Alanah Pearce, nell’immagine, recensisce video games per canali televisivi e radiofonici australiani. Come tutte le donne online riceve la sua dose quotidiana di insulti sessisti, ma ultimamente le minacce – soprattutto di stupro – sono fioccate in modo massiccio sul suo account Twitter e sulla sua pagina Facebook.
“Un po’ di tempo fa, – dice Alanah – ho capito che molte delle persone che mi mandano commenti disgustosi o esageratamente sessualizzati su internet non sono maschi adulti. In maggioranza sono ragazzi giovani, abbastanza sprovveduti perché il risponder loro razionalmente non risolva la situazione. Ma ormai la faccenda è arrivata ad un punto tale che i loro commenti mi fanno sentire davvero a disagio.”
Perciò, Alanah ha deciso di provare a parlare con le madri dei suoi molestatori. Le sta rintracciando facilmente e manda loro messaggi di questo tipo:
“Ciao Anna, non ci conosciamo, ma mi stavo chiedendo se (nome del ragazzo omesso) sia tuo figlio.”
“Sì, lo è. Perché?”
“Non l’ho mai incontrato prima, ma mi ha mandato un messaggio preoccupante su Facebook, oggi, perciò mi chiedevo se potevi essere interessata a discuterne con lui.” Segue screenshot del messaggio in questione: Come ti trovo ti stupro, fregna.
“Oh mio dio, – risponde la mamma – piccolo stronzo. Sono davvero dispiaciuta. Sì, gli parlerò sicuramente!”
Alanah dice che: “E’ solo un modo per tentare di arrivare ad una soluzione, per insegnare produttivamente ai ragazzi giovani che non va bene essere sessisti con le donne anche se si è su internet, che le donne sono persone reali e che tale comportamento può avere delle conseguenze altrettanto reali.”
Un brindisi ed un abbraccio ad Alanah, la cui strategia vanta precedenti illustri. Kalevala, Runo XVII, Incantesimo contro gli spiriti maligni:
Vattene subito, strano mostro, fuggi lontano, flagello della terra, prima che chiami tua madre, cerchi la tua illustre genitrice…
Maria G. Di Rienzo
(Fonti: The Guardian, Jezebel, Uproxx, Kalevala – Ed. Oscar Mondadori)