“In questa che è la più lunga notte dell’anno, prima che luce sconfigga l’oscurità, siedi al buio e pensa alla sua importanza. Benedici i funghi che crescono nell’oscurità e il caprifoglio che rilascia il suo delizioso profumo nella notte. Sii grata per l’oscurità che ci culla al sonno, l’oscurità di cui gli animali hanno bisogno per andare in letargo.
Ringrazia per i luoghi oscuri che danno rifugio: la ricca terra in cui i semi germinano, le caverne che hanno ospitato i nostri antichi antenati (e dove alcuni dei nostri dei del sole sono nati), le cantine che ci proteggono dai tornado, i grembi materni che ci forniscono il nostro primo nutrimento. Riconosci l’oscurità della sofferenza, che può rendere più profondo il nostro apprezzamento della vita e fortificare i legami che abbiamo gli uni con gli altri.”
(Patricia Montley: “In Nature’s Honor: Myths and Rituals Celebrating the Earth, Ed. Skinner House, 2005)
21 dicembre prossimo, Solstizio d’Inverno. Questo momento corrisponde a un cambio di pelle e al rinnovamento: fra le tre figure della Dea, è il tempo della Vecchia o comunque della fase anziana della vita in cui passi la saggezza che hai acquisito ad altre persone.
E’ il momento in cui, aspettando la nostra rinascita e la rinascita di ogni cosa in primavera, ci aggrappiamo ai nostri sogni e alle nostre speranze affinché ci guidino attraverso l’oscurità invernale.
Io ho poco sia dei primi sia delle seconde, attualmente. E’ stato (ed è ancora) un anno terribilmente faticoso per me.
Tuttavia, sono grata. Sono grata a tutte le “Vecchie” che mi hanno preceduta e che mi hanno insegnato con la parola, l’azione, l’esempio. Molte di loro hanno illuminato il mondo non solo per me. Sono grata perché ho ancora voglia di celebrare il Solstizio. Sono grata perché non ho perso il senso dell’umorismo quando rifletto su me stessa e sull’universo. Perciò vi lascio con i consueti auguri e un monito (arcinoto, da Games of Thrones – anche se la serie non mi piace e non la vedo):
L’INVERNO STA ARRIVANDO
Maria G. Di Rienzo