Dev’essere una sensazione del tutto unica e persino vagamente inquietante, lo stare in piedi su un monumento dedicato a te stessa. In genere, quando qualcuno piazza l’opera che ti commemora in un parco pubblico tu hai lasciato questo mondo da un po’… Per buona sorte, Dorothy O’Connell è ancora qui e il monumento in questione sta ad Ottawa dal 17 ottobre 2004 – Giorno internazionale delle Nazioni Unite per lo sradicamento della povertà, dove è diventato punto d’incontro e d’inizio per dimostrazioni, proteste, marce e raduni su questioni di giustizia sociale.
Chi è dunque questa donna a cui è stato tributato un onore così singolare? Dorothy O’Connell è un’attivista, una femminista, scrittrice e drammaturga, sposata e madre di cinque figli, nonché – come la conoscono in Canada – “la poeta laureata dei poveri”. (Il poeta laureato, cioè coronato di alloro, è/era un artista riconosciuto da un governo o un’istituzione e incaricato di comporre versi in occasioni particolari.)
Dorothy lotta per i diritti degli inquilini, per le case popolari, per i senzatetto da oltre quarant’anni. I movimenti canadesi – e non solo – per la giustizia sociale le sono debitori di una valanga di idee, invenzioni, stratagemmi, innovazioni con cui costruire azioni per il cambiamento significative ed efficaci. Due dei suoi lavori letterari sono anche particolarmente noti: “Chiclet Gomez” (la fiaba di Chiclet e delle sue amiche formiche che vivono in case popolari) e “Sister Goose: Feminist Nursery Rhymes and Cautionary Tales” (“Sorella Oca: filastrocche femministe per bambini e fiabe ammonitrici”.)
Il monumento a Dorothy è stato pensato con molta cura e persino con un po’ di umorismo, composto com’è da un podio da oratore e dalla forma di una fetta di pane in cui è intagliata la silhouette di una casa; all’interno è inciso un suo slogan: “La povertà impedisce l’eguaglianza, l’eguaglianza mette fine alla povertà”. Come lei stessa dice, l’opera simboleggia la scelta che spesso le persone povere si trovano di fronte: “Dar da mangiare ai bambini o pagare l’affitto”.
Dorothy O’Connell non è il tipo di persona incline all’autoincensamento, pure ha appoggiato l’idea del monumento quando le è stata proposta e vi ha contribuito, perché aveva uno scopo: “L’attivismo anti-povertà è un’istanza spinosa: molte persone faticano ad avvicinarsi ad esso. Il ritratto che se ne fa nell’opera lo rende avvicinabile, nel mentre dà dignità alle persone impoverite che hanno collaborato alla sua creazione. In questo monumento, esse asseriscono il loro orgoglio, un senso di appartenenza e la loro visibilità.” Maria G. Di Rienzo