“Chi contrae un matrimonio civile – spiega don Tarcisio Vicario, parroco di Cameri – vive in una infedeltà continuativa. Non si tratta di un peccato occasionale (per esempio un omicidio), di una infedeltà per leggerezza o per abitudine che la coscienza richiama comunque al dovere di emendarsi attraverso un pentimento sincero.” Il bisogno di esternare questa profonda riflessione nasce dal fatto che gli si sono presentati, per confessarsi, due padri: “pur avendo alle spalle, il primo un matrimonio civile dopo quello religioso, il secondo una convivenza.” Capito l’orrore? Il Vescovo di Novara prende le distanze, la Sindaca del paese auspica il ritorno alla normalità, gli infedeli si puliscono le facce dagli sputi del parroco – che ha praticamente detto loro “siete peggiori degli assassini” – e tutto va ben madama la marchesa.
La notizia è riportata il 22 giugno u.s. Tuttavia, il 23 e il 24 sono in cronaca altre notizie riguardanti gli uomini della chiesa e quelle che sembrano loro “infedeltà” decisamente continuative, ma di sicuro sono i miei occhi di peccatrice a vederci male. Quando don Tarcisio tornerà dal suo viaggio all’estero, potrebbe spiegarci queste stranezze?
Il direttore della Caritas diocesana di Trapani, don Sergio Librizzi, sembra approfittasse del suo ruolo (componente Commissione territoriale di Trapani per il riconoscimento della protezione internazionale) per costringere persone che chiedevano asilo a prestazioni sessuali. Avrebbero subito i suoi abusi anche degli individui in miseria che avevano chiesto l’aiuto della Caritas. Inoltre, don Sergio si intascava un bel mucchio dei soldi della diocesi: somme di denaro sono state trovate persino dietro il tabernacolo. Sollevato dagli incarichi (“per prudenza”) il sacerdote, la Curia di Trapani confida “nell’operato della magistratura a cui assicuriamo il massimo della collaborazione per l’accertamento della verità” e chiede alla “comunità ecclesiale d’intensificare la preghiera”. Tutto va ben madama la marchesa.
In quel di Vigevano, don Gregorio Vitali per almeno un anno paga i suoi ricattatori (Flavius Alexa Savu e Florin Tanasie) affinché non rendano pubbliche registrazioni telefoniche e video dei suoi festini a luci rosse. I soldi vengono dal consistente flusso di donazioni e offerte e attività commerciali del Santuario in cui don Gregorio tiene anche messe particolari, del tipo esorcismo. Quando i due malviventi si fanno troppo avidi, il vescovo Maurizio Gervasoni decide “di denunciare i ricatti, cui non era più possibile far fronte.” I carabinieri sono presenti all’incontro-trappola per la consegna di 250.000 euro, effettuano l’arresto, non vi sono imputazioni nei confronti del sacerdote, e la diocesi commenta: “Il protrarsi e il moltiplicarsi di segnalazioni di episodi di moleste insistenze nella ricerca di denaro nei confronti di responsabili di comunità cristiane e di persone fragili hanno indotto la Curia di Vigevano a chiedere la collaborazione delle Forze dell’ordine”. Don Gregorio, “per motivi di salute”, sparisce dalla scena. Tutto va ben madama la marchesa.
Ora vede, signor parroco di Cameri, io sono una divorziata da matrimonio civile e una convivente da trent’anni e passa. Ma sono pure atea, per cui che lei mi ritenga peggiore di chi commette un omicidio e mi prometta l’eterno tormento infernale non ha su di me alcun effetto (se si eccettua qualche occasionale sogghigno). Vuole però rivolgere un pensiero compassionevole ai suoi confratelli succitati? Cominci, ad esempio, a far campagna affinché il Magistero dia ai sacerdoti la possibilità di sposarsi, con rito cattolico ovviamente. Se don Sergio e don Gregorio avessero potuto contrarre un matrimonio religioso (nei loro due casi un matrimonio gay, ma ci sono molti preti eterosessuali in situazioni simili, come lei sa), almeno non sarebbero incorsi nel peccato mortale di “infedeltà continuativa” ed avrebbero potuto emendarsi con facilità da “leggerezze” come ricatti sessuali e ruberie. Con un sincero pentimento. Perché si dice che dio sia misericordioso: ben diverso, quindi, dai suoi sedicenti rappresentanti su questa Terra. Maria G. Di Rienzo