(“The Promise”, di Jane Hirshfield, poeta contemporanea. Trad. Maria G. Di Rienzo.)
Restate, ho detto
ai fiori recisi.
Hanno chinato le loro teste
ancora più in basso.
Resta, ho detto al ragno,
che è fuggito.
Resta, foglia.
E’ arrossita,
imbarazzata per me e per se stessa.
Resta, ho detto al mio corpo.
Si è seduto come fa un cane,
obbediente per un momento,
e si è messo subito a tremare.
Resta, alla terra
dei prati della valle fluviale,
delle scarpate fossili
di calcare ed arenaria.
Mi ha restituito lo sguardo
con espressione mutevole, in silenzio.
Restate, ho detto ai miei amori.
E ognuno ha risposto:
sempre.