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(tratto da: “The stranded babies of Kyiv and the women who give birth for money”, un lungo e dettagliato servizio di Oksana Grytsenko per The Guardian, 15 giugno 2020, trad. Maria G. Di Rienzo. Ndt: Kyiv è la capitale dell’Ucraina che siamo soliti chiamare Kiev, con la sua pronuncia russa.)

hotel venice

(Neonati partoriti da madri surrogate ucraine all’Hotel Venice a Kyiv. Particolare di una foto di Sergei Supinsky/AFP.)

Alcuni stanno piangendo nelle loro culle; altri sono cullati o nutriti con il biberon dalle bambinaie. Questi neonati non sono nella nursery di un reparto maternità: stanno in fila fianco a fianco in due grandi sale da ricevimento di un albergo dall’improbabile nome “Hotel Venezia” situato alla periferia di Kyiv e protetto da mura esterne e filo spinato.

Sono bambini di coppie straniere nati da madri surrogate ucraine nel Centro per la riproduzione umana della BioTexCom che ha base a Kyiv ed è la più grande clinica di questo tipo al mondo. Sono arenati nell’albergo perché i loro genitori biologici non sono stati in grado di viaggiare fuori o dentro l’Ucraina da quando, in marzo, i confini sono stati chiusi a causa della pandemia Covid-19. (…)

La BioTexCom ha rilasciato materiale video dall’hotel a metà maggio per sottolineare il doloroso dilemma dei genitori e per fare pressione affinché la chiusura dei confini sia mitigata. La situazione critica dei neonati ha fatto scalpore in tutto il mondo ma, a distanza di un mese, circa 50 bambini restano nell’albergo e la saga sta gettando una dura luce sull’etica e sulle dimensioni della crescente industria commerciale delle gravidanze in Ucraina.

Mykola Kuleba, il difensore civico dei bambini per l’Ucraina, dice ora che riformare il sistema da lui descritto come una violazione dei diritti dei minori non è stato sufficiente e che i servizi di maternità surrogata per le coppie straniere in Ucraina dovrebbero essere banditi.

Tuttavia, in un’economia impoverita, dove lo stipendio medio è di trecento sterline al mese e la guerra con la Russia e i suoi sostenitori continua, molte donne indigenti – in special modo nelle piccole città e nelle zone rurali – si stanno ancora mettendo in fila per restare incinte per denaro, anche se stanno pagando, come gli attivisti credono, un alto prezzo psicologico e in termini di salute.

A Vinnytsia, una città a sudovest di Kyiv, Liudmyla sta ancora aspettando il saldo della sua parcella per aver partorito una bimba a febbraio per conto di una coppia tedesca. Manda regolarmente messaggi all’agenzia (non la BioTexCom) che, sostiene, le deve 6.000 euro: “Continuano a rispondermi che non possono mandarmi l’intera somma a causa del lockdown.”

Sebbene Liudmyla, 39enne, abbia ricevuto il trasferimento di embrione a Kyiv e abbia passato la maggior parte della sua gravidanza a Vinnytsia, l’agenzia le ha chiesto di partorire in Polonia, di modo che la neonata fosse registrata là. Il personale ospedaliero non sapeva che Liudmyla era una madre surrogata, perché la maternità surrogata è bandita in Polonia, come nella maggioranza degli stati europei.

“Non volevo darla via, piangevo.”, ricorda Liudmyla. Dice che dopo essersi presa cura di lei per due giorni nel reparto maternità, lasciarla andare è stato uno strazio. Commessa e madre single, Liudmyla ha faticato per anni per trovare una casa per se stessa e i suoi tre figli che fosse migliore della singola stanza in cui vivevano in un ostello. Perciò nel 2017 andò a una clinica per la maternità surrogata e con il denaro ricevuto fu in grado di accendere un mutuo per un appartamento. Anche se finì in terapia intensiva a causa delle complicazioni relative alla gravidanza, Liudmyla decise di avere un secondo bambino surrogato per poter pagare la maggior parte del mutuo.

Non esistono statistiche ufficiali, ma si stima che diverse migliaia di bambini nascano ogni anno in Ucraina da madri surrogate. L’80% di questi bambini sono per coppie straniere, le quali scelgono l’Ucraina perché il procedimento è legale e a buon mercato.

Il prezzo di un pacchetto per la maternità surrogata in Ucraina parte da 25.000 sterline, con la madre surrogata che ne riceve minimo 10.000. Ai genitori promessi è generalmente richiesto di essere coppie eterosessuali sposate e di documentare la propria diagnosi di sterilità. Le cliniche e le agenzie mettono i loro annunci sui giornali, sui trasporti pubblici e sui social media.

Tetiana Shulzhynska, 38enne, scrive a questi ultimi tentando di persuadere le donne a stare distanti dalla maternità surrogata, poiché pensa che alcune di loro finiranno per pagarla con la propria salute o persino con le loro vite. “Nei contratti proteggono solo i bambini, non si curano di noi.”, dice seduta sul letto nella sua piccola casa di legno a Chernihiv, nel nord dell’Ucraina.

tetiana

(Tetiana Shulzhynska sfoglia i suoi referti medici nella sua casa di Chernihiv, nell’Ucraina del nord. Foto di Anastasia Vlasova.)

Shulzhynska, una madre di due figli che lavorava come autista di filobus, andò a una clinica per la maternità surrogata nel 2013, perché aveva disperato bisogno di ripagare un prestito bancario. Era così in bolletta che la clinica le mandò i soldi per pagarsi il biglietto fino a Kyiv.

Si accordò per restare incinta a beneficio di una coppia italiana e dopo due mesi si trovò ad avere quattro embrioni vivi in grembo. La famiglia biologica decise di tenerne solo uno e il resto fu rimosso chirurgicamente. Nel maggio 2014, Shulzhynska partorì una bimba che diede ai genitori. Ricevette un compenso di 9.000 euro.

Sette mesi più tardi andò all’ospedale con terribili dolori di stomaco. I medici le diagnosticarono il cancro cervicale. Le ci è voluto quasi un anno per raccogliere i soldi necessari all’intervento chirurgico. Shulzhynska sospetta che il cancro sia stato causato dalla sua maternità surrogata, anche se non ha prove. Di recente ha ordinato le stampelle perché i suoi medici hanno in programma di amputarle la gamba sinistra, ora affetta dal cancro che si propaga. Nel 2015, Shulzhynska ha denunciato la BioTexCom per i danni causati alla sua salute, il che ha dato avvio a indagini penali ancora in corso.

Yuriy Kovalchuk, un ex pubblico ministero il cui ufficio ha trattato una serie di indagini penali sulla

BioTexCom nel 2018 nel 2019, dice che almeno tre donne si presentarono alla polizia per aver subito la rimozione dell’utero subito dopo aver condotto gravidanze surrogate organizzate dalla compagnia commerciale. Racconta che altre indagini riguardavano accuse di frode e persino, nel 2016, di traffico di esseri umani dopo che una coppia italiana aveva scoperto nel 2011 che i bambini che si erano portati a casa non avevano con loro relazione genetica. Kovalchuk è stato rimosso dal suo incarico l’anno scorso e crede che ciò abbia avuto il risultato di arrestare le indagini sulla BioTexCom. In maggio ha scritto all’ufficio del difensore civico dettagliando le sue preoccupazioni sulla clinica.

All’ “Hotel Venezia” Albert Tochilovsky, il proprietario della BioTexCom, non nega che ci siano stati scambi negli embrioni durante le procedure attuate nel 2011 che hanno condotto all’indagine per traffico di esseri umani. Dà la colpa dell’errore alla mancanza di esperienza, giacché la clinica allora aveva solo un anno. “Non penso che solo noi si abbia commesso errori in questo campo. Se qualcuno cominciasse a controllare i DNA ci sarebbero un bel po’ di scandali.”

Tochilovsky sostiene che in almeno tre casi i genitori hanno rifiutato i bambini surrogati perché erano nati con problemi di salute. Il caso più noto è quello di Bridget, la figlia di una coppia americana che è nata nel 2016 e ora vive in un orfanotrofio a Zaporizhia, nell’Ucraina orientale. (…)

Le madri surrogate si stanno organizzando sui social media, dove condividono consigli e avvisi sulle agenzie. Svitlana Sokolova, ex madre surrogata e ora attivista dell’ong “Forza delle Madri”, che aiuta le madri surrogate, dice che ha cominciato a ricevere più lamentele su supposti maltrattamenti durante la quarantena per il Covid. Un gruppo di donne ha raccontato che il loro contratto le obbliga all’impianto di embrioni per un anno sino a che restano incinte. “Tramite questo contratto le donne diventano una sorta di proprietà privata.”, dice Sokolova.

Maryna Lehenka, avvocata de “La Strada – Ucraina”, dice che l’organizzazione di beneficenza riceve circa 100 chiamate l’anno da madri surrogate che lamentano lo stress di cui fanno esperienza dopo aver consegnato i bambini, o i problemi causati dagli ormoni che assumono per aumentare le probabilità di restare incinte. Lehenka menziona il caso di una donna che entrò in clandestinità in un villaggio, perché non voleva dar via il neonato surrogato.

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Due notizie in cronaca ieri 30 aprile:

– Revenge porn, denunciati amministratori di tre canali Telegram. Tra le vittime anche personaggi dello spettacolo.

– Abusa della figlia della compagna, arrestato 42enne a Catania. L’aveva già fatto con la figlia avuta dall’ex moglie.

La prima tratta dell’operazione della polizia postale “Drop the revenge”, che “(…) è riuscita a bloccare tre canali Telegram denigratori e violenti sin dal titolo: La Bibbia 5.0, Il Vangelo del Pelo e uno dei canali denominati Stupro tua sorella 2.0. L’applicazione di chat istantanea tra le più diffuse al mondo veniva utilizzata per vendicarsi di persone, prevalentemente donne, con temi a carattere sessuale. Basti pensare che il canale «madre» Stupro tua sorella 2.0, annoverava quasi 45 mila iscritti con un volume di circa 30 mila messaggi al giorno.

Migliaia le foto e i video di ragazze, anche minorenni, con pressanti istigazioni alla pedopornografia e al femminicidio. Il tutto corredato da commenti che incitavano all’aggressione fisica e alla violenza.

Gli account degli amministratori, un 35enne di Nuoro e un 17enne, sono stati sequestrati. Il diciassettenne, amministratore di Il Vangelo del Pelo, ha creato una sorta di mercatino di immagini private (anche di natura pedopornografica), grazie al quale è riuscito a guadagnare finora 5.000 euro. Le foto erano in vendita a 3 euro l’una, per i video la cifra era superiore.

C’è una terza persona indagata, un 29 enne bergamasco, che ha utilizzato quei gruppi per vendetta nei confronti della ex compagna, pubblicandone foto e video privati. Come detto, i tre sono stati denunciati. Rischiano da 1 a 6 anni di carcere e fino a 15 mila euro di multa. Ma l’indagine va avanti: sono in corso le identificazioni sia delle vittime, sia degli utenti. Chi, infatti, si è iscritto ai canali e ha pubblicato, ricevuto o diffuso foto private, rischia la stessa pena. I gruppi di Telegram, però, sono ancora accessibili.

Solo con una querela di parte di una vittima si può procedere per il reato di revenge porn, che punisce chi diffonde illecitamente immagini o video sessualmente espliciti a scopo di vendetta.”

La seconda vicenda riguarda una bambina che comincia a essere molestata dal compagno della propria madre a 9 anni:

L’uomo l’ha costretta a toccarlo nelle parti intime: «Così impari», le aveva detto per giustificare quel comportamento. Gli abusi sono andati avanti per anni, l’uomo la portava con sé in campagna con la scusa di raccogliere la frutta e ne abusava; la costringeva a vedere immagini del suo telefonino in cui c’erano rapporti sessuali della madre, con lui o con altri uomini; si faceva trovare nudo e la costringeva a toccarlo. (…) Un giorno però la vittima è riuscita a confidarsi con la figlia maggiore di quell’orco che, in lacrime, a sua volta ha confidato alla bambina di avere in passato subito dal padre le stesse turpi attenzioni. Dopo qualche tempo, è ancora la ricostruzione dei pm, la bambina è riuscita a parlarne con la propria madre e con l’anziana madre dell’uomo. Le due donne si sarebbero limitate a rimproverare l’uomo che, scusandosi, avrebbe promesso di non farlo più.

Ma l’incubo non è ancora finito perché la bambina a questo punto subisce da quell’uomo continue vessazioni che la convincono a trasferirsi in casa del padre naturale. Poi, è ancora la ricostruzione della procura, durante un incontro di famiglia quell’uomo ha nuovamente «abbracciato» la bambina che, a quel punto, decide di raccontare tutto alla nuova compagna del padre e alla nonna paterna, le quali vanno subito a denunciarlo, facendo partire l’inchiesta. (…) Il calvario della bambina ora sembra davvero finito. A 12 anni. Dopo tre anni di violenze e abusi.

L’articolo, come avrete notato, definisce “orco” l’uomo in questione e sembra ignorare che “Così impari” non è qualificabile come “giustificazione” – a meno che non siano largamente accettate a livello sociale un paio di cose: 1) Le persone di sesso femminile, qualsiasi sia la loro età, sono mero materiale da scopata; 2) Il loro ruolo al mondo è tentare di diventare il miglior materiale da scopata possibile e pertanto l’addestramento precoce è un vantaggio.

Il fatto che uno solo dei canali pornografici menzionati nella prima notizia annoverasse “quasi 45 mila iscritti con un volume di circa 30 mila messaggi al giorno” sembra dimostrare proprio questa vasta accettazione dei suddetti assunti: inoltre, toglie l’etichetta di “orco” dalle spalle dello stupratore di bambine della seconda notizia, perché se su un unico canale Telegram ci sono 45.000 persone che gli somigliano, be’, lui è del tutto “normale”.

Com’è diventato “normale” chiedetelo in primo luogo al clima culturale italiano, fatto per le donne e per le bambine di sessualizzazione coatta e altamente invasiva spacciata per “ricerca della bellezza” e ai media che sparano in un ciclo continuo influencer, modelle, tette-cosce-culi, consigli prescrittivi su come essere sexy-hot-da urlo eccetera. Poi potete chiederlo ai conniventi farabutti che si arrampicano sugli specchi per negare che tutto ciò abbia collegamento diretto con la violenza.

Maria G. Di Rienzo

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bellinzona

(reminder)

In soli due giorni, 16 e 17 febbraio 2020, la cronaca ha disegnato il prontuario della violenza di genere in Italia.

Uomini adulti picchiatori, stupratori e aggressori nei confronti di minori femmine e maschi:

Terrorizzato dal padre violento si rifugia a scuola

“A., rintanato in un angolo, aveva l’aspetto impaurito e sofferente.

Inizialmente è apparso reticente, ha solo pronunciato ripetutamente la stessa frase: “Non ce la faccio più”. Il quindicenne ha raccontato la condizione drammatica in cui viveva e di questo padre violento che ogni giorno picchiava lui e la madre.”

Ragazzina violentata nel vano caldaia della casa, indagini sul convivente della madre

“La ragazza sarebbe stata vittima dell’indagato da gennaio 2016 fino a settembre 2018, quando è divenuta maggiorenne. La reiterata e lunga catena di abusi sessuali ha ingenerato nella vittima un grave danno psicologico.”

Allenatore spinge e insulta l’arbitra di 16 anni

“Un match di calcio dilettantistico è terminato con un’aggressione all’arbitra, sabato pomeriggio, in Brianza, con la ragazza, una 16enne, che è stata strattonata e insultata dall’allenatore della squadra ospite e da un tifoso allontanatosi poi per l’intervento del padre di lei.”

Degno di nota l’atteggiamento dell’assalitore, che si ritiene una vittima: Il mio errore è stato solo quello di metterle una mano su un braccio: avrei dovuto parlarle con le mani dietro la schiena.”

Persecutori:

Diffonde sul web foto intime dell’ex compagna: arrestato

“Dopo la fine della relazione, l’uomo avrebbe perseguitato la vittima con migliaia di messaggi e telefonate, danneggiandole anche l’auto e portandola a cambiare lavoro. L’ultimo fatto è accaduto il 4 febbraio quando l’uomo, entrando in casa col pretesto di recuperare alcuni effetti personali, avrebbe percosso la vittima con un manico di scopa, nonostante la presenza dei figli minorenni.”

Assassini:

Accoltella a morte la madre e minaccia gli agenti a Bologna: fermato con lo spray urticante

“La donna, 86 anni, inizialmente ricoverata in ospedale con vari lividi e una ferita da arma da taglio all’addome, è deceduta durante la notte.”

Uccisa davanti alle figlie dall’ex compagno che aveva il divieto di avvicinamento per maltrattamenti

“L’ennesimo femminicidio si è consumato sabato in provincia di Sassari in un bar dove la vittima si era rifugiata per sfuggire alla violenza del suo assassino.”

Per fortuna, si fa per dire, quest’ultimo caso ci fornisce in nuce la spiegazione per se stesso e per tutti gli altri: “Tratto le donne come mi pare”.

Sono le precise parole dell’omicida:

“Mi interessano solo due cose: i soldi e le donne. I soldi so come procurarmeli. Le donne le preferisco dell’Est; loro non creano problemi e io le tratto come mi pare.”

A scanso di equivoci, tutti i perpetratori sono italiani. E’ consolante sottolineare che non affollano personalmente il pronto soccorso delle loro città: gli basta mandarci donne e minori.

Maria G. Di Rienzo

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(tratto da: “Heartbroken Spanish woman knits butterflies as call to stop domestic violence”, di Sophie Davies per Thomson Reuters Foundation, 23 dicembre 2019, trad. Maria G. Di Rienzo.)

mariposas

Una donna spagnola, le cui bambine sono state assassinate dal suo abusante ex marito, ha cominciato a lavorare a maglia farfalle viola per raccogliere sostegno all’azione contro la violenza domestica, con politici dal Primo Ministro in giù che indossano i suoi manufatti.

Le due figlie di Itziar Prats, Nerea e Martina di 6 e 2 anni, sono state uccise l’anno scorso dal loro padre, Ricardo Carrascosa, nella loro casa nei pressi di Valencia nella Spagna orientale. L’uomo si è poi gettato da una finestra ed è morto.

Prats, 43enne, racconta di aver presentato numerose volte denunce alla polizia e in tribunale sulle minacce di morte che l’ex marito rivolgeva alle bambine e sulla sua violenza, ma il suo caso fu classificato come “a basso rischio” e le sue proteste non sono state prese sul serio.

Esponendosi al pubblico con la sua storia e la campagna delle farfalle, Prats si è aggiunta a un crescente dibattito sui modi in cui la violenza di genere è trattata da polizia e magistratura in Spagna, ove già 55 donne sono state uccise quest’anno da partner o ex partner.

“Per me, la condivisione delle farfalle significa che (le mie figlie) sono ancora con me e che io posso aiutare altre persone che fronteggiano la violenza nelle loro vite quotidiane.”, ha detto Prats a Thomson Reuters Foundation.

Prats ha aggiunto che è decisa a dare maggior visibilità alla violenza di genere in Spagna, dove dal 2003 un totale di 1.033 donne sono state assassinate da compagni o ex compagni secondo gli ultimi dati forniti dal governo. Normalmente, Prats fa dalle 10 alle 15 farfalle al giorno e ne ha già regalate più di 3.000, anche ad alunni/e delle scuole durante visite formative.

Ha detto che vuole radunare consenso per l’azione, incluso il togliere ai partner violenti il diritto di far visita ai loro bambini sino a che non siano riabilitati e l’ottenere miglior aiuto per i minori che si trovano in situazioni di violenza domestica. Sta pure chiedendo un’indagine ufficiale su come le sue stesse figlie sono state trattate dal sistema giudiziario.

“Vorrei che i bambini fossero ascoltati e presi in considerazione e, soprattutto, protetti.”, ha detto.

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dito medio

“18 dicembre 2019 – Si addormenta in aereo, Matteo Salvini. E la passeggera al suo fianco si fa un selfie mentre alza il dito medio, evidentemente in segno di sfida nei confronti del leader leghista. Poi la ragazza posta la foto su Instagram. L’immagine, immediatamente, rimbalza su ogni tipo di social e l’ex ministro dell’Interno reagisce irritato. “Che bello viaggiare in compagnia di personcine educate! E poi magari vanno in piazza per combattere odio, violenza e maleducazione”, scrive su Facebook. Parole che sembrano riferite al messaggio lanciato nelle piazze dalle sardine. Salvini così scatena l’invettiva dei suoi follower (come era già successo in passato, quando aveva diffuso le immagini di ragazzine con striscioni polemici nei suoi confronti).”

I seguaci del Grande Personaggio, invece, sono personcine educatissime: nei loro sguaiati commenti è tutto un fiorir di “puttana”, “pompini”, “cesso” e dita da infilarsi nel didietro. La stessa sorte è toccata qualche giorno fa alla giovane di origini senegalesi che aveva osato pubblicare un video in cui criticava l’operato del signore in questione… che poi, solo per fare un esempio, è questo:

“Bloccando a bordo della nave Gregoretti della Guardia costiera italiana 131 migranti Matteo Salvini nella sua qualità di ministro dell’Interno, ha abusato dei suoi poteri”. E’ questa la motivazione con la quale il tribunale dei ministri di Catania chiede, per la seconda volta, al Senato di autorizzare il processo all’ex ministro dell’Interno contestandogli il reato di sequestro di persona. (…) In particolare – scrivono i giudici – il senatore Matteo Salvini, nella sua qualità di ministro, ha violato le convenzioni internazionali in materia di soccorso in mare e le correlate norme di attuazione nazionali non consentendo, senza giustificato motivo, al competente Dipartimento per le libertà civili e immigrazione di esitare tempestivamente la richiesta di Porto sicuro presentata formalmente dalla sala operativa del centro di ricerca e soccorso di Roma il 27 luglio. (…) Il tribunale dei ministri contesta a Salvini il reato aggravato perché commesso da un pubblico ufficiale e con l’abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate ma anche per essere stato commesso in danno di minori.”

Non so, come non sa l’ex ministro, se la ragazza della foto vada in piazza o meno e per cosa. Capisco invece perfettamente perché si è scattata quella fotografia.

Maria G. Di Rienzo

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“Io tua figlia la sbatto e la stupro quando voglio, tu non mi puoi fare niente perché sono minorenne, non mi puoi toccare, faccio quello che mi pare perché non sono punibile”.

Così, riporta la stampa in questi giorni, in quel di Perugia un ragazzino avrebbe risposto al padre della 13enne che molestava da tempo mediante “una pesantissima serie di apprezzamenti, inviti e ricostruzioni a sfondo sessuale”. Di sfuggita, vorrei far notare a giornalisti e non che gli “apprezzamenti” in genere non inducono disagio e malessere nella persona che li riceve ne’ riducono la stessa a tette-culo-cosce a cui fare questo e quello: perciò, smettete di chiamare le molestie sessuali “apprezzamenti”, grazie.

La vicenda finisce in cronaca perché il giovanissimo sedicente “stupratore in fieri” ha denunciato il padre della sua vittima per lesioni e minacce, l’uomo nega di averlo malmenato e parla di ritorsione da parte del ragazzo, ma questa è ormai materia per i tribunali e non più di mia competenza. I giornali non specificano l’età dello stalker, tuttavia se è stato in grado di presentare una querela personalmente deve avere almeno compiuto 14 anni (art. 120 del Codice Penale).

Di fianco a questa notizia si può leggerne un’altra che riguarda un ragazzino di Novellara (Reggio Emilia) ancora più giovane:

Aiuto, papà vuole uccidere mamma: 12enne chiama i carabinieri e fa arrestare il genitore. (…)

Le indagini hanno rivelato che l’uomo, dal 2013, sottoponeva a costanti vessazioni fisiche e morali la moglie 35enne, sistematicamente insultata, minacciata anche mostrandole un ascia, e picchiata con pugni, schiaffi e calci anche di notte per impedirle di prendere sonno (…) arrivando a costringerla con violenza e minaccia a subire atti sessuali completi persino davanti ai figli minori”. Papà, tra l’altro, sventolava l’ascia anche di fronte al dodicenne, tanto per fargli capire a cosa si va incontro quando un UOMO a tutte maiuscole è contrariato.

L’Italia, oltre ad avere un’immeritata fama di Paese in cui “guai a toccare i bambini”, ha firmato dozzine di convenzioni e protocolli internazionali riguardanti la tutela dei minori, ha istituito dal 2011 un’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza e nel luglio scorso financo una “Squadra speciale di giustizia per la protezione dei minori”. Sono convinta che la maggior parte delle persone che lavorano nell’ambito siano competenti in svariate discipline, sinceramente interessati al benessere dell’infanzia e svolgano il loro lavoro con coscienza: sono meno convinta che sappiano riconoscere il peso che stereotipi e discriminazioni di genere hanno nel creare e mantenere in essere la violenza.

Lo “stalkerino” di Perugia sembra avere in mente un quadro assai chiaro per cui le donne sono fatte per essere sbattute e stuprate. Non distingue la violenza dal sesso. Il fatto che gli assalti sessuali siano reati è solo una seccante convenzione sociale che comunque lui, per il momento, è in grado di ignorare bellamente. Non è unico e speciale in tale atteggiamento: una marea di suoi coetanei la pensa allo stesso modo ed esprime con larghezza sui social media convincimenti identici o similari. Questi sono comportamenti appresi, non inclinazioni naturali, e io non vedo nulla all’opera per contrastare le condizioni in cui essi si formano: cioè, non percepisco da parte delle istituzioni alcun tentativo per rompere con la visione patriarcale del rapporto tra i sessi – il quale, come è evidente nella vicenda del ragazzino di Novellara, fa malissimo alle femmine tutte ma non omette di ferire gravemente un bel numero di maschi.

Adesso immaginate i due adolescenti di fronte a una terza notizia in cronaca negli stessi giorni:

“21 ottobre 2019 – Coccaglio, Brescia: Prende a martellate moglie e figlia, patteggia e torna a vivere accanto a loro. (…) L’uomo ha patteggiato una condanna a quattro anni e sei mesi per tentato omicidio. In giornata lascerà anche il carcere per poter tornare ad abitare nella palazzina della famiglia. Non risiederà nella stesso appartamento di moglie e figlia, che potrà però liberamente incontrare, ma in un’abitazione al piano inferiore.” Il tentato omicidio risale alla scorsa estate.

Perugia: Se dopo averla sbattuta e stuprata tenti di ucciderla, non è una cosa grave. Puoi uscire dal carcere in un paio di mesi. Se la ammazzi sul serio magari qualcosa di più, 6 mesi, un anno? Se resta viva puoi persino continuare a stare con lei o molto vicino a lei… Pensa a come si cagherà addosso, la stronza. E’ ovvio, le donne sono fatte per nostro uso e consumo, non dobbiamo loro alcun rispetto, sono meno che umane.

Novellara: Ma allora a cosa serve chiamare la polizia, chiedere giustizia o risarcimento? Che valore hanno il dolore di mia madre, il mio, quello dei miei fratellini? A mio padre sarà permesso tornare a casa, mi imporranno di incontrarlo, lo imporranno alla mamma? Sembra che le donne siano fatte a uso e consumo degli uomini, non si dà loro alcun rispetto, sono meno che umane.

Maria G. Di Rienzo

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Si alzi il cielo.

Dobbiamo volare sopra la terra, sopra il mare.

Il destino si rivela e se moriamo, si ergono le anime.

Dio, per favore non cogliermi, fino alla vittoria.

(“Till Victory” – Patti Smith)

Nella mia rassegna stampa (internazionale) oggi è spuntato di nuovo questo filo rosso: pornografia / abusi e stupri di bambine.

In Malesia un dodicenne aveva preso l’abitudine di assorbire un po’ di video pornografici su internet e poi mettere in pratica quel vedeva su una bimba di quattro anni, a cui sua madre faceva da babysitter: l’ha stuprata tre volte prima che se ne accorgessero, nonostante la bambina si lamentasse del dolore ai genitali.

In Gran Bretagna, un 48enne similmente aficionado dei video pornografici online deriva da essi l’idea di una “sfida”: filmare segretamente ragazzine (minorenni) sotto la doccia e farla franca. Diciamo che ha raggiunto questo nuovo traguardo per la virilità parzialmente, visto che l’hanno beccato con un bel po’ di filmati sul cellulare.

Insomma, non c’è dubbio che la pornografia sia divertente, innocua e sano svago per tutti: basta con il perbenismo! Avete idea di che danni fa all’industria del sesso? (Sì, purtroppo nessuno.)

E poi c’è l’Italia: “Roma, militare accusato di abusi sulla figlia di 9 anni in caserma: in macchina conservava le mutandine da bambina”. Non solo, aveva in auto anche due dvd molto particolari: un cartone animato dai contenuti pedopornografici, “Il parco delle sevizie”, e un filmato dal titolo “Violenza paterna”.

La figlia di costui – maresciallo 38enne dell’esercito – ha oggi 14 anni ed è ospite di una casa famiglia assieme ai due fratelli. I bambini sono infatti stati allontanati anni fa dai genitori, entrambi militari, perché non accuditi e testimoni di continua violenza. Adesso, la ragazzina ha raccontato il resto e il processo a carico di suo padre è in corso. Come da copione, l’uomo la accusa di raccontare balle: “Sono solo fantasie, ritorsioni di mia figlia perché la sgridavo”.

Ma il tizio che vorrei scuotere come uno shaker (in maniera pacifica e nonviolenta, ovviamente), nella speranza che le sue sinapsi tornino a funzionare, è lo psicologo della struttura in cui la fanciulla si trova.

“Prima di raccontare il dramma vissuto la bambina viveva di camuffamenti. – ha detto costui – Sosteneva che non voleva stare dal padre perché in caserma la lasciava troppe ore davanti alla tv. Perché si annoiava. In quel periodo, essendo all’oscuro di tutto, l’ho anche spronata ad avvicinarsi al padre, per ricucire il rapporto.”

La ragazzina non ce l’ha comunque fatta a DIRE. Spesso, lo psicologo dovrebbe saperlo, per le vittime va così. Ha dovuto usare disegni e lettere per spiegare la situazione. Perché l’uomo che le ha fatto del male, un male la cui cicatrice resterà comunque con lei per sempre, è quello di cui si fidava di più, quello che amava di più, quello a cui doveva la vita. Perché quando da bambina subisci abusi da parte dei tuoi genitori ti senti in torto, sbagliata e cattiva. Taci sia per non sbandierare la tua colpevolezza e vergognarti ancora di più, sia perché se osi aprire solo di un millimetro la bocca al proposito sei a rischio di ritorsioni e immediatamente etichettata come bugiarda.

Adesso che non è più “all’oscuro di tutto”, all’esimio specialista è sorto qualche dubbio sul suo operato? Immagina come si è sentita la sua paziente mentre lui la “spronava” ad accettare un uomo violento, a “riavvicinarsi” al suo carnefice? Era preoccupato che la ragazzina urtasse i delicati sentimenti paterni di un genitore incapace e pericoloso a cui era già stata sottratta?

Prima di raccontare il dramma vissuto la bambina viveva di camuffamenti – Id est, raccontava menzogne, giusto? Dopotutto una femmina è difficile da prendere sul serio, sin dalla più tenera età.

Ma vedete, è strano. Se dici “mio padre mi ha fatto questo” sei una fantasiosa stronzetta che al massimo cerca di vendicarsi per la giusta disciplina imposta dal farabutto con potestà genitoriale, non ti ascolta nessuno e niente niente è colpa di tua madre che ti ha fatto venire la PAS (ciò è a discrezione di psicologi – giudici serenamente ignoranti, visto che dal punto di vista scientifico la cosiddetta “sindrome” in questione ha credibilità ZERO). Se dici “non voglio vederlo perché… mi annoio” – e, ripetiamo, sei stata tutelata con l’allontanamento da tale individuo – inganni immediatamente il terapeuta maschio che ti ascolta: sei sempre una stronzetta, intendiamoci, ma solo superficiale e bisognosa di incoraggiamento a ricucire rapporti.

Poiché ho subito da bambina questo stesso trattamento, e sono passati molti molti anni, il vederlo ancora all’opera è per me insopportabile. E’ il momento in cui mi chiedo se tutto quel che è stato fatto, in decenni di attivismo femminista, per cancellare questa infamia è stato inutile. Mi chiedo persino se io stessa sono inutile. E’ come tentare di risalire un abisso aggrappandosi a una corda fatta di filo spinato. FA MALE. Ma non è stato inutile, non lo è tuttora, e io non mollo la presa, non mollo, scordatevelo. Fino alla vittoria.

Maria G. Di Rienzo

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4 luglio 2019, Catania – “Abusa della figlia disabile mentale: la moglie lo scopre e lo denuncia, arrestato”.

Da quattro anni stuprava la figlia, oggi 24enne. La moglie (pure affetta da disabilità, simile a quella della figlia) lo ha sorpreso in bagno mentre abusava della giovane.

Il Ministro della Mascolinità Italica, durante i festeggiamenti per l’Indipendenza americana, scatta selfie e scherza sulla sua passione per gli hamburger, poi la notizia lo raggiunge, disturba il suo appetito e lo costringe a commentare: “Una fiaba pessima, horror, surreale. Non ho parole. Cosa bisogna fare per scopare in Italia? Mi vergogno che questo povero uomo italiano, sessantenne, sia stato costretto a rivolgersi alla figlia disabile per il suo legittimo diritto al sesso! Quando le mogli se ne fregano e si lasciano andare e non si riaprono i bordelli questo succede!”

4 luglio 2019, Garlasco (Pavia) – “Getta la compagna dal balcone: donna salvata dai carabinieri che l’afferrano al volo”.

L’uomo ha precedenti per violenza domestica. Gettatosi a sua volta dalla finestra al primo piano – e riportando con ciò la frattura delle gambe – una volta individuato dai carabinieri li ha colpiti con un bastone e delle pietre ferendone tre.

Il Ministro del Sessismo di Stato, durante i festeggiamenti per l’Indipendenza americana, scatta selfie e scherza sulla sua passione per la Coca-Cola, poi la notizia lo raggiunge, il drink gli va di traverso ed è costretto a commentare:

“Una fiaba pessima, horror, surreale. Non ho parole. Cosa bisogna fare per liberarsi di una donna rompicazzo in Italia? Mi vergogno che i carabinieri non siano potuti andare a prelevarla prima, ma comunque il suo volo ha messo a rischio la vita di militari che fanno il loro lavoro. Certo, anche il tizio ha sbagliato, ha aggredito i carabinieri, ma mi dicono che è italiano quindi dev’essere comunista.”

4 luglio 2019, Giugliano (Napoli) – “Maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale, arrestato il marito recidivo”.

Un uomo responsabile di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale, con il divieto di avvicinamento all’ex moglie e sottoposto agli arresti domiciliari, tenta per l’ennesima volta di introdursi in casa di costei.

Il Ministro della Difesa della Razza, durante i festeggiamenti per l’Indipendenza americana, scatta selfie e scherza sulla sua passione per il baseball, poi la notizia lo raggiunge, la mazza che impugnava gli cade dolorosamente su un piede, con il gomito urta sul tavolo la bottiglia di olio di ricino che si versa a terra, tira un paio di “porchi” off the record e poi commenta:

“Una fiaba pessima, horror, surreale. Non ho parole. Ma come è finita la famiglia in Italia per colpa della Boldrini? Mi vergogno che una moglie tenga la porta chiusa in faccia al marito italiano. Da dove viene questa delinquente? Se è italiana come minimo è comunista. Sono arrabbiato e indignato a nome dei militari italiani che ogni giorno rischiano la vita e meritano rispetto, non devono andare a fare i fabbri per far contenti i piddioti e le cornute.”

4 luglio 2019, Roma – “Foto hot da minorenni, poi le ricatta: 18enne condannato a un anno e quattro mesi”.

Riporto il titolo com’è, anche se trattandosi di minorenni non sono “foto hot” ma pedopornografia. Il farabutto che prima posava da “fidanzato” e poi ricattava le ragazzine con frasi di questo tipo: “O ti mostri tutta nuda e ti accarezzi oppure farò circolare le tue foto in intimo su internet”, “Sarai disonorata sui social” ecc., è definito dall’articolista “uno studente con il pallino del sesso”. E che sarà mai, uno non può più avere un hobby, adesso?

Il Ministro della Giustizia Sommaria, durante i festeggiamenti per l’Indipendenza americana, scatta selfie e scherza sulla sua passione per le grigliate del 4 luglio, poi la notizia lo raggiunge, si scotta con una costata di manzo, infila la mano bruciante nella sangria cercando di non farsi notare e commenta:

“Una fiaba pessima, horror, surreale. Non ho parole. Sono indignato e schifato. Mandiamo in galera un ragazzo italiano che si diverte un po’ perché le sgualdrinelle hanno 3-4 anni meno di lui? Anche a me le donne piacciono più giovani (l’ultima per età potrebbe essere mia figlia) e scollate. Questa è una sentenza politica emessa da qualcuno pagato dalle femminaziste e ci dice quanto è urgente la riforma della giustizia. E la faremo, amici! Prima però devo andare a sentire cosa ne pensa l’amico Putin. Bacioni.”

Maria G. Di Rienzo

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Non è parodia, non è satira, non è uno scherzo: “Europee, ritorna il gioco social Vinci Salvini“. Lo stakanovista per sagre e comizi elettorali spiega in un video che “Fa più punti chi mette più velocemente “mi piace” ai miei post su Facebook e, da quest’anno, anche su Twitter e Instagram. Cosa si vince? Ogni giorno la tua foto diffusa sui miei canali social a sei milioni di amici, una telefonata con me e, ogni settimana, un caffè di persona”.

Gli articoli relativi hanno sottolineato il rischio per la privacy, poiché in questo modo si raccolgono i dati personali di chi partecipa (nome, cognome, sesso, indirizzo di posta elettronica, Stato – Comune – Provincia di residenza, account Facebook, Instagram e Twitter…), esplicitamente per l’elaborazione di “statistiche per promuovere lo sviluppo e le attività del movimento”. Ho letto anche che i “6 milioni di amici” sarebbero stimati per circa il 50% come fake (account fasulli, bot, ecc.), ma non sono in grado di verificare questo dato.

A me sono apparsi fasulli pure i quattro personaggi che nel video posavano da belle statuine attorno a quello che sembrava un televenditore di pentole ma – in effetti – era il Ministro dell’Interno della Repubblica Italiana. Le competenze del dicastero in questione, per non dettagliare troppo, sono il garantire costituzione e funzionamento degli organi elettivi locali; la tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico; il coordinamento delle forze di polizia; la tutela dei diritti civili: Costituzione, art. 3 – Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Tutela in questo contesto significa “difesa” e “protezione”. Nei giorni in cui è lanciato il “gioco social” del sig. Ministro, la camorra impazza sparando per le strade di Napoli, operai muoiono sul lavoro come mosche, i femicidi si susseguono a ritmo orribilmente regolare (più di tre donne uccise a settimana, dati Eurostat 2019), l’abuso di bambine e ragazze raggiunge la cronaca con allarmante frequenza (9/10 maggio: Adescava ragazzine su Facebook: bidello condannato a due anni; Nonno orco stupra la nipote 16enne: «Ti è piaciuto?»; Conosce una 12enne su Facebook e la costringe a filmarsi nuda; Reggio Calabria, abusi sessuali e bullismo su ragazzine: sei ragazzi finiscono in comunità; Violenta minore, arrestato medico; ecc. ecc.) e i naufragi di migranti fanno sì notizia ma per non più di cinque minuti, tanto la prossima tragedia è prevista per dopodomani.

“Vedi, è solo intrattenimento

Un episodio superficiale mentre la vita continua a rivelarsi.

Solo intrattenimento

controllato e copiato, loro hanno piantato il seme

che germoglia nella tua visione del mondo.”

Only Entertainment, Bad Religion, 1992

https://www.youtube.com/watch?v=TSd3509D7PY

Tutto quel che il Ministro dell’Interno fa nei giorni suddetti, video compreso, è:

1. CAMPAGNA ELETTORALE – spesso con frasi roboanti sparate a vuoto, sia perché poi non può concretizzare le “promesse” in esse espresse, sia perché appaiono come fondate su una realtà (e una lingua italiana) alternativa, tipo quella che prevede la chiusura degli “spacci di droga”: “La droga fa male, se bisogna legalizzare o liberalizzare qualcosa, parliamo invece della prostituzione, visto che far l’amore fa bene sempre e farlo in maniera protetta e controllata medicalmente e sanitariamente.”

La supposta pericolosità della marijuana come “porta d’ingresso” ad altri stupefacenti è stata ripetutamente smentita da numerosi seri studi scientifici al proposito. La “cannabis light” attualmente commercializzata tramite la legge 242/2016 ha un contenuto di principio attivo (Thc – tetraidrocannabinolo) inferiore allo 0,6%: per l’effetto psicotropo (sballo) ce ne vuole tra il 5 e l’8% – e la discussione sulla “droga” è chiusa.

Punto secondo. Prostituirsi in Italia non è vietato dalla legge: è illecito agevolare o favorire la prostituzione o indurre alla prostituzione altre persone. Pagare una prostituta, inoltre, non è “amore”, ne’ per costei ne’ per chi la compra: usare e sfruttare non sono sinonimi di amare. Uno zio Nane qualsiasi al bar, dopo la sesta grappa, “normalmente” diffonde la propria becera ignoranza in questo modo, ma proveniente da un Ministro dell’Interno tale comportamento è inaccettabile.

2. PARATA DI ATTEGGIAMENTI AGGRESSIVI – che oltre agli ululati pieni di eleganza contro oppositori e contestatori, hanno previsto l’uso delle forze dell’ordine come personale milizia del Ministro. In generale posso capire e simpatizzare con chi si sente offeso da questo paragone perché consapevole del proprio (spesso ingrato, malpagato e poco considerato) ruolo lavorativo e istituzionale, ma sono i vostri colleghi che sequestrano cellulari o rimuovono striscioni – in assenza totale di mandati e condizioni di pericolo o emergenza – a uno schiocco di dita del sig. Salvini a essere in torto.

3. ANNUNCI DI NUOVI “GIRI DI VITE” (Decreto Sicurezza bis) – Le nuove norme proposte hanno queste finalità:

– dare al Ministero dell’Interno carta bianca in materia di sbarchi, ovvero le competenze sul transito nelle acque italiane ora in carico al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti;

– punire le navi di soccorritori che operano salvataggi di profughi e migranti (multe di 3.500 / 5.500 euro per ogni straniero trasportato, revoca della licenza per imbarcazioni battenti bandiera italiana, ecc.);

– punire chi osa manifestare in piazze e strade il proprio dissenso (a questo splendido governo e al suo luminoso futuro) trasformando in reati da sanzioni pesanti quelle che attualmente sono rubricate come contravvenzioni. La resistenza a pubblico ufficiale, in queste nuove norme, se attuata durante una dimostrazione diventa automaticamente “aggravata”; proteggersi da una carica tramite “l’utilizzo di scudi o altri oggetti di protezione passiva” è vietato.

Il resto sono fumogeni (quelli che, come da punto precedente, non dovete assolutamente usare voi durante i cortei li usa il “Decreto Sicurezza bis”): 800 persone assunte per anno per smaltire i procedimenti di esecuzione delle sentenze definitive – stanziamento 25 milioni di euro; poliziotti stranieri in incognito “con riferimento alle attività di contrasto del delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” – stanziamento 3 milioni di euro…

Vi sentite meglio, più sicuri, tutelati, difesi da questo incredibile miscuglio di buffonate e minacce?

E se non è così, perché non parlate?

“Sonmi 451: Se fossi restata invisibile, la verità sarebbe rimasta nascosta. Non potevo permettere questo.

Archivista: E se nessuno credesse a questa verità?

Sonmi 451: Qualcuno ci crede già.”

Cloud Atlas, 2012

Maria G. Di Rienzo

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Per una scrittrice / uno scrittore di fantascienza creare universi è il pane quotidiano. Cercando di rispondere alle domande “cosa succederebbe se” o “cosa sarebbe successo se” puoi descrivere realtà parallele e dimensioni alternative e svilupparle in ogni possibile direzione.

Personalmente faccio questo ogni giorno, che le mie riflessioni finiscano per prendere la forma di una pagina scritta oppure no: ma sono sempre consapevole di vivere nella realtà e non in uno dei miei mondi fantastici. Quando non sei più in grado di distinguere fra le tue fantasie e i dati di fatto non sei meravigliosamente creativo, stai manifestando un disagio psicologico o una vera e propria malattia mentale.

In questi ultimi casi, il dovere morale della comunità che ti circonda è cercare di ancorarti di nuovo alla realtà prima che tu faccia del male a te stesso o agli altri: se tu pensi di avere le ali e noi non le vediamo, non possiamo comunque permetterti di andar giù in picchiata dal tetto di un grattacielo per provare la tua tesi; se tu credi che le persone con i capelli rossi siano tutte figlie di Satana e debbano essere sterminate noi non possiamo permetterti di tenere in mano un fucile a lunga gittata.

Il concetto è chiaro? Bene. Quel che io trovo sconvolgente della società attuale è come abbia perso gran parte del senso comune che serve a tenerci insieme in relativa salute (mentale, fisica e relazionale) come comunità umana.

Quando il papa in pensione, invece di godersi la primavera in giardino leggendo buoni libri e grattando di tanto in tanto la testolina del suo gatto, se ne esce con la teoria strampalata che ascrive al movimento del 1968 lo sdoganamento della pedofilia e spiega con ciò l’esistenza di sacerdoti pedofili nella chiesa cattolica, una società sana non dovrebbe fornire a questi vaneggiamenti alcuna validazione – il contrario di quanto oggi fanno gran parte della stampa italiana e degli opinionisti correlati.

Le violenze sessuali su minori da parte di preti cattolici hanno tristemente secoli di storia negli ordini religiosi, nei seminari, negli orfanotrofi, nei monasteri ecc.: è teoricamente possibile, anche se assai improbabile, che Ratzinger non lo sappia, ma noi sì e almeno per rispetto verso le vittime non dovremmo assecondare ne’ la sua ignoranza ne’, se del caso, la sua confusione o la sua malizia.

Allo stesso modo dovremmo comportarci con un altro che sembra vivere in un – distopico – universo alternativo e cioè il senatore leghista Pillon.

https://lunanuvola.wordpress.com/2019/04/09/un-paragone-insostenibile/

Costui è stato condannato ieri per diffamazione: “dovrà versare 30.000 euro per la sua campagna omofoba” contro l’associazione Omphalus e l’attivista Monni come condizione per la sospensione della pena, mentre il risarcimento del danno sarà stabilito in sede civile. A commento della sentenza, Pillon dichiara di voler ricorrere in appello e non trova di meglio che posare da martire: “Difendere le famiglie dall’indottrinamento costa caro”.

Tutti i giornalisti riportano – ma nessuno fa il suo mestiere ponendo domande:

Quale indottrinamento, signor senatore? I programmi scolastici non li fa l’Arcigay.

Durante il processo lei aveva dichiarato di aver fatto della mera “sferzante ironia”, adesso è diventata una “difesa delle famiglie”?

Di cosa sta parlando, esattamente, senatore? A quale titolo lei sarebbe difensore delle famiglie e di che famiglie si tratta? Chi le starebbe indottrinando, su cosa e perché?

Ha pensato di cambiare pusher? (questa è la domanda di Zonker Harris per il giornalino del college, saltatela pure) (1)

Illusione: forte convincimento che non cambia nonostante l’evidenza si opponga a esso e che potrebbe segnalare un episodio psicotico. Per esempio, un individuo può credere che qualcuno stia rubando i suoi pensieri, di essere sorvegliato o pedinato, di essere dio o che la malvagia lobby omosessuale finanziata dai poteri forti stia indottrinando le famiglie… ma il fatto che lo creda non rende il suo convincimento reale e, ripeto, noi abbiamo il dovere di dirglielo.

Maria G. Di Rienzo

(1) Personaggio del fumetto Doonesbury di Garry Trudeau, qui sotto in immagine.

zonker

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