“Quando attraversiamo traumi durante l’infanzia ciò cambia la nostra percezione di noi stessi. I cervelli dei bambini non hanno la capacità di vedere il mondo nel modo in cui gli adulti lo vedono e tutto ciò che accade nel cervello di un bambino è percepito egocentricamente. Questo significa che quando i bambini sperimentano abusi e traumi – o persino testimoniano i conflitti tra i loro genitori – tendono a percepire che, a qualche livello, è colpa loro.
Tale cosa spesso si aggrava quando un perpetratore di assalto sessuale dice alla bambina / al bambino che l’aggressione è in qualche modo colpa sua, cosa che sfortunatamente accade spesso. Le ferite psicologiche derivate da abusi subiti durante l’infanzia sono durevoli e difficili da cambiare.
Significa che il modo in cui ti senti rispetto a te stessa puoi “sentirlo” come verità, ma potrebbe non esserlo. C’è questa cosa che accade quando siamo bloccati, ansiosi o depressi, chiamata “ragionamento emotivo”: noi ci basiamo su un sentimento e raccontiamo una storia su noi stessi o su altri basandoci su quel sentimento. Per esempio: “Provo vergogna, perciò devo essere una vergogna per gli altri.”, oppure: “Sono insoddisfatta della mia apparenza, perciò devo essere brutta.” In altre parole, usiamo le nostre sensazioni per decidere cos’è “vero” ma, purtroppo, le sensazioni sono spesso cicatrici dovute all’abuso e non la concreta verità su chi noi siamo, sul nostro valore e pregio.
E’ d’aiuto cominciare a distinguere come ci si sente da quel che è in effetti reale, tipo: “Mi sento davvero insicura adesso, ma questo non significa necessariamente che non piaccio a nessuno. Forse le mie paure e le mie preoccupazioni mi stanno dicendo cose, sulle persone, che potrebbero non essere vere.” Questo può essere fatto anche con gli strascichi dei traumi subiti: “Mi sento a disagio, ma forse è perché ho attraversato qualcosa di davvero terribile, e non perché sono una vergogna in me stessa.”
Ci sono un bel po’ di ricerche su come traumi infantili, malattie croniche e patologie possono essere collegati a depressione, ansia nello stare in società o ritiro dalla società stessa. Tutte queste cose possono combinarsi e rendere la vita molto difficile. (…) Il dolore e la paura rendono il nostro mondo più piccolo. E per condurre vite soddisfacenti dobbiamo spingere indietro i muri di dolore e paura che si stringono attorno a noi.”
Hillary McBride – terapeuta femminista canadese, autrice di “Madri, figlie e immagine corporea: imparare ad amare noi stesse come siamo”. (trad. Maria G. Di Rienzo)