(immagine da Il Corriere della Sera, 7 ottobre 2019)
(“Precedents 20:17” di Freesia McKee, poeta e saggista contemporanea statunitense, in immagine sotto. Trad. Maria G. Di Rienzo.)
Perché avevo fame e voi mi avete dato un test antidroga. Avevo sete e voi avete avvelenato la mia acqua.
Ero una straniera e mi avete scacciata. Avevo bisogno di vestiti e mi avete assalita sessualmente.
Ero malata e la vostra azienda mi ha negato copertura. Ero in prigione e sono diventata qualcosa d’altro per voi, la mia libertà trasformata nel vostro lavoro gratuito.
Come rispondono i giusti? “Una fame comune, una sete comune, un bisogno comune?” Quando abbiamo iniziato a vedervi come una minaccia? Quando abbiamo iniziato a credere che non avremmo mai dovuto pagare?
Quando vi abbiamo visti malati e in prigione? Chi lavora gratis? Quando abbiamo deciso che la nostra gioia più grande era far strabordare il nostro piatto?
Il Re risponderà: “Qualsiasi cosa abbiate ignorato quest’anno, lo avete fatto per me.”