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Posts Tagged ‘manipolazione’

mes

Il Meccanismo europeo di stabilità fu approvato nel marzo 2011 durante il Governo Berlusconi IV (8 maggio 2008 – 16 novembre 2011). La Lega era nell’esecutivo con quattro ministri e cinque sottosegretari a inizio mandato e tre ministri, un viceministro e quattro sottosegretari alla fine. Era ministra persino l’altra che urla a perdifiato, Io-sono-Giorgia Meloni. La ratifica avvenne con il governo successivo, Monti.

Secondo la ditta Morisi & Salvini, com’è visibile dall’immagine, l’Italia sta invece approvando di continuo il Mes in una sorta di loop temporale a partire dal 12 settembre 2019.

Io non tollero più questa farsa imbecille. E voi?

Maria G. Di Rienzo

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Un esempio: la Malesia è in quarantena come gran parte del resto del mondo. Il governo dà istruzioni ai cittadini su come comportarsi e il Ministero per gli affari delle Donne (che comprende l’occuparsi di bambini, disabili, welfare ecc.) coglie l’occasione per intervenire.

Una serie di post ministeriali su Facebook è dedicata alle mogli: che dovrebbero “evitare di assillare i mariti lagnandosi”, parlare imitando la voce di Doraemon (gatto-robot giapponese dei fumetti che è molto popolare da quelle parti), truccarsi e vestirsi bene, lasciando da parte il “look casual”.

Al 31 marzo il Ministero – che è retto da una donna – di fronte alle proteste ha già cancellato l’intera serie e, a dimostrazione che tutto il mondo è paese, si è scusato concedendo che “i consigli possono aver offeso qualche persona”. Nella nota ha aggiunto che le comunicazioni saranno “più ponderate in futuro”, ma ha anche ribadito che i suggerimenti miravano a “mantenere relazioni positive fra i membri della famiglia durante il periodo in cui lavorano da casa”.

Notate che, dall’inizio del lockdown il 18 marzo, la linea telefonica d’aiuto per le persone vulnerabili (gestita dal governo) che comprende le vittime di violenza domestica ha avuto il 50% in più di chiamate.

Il problema della menata “se ho offeso qualcuno mi scuso” è che non mette minimamente in discussione le azioni contestate. Restano “opinioni” con intrinseca validità e come tali meritevoli di rispetto: forse, il “se” questo implica, alcune persone si sono risentite a causa delle loro specifiche sensibilità, ma ciò non toglie nulla al valore e alla bontà delle intenzioni con cui le azioni sono state intraprese. Id est, che le mogli facciano delle loro vite quotidiane un carnevale atto a compiacere i mariti, vestite e pitturate a festa e cinguettanti con la vocina (stridula) di Doraemon resta rubricato come “mantenere relazioni positive fra i membri della famiglia”.

doraemon - nobita

(Visto? Se lo fate, i vostri mariti vi abbracceranno piangendo di gioia come fa Nobita con Doraemon.)

Noi abbiamo a che fare con questo tipo di manipolazione ogni giorno. Le scuse, le quali arrivano sempre dopo che le rimostranze e la pubblicità negativa hanno assunto abbastanza peso da far presagire un calo di popolarità dell’opinionista di turno, sono completamente false soprattutto perché completamente fuori bersaglio. Non è mai un’assunzione di responsabilità, del tipo “Mi rendo conto che questa cosa è sbagliata e ingiusta, che discrimina e alimenta diseguaglianza e violenza.”, è piuttosto una tecnica di gaslighting in cui chi ha sollevato la questione viene disorientato e indotto/a a dubitare delle sue stesse percezioni: Io non ho fatto proprio un bel niente, questa cosa non è violenta di per sé, sei tu a esserti sentito offeso/a per qualche tua ragione personale, probabilmente hai problemi, se sei una donna devi essere poco attraente per gli uomini e quindi li detesti ecc. ecc. ecc.

Conclusioni? 1) I sociopatici privi di cure adeguate sono un numero considerevole sull’intero pianeta; 2) i conniventi che li assecondano per proprio tornaconto anche; 3) ce ne sono davvero troppi in posizioni di potere, comando e controllo; 4) le conseguenze del condonare o giustificare o addirittura consigliare il loro comportamento aumenta la violenza, in particolare la violenza di genere, in modo direttamente esponenziale.

Maria G. Di Rienzo

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(brano tratto dall’editoriale di Madeline Detelich e Monica Kortsha, due giovani editrici di Vector-Zine, con cui sollecitano contributi per il prossimo numero della loro rivista. Trad. Maria G. Di Rienzo. Madeline è una biochimica che scrive professionalmente sulle intersezioni fra sociologia, psicologia e scienza; Monica di mestiere fa la divulgatrice scientifica. Il tema su cui chiedono al loro pubblico di scrivere è la verità.)

gaslight1944

“Il “gaslighting” (1) è una tecnica per distorcere prospettive. Lo scopo è indurre qualcuno ad adottare un sistema di convincimenti alternativo, minando quello a cui attualmente si attiene. Ciò può essere ottenuto presentandosi come miglior fonte di conoscenza, mettendo in questione definizioni o realtà di eventi, insultando e svergognando la persona la cui prospettiva si tenta di cambiare. Tali cose non sono fatte con l’idea di un dibattito in mente, ma come l’imposizione tramite braccio di ferro di una visione del mondo.

Il film (ndt. da cui il termine deriva) descrive questa battaglia per la verità ove un marito, Sergio Bauer sotto il nome di Gregory Anton (interpretato da Charles Boyer), usa classiche tattiche di abuso per far sì che sua moglie Paula Alquist (interpretata da Ingrid Bergman) dubiti della propria comprensione della realtà. Insiste che sta agendo nel suo interesse quando le impedisce di frequentare gli “indaffarati” vicini; dice che una lettera da lei scoperta non è mai esistita; la chiama smemorata e stanca sino a che lei comincia a credere di esserlo; alza la voce rabbiosamente quando lei mette in discussione le affermazioni di lui.

Il punto di svolta avviene quando la moglie nota l’affievolirsi delle luce delle lampade a gas ogni notte – segno che suo marito ha acceso il gas nell’attico e segretamente fruga in giro per cercare i preziosi gioielli della zia morta di lei. Quando la donna menziona le luci affievolite, nessuno prende sul serio ciò che lei vede con i suoi stessi occhi. Così comincia ad accettare l’idea di star perdendo contatto con la realtà: esattamente come suo marito vuole.

Oltre al fenomeno omonimo, il film ritrae anche alcuni ruoli necessari al compito di minare la realtà. C’è, ovviamente, la persona responsabile della menzogna, completamente conscia della propria falsità che sta usando per uno scopo specifico. Questo è il marito. Ma nel mentre lui è il responsabile per l’affievolirsi delle luci, è il cast dei non protagonisti che nega ciò accada e induce Paula a mettere in discussione i propri sensi. Le due cameriere che il marito assume, e da cui richiede lealtà, sostengono la sua narrazione per motivazioni personali.

Una di esse, una focosa arrivista interpretata da Angela Lansbury, vede se stessa trasferirsi nelle camere del padrone se riesce ad assicurare il ricovero psichiatrico della padrona. L’altra sta invecchiando e semplicemente non riesce a sentire i rumori di cui la padrona si lamenta, ma è più disposta a sottoscrivere la pazzia di Paula che la compromissione dei propri sensi.

Un “gaslighting” di successo convince le persone a ignorare la realtà così come la vedono. Le induce a credere in una verità alternativa.

Il film include molta della conversazione sulla verità che sta accadendo oggi – in modo particolare su quanta importanza abbiano i fatti nello sviluppare idee su ciò che è vero. In Gaslight (ndt. 1944, il film uscì in Italia con il titolo “Angoscia”) fatti facilmente osservabili sono resi indistinti dalla loro costante messa in discussione.”

(1) Il termine gaslighting, come sapete, è entrato fra quelli medici per descrivere una forma di abuso psicologico in cui la vittima è gradualmente manipolata sino a dubitare della propria sanità mentale.

“La psicologa Martha Stout sostiene che i sociopatici usano frequentemente tattiche di gaslighting. I sociopatici trasgrediscono coerentemente leggi e convenzioni sociali, e sfruttano gli altri, ma sono anche tipicamente dei bugiardi credibili e convincenti, negando coerentemente ogni misfatto. Così, alcune vittime di sociopatici possono dubitare della propria percezione.” (cit. Wikipedia)

Il mio consiglio d’urto, se avete la sensazione che qualcosa nella vostra vita stia andando in questa direzione, è quello che Tana de Zulueta dava gli aspiranti giornalisti avendolo ricevuto lei stessa come tale: guardate bene chi vi sta davanti e sta dicendo che inventate tutto e siete deboli ecc. e ripetete nella vostra mente la domanda “Perché questo bastardo mi sta mentendo?

Maria G. Di Rienzo

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