Isaia 64:6 (cito a memoria, so che ci sono traduzioni leggermente differenti ma il senso resta quello)
Siamo tutti diventati come una cosa impura,
tutta la nostra giustizia come stracci sporchi;
avizziamo tutti come foglie,
e le nostre iniquità ci portano via come il vento.
Il Cardinale – Segretario di Stato Pietro Parolin è “molto triste” e lo fa sapere a tutti i giornali: il referendum irlandese che ha sancito la legalità dei matrimoni fra persone dello stesso sesso è “una sconfitta dell’umanità” e di fronte a quest’orrido scenario la chiesa cattolica deve “veramente fare di tutto per difendere, tutelare e promuovere la famiglia”. Ma prima forse, signor Parolin, è meglio sincerarsi di essere adeguati a tale scopo e legittimati dai portatori di interesse primario. La mia famiglia non vuole essere “difesa” ne’ da lei ne’ dai suoi correligionari, ed in special modo NON da questi suoi “colleghi”:
19 gennaio 2015 – Milano.
Don Mauro Inzoli, indagato dalla Procura di Cremona per abusi su minori, partecipa ad un convegno (omofobo) sulla “famiglia”. Inzoli, uomo di riferimento di Comunione e Liberazione in Lombardia, vicepresidente della Compagnia delle Opere, fondatore del Banco Alimentare, guida dell’associazione “Fraternità onlus”, ex parroco di Crema, conosciuto come “il prete in Mercedes” e come amante dei lussi, era stato costretto dal Vaticano a ritirarsi a vita privata nel giugno 2014, come si legge nel decreto della Congregazione per la Dottrina della fede: “In considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, don Inzoli è invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza. Gli è inoltre prescritto di sottostare ad alcune restrizioni, la cui inosservanza comporterà la dimissione dallo stato clericale. (…) Non potrà svolgere accompagnamento spirituale nei confronti dei minori o altre attività pastorali, ricreative o culturali che li coinvolgano. Non potrà assumere ruoli di responsabilità o operare in enti a scopo educativo. Dovrà inoltre intraprendere, per almeno cinque anni, un’adeguata psicoterapia.”
29 gennaio 2015 – Vigevano.
Don Padova, parroco del Duomo di Vigevano, subisce un ricatto a sfondo sessuale da parte di un ex sacrestano, già indagato per imprese simili. E’ il periodo in cui si è aperto, davanti al Tribunale di Pavia, il processo per le estorsioni “a luci rosse” al Santuario della Madonna della Bozzola di Garlasco e le indagini appaiono collegate: il ricattatore sosteneva di avere registrazioni di telefonate compromettenti fra il parroco del Duomo e alcuni romeni legati ai due che sono accusati di aver ricattato per anni (e per centinaia di migliaia di euro) l’allora rettore del santuario e un suo collaboratore. Le indagini hanno appurato che in realtà le registrazioni non esistono, ma l’ex sacrestano ha cercato di speculare su conversazioni hard veramente avvenute e di cui era a conoscenza.
26 marzo 2015 – Verbania.
Condannato a 4 anni per spaccio di droga don Stefano Maria Cavalletti, parroco di Carciano. Era stato arrestato nel luglio 2014, a Milano, mentre partecipava ad un “coca party”: quando la polizia fece irruzione Cavalletti cercò di sbarazzarsi della cocaina e di distruggere il suo passaporto, per non essere identificato. Cavalletti ha giustificato in tribunale il suo uso di droga con la depressione causatagli dai suoi infelici trascorsi con la giustizia: nel settembre del 2013 il sacerdote era infatti già stato condannato in primo grado per una truffa nei confronti di un’anziana signora che aveva convinto a versare, tramite bonifico, 22mila euro sul suo conto corrente.
7 aprile 2015 – Rovigo.
Denunciato per vessazioni ed abusi sessuali don Antonio Calvieri, già rimosso dalla Curia pugliese per “condotta moralmente riprovevole”. Al querelante prometteva lavoro se gli avesse presentato “giovani ben dotati anche diciassettenni”.
23 aprile 2015 – Arezzo.
Arrestato padre Gratien Alabi con l’accusa dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere di Guerrina Piscaglia. La donna, sposata e madre di un figlio disabile, è scomparsa il 1° maggio 2014.
23 aprile 2015 – Foggia.
Arrestato Giovanni Trotta, ex sacerdote ridotto allo stato laicale nel 2012 grazie alla sua abitudine di molestare bambini (cosa che gli inquirenti hanno però scoperto dopo tre anni) per: “violenza sessuale aggravata e continuata commessa per induzione, abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della vittima, nonché produzione di materiale pornografico attraverso rappresentazioni di pornografia minorile e distribuzione, divulgazione, condivisione e pubblicizzazione di materiale pedopornografico in danno di un minore di 14 anni” – il bambino violentato ne ha 11 e Trotta ha spensieratamente messo online sue foto, la cui natura potete dedurre dalle righe precedenti. Nonostante i trascorsi – la dispensa dal sacerdozio e l’essere stato indagato in passato da altre Procure per diffusione di materiale pedopornografico – Trotta è rimasto socio della Scuola Calcio locale sino al 2014 ed è in questo ambito che ha prevelato il piccolo aspirante calciatore e se l’è portato a casa per “fargli doposcuola”.
24 aprile 2015 – Vercelli.
Arrestato don Massimo Iuculano – parroco del Sacro Cuore e direttore dell’istituto professionale Cnos-Fap – per violenza sessuale, aggravata dall’aver commesso il fatto all’interno dell’istituto suddetto, e per favoreggiamento della prostituzione minorile.
A Iuculano non bastavano i partner maggiorenni (documentati). Adescava ragazzini anche nell’oratorio salesiano Belvedere, su Facebook, usando What’s App. Offriva loro “massaggi” sportivi che si trasformavano in richieste sessuali. Almeno 3 vittime, una di quattordici anni e due di diciassette sono acclarate. Le prove? Una montagna: dalle testimonianze alle riprese di telecamere, dalle intercettazioni ambientali in parrocchia a quelle telefoniche.
L’arcivescovo di Vercelli Marco Arnolfo, sospendendo il sacerdote “in via cautelativa”, ha definito la vicenda “un momento delicato” e assicurato che prega per le famiglie “eventualmente coinvolte”.
Per cortesia: continuate a pregare e astenetevi dal fare altro. Non avete, per fare altro, la necessaria statura morale. Maria G. Di Rienzo