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Posts Tagged ‘ipocrisia’

Francamente non mi chiedo perché Giovanni Gozzini, docente universitario a Siena, si sia sentito legittimato a usare per Giorgia Meloni il linguaggio spregiativo che investe le donne – di ogni età, censo, tipologia ecc. – ogni giorno e in qualsiasi circostanza. (Per un attimo, mi sono invece domandata come stanno le sue allieve.)

La prassi delegittimante rivolta alle donne, per cui se devi contestarne l’operato attacchi le persone su base sessuale, è talmente “comune” che probabilmente gli salta in bocca senza che neppure debba pensarci su. E sono pronta a scommettere che se i suoi insulti sono stati indirizzati in passato a una donna comune (non famosa), le rimostranze abbiano ricevuto al posto della “solidarietà bipartisan” la consueta manfrina “era uno scherzo – fatevi una risata – sei una femminazista priva di senso dell’umorismo”… Scommetto pure sul fatto che la maggioranza degli sdegnati pubblici attuali è composta da ipocriti che almeno una volta hanno detto/scritto proprio quanto sopra, ma lasciamo pur andare.

Quel che mi ha lasciato davvero perplessa è l’entusiastico bailamme scatenatosi attorno alle dichiarazioni del compagno di Meloni, definito ripetutamente “giornalista di Tgcom24” (per cui si suppone conosca l’italiano), che contengono questa frase: “(…) io spiegherò a mia figlia quanto sua madre sia valorosa e meritevole di ciò che ha fatto nella sua vita.”

Non esaminerò qui il valoroso operato pubblico, giacché non lo giudico tale, ma “meritevole di ciò che ha fatto” non ha senso ed è scorretto. Forse il giornalista Andrea Giambruno voleva dire “meritoria per ciò che ha fatto nella sua vita”. Forse potrebbe fare un altro mestiere. E, fatta salva la condanna per l’episodio di cui è stata involontaria protagonista, forse potrebbe cambiare professione anche Giorgia Meloni: nessuno dei due brilla.

Maria G. Di Rienzo

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“Come ci si affranca da un destino che sembra inesorabilmente segnato? Fa il provino al primo Grande Fratello nella speranza di avere l’occasione per un cambiamento.

Lascia poi la tv e inizia un percorso da giornalista. Qualche anno più tardi, approdato alla politica, scala il Movimento 5 Stelle con la grinta che ha imparato a coltivare.

Ama uomini e donne, seduce e si lascia amare, avido di sentimenti veri.

Rocco è ambizioso ma è anche bravo, impara la comunicazione politica da Gianroberto Casaleggio, per poi cambiare quella del Movimento 5 Stelle, stando fianco a fianco con Di Maio e Di Battista, e cresce su, su fino ad arrivare alla carica attuale”

Rocco Casalino, “Il Portavoce – La mia storia”

La comunicazione non avviene in lingua italiana (casomai zia Rocco, che ha amato anche donne ma probabilmente in modo platonico, stava “fianco a fianco di” e “crescere su” è abominevole), però gli stampano un libro, che in Italia è ormai solo ed esclusivamente uno dei tanti gadget dei “famosi”. E io che di mestiere scrivo, posso solo pubblicare online e vomitare.

Maria G. Di Rienzo

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creepy

Ieri è salito alla ribalta il titolo sul “dramma dei papà separati” con cui Il Mattino dava notizia dell’omicidio per strangolamento di due dodicenni da parte del proprio padre, poi suicidatosi (per inciso, l’uomo non era neppure ancora un “papà separato”: il procedimento legale per la separazione dalla moglie era appena iniziato). Sicuramente ne avete letto abbastanza, con questi tormentoni a fare di tutti gli articoli lo stesso articolo: “lui non aveva accettato la separazione ormai alle porte”, “non risultano tensioni precedenti nella coppia”, “una famiglia tranquilla e normale”, “chi avrebbe mai potuto pensare a una cosa del genere”, “tragedia” – e meglio ancora i carabinieri che cercano di capire “se la tragedia è stata programmata oppure no”.

E’ molto importante, pensano i sedicenti giornalisti italiani, presentare il tutto come un fulmine a ciel sereno (raptus), un’inspiegabile disgrazia che manda in pezzi uno scenario fiabesco: “Fino al giorno della tragedia, – scrive Repubblica – nella famiglia Bressi si ritraevano solo sorrisi. Come nelle tantissime foto che postava il padre con Elena e Diego in montagna, e poi al mare in Liguria, e ancora sui pattini a rotelle, come la mamma, istruttrice. Questa vacanza a Margno con i due figli Mario Bressi l’aveva voluta per cercare di trascorrere del tempo da solo con loro. Sapeva che la moglie voleva separarsi da lui.” Sapeva! Lo aveva scoperto chissà come – pensate forse che la moglie gliene abbia parlato? Certo che no, ha continuato a sorridere mentre complottava con l’avvocato! – e quest’evento inaspettato e sconvolgente e incredibile ha mandato in pezzi una vita fatta tutta di felici selfie su Facebook.

Perché vedete, chi ha scritto ‘sta manfrina pensa che gli assassini siano quelli che vede al cinema o su Netflix. Devono avere una storia morbosa e torbida alle spalle. I loro post sono pieni di oscuri simbolismi e citazioni religiose e gli eventuali sorrisi presenti sono ghigni agghiaccianti. Vestono di nero, con cappucci e cappelli tirati sugli occhi oppure indossano maschere horror o si truccano grottescamente da personaggi dei fumetti. Non basta loro uccidere: smembrano le vittime, le tatuano, gli infilano corna d’alce nel cranio, ne cucinano pezzi alla brace o in salmì.

Gli assassini virtuali sono iscritti così confortevolmente in un’alterità palese che quelli che ammazzano mogli, compagne, figlie e figli nella realtà non possono aver ucciso sul serio. Erano persone normali, tranquille, educate – sorridenti. Mario Bressi sui social sorrideva a tutto spiano, perdinci, quindi nel suo caso “cosa sia successo in questi ultimi giorni da solo con i figli in montagna resta un mistero”.

Il mistero è svelato sullo stesso quotidiano nel medesimo giorno (28 giugno 2020): “Tre i messaggi whatsapp che Mario Bressi, l’uomo che ha ucciso i suoi due gemelli di 12 anni nella loro casa di villeggiatura in Valsassina e poi si è tolto la vita, ha inviato tra le 2 e le 3 di ieri alla moglie, Daniela Fumagalli. L’ultimo dei messaggi, da quanto emerge dalle indagini, sarebbe in realtà una lunga lettera in cui l’uomo, 45 anni, lancia pesanti accuse alla moglie ritenendola colpevole di aver rovinato la loro famiglia, si dice in crisi e disperato, e lancia accuse pesanti: “E’ tutta colpa tua”.” Pare che rispetto ai figli le avesse anche comunicato “Non li rivedrai mai più”. Li amava tanto da strozzarli per vendicarsi della moglie “colpevole”.

Ora, vorrei solo dire agli autori degli articoli di guardare meno American Horror Story e di più la quotidianità, dove un gran numero di uomini con concezioni proprietarie e patriarcali della famiglia dicono cose orrende e sorridono, fanno cose abominevoli e sorridono, vanno sorridendo a votare i peggiori misogini sul mercato, si tolgono il cappello per salutare il vicino di casa – sorridendo – mentre nell’altra mano reggono la borsa in cui sta un martello, un’ascia, una pistola.

Norman Bates e Arthur Fleck mi fanno meno paura.

Maria G. Di Rienzo

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(tratto da: “Croatia ex-President Gives Middle Finger to Anti-Abortion Politicians”, Agence France Presse, 19 giugno 2020. Trad. Maria G. Di Rienzo)

L’ex presidente della Croazia è la più recente fra le donne che mostrano il dito medio a diversi politici conservatori per i loro discorsi anti-aborto fatti durante la campagna per le elezioni parlamentari del mese prossimo (Ndt.: europee, 5 luglio p.v.).

Molte attrici, giornaliste e figure pubbliche di sesso femminile croate hanno preso parte all’azione che ha visto donne pubblicare sui social media fotografie di se stesse mentre simbolicamente sollevano il dito medio.

“Mi unisco a tutte le donne che con questo atto “indecente” alzano le loro voci contro quelli che tentano di mandarci indietro nei secoli.”, ha detto l’ex presidente conservatrice Kolinda Grabar-Kitarovic al quotidiano Jutarnji List che ha pubblicato la sua foto (Ndt.: che è qui sotto).

Kolinda Grabar-Kitarovic

Il cantante folk diventato politico Miroslav Skoro, il cui Movimento Patria è terzo nei sondaggi, dice che se una donna resta incinta dopo essere stata stuprata “deve decidere cosa fare in accordo alla sua famiglia”. Skoro ha aggiunto di essere d’accordo con Gordan Jandrokovic del partito conservatore di governo HDZ sul fatto che “la vita inizia con il concepimento”. Nino Raspudic, in lista con il partito conservatore Most, dice che l’aborto è “omicidio”.

La Ministra per l’Istruzione Blazenka Divjak ha definito queste dichiarazione “un’umiliazione sadica delle donne e dei loro diritti per fini politici” e ha scritto su Facebook che di questo passo le donne potranno votare “solo dopo aver consultato i membri maschi della loro famiglia”.

In Croazia l’aborto è legale sino alla 10^ settimana di gravidanza, secondo una legge degli anni ’70 adottata quando il Paese era ancora parte della Jugoslavia, ma la procedura sta diventando sempre più difficile a causa delle montanti pressioni religiose che inducono i dottori a rigettarla adducendo questioni morali. Nel 2017 l’Alta Corte croata ha stabilito che l’attuale legislazione è antiquata e i gruppi pro-diritti temono che ciò aprirà la strada a ulteriori restrizioni.

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mes

Il Meccanismo europeo di stabilità fu approvato nel marzo 2011 durante il Governo Berlusconi IV (8 maggio 2008 – 16 novembre 2011). La Lega era nell’esecutivo con quattro ministri e cinque sottosegretari a inizio mandato e tre ministri, un viceministro e quattro sottosegretari alla fine. Era ministra persino l’altra che urla a perdifiato, Io-sono-Giorgia Meloni. La ratifica avvenne con il governo successivo, Monti.

Secondo la ditta Morisi & Salvini, com’è visibile dall’immagine, l’Italia sta invece approvando di continuo il Mes in una sorta di loop temporale a partire dal 12 settembre 2019.

Io non tollero più questa farsa imbecille. E voi?

Maria G. Di Rienzo

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not amused

(Non siamo divertiti – “I pinguini di Madagascar”)

1. Lapo Elkann

Non so se debba fondare un partito alla fine dell’emergenza e quanto abbia eventualmente investito per avere la copertura di cui gode attualmente, ma i media del gruppo Gedi (Repubblica, Espresso, Huffpost, radio, tv) lo stanno “sparando” da un paio di settimane a tutto volume – e stanno francamente annoiando.

Visto che notizie relative al soggetto non ci sono, a meno che si vogliano considerare tali le dirette sui social in cui si impegnano senza soluzione di continuità centinaia di altre celebrità e politici, la holding di Elkann (Laps to Go o solo Laps – società che possiede azioni/quote di altre società) è presentata come una sorta di opera pia, una ong caritatevole il cui solo scopo è essere di conforto alla popolazione italiana.

Per esempio: “Italia Per Sempre, la diretta con Lapo Elkann e Frankie Hi-Nrg – Continuano le dirette dal profilo Instagram di Italia Indipendent (sic) per il progetto Italia Per Sempre, “l’inno all’Italia” creato da Lapo Elkann e volto a sostenere i cittadini durante l’emergenza coronavirus con un momento di svago.”

Italia Independent è una società che produce accessori di lusso personalizzabili, che è andata in rosso nel 2018 e che è stata salvata da una immissione di capitale esterno (Talent EuVeca) all’inizio del 2019: non è un’informazione irrilevante, ma nei peana alle attività del benefattore Lapo Elkann non c’è.

Sarebbe anche da notare che il patriotico rampollo della famiglia Agnelli strilla gli inni all’Italia dal Portogallo, come ha dichiarato alla radio il 17 aprile scorso: “Sto trascorrendo la mia quarantena a Lisbona. Sto a casa, lavoro tutto il giorno per supportare ed aiutare il mio Paese con la nostra campagna di solidarietà. Poi pulisco e cucino. Il mio cavallo di battaglia culinario è lo spaghetto sciué sciué.” (E chi se ne frega.)

Nessuno degli entusiastici articoli o servizi ricorda neppure i trascorsi dello spaghettaro, uso a festini con droga (nel 2005 un’overdose di oppiacei quasi lo uccide) in compagnia di persone transessuali (2005, 2016 – in quest’ultimo caso avrebbe simulato il proprio sequestro per ottenere soldi dalla famiglia) o di altri uomini (nel 2014 due fratelli lo ricattano con un filmato ad hoc).

Consigli per Lapo? Usi “sostenere” al posto di “supportare”, non definisca “lavoro” l’autocelebrazione, faccia coming out e viva felice senza sfiancarsi per il nostro svago. Consigli per i giornalisti? Fate i giornalisti.

2. Le levate di scudi a difesa della Lombardia.

Sono di un’ipocrisia e di una noia mortali. Ne prendo una per tutte. Ho controllato e sono sicura che Carlo Magno non è tornato a proclamarsi re dei longobardi, ne’ orde di francesi o spagnoli hanno rivendicato il territorio. Dovete sapere però che criticare la gestione della sanità e dell’epidemia da parte della Lega (Attilio Fontana e compagnia) e indagare sulle morti al Trivulzio equivalgono a “assalti polemici”, “demagogie”, “propaganda e partigianeria” e occultano “la voglia di dominio della politica sull’economia invece che la competitività e il mercato ben regolato” (manca un verbo, ma l’autore è coltissimo e ci raccomanda anche un libro di Savinio). Cercate di ficcarvi in testa che “la regione vale un quarto del Pil italiano” e che “giocare contro Milano significa giocare contro il futuro dell’Italia”: “Un punto dev’essere fermo, nella coscienza generale: la ricchezza, il lavoro, il benessere sono frutto dell’attività d’impresa.” Questo è ciò che il neoliberismo crede e divulga, ma non pertanto diventa dogma divino, essendo una mera asserzione smentita più volte da Storia e dati.

Ci sono anche veri e propri voli pindarici sul merito premiato e sulla capacità di stare insieme dei coraggiosi imprenditori: pensate che “Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, è stato designato con due terzi dei voti del Consiglio generale dell’organizzazione. Per lui hanno votato lombardi e veneti, emiliani e campani, romani, calabresi e siciliani”. Cioè, sarebbe oggetto di reverente meraviglia il fatto che un gruppo settario di ricchi ha scelto il proprio ricco rappresentante senza badare alla sua origine regionale. Fiato alle trombe! Cavalierato per tutti!

Al sig. Antonio Calabrò, vicepresidente di Assolombarda, che ci ha regalato queste profonde riflessioni nel suo pezzo complottista “Le polemiche contro Milano nascondono una cultura anti-impresa”, consiglio un libro anch’io: “Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta”, di John Maynard Keynes. Parla tra l’altro della necessità dell’intervento statale nell’economia nelle fasi di crisi. Se non ha voglia di leggere, provi ad ascoltare le canzoni di Gualtiero Bertelli sulle metodologie non proprio umane con cui l’impresa ha costruito il suo “virtuoso” primato, oppure presti attenzione a qualche notizia: come quella dell’operaio licenziato da ArcelorMittal Italia, qualche giorno fa, per aver denunciato pubblicamente la mancanza di protezioni dal coronavirus in fabbrica. Sa, l’azienda ha dichiarato di avergli dato il benservito perché “è venuta a mancare la fiducia” nel dipendente. “Insieme”, ancora una volta. – così lei chiude il suo pistolotto soffiandosi il naso dalla commozione – ma solo se tieni la bocca chiusa, operaio di m.!

Maria G. Di Rienzo

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(“Boxer Billy Joe Saunders apologises for advice on hitting women in coronavirus lockdown”, di Amber Milne per Thomson Reuters Foundation, 29 marzo 2020. Trad. Maria G. Di Rienzo.)

Il campione dei pesi supermedi della WBO (Ndt.: World Boxing Organization) Billy Joe Saunders si è scusato domenica per un video in cui dà consigli agli uomini su come pestare le loro partner di sesso femminile durante la quarantena da coronavirus.

Nel video, il trentenne pugile inglese tira due pugni a un sacco nella sua cascina, dicendo che questo è il modo in cui gli uomini devono agire “se la vostra vecchia sta abbaiando forte” (Ndt.: Il verbo usato da Mr. Bully – sì, bullo, non è un refuso – è “give mouth”, specifico per i cani).

“Non appena lei entra e sta per dire qualcosa, tutto di colpo tu esplodi e bam!”, dice Saunders nel video, mentre dimostra come “colpirla sul mento” e poi “distruggerla completamente”.

Dopo la protesta su Twitter, con alcuni che chiedevano il bando di Saunders dallo sport, il pugile si è scusato e ha chiarito che non giustifica gli uomini che picchiano le donne.

“Non tollererei mai la violenza domestica e se vedessi un uomo toccare una donna lo farei a pezzi io stesso. – ha detto su Twitter – Mi scuso se qualche donna si è offesa.” (1)

Questo non è stato il suo primo episodio controverso sui social media. Saunders è stato multato di 100.000 sterline (Ndt.: 114.000 euro) per aver pubblicato un video in cui offre droghe a una donna affinché lei faccia sesso con un’altra persona. L’ultimo video, che è diventato noto dopo che aveva circolato su Whatsapp, arriva nel mezzo della crescente preoccupazione per l’aumento della violenza domestica durante l’isolamento da coronavirus.

La Ministra dell’Interno britannica Priti Patel, in una lettera inviata domenica ai giornali, riconosce che le misure di isolamento possono far sentire vulnerabili le vittime e chiarisce che chiunque sia a rischio può lasciare la propria casa nonostante le restrizioni.

(1) Ciò che questo individuo ha fatto è offensivo in sé e basta, per donne e uomini, perché è violento, pericoloso e stupido oltre misura – ma la manfrina autoassolutoria, in Gran Bretagna e ovunque, è sempre la stessa: qualche zoccola senza senso dell’umorismo s’è risentita! Mi minaccia e umilia con lo strapotere del dominio femminista! Sono costretto a dire che mai e poi mai io farei quel che consiglio ad altri, che io amo le donne (in realtà mi piace fotterle, ma le disprezzo profondamente)… Adesso devo chinare la testa, ma aspettate e vedrete!

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10 marzo 2020, per la serie “Soluzioni alla crisi coronavirus”:

“(…) l’ipotesi di un commissario con poteri straordinari pensiamo non vada affatto respinta. Uno dei nomi che è stato fatto, quello di Guido Bertolaso, esprime un’indicazione all’altezza della situazione. Ci auguriamo che non venga affossato per banali ragioni riguardanti polemiche del passato.” Fabrizio Cicchitto. (1)

Poiché il sig. Cicchitto usa il plurale maiestatis esprimendo il suo desiderio personale da questo momento in poi lo faremo anche noi. E la nostra risposta è un NO, GRAZIE doverosamente maiuscolo.

Bertolaso è persona adatta al ruolo solo se con “all’altezza della situazione” si intende: “Be’, ci sono quelli che vendono mascherine a 1.500 euro l’una, c’è Capitan Fracassa Matteo che urla alternativamente “Chiudete!” “Riaprite!” “No, chiudete di nuovo!” “Ci vogliono 30 50 70 miliardi!” (la cifra varia a seconda della giornata)… ci starebbe bene uno come lui a coordinare tutto.” Non è il caso, giusto?

Quindi, veniamo alle motivazioni serie. In primis, ha 70 anni e in questo momento non dobbiamo esporlo a rischi per la sua salute. Inoltre, è andato in pensione dieci anni fa (con un piccolo strappo per la candidatura fallita – in ogni senso – a sindaco di Roma nel 2016) dopo aver faticosamente navigato lungo tutto l’arco della politica italiana (Prodi, Berlusconi, Salvini, Meloni) pro domo sua – e nella domo sua dovrebbe restare a riposare.

Le successive banali ragioni per cui non possiamo affidargli, un’altra volta, una situazione di crisi in Italia sono:

1. Tende ad avere una concezione molto personale della realtà, che purtroppo spesso non corrisponde ai dati fattuali (gestione terremoto dell’Aquila 2009, figurone internazionale su terremoto Haiti 2010);

2. E’ troppo generoso nell’accettare gli omaggi degli ammiratori e dei collaboratori: di questi ultimi occasionalmente “gli sfugge l’operato” (scandalo del G8 de La Maddalena 2010);

3. E’ un pregiudicato. Archiviato, prosciolto, assolto da tutti i procedimenti scaturiti da quanto sopra, lo sappiamo. Lo hanno condannato solo per la “lite temeraria” contro Padellaro e Travaglio, cioè per “un’azione legale intrapresa in malafede con consapevolezza del proprio torto ecc.”: il che però, assieme a quanto sopra, dà una misura dell’uomo.

Naturalmente, non conosciamo i metri usati dal sig. Cicchitto – ma per essere franchi, la cosa non ci toglie il sonno. Anche noi, però, “ci auguriamo” qualcosa in un momento così grave: vorremmo sentire meno sciocchezze.

Maria G. Di Rienzo

(1) Colpito da polemiche in passato per la banale iscrizione alla loggia massonica P2 (fascicolo n. 945, tessera 2232).

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Scaffali vuoti e zuffe nei supermercati, truffa dei tamponi a domicilio, notizie false e denunce per procurato allarme, disinfettanti e mascherine che costano come diamanti: tutto questo è disturbante e ignobile quanto era prevedibile, perché in condizioni di ansia e incertezza estreme ci sono molte persone che danno il peggio di se stesse, mentre i farabutti conclamati tentano di volgere la situazione in profitto.

Quel che non riesco a sopportare, attualmente, sono i sedicenti “padri” che esternano – di continuo – la loro comprensione per le preoccupazioni dei “figli” (il popolo italiano) infilando un’idiozia dietro l’altra e facendo sfoggio di onniscienza e/o onnipotenza. Un caso è quello del vescovo Massimo Camisasca, che vede un’emergenza sanitaria come “un’occasione di ravvedimento e conversione”, poi si domanda pensoso da dove venga il coronavirus e così si risponde (ma non occorreva ce ne rendesse edotti): “Dal cuore della Cina, non certo dal cuore di Dio, ma è anche vero che Dio si sta servendo di esso per richiamarci tutti a uno sguardo più profondo sulla nostra vita”.

E’ anche vero: Dio gli ha mandato un messaggio al proposito su Tik Tok proprio ieri, ma non ve lo mostrerà, perché dovete aver fede.

Poi c’è “Jackal” Salvini, che invoca la crisi di governo nel momento in cui averla getterebbe la nazione nel caos più devastante, straparla di barconi, ulula contro governatori di regioni in cui non ci sono focolai dell’epidemia e se ne esce in (infiniti) post di questo tipo:

24 febbraio – “Non è il momento delle mezze misure: servono provvedimenti radicali, serve l’ascolto dei virologi e degli scienziati, servono trasparenza, verità e un’informazione corretta, servono controlli ferrei ai confini su chi entra nel nostro Paese. Già da oggi sarò in Lombardia, poi in Umbria, a Roma, in Veneto, in Trentino e ovunque ci sarà bisogno.

Capito? Lui incorpora tutto quel che serve: è allo stesso tempo provvedimento radicale, virologo, scienziato, trasparente e vero nonché divulgatore di informazioni corrette e bastione ai confini. Erede di Edoardo il Confessore e dei re suoi successori, ritenuti in grado di guarire la scrofola, imporrà le mani sui sofferenti – probabilmente lasciando macchie d’unto e Nutella – e tutto andrà a posto.

Il giorno in cui il suo staff gli scrive questa ed altre scemenze, partecipa a una cena con 1.500 sodali leghisti giunti a Genova da Piemonte, Lombardia e Veneto. Partecipa anche, ovviamente, il governatore ligure Giovanni Toti, il quale dispone con ordinanza la sospensione di manifestazioni pubbliche o aperte al pubblico un’ora dopo. Alle 22.49 andava bene farsi i selfies con Salvini durante un assembramento, a mezzanotte la carrozza si è mutata in zucca e il coronavirus è diventato un problema.

C’è una sola cosa buona che può uscire dalle grandi difficoltà di questi giorni e cioè che gli italiani si rendano finalmente conto di non poter affidare la cosa pubblica a cialtroni e incompetenti, ma non oso sperarvi.

Maria G. Di Rienzo

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“Accetto qualunque critica, ma non da donne che non hanno figli. C’è chi parla e non è nemmeno madre, forse prima di parlare dovrebbe passare per quel sacro vincolo. Sono arrabbiata con chi non capisce che non strumentalizzo i bambini e che il mio interesse è tutelarli: lo faccio per mio figlio e per tutti i bambini. Perché i figli sono dei genitori e non dello Stato, al contrario di quanto credono alcune parti politiche. Con il disegno di legge ‘Allontanamenti zero’ stiamo toccando interessi per quasi 60 milioni – è questo il valore annuale del sistema infanzia in Piemonte – capisco che ci sia chi si preoccupa. Spostiamo i fondi per darli alle famiglie, è questo che preoccupa.”

Chiara Caucino, leghista, assessora della Regione Piemonte a (come da sito ufficiale) “politiche della Famiglia, dei Bambini e della Casa, Sociale, Pari Opportunità”;

vanta autoscatto con Salvini e striscione a sostegno del suo disegno di legge con l’hashtag “prima i bambini”;

assurta in precedenza agli onori della cronaca: a) per i tagli di bilancio nel sostegno alle persone non autosufficienti e b) per un addetto stampa solito pregare in ginocchio davanti alla tomba di Benito Mussolini e pubblicare “aforismi” di costui su FB (assieme ai doverosi selfies con Salvini, va da sé).

Molte/i hanno già spiegato quanto inutile e dannoso sia un provvedimento che considera i figli proprietà dei genitori (non sono nemmeno una risorsa statale, sono cittadini minorenni che appartengono a se stessi), che alle “famiglie in difficoltà” non darà quegli strombazzati 60 milioni perché li sposta su non ben specificati interventi del servizio sociale a favore del “nucleo” (sempre come da sito ufficiale della Regione), che considera l’allontanamento praticabile “solo in casi estremi, come quelli legati alla violenza e agli abusi conclamati”, mentre le leggi al proposito (184/1983 e 149/2001) prendono in considerazione uno spettro di situazioni estremamente disagevoli per un minore considerando comunque l’affido familiare una misura temporanea (e riconoscendo i diritti all’informazione e al coinvolgimento di minore, famiglia d’origine e famiglia affidataria).

Quel che vorrei invece discutere io è l’impianto ideologico e strutturale delle dichiarazioni della signora Caucino, che ha un incarico politico in un’istituzione laica: quindi, in primis, del sacro vincolo della maternità può discutere in parrocchia, in casa, al bar e persino con zia Pillon (1) durante le riunioni di partito, ma non nel suo ruolo di assessora per difendere un provvedimento contestato sul merito. Agitare rosari sui palchi dei comizi politici (come esporvi bambini, usare i propri figli ecc.) è solo squallida ricerca di consenso tramite strumentalizzazione, perché fra una carica legislativa e Suor Chiara (e Fra’ Matteo) passa una differenza fondamentale e costituzionale.

In secondo luogo, struttura logica: per esempio, se per parlare di bambini bisogna averli messi al mondo, la delega alla Casa della signora Caucino su cosa basa? Ha mai preparato la malta e piazzato mattoni? No? Allora revocatele questo incarico, non accettiamo critiche da chi non ha mai messo in funzione una betoniera. Se lei è autosufficiente, perché ha legiferato su quelli che non lo sono? Eccetera.

Peraltro, il sig. Salvini con cui si fa fotografare commenta (a capocchia) qualsiasi cosa senza mostrare le credenziali relative: accettiamo critiche sulle politiche di accoglienza da qualcuno che non solo non è mai stato soccorso in mare, ma che ha fatto al proposito tutti i danni che l’ignoranza e la malizia possono fare? Può parlare di lavoro uno che non ha mai lavorato? O di musica uno che ha cantato solo cori del tipo “Senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani”? O di fede e cuori di madonne uno che ha mandato in tribunale un prete ultraottantenne reo di aver detto: “Ero straniero e mi avete accolto. O siete cristiani o seguite Salvini.”?

Ecco, è la solita storia delle pagliuzze e delle travi (Luca 6,41).

Maria G. Di Rienzo

(1) è quel signore con il farfallino che ride facendo “hi hi hi” ed è ossessionato dall’omosessualità.

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