(“Stop Teaching Boys To Be Abusers”, di Tegan Jones, scrittrice e editrice freelance le cui passioni sono “l’eguaglianza di genere, la giustizia ambientale e la Resistenza”, 25 settembre 2018. Trad. Maria G. Di Rienzo.)
Quando ero in prima media, un ragazzo di nome Vince sedeva dietro di me durante le lezioni di educazione civica. La maggior parte delle volte, durante quei giorni, si chinava in avanti e mi toccava il collo o mi strofinava le spalle.
Gli dissi di smettere. Allontanai le sue mani a schiaffi. Poi mi lamentai con l’insegnante, il signor Hardy, che a malincuore sgridò il ragazzo. Ma dopo un po’ di mie lamentele, il sig. Hardy mi disse che avrei dovuto maneggiare la situazione da sola. “Non ti sta facendo male.”, disse.
Dopo diversi mesi di sopportazione delle appiccicose mani di Vince sulla mia pelle, lo minacciai con una matita appuntita. “Toccami ancora e ti infilzo.”, dissi.
Lui rise. Aveva ragione a farlo. Era un ragazzo molto grosso che faceva apparire ogni altro studente in classe un nano. Io ero la ragazza più piccola di tutti. Perciò mi ha toccata di nuovo. E io ho infilato l’appuntito pezzo di grafite nella sua mano.
Naturalmente, mi presi una punizione. Fui sul punto di essere sospesa. Ma Vince non mi toccò più. Io la considerai una vittoria.
Tuttavia, rimasi sempre arrabbiata con il sig. Hardy. Perché aveva rifiutato di aiutarmi? Era troppo pigro? Pensava che io stessi mentendo? Aveva paura della stazza di Vince? (Il sig. Hardy non era molto più alto di me a 11 anni.)
Con il tempo, sono giunta a credere che il sig. Hardy si sentisse dispiaciuto per Vince. Era un emarginato, un ragazzo senza amici. Non aveva imparato a gestire la propria igiene personale e non riusciva a entrare in relazione con gli altri ragazzini. Ai suoi occhi, punire Vince che tentava di interagire con una ragazza sembrava probabilmente una crudeltà non necessaria. Specialmente perché era dell’opinione che la mia sicurezza non fosse in pericolo. “Non ti sta facendo male”, aveva detto.
Ma il tocco più lieve più causare il dolore più grande. Questo è qualcosa che tutte le donne sanno.
La maggior parte degli uomini, d’altra parte, ne sono ignari. Oppure non gliene importa. Invece di proteggere le donne da chi ne abusa, preferiscono difendere gli uomini che sembrano incapaci di tenere le mani in tasca.
Guardate quel giudice in Alaska che di recente ha lasciato andare un rapitore senza condannarlo a un periodo di prigionia, sebbene costui avesse strangolato la sua vittima sino a farle perdere i sensi e poi si fosse masturbato su di lei. Il giudice Michael Corey ha detto al criminale che “per una volta gliela faceva passare”, sebbene originariamente avrebbe potuto essere condannato dai 5 ai 99 anni di galera. “Questo non deve più succedere.”, ha detto il giudice Corey.
Ma che mi dice della donna a cui è GIA’ successo? La vittima, descritta dalla stampa come una donna nativa di 25 anni, dovrà vivere con questo orrore per il resto della vita. E’ stata rapita da una stazione di servizio e quasi uccisa – perciò dubito che tornerà presto a un’esistenza normale.
Ma è viva. Lui non l’ha effettivamente uccisa. Secondo il rapporto dell’investigatore, lui aveva solo “bisogno di credere che stesse per morire per potersi appagare sessualmente.”
Oh, è tutto qui?
Matt Lauer aveva solo bisogno che ragazze ignare guardassero il suo pene. Bill Cosby aveva solo bisogno di palpeggiare donne prive di sensi. Brock Turner aveva solo bisogno di andare a letto con qualcuna. Quando guardi la cosa in questo modo, cominci a capire perché così tanti uomini corrono a difendere questi perpetratori. Come il senatore dello Iowa Steve King ha detto in difesa dell’accusato di abusi e nominato alla Corte Suprema Brett Kavanaugh: “C’è un solo uomo, in questa stanza, che non sia stato soggetto a simili accuse?”
Naturalmente, lui intendeva accuse “false”. Ma si può quasi sentire il sottotesto: c’è un uomo in questa stanza che non si sia mai esposto in modo indecente a una donna o due? Chi non si è mai eccitato un po’ al punto di immobilizzare una donna? E’ solo il modo in cui vanno le cose.
Io non so cosa ci voglia alla nostra società per insegnare agli uomini che ci sono conseguenze se aggrediscono sessualmente una donna. Una cosa la so, però: infilzare funziona.