(brano tratto da: “All Red Everything” di Dominique Christina, scrittrice, poeta, insegnante, attivista afroamericana. Trad. Maria G. Di Rienzo.)
“Tutto quel che riguarda i nostri corpi è una rivoluzione necessaria. Io non sottoscrivo alcun canone che cerchi di sminuire la magia della nostra carne. Nessun sistema, nessuna religione, nessun meccanismo o decreto potrà mai convincermi che le mestruazioni sono la prova del mio essere dannata, cattiva, difettosa. La misoginia non può accampare diritti sulle idee che io ho di me stessa. Non c’è modo di rovesciare questa cattedrale di sangue e ossa e carne che mi appartiene con alcuna di tali politiche.
Io mi sono aperta e ho dato alla luce figli che parleranno del sangue con reverenza. Essi sapranno che le mestruazioni sono un rituale, una cerimonia del lasciar andare e del rinnovarsi. Questa, è l’eredità di mia figlia.
Io spero che crescerà usando il suo sangue mestruale come pittura di guerra. Spero che sanguinerà nel tempio. Spero che permetterà al sangue di raddrizzare la sua spina dorsale e di rinforzare la sua volontà. Io spero infatti in una rivoluzione maledettamente sanguigna, guidata da donne in gonne bianche che non si scuseranno mai per il fatto che si rinnovano ogni 28 giorni.
Spero che mia figlia sia in prima linea, sorridendo con tutti i suoi denti. Spero che farà sgocciolare la sua impossibile sacra scrittura su tutto il mobilio buono. E se qualcuno sarà così stupido da tentare di svergognarla con la sua stessa biologia, io spero che lei manterrà tutta la natura selvaggia nelle sue ossa e sanguinerà su ogni cosa che costoro amano. Punto.”