“Voglio rimanere con Francesca, in qualunque condizione si trovi. Non abbandonatemi separandoci, mi ucciderei.” E lo ha fatto. Mario si è dato fuoco a 85 anni, ed è morto, perché la sua compagna affetta da Alzheimer era stata trasferita in una clinica fuori città, troppo lontana da lui.
Sapendo di prima mano cosa vuol dire aver a che fare con familiari anziani non in grado di prendersi cura di se stessi, non mi sogno neppure di criticare la decisione della figlia di Francesca. Pure, mi sento amareggiata e la vicenda ha preso per me i contorni di uno spettro malefico che si profila al mio orizzonte. Francesca e Mario si erano amati ed aiutati reciprocamente per vent’anni, ma non erano sposati, non erano parenti, legalmente la loro relazione non esisteva e non è stata presa in considerazione. La mia relazione inesistente a livello legale dura da 35 anni, ma se domani mi ammalo in modo tale da non essere più in grado di prendere decisioni, il mio compagno non ha in pratica voce in capitolo e finirebbe per averne, invece, un fratello che per tutta la vita mi ha considerata meno di un escremento e trattata in accordo, un individuo a cui della mia volontà o del mio benessere non è mai importato un fico secco, anzi.
Avrei bisogno delle unioni civili, gentile (sì, come no) governo italiano. Sono troppo povera per risposarmi o per pagare un notaio affinché vernici di pseudo-legittimità una relazione d’amore con qualche marca da bollo. Avrei bisogno del diritto all’eutanasia, governo italiano delle sagge (???) riforme. Se devo finire nelle mani di uno stronzo solo perché è legalmente mio parente, datemi almeno il diritto di staccare la spina.
Ehi, Mario, immagino che qualcuno starà ridendo di te. Morire d’amore a 85 anni è sguaiato, inconcepibile, una barzelletta. Eravate tutti e due rugosi e brutti, accidenti, con un piede nella fossa. Lei era pure scentrata nel cervello. Meno male che ti sei tolto di mezzo, stanno pensando – o persino dicendo, perché i vecchi non servono a niente. Io invece ti dirò qualcosa, Mario, che forse Francesca avrebbe voluto dirti, che forse Francesca in qualche modo ti ha detto.
Il fiume della vita
fluisce liberamente
Ti va
se tu ed io
ci facciamo una nuotata
dalla mortalità all’immortalità?
(“Death to Life”, Heather Burns, poeta contemporanea)
Il tuo amore, Mario, resterà con lei sino alla fine. Il vostro amore, Francesca e Mario, resterà con me e ve ne ringrazio. Il vostro amore, mortale e immortale.
Maria G. Di Rienzo