(Intervista ad Alejandra Anchieta, avvocata messicana a cui è stato assegnato il Premio Martin Ennals 2014 per i Difensori dei Diritti Umani, realizzata da Protection International – ong internazionale che fornisce protezione e sostegno per i difensori dei diritti umani in situazioni di rischio. Novembre 2014, trad. Maria G. Di Rienzo.)
Alejandra Anchieta è la fondatrice e la direttrice di ProDESC – Proyecto de Derechos Economicos, Sociales y Cuturales e i suoi “clienti” sono lavoratori, migranti, persone vulnerabili e comunità indigene i cui diritti sono ignorati e violati, soprattutto da compagnie economiche transnazionali. La situazione di Alejandra non è facile: è stata soggetta a sorveglianza e campagne diffamatorie e riceve continue minacce di morte in un paese in cui negli ultimi tre anni 11 donne sono state uccise dopo aver denunciato governo e affaristi. La sua storia è stata raccontata in video da “Moral Courage TV”, il canale YouTube progettato e gestito da Irshad Manji, nota in Italia per il suo libro del 2004 “Quando abbiamo smesso di pensare”.
Come sei diventata una difensora dei diritti umani?
La motivazione è nata in me quando ero piccola. Crescendo, i due valori principali che i miei genitori instillavano in me e nelle mie sorelle erano che la dignità umana è raggiungibile e che ognuno ha il diritto di essere trattato in modo equanime. Mi hanno insegnato che questo non si applica solo a poche persone privilegiate.
Questi ideali mi hanno guidata e motivata durante il periodo che ho passato all’Università studiando legge. Ho appreso ad usare la legge come un attrezzo per mettere in pratica queste due fondamentali lezioni familiari: una vita dignitosa ed eguaglianza per tutti.
Come resti motivata?
Ci riesco nonostante i rischi, le minacce e persino la frustrazione, perché ho visto a poco a poco un crescente accesso alla giustizia. In un paese come il Messico, l’impunità e la corruzione sono un’esperienza giornaliera. Con ogni piccolo successo, tu rinnovi la tua convinzione dell’importanza del tuo lavoro, dell’impatto che crei e di come raggiunge gli altri. Altri che, normalmente, non hanno speranza di accesso alla giustizia come il governo messicano dovrebbe garantire loro.
Quali sono le minacce che affronti e da dove vengono?
Le minacce che ricevo sono intese a distruggere la mia vita e la mia integrità fisica. Sono dirette a me, ma anche alle altre attiviste e ai nostri parenti. E’ complesso identificare da dove vengano esattamente e quindi affrontarle.
Queste minacce possono essere molto specifiche rispetto al genere, quando sono dirette alle difensore dei diritti umani. Ciò riguarda la sessualizzazione della violenza verso le donne che difendono i diritti umani. Spesso si minaccia o si agisce nei loro confronti violenza sessuale. Io credo ci sia una chiara differenza fra la violenza e l’intimidazione esercitate contro una difensora donna e contro un difensore uomo.
In più, le minacce alle attiviste donne sono praticamente agite quasi sempre sia verso di lei sia verso la sua famiglia. Quando la sicurezza personale di una difensora è danneggiata, così come la sicurezza derivante dalla sua rete sociale, l’impatto della minaccia diventa molto più profondo.
Le misure per la protezione degli attivisti per i diritti umani sono sufficienti in Messico?
No, credo che le attuali misure siano insufficienti. La Rete Nazionale dei Difensori dei Diritti Umani ha documentato circa 300 aggressioni alle attiviste donne solo quest’anno.
La particolare protezione offerta dal meccanismo federale alle difensore è insufficiente: il meccanismo è stato creato e sviluppato all’interno di una prospettiva in cui le specificità di genere non sono prese in considerazione.
Credo che chi lavora sui meccanismi di protezione per i difensori dei diritti umani debba cominciare a mettere il genere nel conto. Allora, i meccanismi potranno essere sviluppati in modo da affrontare le differenti vulnerabilità di maschi e femmine e rispondere meglio alle situazioni violente e di rischio.
Come sarebbero le misure di protezione, una volta migliorate?
Dobbiamo prestare innanzitutto attenzione al fatto che il governo messicano ha il dovere di proteggere il lavoro dei difensori dei diritti umani, femmine e maschi, e di garantire le condizioni concernenti la loro sicurezza.
Uno dei metodi più efficaci di migliorare le misure di protezione e sicurezza per i difensori è di portarle più vicine alla società civile. Le misure di protezione possono essere migliorate usando dati e informazioni che le organizzazioni della società civile documentano. Il governo messicano potrebbe usare tali informazioni per dar forma alle sue politiche in materia in modo che esse rispondano meglio alle necessità delle difensore dei diritti umani.