy e come risultato, dicono, devono maneggiare una significativa riduzione dei finanziamenti, proprio mentre dei loro servizi c’è più bisogno.

Le autorità regionali hanno detto che i dati sono necessari per formulare le politiche. Prima che la richiesta di fornire i codici fiscali delle donne fosse fatta, sostengono, c’era il rischio di duplicazione dei dati quando qualcuna visitava più di un centro. “Dal nostro punto di vista è un’assurdità, perché se una donna ha sofferto abusi non è che se la spassa a girare da un centro a un altro.”, ha dichiarato Levrero a Thomson Reuters Foundation.

Numerosi paesi hanno riportato aumenti nelle chiamate telefoniche relativa alla violenza domestica, nonostante la quarantena renda più difficile per servizi e organizzazioni di volontariato raggiungere le donne isolate nelle loro case. Tre mesi di chiusura potrebbero risultare in 15 milioni di casi di abuso domestico in più di quelli previsti, secondo le ricerche delle Nazioni Unite.

DiRe, la rete nazionale italiana dei centro anti-violenza, ha detto che le chiamate alle sue linee d’aiuto fra il 2 marzo e il 5 aprile sono aumentate del 75% rispetto allo stesso periodo del 2018, la serie più recente di dati comparabili.

La sua direttrice per la Lombardia Cristina Carelli, che è anche coordinatrice del centro anti-violenza CADMI di Milano, ha detto che alcuni centri hanno perso una larga porzione dei loro finanziamenti dopo essersi rifiutati di soddisfare le nuove richieste ufficiali.

“Per noi è una perdita enorme, perché i centri anti-violenza stanno già avendo difficoltà a ottenere tutti i fondi di cui hanno bisogno. – ha detto Carelli – Perché facciamo davvero un mucchio di lavoro, accogliamo moltissime donne, e questo impegno ha necessità di essere sostenuto con finanziamenti adeguati.”

Due rifugi alla periferia di Milano, che si appoggiavano interamente al finanziamento regionale, sono stati costretti a chiudere a causa di tale decisione, ha aggiunto. Carelli ha spiegato che la Lombardia è stata l’unica regione italiana sino ad ora a richiedere il codice fiscale, sebbene anche Umbria e Calabria abbiano considerato la possibilità di farlo.

Un gruppo di esperti su donne e violenza domestica del Consiglio d’Europa ha espresso preoccupazione rispetto alla pratica in un rapporto di gennaio, dicendo che avrebbe “minato la relazione di fiducia fra le vittime e chi provvede i servizi”. In precedenza, i centri lombardi assegnavano un codice alfanumerico casuale, condividendo i dati resi anonimi con le autorità.

Silvia Piani, assessora lombarda alle Politiche per la famiglia, genitorialità e pari opportunità, ha detto che la regione sta sperimentando il nuovo sistema sin dal 2014 e che il 90% dei centri ha acconsentito alle misure. Ha dichiarato che le autorità regionali considerano solo i dati aggregati, il che non violerebbe la privacy individuale. “Prima, una donna andava in uno dei centri, i centri riempivano un modulo e il modulo restava in un cassetto di scrivania.” ha detto, aggiungendo che il nuovo sistema ha fornito dati sull’età delle vittime, il loro status occupazionale e la loro situazione familiare.

Quando il governo centrale ha ordinato il lockdown in Lombardia l’8 marzo, il Centro Aiuto Donne Maltrattate (CADOM) di Monza, che Levrero gestisce, ha dovuto chiudere le porte, ma ha tenuto aperta la linea telefonica. “Per le prime due settimane non abbiamo sentito quasi nulla. – ha detto – Poi, poco a poco, sono cominciate ad arrivare chiamate in gran numero, non tanto perché ci fossero emergenze ma per sostegno, per sentire una voce amica, per accertarsi che quando ciò fosse finito sarebbero state in grado di tornare da noi.” CADOM opera con diversi rifugi in Lombardia, ma ha dovuto cedere la gestione di tre dei suoi centri d’aiuto ad altri operatori che hanno siglato l’accordo.

Carelli ha detto che DiRe sta parlando con la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, per tentare di trovare una via d’uscita.

Bonetti ha dichiarato a Thomson Reuters Foundation di star cercando soluzioni che possano conciliare la necessità dell’amministrazione di acquisire dati su come vengono usati i fondi pubblici al diritto all’anonimato delle vittime.

“Non vogliamo dire alle donne ‘ti aiuteremo solo se ci dai il tuo codice fiscale’. – ha concluso Carelli – E’ un modo di agire assai presente nella violenza, no? E’ un tipo di ricatto.”

P.S. della traduttrice: L’amministrazione regionale lombarda pensa a tutelarsi dalle “furbette” della violenza che altrimenti sperperano i soldi pubblici. Stiamo parlando del virtuoso governo regionale della Lombardia, quello di Fontana e Gallera: le facce come le terga.

Read Full Post »

17 maggio 2020, Fabio Tuiach – consigliere comunale di Trieste, ex Lega e Forza Nuova – esterna:

Oggi è la giornata mondiale contro l’omofobia ma io non sono omofobo, mi fa solo schifo vedere i froci che fanno sesso con il culo (…)”

Quest’autorevole “opinione” scatena purtroppo la nostra curiosità: dove li vede il consigliere? Pornografia online, saune, bagni pubblici?

Sig. Tuiach, innanzitutto basta evitare di cercare e molto difficilmente si trova; in secondo luogo scovi piuttosto un corso decente sulla sessualità umana e lo frequenti: anche se non dovesse imparare nulla, il che è abbastanza probabile, almeno si stupirà delle centinaia di cose differenti che le persone (gay, lesbiche, bisessuali, etero ecc.) apprezzano a letto e scoprirà che la penetrazione, per fare del buon sesso, non è obbligatoria.

C’è un’altra faccenda che mi incuriosisce: che fine ha fatto il suo arruolamento nella Legione Straniera?

legione

https://lunanuvola.wordpress.com/2019/12/05/il-legionario/

E’ stato così scarso da aver fallito la selezione?

L’ha passata ma i legionari erano troppo carini e gentili rispetto a lei, sembravano quasi “froci”?

Il feroce sergente Duchamp l’ha presa di mira? (“Tu, stronzo italiano, cento flessioni e cinquanta giri di campo e vediamo se ti ricordi cos’è l’educazione!”)

O avere vicino ogni giorno il commilitone di colore, come nell’immagine sopra, era insopportabile?

Chissà. Potrebbero persino averle detto: lei è troppo gonfio di odio per far parte di una comunità umana, persino quando lo scopo della stessa è addestrare persone a combattere, ferire e uccidere.

Maria G. Di Rienzo

Read Full Post »

Dalla stampa italiana:

“I comitati per la ripartenza dopo l’emergenza Coronavirus vengono implementati con le competenze femminili. Cinque donne nella task force di Colao e altre sei in quella della Protezione civile. Nella commissione per la fase 2 ci saranno Enrica Amaturo, Marina Calloni, Linda Laura Sabbadini, Donatella Bianchi e Maurizia Iachino.”

Da The Associated Press, “Women demand voice in Italy virus response dominated by men”, di Frances D’Emilio:

“Ogni sera, quando gli esperti della sanità aggiornavano gli italiani ansiosi in conferenze televisive sul devastante scoppio del coronavirus nella loro nazione, la composizione delle autorevoli figure includeva solo una donna: l’interprete per il linguaggio dei segni.

E non una singola donna era presente nella commissione di venti membri nominata per consigliare il governo su come e quando l’Italia potesse riaprire in sicurezza le sue fabbriche, i suoi negozi, le sue scuole e i suoi parchi – una disparità tanto più clamorosa giacché più di metà dei medici del paese e tre quarti dei suoi infermieri sono donne, molte delle quali in eroica prima linea contro la pandemia. Per non menzionare il fatto che i tre ricercatori che hanno isolato il coronavirus nei primi giorni di epidemia in Italia erano donne.

L’indignazione per la diseguaglianza di genere è ora esplosa apertamente, con circa 70 ricercatrici e scienziate che hanno firmato una petizione in cui si chiede al governo di includere le donne negli organismi decisionali sul virus quale questione di “democrazia e civiltà”. A spalleggiarle c’è un movimento di base sui social media chiamato “Dateci voce”, un richiamo alla presenza simbolica dell’interprete per il linguaggio dei segni durante le conferenze. E’ stata anche depositata in Senato da 16 deputate Una mozione che chiede al governo di rimediare allo sbilanciamento. (…)

Questa settimana il premier Giuseppe Conte ha dato riconoscimento agli appelli, chiamando la dirigenza della commissione di esperti di scienza e tecnica che consigliano il governo sulla riapertura a reclutare donne nei suoi ranghi. Ha fatto urgenza al suo gabinetto di ministri di “tenere a mente l’equilibrio di genere” nell’assemblare le task force. (…)

Ma le preoccupazioni delle donne italiane vanno oltre i comitati per la pandemia. Le donne temono che la chiusura delle scuole sino a settembre, accoppiata alle attitudini culturali che favoriscono gli uomini, le farà arretrare ancora di più nella forza lavoro. Secondo le stime dell’Unione Europea del 2018, il 53% delle donne italiane era presente nella forza lavoro a fronte del 73% degli uomini. Solo la Grecia si situava più in basso fra le nazioni europee: 49% di donne e 70% di uomini.

La scarsità di aiuto domestico economicamente accessibile e il rigetto degli uomini dei ruoli domestici, inclusi i lavori di casa, sono fattori che sono stati biasimati per anni per l’impossibilità o la riluttanza delle donne di unirsi alla forza lavoro. (…)

“Sono tristemente sicura che a breve termine ci saranno danni” al lento progresso delle donne nel mercato del lavoro, ha detto Valeria Poli, biologa molecolare all’Università di Torino (che ha firmato la petizione di cui sopra). Ha espresso sgomento per il fatto che in 25 anni la presenza femminile nella forza lavoro italiana è cresciuta solo dell’8%. (…)”

E poi c’è questo: “Le 117 vittime di violenza in quarantena, 90% sono donne”.

Maria G. Di Rienzo

Read Full Post »

mes

Il Meccanismo europeo di stabilità fu approvato nel marzo 2011 durante il Governo Berlusconi IV (8 maggio 2008 – 16 novembre 2011). La Lega era nell’esecutivo con quattro ministri e cinque sottosegretari a inizio mandato e tre ministri, un viceministro e quattro sottosegretari alla fine. Era ministra persino l’altra che urla a perdifiato, Io-sono-Giorgia Meloni. La ratifica avvenne con il governo successivo, Monti.

Secondo la ditta Morisi & Salvini, com’è visibile dall’immagine, l’Italia sta invece approvando di continuo il Mes in una sorta di loop temporale a partire dal 12 settembre 2019.

Io non tollero più questa farsa imbecille. E voi?

Maria G. Di Rienzo

Read Full Post »

Older Posts »