“È inutile che vi sforziate di dare dignità a questa lurida zecca di sinistra per avere visibilità: è solo una terrorista che farà la fine che merita e voialtri siete una pletora di mummie, completamente decontestualizzate dalla vita reale (ecc.)”
da: “Le meraviglie di Facebook”, data 20 febbraio 2020, autrice una poliziotta della questura di Grosseto, soggetto Carola Rackete (la lurida zecca) e chiunque non la insulti a sangue (le mummie decontestualizzate).
(questa statua si chiama “Dignità” e si trova nei pressi di Chamberlain, South Dakota. La donna nativa americana indossa un “mantello di stelle”. A mio insindacabile giudizio è un’immagine che sta molto bene qui.)
Il post è ovviamente rimbalzato un po’ troppo ed è stato rimosso, ma quando hanno fatto notare alla vice ispettrice che aveva passato il limite, costei ha più o meno risposto citando la “libertà di espressione” e rivendicando di poter pensare quel che vuole sulle ong. Non so se abbia anche detto “è il concetto che conta”, visto che “Carola zecca terrorista” non è esattamente un’opinione sulle organizzazioni non governative – le quali, ma sicuramente la poliziotta lo saprà, coprono uno spettro di interventi vastissimo e assai variegato, non limitandosi al soccorso in mare. In genere hanno scopi umanitari e filantropici e sono dirette al sostegno di persone in difficoltà: sarebbe interessante sapere perché questo la disturbi visto che facilita, anziché ostacolare, la sua attività professionale (se qualcuno che ha fame e non ha soldi può ricevere un pasto gratuito sarà meno incline a rubare dalle bancarelle del mercato, se qualcuno riceve addestramento alla nonviolenza saprà come risolvere un conflitto senza ricorrere ad azioni che violano il codice penale, e così via).
Inoltre, la magistratura italiana ha lasciato cadere ogni accusa contro Carola Rackete, avendo verificato come corretto e conforme alle leggi il suo comportamento quale capitana della Sea Watch. Ciò solleva qualche perplessità, perché è singolare che a sconfessare i tribunali sia un membro delle forze dell’ordine con il compito (tra gli altri) di mandare le persone sospettate di reati in quegli stessi tribunali.
Capisco che sia difficile sottrarsi alla propaganda – la vice ispettrice usa le stesse identiche parole che il leader della Lega ha ripetuto ossessivamente tramite media e social media – perché come uno accende la tv si trova Salvini da qualche parte che sbraita tutto e il contrario di tutto, non avendo un’opinione sensata su nulla, facendo sentire compreso chiunque sia frustrato per qualsiasi motivo e non voglia assolutamente rifletterci sopra. Basta urlare. Inveire, insultare, demonizzare. Nessun problema si risolve, ma intanto si sono sfogati – e se poi, con sforzi di segno completamente opposto, il problema in qualche modo si attenua o scompare, a seconda dei casi negheranno la realtà, si attribuiranno meriti che non hanno o si scateneranno su una seconda questione con lo stesso metodo.
Forse la poliziotta di Grosseto non ha idea di cos’hanno provato i cittadini come me leggendo il suo post. E’ un’ipotesi migliore del pensare che farli sentire aggrediti e disprezzati da chi indossa una divisa con lo scopo di difenderli fosse proprio il suo intento.
Tuttavia, adesso so di essere per lei una lurida zecca di sinistra nonostante io sia una persona civile e incensurata, usi la doccia regolarmente e indossi indumenti puliti. Farò la fine che il destino ha in serbo per me, perché per quanto la vice ispettrice pensi di essere determinante nel pronosticare i destini altrui si sbaglia di grosso. Spero solo – prima di questa fine – di non abitare mai a Grosseto, dove se per sventura avessi bisogno della tutela della polizia di stato rischierei di imbattermi in lei. Mi pare chiaro che uso si farebbe, in caso, dei miei diritti costituzionali e della mia dignità.
Maria G. Di Rienzo