Cosa io pensi delle “riforme costituzionali” in discussione al Parlamento italiano è noto e scorrendo questa pagina potete saperlo nel dettaglio, visto che mi sono presa la (assai probabilmente inutile) briga di farlo conoscere al Presidente del Senato Grasso e alla Presidente della Camera Boldrini. Per cui, non mi ripeterò.
Quel che vorrei chiedere agli urlatori in quota cinquestelle, soprattutto a quelli fra loro che si qualificano come giornalisti, è di smettere di usare la metafora “stanno violentando la Costituzione”. Spiacente, ma non credo in assoluto allo sdegno che detta frase dovrebbe convogliare. A dirla sono le stesse persone che dello stupro hanno fatto una barzelletta per irridere donne politiche, giornaliste e qualunque essere umano di sesso femminile protestasse contro questa loro attitudine.
Una risposta tipica che in quest’ultimo caso si ottiene dai grillini d’assalto, indignati dallo stupro della Costituzione, è questa: Cosa c’è, sei gelosa, lo vuoi prendere tu nel culo, lo vuoi un bel negrone?
A replicare in tal modo sono gli stessi che alzano i loro ditini dubitanti ad ogni notizia di cronaca o studio o rapporto internazionale sulla violenza sessuale, chiedendosi se non si tratti dell’ennesimo complotto delle femministe misandriche. E sono gli stessi che commentano a tutto spiano sulla inevitabilità dello stupro, sulla naturalità dello stupro e sul fatto che, in realtà, alle donne lo stupro piace da matti, lo sognano, lo provocano e fa un gran bene alla loro autostima: dopotutto, un UOMO si è degnato di trovarle scopabili, di cosa si lamentano ‘ste stronze?
Di recente, lo stesso sedicente giornalista che si è prodotto in un vomitevole elenco da mercato della carne per dimostrare come le donne del governo Renzi siano per lui meno scopabili di quelle del governo Berlusconi, e come quindi il malefico “Renzie” abbia reso persino questo disservizio alla nazione, si è messo a a strillare “stanno stuprando la Costituzione con una ferocia inaudita”. Sul serio? Be’, per gli uomini, politici o meno, è inevitabile e naturale stuprare, non è così? E poi cosa c’è, sei geloso? Lo vorresti anche tu?
Quando ero giovane e punk, secoli fa, avevo meno pazienza di oggi. Non avrei scritto per spiegarmi, perché persino questa ventina striminzita di righe mi sarebbe sembrata eccessiva avendo a disposizione due termini che dipingono con precisione l’attitudine dei signori succitati: fucking poseurs (fottuti sbruffoni, che posano ad arte imitando sentimenti/passioni non loro). Maria G. Di Rienzo