E’ scandaloso. C’è ancora gente che tenta di arrampicarsi sugli specchi con argomentazioni faziose e superficiali, ma soprattutto occidentali, eurocentriche e colonialiste, nonché condiscendenti, “vittimizzanti” e irrispettose. Basta. In determinate occasioni e dati luoghi, del tutto liberamente, le donne seguono tradizioni culturali o religiose, talvolta codificate in leggi ma per caso, talvolta fonte di mattanza privata o di esecuzione statale ma per sbaglio, e hanno un codice di abbigliamento che gli uomini si incaricano di far osservare, ma per amore.
Ciò è per le donne fonte di potere (anche quando sbattono sui pali perché da dietro la grata del burqa ci si vede poco, sì, chi siete voi per definire cause e conseguenze di un ematoma cultural-religio-tradizionale) ed è in soave armonia con l’ordine simbolico femminile: esse onorano le loro origini e vestono oggi come le loro madri nate negli anni ’60 e ’70. Come si può osservare di seguito. E mia nonna ha le ruote ed è una carriola. Maria G. Di Rienzo
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