“Al compleanno del mondo
comincio a considerare
ciò che ho fatto e lasciato
da fare, ma quest’anno
non molta ricostruzione
della mia perennemente danneggiata
psiche, il puntellare amicizie
consumate, lo smaltimento
di monconi di vecchi risentimenti
che rifiutano di marcire per conto proprio.
No, quest’anno voglio chiamare
me stessa alla sfida su quanto
ho fatto e non ho fatto
per la pace. Quanto ho
osato nell’oppormi?
Quanto ho rischiato
per la libertà?
Per la mia e quella altrui?
Mentre queste libertà sono sbucciate,
affettate e fatte a dadini, dove
ho parlato apertamente? Chi
ho tentato di convincere? In
questa sacra stagione, io dichiaro
me stessa colpevole di ignavia
in un periodo in cui le bugie strozzano
la mente e la retorica
piega la ragione in striscianti
pitoni strangolatori. Qui
io mi ergo davanti ai cancelli
che si stanno aprendo, con il fuoco che abbaglia
i miei occhi, e mentre avvicino
ciò che mi giudica, giudico
me stessa. Datemi armi
di distruzione minima. Fate che
le mie parole si mutino in scintille.”
(Marge Piercy, “The Birthday of the World”, tratto da The Crooked Inheritance, 2006. https://margepiercy.com/ Trad. Maria G. Di Rienzo)