“All’inizio, era la meraviglia. Fuori in campagna, distante dalle luci della città, l’aria notturna era chiara abbastanza per fissare lo sguardo sulla lunga scintillante galassia che si estendeva attraverso il cielo. Me ne stavo nel campo dietro la nostra casa e parlavo alle stelle come se fossero mie amiche, proprio come parlavo alle mucche al di là della staccionata o ai cavalli dall’altra parte della strada.
Una volta, mentre giocavo in un ruscello, vidi una farfalla danzare sull’acqua e tesi il mio dito e le chiesi di venire da me – e la farfalla venne. Restò posata sul mio dito per un bel po’ di tempo, abbastanza da permettermi di osservare da vicino le sue ali e di complimentarla per esse prima che volasse via.
Allora, non c’erano dubbi al proposito: la Terra sotto di me, le stelle sopra di me, gli animali attorno a me, erano tutti parte di me. E la meraviglia fu il mio primo orientamento verso tutti loro, la cosa che mi collegava ad essi: tu sei una parte di me che io ancora non conosco.”
Estratto da “See no Stranger” (copertina in immagine) di Valarie Kaur, trad. Maria G. Di Rienzo.
Valarie Kaur è attivista per i diritti civili, avvocata, regista, fondatrice del Progetto Amore Rivoluzionario e tanto altro. In passato avevo parlato di lei qui:
https://lunanuvola.wordpress.com/2011/06/28/saltare-nel-vortice/