(“Lone-wolf” terrorists and domestic violence: it’s time to start joining the dots, di Suzanne Moore – in immagine – per The Guardian, 29 ottobre 2018. Trad. Maria G. Di Rienzo.)
L’omicidio di anziani ebrei in preghiera, bombe fatte in casa, la sparatoria contro un uomo e una donna neri in Kentucky. Tutti si stanno chiedendo: “Chi radicalizza questi tizi?” La risposta più facile è Donald Trump e la sua feroce retorica politica. Ma è davvero così semplice? L’antisemitismo stava crescendo in Europa da prima che Trump fosse eletto. Nel 2015, ebrei furono assassinati a Parigi e una sinagoga fu assalita a Copenaghen. Un rabbino e tre bambini furono uccisi a Tolosa nel 2012.
Richard Spencer, il leader della supremazia bianca che scandiva lo slogan “Gli ebrei non ci rimpiazzeranno” a Charlottesville nel 2017 sta divorziando da sua moglie, che lo accusa di averla aggredita in innumerevoli occasioni – una volta mentre era incinta. Spencer lo nega. Negli Usa, si stima che una donna su tre farà esperienza di abuso o stupro da parte di un partner durante la sua vita. In Inghilterra e Galles la violenza domestica ammonta al 16% delle denunce totali.
Uniamo i puntini. Nel retroscena di quasi ogni attacco da parte di un “lupo solitario” c’è la violenza domestica, da Omar Matteen (l’attacco al nightclub di Orlando) e Mohamed Lahouaiej-Bouhlel (l’attacco con il camion di Nizza) a Khalid Masood (Westminster). L’uomo accusato di spedire bombe ai Democratici, Cesar Sayoc, ha una lunga sfilza di precedenti, inclusa la violenza domestica.
Ciò che questi uomini fanno alle donne è terrorismo quotidiano, ma cosa radicalizza uomini comuni a terrorizzare donne? Sì, c’è il vocabolario della violenza di Trump, ma manca qualcosa da questo dibattito. Trump ha incoraggiato ciò che c’era già. Fra il 2001 e il 2012, 6.488 soldati americani morirono in Iraq e in Afghanistan. Nello stesso periodo, circa il doppio di donne americane furono assassinate dai loro partner di sesso maschile: 11.766. Questi omicidi apparentemente non hanno nulla a che fare con la guerra al terrorismo e non sono considerati materia da titoloni in prima pagina.
Un’intera opera omnia, compilata da attiviste, studiose e strateghe femministe esiste e tratta di tale violenza eppure, ogni volta in cui un atto di terrore accade, la si ignora. Nessuno di questi “lupi solitari” esiste nel vuoto. La loro paura dell’ “altro”, sia esso femmina, gay, nero o ebreo, non è un’invenzione recente, ma il sottotesto di un discorso sempre più impotente, sia quello ufficiale sia quello dei progressisti.
La sinistra sta perdendo questa battaglia perché, come sempre, ne ha di più importanti da fare. I ragazzi svegli di Twitter si agitano (1) sbandierando le loro credenziali femministe sul “sex work” o qualsiasi altra cosa assicuri ristoro ai bisogni degli uomini. Nel frattempo, liste di istruzioni su come combattere il fascismo sono state pubblicate dal momento in cui un fascista è stato eletto in Brasile. Qua abbiamo un uomo razzista, apertamente anti-gay, anti-donne e pro-tortura: pure, di nuovo, c’è pochissima comprensione di come il femminismo sia essenziale per combattere questo. Mancando di capire come il potere opera tramite genere e razza, così come tramite l’economia, la sinistra si sbriciola di fronte al discorso populista che enfatizza tutto ciò che alcuni maschi avrebbero perduto.
Questa è la “destra alternativa” che prende potere; c’è una crisi della democrazia sociale e una crisi del progressismo. Ma il filo che tesse insieme tutti questi movimenti di estrema destra? Nominatelo. Ci sono movimenti di uomini che vogliono far tornare indietro l’orologio al tempo in cui le donne avevano pochi diritti. Questo movimento è globale: guardate come la Russia ha parzialmente decriminalizzato la violenza domestica.
Se la sinistra vuole contrastare ciò, deve prestare attenzione. Persone ebree stanno dicendo di sentirsi minacciate da lungo tempo, ma ciò è stato messo in dubbio. Le femministe hanno analizzato la violenza maschile per decenni, ma questa cosa è in qualche modo fuori moda in confronto alle nuove lotte su come usare gli spogliatoi.
Noi parliamo di genere come di un costrutto precisamente perché pensiamo che possono esserci nuove forme di mascolinità così come di femminilità, nuovi modi di organizzarci che non dipendono dalla forza bruta. Ciò può sembrare ottimistico mentre Jair Bolsonaro va al potere assieme a Trump, Viktor Orbán, Vladimir Putin, Recep Tayyip Erdoğan e Mohammed bin Salman. Il punto è che nessuno di questi uomini ha attivamente radicalizzato i propri seguaci. Questo è ciò che il patriarcato fa mentre ribolle sotto la superficie, demonizzando qualsiasi cosa giudichi differente.
Benvenuti al nuovo odio, uguale all’odio vecchio. Senza la comprensione di questo, la sinistra è impotente.
(1) ndt.: con detto umoristico, letteralmente, “gli si attorcigliano le mutande”.