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La polvere non cambia i colori

 

 

Carta blu coperta di polvere

(Ki Hyeong-do, 1960-1989, trad. Maria G. Di Rienzo)

Possiedo un vecchio strumento musicale.

Tutte e sei le corde della chitarra sono spezzate, perciò non l’ho suonata per lungo tempo.

Un tempo metteva la mia tristezza e le mie passioni sullo spartito,

mutandole in soffici note.

Succede una cosa stranissima.

Di quando in quando, mentre sono solo in una stanza buia e vuota,

splendidi suoni fluiscono dalla chitarra.

Mi stordisce, ma i miei sensi portano in se stessi potenti ricordi.

Quando il suono della chitarra finisce, io barcollo in giro cercando una candela.

Ho un vecchio strumento musicale. Sì.

Di quando in quando, cammino in una buia, vuota speranza.

Ascolto la strana esecuzione e qualche volta il mio corpo vibra leggermente nell’oscurità.

La carta blu, coperta di polvere, è ancora blu.

Non c’è polvere che possa cambiarne il colore.

Ki Hyeong-do morì un paio di mesi prima del suo debutto letterario, la raccolta “La foglia nera nella mia bocca”. Il Teatro Pagoda ove fu trovato il suo corpo ha smesso di esistere nel 2002, e le ultime vestigia del luogo sono attualmente in fase di ristrutturazione per la costruzione di un supermercato. Le poesie di Ki sono assai celebrate da lettori e critici: il nodo cruciale nella comprensione della sua scrittura, e cioè il fatto che fosse gay, non appare in nessun testo accademico. L’identità dell’autore e le metafore omosessuali presenti nel suo lavoro sono semplicemente ignorate. I media coreani hanno ad esempio omesso di menzionare l’omosessualità di Keith Haring presentandone una mostra, e nell’introduzione ai racconti di Yukio Mishima non appare alcun accenno alla sua omosessualità.” Jeon Bong-ho, critico letterario.

 

Il più importante scrittore moderno coreano scrisse del suo amore per un compagno di studi nel 1909. Corteggiamenti e matrimoni fra maschi erano pubblicamente accettati nei villaggi coreani sino agli anni ’60. Molte delle arti tradizionali che i coreani mostrano con orgoglio ai forestieri sono state sviluppate da gruppi viaggianti di intrattenitori di sesso maschile che erano espliciti rispetto alla loro cultura omosessuale. La cultura elitaria del periodo del regno di Shilla, hwarangdo, era centrata sulle relazioni fra membri dello stesso sesso e riconosciuta come omosessuale (“namsaek”) dagli studiosi confuciani conservatori, sebbene oggi lo si neghi.

Uno dei poeti più cari al cuore dei coreani, Ki Hyeong-do, era gay e scrisse poesie sulla questione. Ki Hyeong-do morì a 29 anni, di un attacco di cuore, sulla scena di un luogo di cruising gay, il Teatro Pagoda a Seul. Nel 2007, il governo coreano tagliò fuori “l’orientamento sessuale” da una legge quadro disegnata per proteggere i diritti civili. Tutti i contenuti gay e lesbici sono censurati dai siti internet coreani come “livello 2 di decadenza”, inclusi i siti educativi, nel mentre gli annunci relativi alla prostituzione femminile sono liberamente accessibili.” (Gabriel Sylvian, responsabile del “Karma Project” sulla letteratura gay coreana su incarico universitario: Sylvian ha frequentato lo stesso ateneo di Ki Hyeong-do.)

Il vento mi porta verso di te

(Ki Hyeong-do, 1960-1989, trad. Maria G. Di Rienzo)

Non posso nascondermi più a lungo nel buio

e scuotere i rami degli alberi

ridipingendo la mia unica e sola anima,

e soffocare il suono dei miei passi.

Mi muovo più vicino alla tua finestra.

La luce degli sguardi gentili del bestiame

mi dà un pallido sentiero,

mentre sopra di me foglie nervose

si sono appena separate dai loro rami,

cercando spazi vuoti nell’aria.

Sono solo.

Amico mio,

quando il suono soffice della mia tosse

si insinua nei bozzetti del tuo sonno,

accendi una piccola lampada e mettila sul davanzale.

La distanza del mio desiderio è troppo grande

ed il silenzio mi tiene sempre nella sua stretta.

Devi aprire la finestra solo quando è molto tardi,

quando la fiammella è troppo debole

e non raggiungerà il campo.

Tu, con la testa piegata da un lato –

quanto ho desiderato entrare nei tuoi sospiri!

Ah, presto estinguerai la lamella di fiamma

con il vapore del tuo respiro.

Io spezzerò un ramoscello senza fare alcun rumore.

Nasconderò il mio corpo tra le fronde

e quietamente contemplerò la remota regione di vita

dove non potrò andare mai,

fino all’ora offuscata in cui

tu strofini il globo della tua vetusta lampada,

fino a che alcuni movimenti si arrestano

nell’oscurità nebbiosa,

ed il vento stanco cessa il suo breve riposo.

 

 

N.B. Se fate ricerche sul poeta, tenete conto che il suo nome viene trascritto in caratteri latini in vari modi: Gi Hyeong-do, Kee Hyong-do, Ki Hyung-do, ecc.

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