Pavoni con la coda a ventaglio,
elefanti dipinti.
Copriletti ricamati
di prati e siepi.
Foreste di bambù
e picchi con cappelli di neve.
Cascate, ruscelli,
i geroglifici delle gru dalle grandi ali
e il fiore di loto luccicante dopo la pioggia.
L’aria
trasparente in modo ipnotico
rarefatta.
Il viaggio è un faticoso uno alla volta
lungo e lento
ma necessariamente tale.
Potete ascoltate il testo intero qui:
https://www.youtube.com/watch?v=k0bWqq8sQiE
Si tratta di “Lockdown”, poesia che Simon Armitage ha scritto in marzo e che recita con l’attrice Florence Pugh nel video indicato sopra. Il testo è stato messo in musica e in vendita per raccogliere fondi a beneficio di Refuge, un’organizzazione che si occupa di violenza domestica.
La “poesia della quarantena”, pubblicata per la prima volta da The Guardian, si muove dall’esplosione della peste bubbonica a Eyam, nel 17° secolo, al poema epico in sanscrito “Meghaduta” dell’indiano Kalidasa (4°-5° secolo d.C.).
Il video merita attenzione per la magia della musica, le immagini che incorporano speranza e sogno nella quotidianità e lo scopo per cui è stato creato.
A me è piaciuta particolarmente l’armonia delle voci recitanti, in cui maschile e femminile si alternano: voci vicine senza prevaricazione, alleate in passione e rispetto. Maria G. Di Rienzo