Margaret – ma tutti la conoscono come “Maggie” – Aderin-Pocock è nata il 9 marzo 1968 da genitori nigeriani in Gran Bretagna (il suo nome nigeriano, Ebunolowa, significa “dono divino”) e colà vive con il marito e la figlioletta Lauren nata nel 2010. Maggie è dislessica e durante la sua infanzia ha cambiato 13 scuole. Ciò non le ha impedito di laurearsi in fisica e in ingegneria meccanica, di diventare astronoma e ricercatrice universitaria e divulgatrice scientifica, di inventare una serie di strumenti per l’esplorazione dello spazio e di condurre, dal 2014, un programma televisivo della BBC che si chiama “Il cielo di notte”.
Un’altra delle sue “missioni” è ispirare le giovani generazioni a intraprendere carriere scientifiche: sino a ora ha parlato nelle scuole a circa 25.000 bambine/i, buttando all’aria un bel po’ di miti su genere e carriera. A interessarsi dello spazio cosmico ha cominciato precocemente: quando, da piccolina, vedeva un programma di pupazzi animati in televisione, “The Clangers” (nell’immagine).
I Clangers sono topolini alieni che vivono su e all’interno di un piccolo pianeta somigliante alla Luna, parlano in fischi e mangiano zuppa verde e budino a strisce blu: la serie originale andò in onda dal 1969 al 1974, ma nel 2015 una nuova serie è stata realizzata – e ha vinto anche qualche premio. Maggie ha dato una mano a quest’ultima produzione: “Ho filmato qualche scena con loro. A un certo punto alzavano lo sguardo verso di me e dicevano Ciao, Maggie! nei loro fischi sottili e mi è venuto da piangere, perché la bimba di tre anni dentro di me era così felice di averli finalmente incontrati!”
Una volta Maggie ebbe a dire che andrà in pensione su Marte, ma neppure da vecchietta intende riposare: “Non mi ci vedo a star seduta senza far niente. Andrei in giro per Marte a indagare sulle cose. Cercherei di scoprire cosa è successo al pianeta, perché in passato aveva un’atmosfera densa e un bel po’ di acqua corrente.”
E lo studio dello spazio che fa dalla Terra, a che serve? “Molti dei detector nello spazio stanno guardando le stelle, ma ci sono migliaia di satelliti che si occupano della Terra e hanno usi molteplici. Ho lavorato sui satelliti per l’Agenzia Spaziale Europea affinché misurino la fotosintesi di enormi masse di piante. I satelliti possono anche misurare la composizione del suolo e dire se manca di determinati minerali, possono coordinare i soccorsi durante i disastri naturali, possono monitorare i movimenti di truppe e prevenire crimini di guerra, hanno possibilità illimitate.”
Eeeeh le donne moderne che vogliono invadere i campi maschili… starnazza a questo punto qualche papero lettore: è il periodo degli amori, per i paperi, ed è facile che il testosterone gli stia “battendo in testa”. Comunque, è quel che dicevano all’astronoma cinese Wang Zhenyi, nata nel 1768.
In un periodo in cui un’eclissi era ancora vista dalla maggior parte delle persone come manifestazione dell’ira degli dei, Zhenyi scrisse un libro in cui diceva pianamente, spiegandolo con calcoli considerati assai accurati per il suo tempo: “In effetti, signori, la causa è la Luna” (ne scrisse una quarantina, di libri, su vari argomenti scientifici). Era anche una brillante matematica, versata in geografia e medicina e, come Maggie, aveva il pallino della divulgatrice. I suoi contributi al sapere scientifico sono riconosciuti ancora oggi, tanto che nel 1994 l’Unione Astronomica Internazionale ha dato il suo nome a un cratere di Venere.
Wang Zhenyi era anche una poeta. Ai versi, e alle lettere, affidava i suoi concetti sulla relazione fra donne, uomini e scienza:
E’ un fatto accertato
che le donne sono eguali agli uomini;
non siete ancora convinti
che le figlie sanno essere eroiche?
E ancora: “Quando si parla di apprendimento e scienza, la gente non pensa alle donne. Dicono che le donne devono solo cucinare e cucire e non dovrebbero scrivere articoli per la pubblicazione, studiare storia, comporre versi o fare calligrafia. Ma uomini e donne sono entrambi esseri umani, che hanno le stesse ragioni per studiare.” Suo marito la pensava come lei e Wang Zhenyi ebbe un matrimonio assai felice.
Eeeeh ma questa donna era un’eccezione… e poi nel 1700/1800 possiamo già dire che è una donna moderna e sta invadendo un campo maschile… “quaqueggia” ancora l’oco lettore. Però abbiamo un problema: la prima poeta (nota) della storia umana, Enheduanna – 2285/2250 BCE – alta sacerdotessa del dio lunare Nanna nella città-stato sumera di Ur e quindi anche una delle prime astronome (le sacerdotesse stabilivano eventi, semine e raccolti, festività, guerra e pace studiando i cieli), quando moderna e “invadente” era? Maria G. Di Rienzo
(Enheduanna è la seconda da sinistra)