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Posts Tagged ‘malattia’

Miao

cutie

Questo grazioso micetto desidera informarvi che la gattara è un po’ malandata e presumibilmente non scriverà qui per il resto del mese. Non è preoccupato, perché sa che le tipe come lei sono talmente ostinate che si aggiustano anche quando hanno contro il destino e gli dei e un’otite che le fa vibrare le orecchie neanche fosse Dumbo.

Inoltre, ha fatto scorta di snack per felini: tutto va bene sul fronte peloso.

MG DR

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La differenza fra la stupidaggine fobica e/o complottista di turno e la segnalazione a chi la spara di star sbagliando tutto, freccia e bersaglio, sta nel fatto che la prima è rapida (Maledetti, hanno creato l’epidemia per venderci il vaccino!) e la seconda richiede tempo: spieghi le definizioni, correggi gli svarioni linguistici, citi i dati e gli studi e le testimonianze, ribadisci che la matematica non è un’opinione e… non serve a un beato nulla. Innanzitutto era troppo stancante leggere tutta la tua pappardella, in secondo luogo chi ti paga, dulcis in fundo “è il concetto che conta”.

Due concetti che in questo periodo sembrano contare moltissimo per chi ha in mano i media del mainstream, sono l’inutilità e la pericolosità degli anziani e il miserabile futuro di chi non è ne’ anziano ne’ positivo al Covid-19, ne’ in terapia intensiva: la quarantena lo farà ingrassare. E perdio, se quest’ultima non è una tragedia che fa scomparire 23.660 morti come se fossero fumo, non so quale altra lo sia.

A un occhio non allenato possono sfuggire le differenze fra gli articoli composti dalla redazione o dai freelance e quelli che un giornale pubblica a pagamento, ma il mio li coglie subito: i titoli sono perentori ed eclatanti, le immagini sono create a tavolino, i contenuti vanno dal disinformato al falso, passando per l’idiota puro e semplice. I risultati di tale commistione sono spesso esilaranti e infurianti al tempo stesso.

Un paio di settimane or sono, giusto sotto un pezzo che invitava gli anziani a stare a casa, c’era lo spot: la foto di due arzilli vecchietti in tenuta sportiva su sfondo verdeggiante e il titolo “Due settimane di inattività per gli anziani aprono le porte al diabete”. Non è vero, ma questo è il meno: l’anziano/a che si interessa di tutt’altro o non ha la possibilità di approfondire, che messaggio riceve? E se come me ha ambo i tendini d’Achille lesionati e quattro ernie, si infila una tuta e va a ruzzolare rovinosamente in strada (provate voi a correre con due gambe che non sono in grado di farlo), dove magari un vigile zelante lo rimprovera perché gli anziani devono stare a casa e lo multa perché non ha rispettato le distanze o nella fretta si era scordato i guanti?

E a proposito di vecchi superflui, noiosi, rognosi e costosi per la collettività, cari quotidiani, perché tanti articoli, retrospettive, omaggi per Luis Sepùlveda? (Sono ironica, a scanso di equivoci.) Aveva 70 anni, cribbio, non l’aveva tirata abbastanza in lungo? Come, lui era un grande scrittore e perciò si fa eccezione? Ma Giacomino era uno splendido narratore e campione di bocce ed ex tornitore, Fabiola aveva i suoi quaderni di pensieri e poesie, era un’ex partigiana e ha continuato a lavorare nei campi sino alla fine… Quel che voglio dire è che NESSUNA vita può essere presa alla leggera, che nessun essere umano è inutile o “in esubero”, che dietro un nome e due date (nascita-morte) ci sono relazioni, vicende, azioni che hanno contribuito a creare il mondo in cui viviamo. Rispetto. Per tutti/e.

Qualche giorno fa, un articolo ci riporta le dichiarazioni di Sandra Zampa, che secondo il sito del Ministero è “il sottosegretario di Stato alla Salute nel secondo Governo Conte”. Per non offenderla, quindi, non userò il più corretto “la sottosegretaria”: sarebbe roba da femministe isteriche (l’importanza della sessuazione nel linguaggio l’abbiamo già spiegata in circa tremila per un ventennio, ma quel che nella maggior parte dei casi ci torna indietro è una spaventosa ignoranza volontaria). Di seguito un brano del testo in questione:

“Il problema della ‘Fase 2’ riguarda gli anziani ma anche “tante fasce vulnerabili: diabete, ipertensione, immunodepressione, obesità sono cause di mortalità associate al Covid-19. Questo non significa che pensiamo di segregare tutte queste persone in casa a tempo indeterminato”. (…)

Ad un piano dedicato agli anziani “sta lavorando il professor Bernabei, che è un geriatra eccezionale. Non ci saranno delle prescrizioni ad hoc, ma un’attenzione speciale. Incrociando i dati delle cronicità, si può pensare che i medici di base debbano avere doveri particolari, tipo una telefonata a settimana per vedere come va. E poi magari una App che misuri pressione e glicemia. Contiamo poi sul bonus vacanze a cui sta lavorando il ministro Franceschini: speriamo che gli anziani quest’estate possano fare qualche giorno di vacanza in più, non in meno”, ha spiegato Sandra Zampa.”

Schiaffateci dentro il grasso e tutto andrà bene: dopo anni di terrorismo mediatico, di disinformazione, di ossessione per la “bellezza” da BMI e di inflazione dei “nutrizionisti” (purtroppo molti sono intelligenti e capaci quanto Panzironi), basta agitare metaforicamente una bilancia sotto gli occhi di una persona per mandarla in panico. Ma il fatto è che del coronavirus attuale sappiamo queste poche cose: è assai resistente, efficace in modo diabolico nella propria diffusione e parte dei guariti si riammalano. Non abbiamo studi affidabili sulle correlazioni del virus con le “vulnerabilità” dei singoli individui (è troppo presto) e non abbiamo un vaccino.

Comunque. Ve la ricordate la donna anziana – credo centenaria – fra le prime a sconfiggere la malattia? Era diabetica. E dove sono le bare extralarge per tutti gli “obesi” falciati dall’epidemia? La relazione causa-effetto con il diabete o il grasso corporeo NON è provata da nessuna evidenza scientifica: buttare questa roba in pasto al grande pubblico non è cosa che membri del governo possano permettersi, non stiamo giocando alla “prova costume per la nonna”.

Io sono un’autodidatta con la passione per la conoscenza, affamata di letture di ogni tipo, fan della logica elementare e vado possibilmente a verificare ogni singola notizia che leggo. Ho già segnalato qui tonnellate di studi, ricerche e analisi e non lo farò di nuovo. In fin dei conti, ci si può fidare o no di quel che dico e per me non cambia assolutamente nulla (e neppure per chi legge).

Il caso è diverso per il sottosegretario del Ministero della Salute, per di più durante una pandemia. Io non sono un’esperta, dite? Neppure lei lo è: la laurea in “Storia della Chiesa” non prepara esattamente a trattare temi medici. Potete scommettere quel che volete che al proposito io mi sono sciroppata ben più mattoni scientifici (e in inglese).

Infine, Sandra Zampa ha tre anni più di me e le “prescrizioni speciali” dovrebbero arrivarle prima; il mio tipo di corpo non mi rende parte di nessuna “fascia vulnerabile” ne’ è di nocumento a terzi; non ho il cellulare (sapete dove possono mettersi la App) e in ogni caso mi rifiuto di essere monitorata dallo stato come se fossi una lebbrosa; non vado in vacanza perché non posso permettermelo; nel momento in cui sarà sicuro farlo, osservando tutte le precauzioni del caso, io uscirò di casa quando mi pare e mi piace.

E quando morirò, spero che la mia lapide sia questa:

tyber katz

Sotto ci voglio scritto: Non, je ne regrette rien.

Maria G. Di Rienzo

Update del 27 aprile, just in case:

Paolo, di mestiere, gira i social femministi e decide cosa va bene e cosa no. Cerca video femministi su YouTube e fa la stessa cosa. Spiega alle donne cosa vuol dire essere donne. Spiega alle femministe cosa è femminista e cosa no. Fa del vero e proprio gaslighting (forma di violenza psicologica il cui intento è far dubitare una persona delle sue stesse memoria e percezione) sulle storie di vita narrate da donne – che NON conosce – in prima persona: “Questo è vero, questo no”. Gli sembra normale, capite. A volte qualcuna lo manda a quel paese e Paolo urla: “Ah, è questo il femminismo? Che schifo! Censura!” E’ incomprensibile, nevvero, non cadere fulminate dal superiore intelletto di Paolo, l’Onnisciente.

E’ passato parecchio tempo da quando ho detto a Paolo che non mi interessava ricevere le sue opinioni via mail – e commentare qui non può. Tuttavia, si accanisce fedelmente su qualunque mio post sia condiviso da altri. Non li legge, ovvio. Perché se leggesse davvero non farebbe le sue sprezzanti domande idiote: Di Rienzo è medico? Perché, Paolo sì? E se fosse medico, direbbe per antonomasia tutta la verità e nient’altro che la verità, immune da errori, pregiudizi, preferenze? Bastasse essere medici per questo, dovremmo iscriverci tutte/i all’università domani.

Comunque, Di Rienzo ha studiato e studia ricerche mediche, svolte principalmente (ma non solo) all’estero. Molte le ha riportate qui con tanto di link (e non si rimette a farlo ora, tanto Paolo non ha tempo, deve cazziare la prossima femminista che non gli obbedisce). Ne ha derivato che la scienza non ha le certezze granitiche dell’Onnisciente e che ciò è un bene, perché altrimenti oggi staremmo curando il Covid-19 con le sanguisughe. Perciò NO. La scienza non dice tutte le cazzate immani sparate dai media sul grasso e sul diabete e su ogni non conformità a un ideale del menga basato su un modello matematico. Paolo può continuare a crederci. Parecchi MEDICI e SCIENZIATI hanno opinioni diverse dalle sue – che sono quelle di Di Rienzo: perciò sgasati un po’, pallone gonfiato.

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Soavi compagne/i di viaggio, da cinque giorni sto combattendo contro il solito battaglione di streptococchi maligni e la mia gamba destra sembra essere stata investita da un’esplosione nucleare. Ho fatto del mio meglio per mantenere il ritmo di pubblicazione, ma adesso sono stanchissima e devo mollare per un po’.

Vi lascio con una perla di giornalismo però, così potete mettervi le mani nei capelli anche voi:

La Repubblica, 13 agosto 2017: “Torino: litiga con la compagna, parte un colpo e si uccide convinto di averla ammazzata – Ferisce la compagna alla testa che voleva lasciarlo e poi si uccide davanti agli agenti della squadra volante della polizia…”

Messa così, la frase seguente dovrebbe essere qualcosa del tipo: “Il collo e la milza della donna volevano invece restare con lui.”

A presto, MG

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Duellando

Mi dispiace, la maledetta banda degli streptococchi invasori ha rialzato la testa e per cacciarli dalla cittadella-me stessa devo lasciar fare il mio corpo, riposare e abbandonarvi per qualche giorno.

cadi 7 volte rialzati 8

Ma non preoccupatevi, il proverbio (in immagine) dice: “Cadi sette volte e rialzati otto”. E’ quel che farò. M.G.

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Certificato di malattia

malata

Mi sono ammalata! Ci risentiamo quando la mia febbre cala. Love, M.G.

No, non posso lavorare al blog lo stesso, altrimenti poi mi tocca fare un post di questo tipo:

lo avevo detto

Ve l’avevo detto che ero ammalata. Bastardi!”

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Non cadrò

(“I’m Not Falling”, di Shira Erlichman, trad. Maria G. Di Rienzo. Shira, di origine israeliana, vive negli Usa ed è poeta, musicista e pittrice. Per anni ha sofferto di “disturbo bipolare”, è stata inondata di ogni tipo di medicinali e ha subito la stigmatizzazione relativa alle malattie mentali: “Lo stigma crea un clima di silenzio, vergogna e morte. E quando dico morte intendo proprio morte. Le persone soffrono da sole sino a che non riescono più a sopportarlo e si spezzano. Lo stigma perpetua un ciclo di sofferenza privata e di rischio. (…) Io mi ritengo solo fortunata per essere arrivata sin qui, e sognare il futuro mi sembra realmente un lusso. Non considero la mia salute mentale solo mia. La mia salute e la mia gioia e la mia lotta sono interconnesse alla più vasta comunità. La mia guarigione appartiene a tutti coloro che amo.”)

shira

Quando ho detto la cosa più spaventosa che riuscivo a pensare di condividere.

Quando mi hai chiesto di farlo. Quando non ho potuto risolvere il tuo

sangue. Quando mi sono seduta accanto al tuo letto mentre le infermiere ti nutrivano

di acqua al neon. Quando abbiamo fatto l’amore appena tornate a casa.

Quando ho cominciato a piangere nel bel mezzo della cosa perché

ora ti comprendevo come il silenzio. Quando ho ascoltato

bene e con attenzione. Quando tu me l’hai detto. Quando abbiamo sopportato

il momento. Quando ho comprato un bagel (1) con crema al formaggio vegetale

per meno di tre dollari mentre tu parlavi

nel sonno. Quando ci siamo riappacificate. Quando ho desiderato ogni cosa,

due volte. Quando geniale. Quando questa non è una canzone triste in cui io vivo.

Quando è un posto orribilmente luminoso. Quando tu meritavi il meglio

ma avesti invece la rottura di una ciste, ce la facevi a stento con l’affitto e

tuo padre ti deludeva. Quando non avevo idea di cosa dire

e tu lo sapevi perciò mi copristi la bocca. Quando il letto

era l’intera giornata. Quando mia madre si innamorò di te.

Quando il fuoco non ci seppellì. Quando ti ho portato il pranzo.

Quando hai pagato il taxi. Quando hai annuito, ti sei tolta

le scarpe e sei rimasta. Quando hai fatto ridere

l’acqua del bagno. Quando mi hai bisbigliato nell’orecchio, mi hai morso la clavicola

e hai vinto. Quando tutto aveva il peso dell’amore, troppo amore per essere

messo giù. Quando sedevo presso il tuo letto mentre infermiera dopo infermiera mancavano

e mancavano e mancavano le tue vene. Quando la Dottoressa entrò

per risolvere la battaglia, disse “le altre erano troppo gentili” e lo conficcò dentro,

centro del bersaglio. Quando ricordi che volevo ucciderla

e l’ho ringraziata? Quando neppure io amore. Quando non pioveva mai.

Quando la vita pesava su tutto, troppo tutto per essere sollevato.

Quando quell’uomo dal cappello marrone non ci guardava mai, disgustato,

scuoteva la testa mentre noi camminavamo a braccetto. Quando ho pagato

per il taxi e ho dimenticato che eri in debito con me perché stavo contando

i tuoi riccioli. Quando, in special modo, ti sei addormentata

senza finire la frase che stavi dicendo:

Non cadrò”.

(1) panino di origine ebraica-polacca.peace globe di shira

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