Unica femmina su quattro figli, nepalese del distretto di Bardiya, Suma Thari aveva solo 6 anni quando fu venduta come schiava “temporanea” (kamlari) dai suoi genitori analfabeti. Per i successivi sei anni, Suma ha sofferto la fatica e l’abuso in tre diverse case. Quando ha fatto ritorno a casa propria, dodicenne, non era più in grado di parlare con i membri della sua famiglia, perché mandata lontana ad un’età così tenera aveva dimenticato la lingua natale.
Oggi Suma ha 19 anni e dal 2008 è riuscita a studiare grazie ad un programma dell’ong “Room to Read” ( www.roomtoread.org ). Nel 2014 otterrà la licenza media e vuole specializzarsi come consulente sanitaria per aiutare le ragazze della sua comunità. Lentamente, ha riacquistato la propria lingua e la fiducia in se stessa: “Ho detto a mia madre: tu hai partorito i tuoi figli maschi ed hai partorito me, perché discrimini? Noi figli siamo uguali e meritiamo di avere le stesse opportunità.”
Come parte del suo processo di guarigione, Suma ha scritto una canzone. Potete ascoltarla su
http://www.youtube.com/watch?v=d-PlQUwxPBQ&feature=player_embedded
Di seguito trovate il testo (trad. Maria G. Di Rienzo):
Che egoisti sono stati, mio padre e mia madre
Hanno messo al mondo una figlia
Volevi vedermi soffrire, madre?
Volevi vedermi soffrire, padre?
E allora perché avete messo al mondo una figlia?
I miei fratelli vanno a scuola
Io sono sfortunata, sono schiava nella casa del padrone
La moglie del padrone abusa di me ogni giorno
Un po’ di vita, per essere picchiata ogni giorno
Che egoisti sono stati, mio padre e mia madre
Hanno messo al mondo una figlia