
(Non siamo divertiti – “I pinguini di Madagascar”)
1. Lapo Elkann
Non so se debba fondare un partito alla fine dell’emergenza e quanto abbia eventualmente investito per avere la copertura di cui gode attualmente, ma i media del gruppo Gedi (Repubblica, Espresso, Huffpost, radio, tv) lo stanno “sparando” da un paio di settimane a tutto volume – e stanno francamente annoiando.
Visto che notizie relative al soggetto non ci sono, a meno che si vogliano considerare tali le dirette sui social in cui si impegnano senza soluzione di continuità centinaia di altre celebrità e politici, la holding di Elkann (Laps to Go o solo Laps – società che possiede azioni/quote di altre società) è presentata come una sorta di opera pia, una ong caritatevole il cui solo scopo è essere di conforto alla popolazione italiana.
Per esempio: “Italia Per Sempre, la diretta con Lapo Elkann e Frankie Hi-Nrg – Continuano le dirette dal profilo Instagram di Italia Indipendent (sic) per il progetto Italia Per Sempre, “l’inno all’Italia” creato da Lapo Elkann e volto a sostenere i cittadini durante l’emergenza coronavirus con un momento di svago.”
Italia Independent è una società che produce accessori di lusso personalizzabili, che è andata in rosso nel 2018 e che è stata salvata da una immissione di capitale esterno (Talent EuVeca) all’inizio del 2019: non è un’informazione irrilevante, ma nei peana alle attività del benefattore Lapo Elkann non c’è.
Sarebbe anche da notare che il patriotico rampollo della famiglia Agnelli strilla gli inni all’Italia dal Portogallo, come ha dichiarato alla radio il 17 aprile scorso: “Sto trascorrendo la mia quarantena a Lisbona. Sto a casa, lavoro tutto il giorno per supportare ed aiutare il mio Paese con la nostra campagna di solidarietà. Poi pulisco e cucino. Il mio cavallo di battaglia culinario è lo spaghetto sciué sciué.” (E chi se ne frega.)
Nessuno degli entusiastici articoli o servizi ricorda neppure i trascorsi dello spaghettaro, uso a festini con droga (nel 2005 un’overdose di oppiacei quasi lo uccide) in compagnia di persone transessuali (2005, 2016 – in quest’ultimo caso avrebbe simulato il proprio sequestro per ottenere soldi dalla famiglia) o di altri uomini (nel 2014 due fratelli lo ricattano con un filmato ad hoc).
Consigli per Lapo? Usi “sostenere” al posto di “supportare”, non definisca “lavoro” l’autocelebrazione, faccia coming out e viva felice senza sfiancarsi per il nostro svago. Consigli per i giornalisti? Fate i giornalisti.
2. Le levate di scudi a difesa della Lombardia.
Sono di un’ipocrisia e di una noia mortali. Ne prendo una per tutte. Ho controllato e sono sicura che Carlo Magno non è tornato a proclamarsi re dei longobardi, ne’ orde di francesi o spagnoli hanno rivendicato il territorio. Dovete sapere però che criticare la gestione della sanità e dell’epidemia da parte della Lega (Attilio Fontana e compagnia) e indagare sulle morti al Trivulzio equivalgono a “assalti polemici”, “demagogie”, “propaganda e partigianeria” e occultano “la voglia di dominio della politica sull’economia invece che la competitività e il mercato ben regolato” (manca un verbo, ma l’autore è coltissimo e ci raccomanda anche un libro di Savinio). Cercate di ficcarvi in testa che “la regione vale un quarto del Pil italiano” e che “giocare contro Milano significa giocare contro il futuro dell’Italia”: “Un punto dev’essere fermo, nella coscienza generale: la ricchezza, il lavoro, il benessere sono frutto dell’attività d’impresa.” Questo è ciò che il neoliberismo crede e divulga, ma non pertanto diventa dogma divino, essendo una mera asserzione smentita più volte da Storia e dati.
Ci sono anche veri e propri voli pindarici sul merito premiato e sulla capacità di stare insieme dei coraggiosi imprenditori: pensate che “Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, è stato designato con due terzi dei voti del Consiglio generale dell’organizzazione. Per lui hanno votato lombardi e veneti, emiliani e campani, romani, calabresi e siciliani”. Cioè, sarebbe oggetto di reverente meraviglia il fatto che un gruppo settario di ricchi ha scelto il proprio ricco rappresentante senza badare alla sua origine regionale. Fiato alle trombe! Cavalierato per tutti!
Al sig. Antonio Calabrò, vicepresidente di Assolombarda, che ci ha regalato queste profonde riflessioni nel suo pezzo complottista “Le polemiche contro Milano nascondono una cultura anti-impresa”, consiglio un libro anch’io: “Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta”, di John Maynard Keynes. Parla tra l’altro della necessità dell’intervento statale nell’economia nelle fasi di crisi. Se non ha voglia di leggere, provi ad ascoltare le canzoni di Gualtiero Bertelli sulle metodologie non proprio umane con cui l’impresa ha costruito il suo “virtuoso” primato, oppure presti attenzione a qualche notizia: come quella dell’operaio licenziato da ArcelorMittal Italia, qualche giorno fa, per aver denunciato pubblicamente la mancanza di protezioni dal coronavirus in fabbrica. Sa, l’azienda ha dichiarato di avergli dato il benservito perché “è venuta a mancare la fiducia” nel dipendente. “Insieme”, ancora una volta. – così lei chiude il suo pistolotto soffiandosi il naso dalla commozione – ma solo se tieni la bocca chiusa, operaio di m.!
Maria G. Di Rienzo
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
Read Full Post »