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Millecinquecento templi attivi, oltre 100 milioni di devoti sparsi fra Cina, Taiwan, Vietnam e zone limitrofe. Decine di migliaia di persone compiono ogni anno il pellegrinaggio al suo tempio più antico, ed il giorno della sua nascita si tengono celebrazioni in tutte le regioni costiere asiatiche. Probabilmente, si tratta della dea più venerata oggi.

In genere è conosciuta come Mazu (o Matsu: “madre ancestrale”), ma in circa un millennio ha guadagnato una lunghissima serie di nomi e titoli. Sì, perché Mazu dea lo è diventata. In origine era Lin Moniang, una ragazza nata sulla piccola isola di Meizhou, di fronte alla costa sudest della Cina, nel 960 d.C.

Si tratta di uno dei rari casi in cui le vicende relative ad una divinità (miti e leggende) non giungono a noi tramite il lavoro degli antropologi, degli archeologi, dei poeti e dei teologi, ma tramite documenti ufficiali, editti governativi, scritture taoiste e diari di bordo di navi mercantili o da pesca. Mazu, infatti, è per i suoi fedeli la Dea del Mare, colei che calma le tempeste. E quella che segue è la sua storia.

La famiglia Lin, una famiglia di pescatori, aveva già 6 figli quando la futura dea venne al mondo, ma solo uno di essi era femmina. La madre pregò la dea della misericordia, Kuan Yin, di avere un’altra bambina, e fu esaudita. La piccola fu chiamata dapprima Niang. Era una creatura stranamente quieta, sebbene fosse sveglia e sana, e durante il suo primo mese di vita non pianse mai. Perciò i suoi genitori la soprannominarono “Mo” (silenziosa) e da allora il suo nome fu Lin Moniang (all’uso asiatico, il cognome di una persona viene prima).

I genitori si accorsero presto che Moniang era dotata di un’intelligenza profonda e precoce e di quella che viene chiamata “memoria eidetica”, e cioè fotografica. Dall’età di quattro anni cominciò anche a manifestare segni del possesso di una “seconda vista”, la capacità di sentire o sapere ciò che stava accadendo a grande distanza. A dieci cominciò a studiare il buddismo e la medicina tradizionale cinese, a quindici era già tenuta in grandissima stima come guaritrice: una guaritrice che non si limitava a trattare le infermità, ma insegnava come prevenirle ed evitarle. In questo periodo cominciò a far uso della sua “seconda vista” per proteggere i pescatori: prevedeva il buono ed il cattivo tempo, ed era in grado di indicare se era sicuro uscire per mare; stava sulla costa, vestita di rosso vivo per essere scorta anche a grande distanza, e guidava le barche in porto. Era, ovviamente, un’eccellente nuotatrice anche se questa era un’abilità che aveva appreso solo da adolescente. Marinai cinesi, giapponesi, tailandesi, malesi, vietnamiti – e persino americani ed europei – attualmente pregano ancora Mazu prima di prendere il largo, e la ringraziano quando tornano sani e salvi. Le leggende che si narrano sulle sue apparizioni mirate al soccorso dei marinai (vestita di rosso all’orizzonte, vestita di luce sul ponte della nave, a cavallo di una nuvola) sono innumerevoli.

Ma la principale riguarda ciò che avvenne quando era ancora Lin Moniang e i suoi fratelli e suo padre erano in mare. La ragazza stava tessendo quando entrò in trance e “vide” gli eventi che avrebbero portato i suoi parenti in una tomba d’acqua. La sua mente si trasportò al loro fianco e li soccorse, ma non riuscì a salvarli tutti (alcune leggende dicono che fu il padre a morire, altre un fratello o più fratelli) perché sua madre, vedendola accasciata sul telaio e credendola malata la svegliò.

Se osservate le raffigurazioni di Mazu, la noterete spesso in compagnia dei due cosiddetti “generali” (che sembrano però più due demoni), Chien Li Yen – Occhi che vedono a grande distanza, dotato di due corna, e Shung Feng Erh – Orecchie che odono il vento, dotato di un corno. Una versione vuole che si tratti effettivamente di due esseri soprannaturali soggiogati dalla dea, un’altra dice che erano due guerrieri di grande fama, pretendenti di Lin Moniang in due diversi momenti. In quest’ultima versione la ragazza, che non aveva nessuna intenzione di sposarsi e che non lo fece mai nonostante l’immensa pressione sociale, li sfidò entrambi in combattimento: sarebbe diventata la moglie di chi l’avesse sconfitta, ma se il suo avversario avesse perso avrebbe dovuto servirla per il resto della sua vita. Poiché gli studi di Moniang al tempio buddista includevano le arti marziali… e poiché sarebbe diventata una dea… potete immaginare come entrambi gli scontri andarono a finire. Da allora, i due generali le furono amici fidati.

La morte di Lin Moniang avvenne all’età di 28 anni, ed il mito narra che fu lei stessa a sceglierla. Un giorno, Moniang disse semplicemente alla sua famiglia che per lei era venuto il momento di andarsene, e che doveva andarsene da sola. Vicini e parenti la videro salire una montagna nei pressi della sua casa. In cima, fu avvolta da nebbie splendenti e canti e trasportata in cielo. Dietro di sé, lasciò un meraviglioso arcobaleno (nella tradizione cinese l’arcobaleno indica la presenza del drago, simbolo di grande benedizione e buona fortuna).

Subito dopo la sua scomparsa, Lin Moniang fu elevata al rango di divinità buddista dal governo cinese. Durante il millennio che seguì, corti imperiali di differenti dinastie innalzarono il suo status attribuendole sempre nuovi onori e titoli (22 “promozioni” totali, compresa quella che la rende Imperatrice del Cielo).

Pure, se abbiamo qualcosa da imparare dalla sciamana Lin Moniang, che poi divenne la dea Mazu, credo sia il grande amore che ha riversato sulle persone intorno a sé: guarendole, proteggendole, vegliando su di loro.

Maria G. Di Rienzo

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