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lucy gavaghan

La settimana scorsa, questa ragazza di 14 anni ha raccolto la prima clamorosa vittoria della sua campagna per un trattamento degli animali meno crudele: il gigante dei supermercati Tesco sta smettendo di vendere uova di galline tenute in gabbia. Nel 2012 l’Unione Europea ha bandito questa pratica, ma l’industria aggira il divieto allargando leggermente le gabbie (che contengono 90 animali in contemporanea e offrono quindi a ciascuno di loro lo spazio di un foglio A4…).

Il nome della ragazza è Lucy Gavaghan, vive nei pressi di Sheffield in Gran Bretagna, e ha dato inizio alla campagna perché “gli animali sono esseri senzienti e non meritano trattamenti crudeli. Ho scritto ai supermercati per un bel po’ di tempo prima di iniziare la petizione su Change.org. Avevo scritto anche ad alcuni politici, senza avere risposte. La petizione, alla fine, ha raccolto 280.000 firme. Ho provato vari metodi per entrare in contatto con Tesco, fra cui una campagna di invio lettere per cui ne hanno ricevute 750. Quando hanno accettato di incontrarmi, lo scorso maggio, non ho avuto davvero la sensazione che intendessero cambiare qualcosa. E poi ho ricevuto questa chiamata, mercoledì scorso mentre ero a scuola, in cui mi dicevano che avrebbero annunciato l’intenzione di cessare completamente la vendita di uova provenienti da allevamenti intensivi entro il 2025.”

I supermercati Tesco, che vendono complessivamente un miliardo e 400 milioni di uova all’anno, hanno assicurato di star conducendo una meticolosa revisione delle proprie strategie al proposito e di essere impegnati a una transizione del 100% a uova da allevamenti a terra, organici eccetera.

Lucy, che ha sulle spalle una testa fina, dice di essere deliziata dalle notizie ma che la sua priorità ora è assicurare il mantenimento delle promesse: “Hanno stabilito un tempo davvero lungo per realizzarle, ma posso capire che sia necessario a causa della natura della catena di fornitura, ci vorrà un po’ per generare il responso di cui hanno bisogno dagli agricoltori. Io tenterò di lavorare con loro affinché questo accada al più presto possibile: l’hanno detto, quindi tutti gli attivisti, me stessa compresa, si impegneranno per farlo succedere. E ora che Tesco ha deciso di cambiare, questa è tutto fuorché una fine. I miei prossimi bersagli sono Morrisons e Asda i due, dei grandi quattro supermercati, che continuano a vendere uova provenienti dalle gabbie.”

La seconda petizione di Lucy per questi due supermercati è appena stata lanciata e ha già raccolto 137.000 firme. Le direzioni di Morrisons e Asda, contattate dai giornali, hanno risposto rispettivamente di star “rivendendo la fornitura di uova” e di “essere impegnati a creare una catena di fornitura sostenibile che offra ai clienti scelte e trasparenza sul cibo”.

Le due galline che Lucy ha in braccio, nella foto, fanno parte di un “gregge” di loro simili salvate dalle gabbie che vivono con lei: “Non sono macchine sforna-uova, non sono oggetti inanimati, sono animali, sono creature. Non penso che la mia campagna terminerà presto. Continuerò a far pressione affinché gli standard del benessere per gli animali che forniscono cibo si alzi. Vorrei vedere le gabbie completamente fuorilegge in futuro.” Maria G. Di Rienzo

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