… essere picchiate. Essere stuprate. Essere legate. Essere torturate. Essere insultate. Eccetera.
Questo è il quadro generale, beninteso, poi ci sono le specificazioni più fantasiose e dettagliate che possiate immaginare. Cose del tipo: Alle donne piace farlo con gli aspirapolvere durante i terremoti. Tanto per dire, avrete di sicuro immaginato che i termini reali sono da rating NC 17.
Si tratta di frasi immesse nei motori di ricerca che, in virtù di chissà quale contorto algoritmo, portano qui da me i ricercatori. I quali, come vi ho raccontato altre volte, non si limitano a dare un’occhiata e a dire a se stessi: “Ops, posto sbagliato.”, ma insistono a dare capocciate nel muro tre, quattro, cinque volte, disperatamente decisi a trovare su un blog insignificante, identico per traffico e rilevanza a centomila altri, la conferma ad una delle convinzioni fondamentali della loro (insulsa) vita: tutte le donne (ogni singola donna) non aspettano altro che di realizzare i loro desideri. Anche se dicono di no e fuggono, anche se argomentano il loro rifiuto, anche se li mandano a quel paese, in realtà le donne desiderano proprio quello: essere battute, violate, tormentate. Allora, non si fa niente di male quando le si forza un pochetto, vero? In fondo a loro – a tutte loro, a ciascuna di loro – piace. Basta verificare che abbiano la lettera F sulla carta d’identità e la caccia è libera.
Implicare nelle donne un’omogeneità che non esiste, disumanizzarle a livello di accessori per fantasie pornografiche e negare a priori che esse abbiano legittimazione ad accettare o respingere una proposta: considerando questi indicatori, l’allucinante tasso di violenza di genere nel nostro paese comincia ad avere qualche spiegazione, vi pare?
Per amor di chiarezza, a me non importa un piffero di come vi piace farlo, donne o uomini che siate. Mi importa moltissimo, invece, che possiate esprimere il vostro consenso a farlo. Perciò, se qualcuno cerca una donna a cui piaccia avere carote nelle orecchie e da persona educata si premura anche di chiederle se le preferisce cotte o crude, e durante questa ricerca finisce sul mio blog, la mia reazione sarà al massimo un sorpreso battito di ciglia che sfumerà nell’indifferenza cinque secondi dopo. Toh, questa non l’avevo mai sentita.
Perché vedete, onorevoli surfisti del web, dire: “Cerco un uomo a cui piaccia essere preso a calci nello sfintere”, o “Uomini a cui piace avere una garrota attorno ai testicoli”, è differente dal dire: Agli uomini (tutti gli uomini, ogni singolo uomo) piace essere presi a calci nello sfintere, avere una garrota attorno ai testicoli e che le donne sputino loro negli occhi. L’ultima opzione non vi lascia alcuna possibilità di scegliere. Ma è la possibilità di scegliere che segna il rispetto a voi dovuto quali esseri umani. Vorreste, per cortesia, tornare spontaneamente tale rispetto alle vostre compagne di viaggio su questo pianeta? Sì, un briciolo di egoismo nella mia richiesta c’è: mi nausea e mi stufa e mi stanca ripetervi da oltre quarant’anni sempre le stesse cose. Maria G. Di Rienzo