(brano tratto da “Q&A with Zrinka Bralo”, di Sarah Colson per Women of the World, 1° marzo 2016, trad. Maria G. Di Rienzo.)
Zrinka Bralo era una giornalista, in Bosnia, prima che scoppiasse la guerra. Nel 1993, mentre il conflitto si intensificava, Zrinka chiese asilo in Gran Bretagna: ma ci vollero tre anni, piagati da incertezza e paura, prima che la sua richiesta fosse accettata.
Sin dal 2001 Zrinka è la direttrice di “Migrants Organise”, una piattaforma grazie a cui rifugiati e migranti si organizzano per il potere, la dignità e la giustizia. Nel 2012 ha creato con altre donne i “Women on the Move Awards” (“Premi Donne in Movimento”), riconoscimenti conferiti alle rifugiate/migranti per celebrare i risultati da loro raggiunti e i loro contributi alla vita britannica.
Cosa sono i “Women on the Move Awards” e come sono nati?
I “Women on the Move Awards” riconoscono e celebrano leader donne rifugiate e migranti che, nonostante i loro viaggi spesso difficili, rendono migliori le loro comunità. Sono stati messi in piedi nel 2012 da un notevole gruppo di attiviste con cui ho il piacere di lavorare.
Nel 2011 ero appena tornata da New York, dove mi era stato consegnato il premio “Voci del Coraggio” per il lavoro che faccio con le rifugiate in Gran Bretagna. Ero un po’ imbarazzata dall’attenzione che ricevevo, ma anche molto commossa da quante mie colleghe volevano celebrare quel momento con me. Abbiamo cominciato a parlarne e abbiamo capito che non avevamo uno spazio per celebrare il grande lavoro che donne rifugiate e migranti fanno in Gran Bretagna e abbiamo deciso di crearlo. Negli scorsi tre anni i Premi sono stati conferiti dall’Agenzia per i Rifugiati e i Migranti delle Nazioni Unite assieme a “Migrants Organise”, con il sostegno di volontarie e colleghe di altre agenzie.
Perché i “Women of the Move Awards” sono così importanti?
Le donne rifugiate e migranti sono sopravvissute che ne hanno passate di tutti i colori. Io trovo la loro capacità di recupero e la loro volontà di parlare apertamente e di restituire qualcosa assai potenti. E’ importante riconoscere questo spirito e celebrarlo, specialmente perché abbiamo raggiunto un livello di disumanizzazione dei rifugiati e dei migranti, nei nostri discorsi pubblici, che ci sta mutando in una società davvero brutta, una piena di paura e pregiudizi.
Lo scorso anno abbiamo testimoniato un mondo in movimento: gente disperata che si assume rischi inimmaginabili perché non ha altra scelta che fuggire per salvarsi la vita. Noi, gli europei, a causa della nostra paura e della nostra ignoranza, li abbiamo abbandonati. Io voglio credere che possiamo essere persone migliori e questi Premi sono un piccolo tentativo di raccontare una storia differente, positiva, su rifugiate e migranti che offrono contributi, ma anche una storia più positiva su di noi.
Quali paesi hanno compiuto i maggiori passi nel trattare giustamente i rifugiati? Cosa pensi potremmo imparare da loro?
La Germania ha aperto le sue frontiere, il che è più di quanto molti altri paesi abbiano fatto, ma il Canada – in special modo dopo l’elezione di Justin Trudeau – è stato l’esempio preclaro di un trattamento giusto ed egualitario per i rifugiati. Sia in Germania sia in Canada ci sono problemi e opposizione all’arrivo di migranti e rifugiati, ma quel che il resto di noi può imparare è che avere una buona leadership fa differenza nel creare un quadro positivo in grado di accogliere.
Chi è la tua eroina, storica o contemporanea, e perché?
Claudia Jones (ndt: Claudia Vera Cumberbatch Jones, 1915-1964, nell’immagine), la leader per i diritti civili, rifugiata e giornalista che lavorava a Notting Hill, dove lavoro io adesso. Riesco quasi a percepirne la presenza, mentre cammino per le stesse strade per cui lei camminava. Originaria di Trinidad, fu cacciata dagli Usa per le sue attività politiche e deportata in Gran Bretagna.
Come risposta ai disordini razzisti del 1958, creò il primo carnevale di Notting Hill, con lo scopo di ricostruire le relazioni all’interno della comunità dopo l’omicidio motivato dal razzismo di Kelso Cochrane. Era un’intellettuale forte e radicale, che si oppose al razzismo e alle leggi ingiuste sull’immigrazione, e fece campagne per case popolari decenti, in favore dei migranti e per il disarmo nucleare.