(brano tratto da un’intervista a Bae Doo-na, attrice sudcoreana, Londra 17 settembre 2015, intervistatori – non specificati – dei siti: Hangul Celluloid, FilmDoo e TooMuchNoiseBlog, trad. Maria G. Di Rienzo. Nell’intervista si fa particolare menzione di “A girl at my door – Una ragazza alla mia porta”, una pellicola del 2014 in cui Doo-na è protagonista assieme alla giovanissima Kim Sae-ron, perché l’intervista è avvenuta poco prima di una sua proiezione. Gli intervistatori non forniscono però un riassunto della trama; avendo visto il film la faccio io rapidissimamente di seguito: “Un’istruttrice della polizia è trasferita d’ufficio da Seul ad un paesino sul mare a causa di uno “scandalo” (la sua omosessualità). La giovane donna annega letteralmente lo sconforto nell’alcool, nascondendolo nelle bottiglie d’acqua. In paese incontra una ragazzina di 14 anni sistematicamente abusata dal patrigno, dalla nonna e dai coetanei, che ogni giorno mostra un’aggiunta alla collezione di lividi e tagli. Nel tentativo di proteggerla, la poliziotta la ospita durante le vacanze estive e fra loro cresce un sentimento di amicizia e sorellanza. Venuto a conoscenza del fatto che l’istruttrice è lesbica il patrigno, che impiega nel proprio peschereccio lavoratori migranti illegali e teme di essere da lei arrestato, picchia la figliastra sino a farle “confessare” davanti alle autorità che la relazione fra le due sarebbe sessuale. La ragazzina riuscirà infine a liberarsi dell’uomo e delle sue violenze e menzogne con uno stratagemma, l’istruttrice sarà rilasciata dalla custodia cautelare e le due se ne andranno insieme.” Negli ultimi anni Bae Doo-na ha mostrato il suo talento non solo nel cinema coreano, recitando in “Cloud Atlas”, “Jupiter Ascending” e nella serie televisiva “Sense8”.)
Hangul Celluloid: ‘A Girl at My Door’ è allo stesso tempo, secondo me, un film impressionante e importante. Il commento sulle istanze sociali che contiene non solo stimola la riflessione ma, si potrebbe dire, è ancora in qualche modo controverso se consideriamo la natura della sessualità in esso ritratta, che è stata per lungo tempo un vero e proprio soggetto tabù nella filmografia coreana. Come descriveresti ciò che ‘A Girl at My Door’ dice sulle attitudini verso gli stili di vita alternativi in Corea?
Bae Doo-na: Ho amato la sceneggiatura di ‘A Girl at My Door’ e in parte ciò è stato il risultato delle cose che il film dice sulle istanze sociali, il che mi sembra lo faccia risaltare rispetto alla maggioranza dei film coreani, persino rispetto a quelli che descrivono nei dettagli attitudini sessuali. Credo che il film sottolinei modi di pensare che sono francamente sbagliati, che avrebbero dovuto cambiare ben prima di oggi. Ovviamente, non sto biasimando la mia stessa cultura, ma per essere franca ci sono ancora ancora molti atteggiamenti negativi tenuti da persone – si spera in minoranza, ormai – che rispecchiano i personaggi di questo film.
Il mio personaggio, pure, è quasi sempre visto come parte di una minoranza sociale nel film, ma uno dei punti di forza di ‘A Girl at My Door’ è la raffinatezza con cui fa luce sul posto e sulla posizione nella società in cui lei è virtualmente forzata, una mistificazione a cui non dovrebbe essere assolutamente costretta. Di certo la sessualità in ‘A Girl at My Door’ è messa in risalto, ma non è mai “sbattuta in faccia”, credo si potrebbe dire che il film parla chiaro ma non urla mai, e questo mi è piaciuto.
FilmDoo: Quanto sono universali i temi e le intuizioni del film?
Bae Doo-na: So che il film ha colpito il pubblico domestico come quello internazionale. Quando ho osservato per la prima volta le reazioni all’estero e il modo in cui il pubblico internazionale si collegava fortemente alla storia ho pensato: “Ok, non è solo un caso relativo a problemi coreani e istanze coreane.” Il fatto che l’isolamento e la solitudine siano dipinti vivamente nella narrazione, al di là della sessualità del personaggio, credo abbia aiutato gli spettatori in ogni luogo al mondo a entrare in relazione con la storia. L’isolamento esistenziale e la solitudine descritti, penso, sono universali più di ogni altra cosa.
TooMuchNoiseBlog: In relazione al clima sociale e alle tematiche del film tu hai accettato di recitare in esso senza essere pagata. Pensi che senza il tuo coinvolgimento il film avrebbe avuto problemi con il finanziamento e la distribuzione?
Bae Doo-na: E’ una delle ragioni per cui ho scelto di essere coinvolta. Volevo davvero sostenere ‘A Girl at My Door’ in ogni modo possibile. Così tante sceneggiature magnifiche si perdono per strada in Corea, e quando ho letto questa ho pensato: “Prenderei qualsiasi ruolo, piccolo o grande, in questo film. Farò di tutto perché funzioni, per assicurarmi che sia visto.” Ho scelto il film in se stesso, non il ruolo di un personaggio in particolare, così avrei accettato felicemente qualsiasi ruolo mi avessero offerto.
Io sono una grande fan del cinema coreano, ma al giorno d’oggi è molto difficile che pellicole con temi intensi siano finanziate. Se gli investitori pensano che la storia sia troppo “pesante” per fare soldi è facile che il film non sia girato. Dieci o quindici anni fa, quando ho recitato in ‘Barking Dogs Never Bite’ o ‘Take Care of My Cat’, il cinema coreano era meravigliosamente vario ma di recente questa diversità è diventata assai meno prevalente e mi manca in modo profondo.
Hangul Celluloid: Ho sentito che ‘Sense8’ avrà una seconda stagione. Tu sei emozionata al proposito?
Bae Doo-na: Oh sì, incredibilmente emozionata. Durante le riprese della prima stagione la cosa è stata molto intensa per me, perché ci muovevamo in una città diversa ogni due settimane, da San Francisco a Chicago, a Londra, a Reykjavik, ed era folle, ma siamo veramente diventati più una famiglia che un gruppo di colleghi di lavoro. ‘Sense8’ tratta di personaggi che condividono emozioni e mentre giravamo ho compreso che tutto il cast stava facendo proprio questo, stavamo ‘Sense8-izzando ’. Siamo diventati come fratelli e sorelle e quando le riprese sono terminate abbiamo sentito tanto la mancanza gli uni degli altri. Un’altra cosa straordinaria è non sai mai, mai cosa aspettarti dai Wachowski e persino io non avevo il minimo indizio di dove sarebbe andato a finire il mio personaggio.
Stando sul generale, il fatto che ‘Sense8’ sia disponibile in esclusiva su Netflix è stupendo: il fatto che tutti gli episodi sono lì pronti per essere visti uno dopo l’altro è molto meglio che dover aspettare una settimana fra un episodio e il prossimo. Penso questo sia il futuro dei drama a episodi. Tuttavia, alla fine io preferisco i film al cinema, perché penso ci sia qualcosa di davvero speciale, persino romantico, nell’andare al cinema e vedere un film sul grande schermo. E’ un evento completo, bello, romantico.
(Ndt.: La regista di ‘A Girl at My Door’ è July Jung, nata nel 1980.)