Quando avevo diciotto anni decisi che la cosa giusta da fare, per me, era affrontare chi mi aveva fatto del male e perdonarlo per quel che aveva commesso contro di me.
Una volta che ebbi finito di parlare, lui mi guardò con l’aria un po’ confusa e disse: “Perdonarmi? Sei tu che te la sei voluta!”
Io avevo solo sette anni la prima volta in cui sono stata stuprata da lui.
La sua risposta mi lasciò sbalordita, ma in quel giorno io cominciai a guarire.
Quest’uomo non meritava il mio perdono, ma non avevo più dubbi: io non avevo fatto nulla per meritare la vita che avevo avuto da bambina.
Non avevo compreso, sino a quel preciso momento, che la persona che avevo bisogno di perdonare era me stessa, per essermi sentita colpevole per così tanti anni, pensando di aver fatto qualcosa di sbagliato che innescava gli abusi.
Peggy, sopravvissuta, 13 ottobre 2014 per Everyday Victim Blaming – Ending Victimisation & Blame, trad. Maria G. Di Rienzo