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Posts Tagged ‘magia’

(brano tratto da: “Waking up to our power: witchcraft gets political”, di Aamna Mohdin per The Guardian, 8 novembre 2019, trad. e adattamento Maria G. Di Rienzo. L’immagine di Grace Gottardello è di Christian Sinibaldi. L’evento a cui si fa riferimento nell’articolo, il “Witchfest – Festa della Strega”, tenutosi il 9 novembre nel quartiere di Croydon a Londra, ha offerto una corposa e molto interessante serie di seminari, conferenze, spettacoli, ecc. Il gruppo che lo organizza, Children of Artemis, ritiene si tratti attualmente del più grande festival di questo tipo al mondo.)

grace

L’evento arriva nel mentre le streghe emergono dai ripostigli delle scope in tutto il Regno Unito per occupare l’immaginazione popolare. In aggiunta alla nuova versione di prodotti “cult” televisivi, come “Sabrina, la Strega Adolescente” (rifatto come “Le spaventose avventure di Sabrina” da Netflix) e “Charmed”, ci sono streghe che realizzano podcast e condividono consigli con l’hashtag #witchesofinstagram, che vanta oltre tre milioni di post. E così tanti libri sono stati scritti che Publishers Weekly ha dichiarato una “stagione della strega”. (…)

Christina Oakley Harrington, proprietaria della libreria Treadwell a Londra specializzata in occultismo, dice: “La gente che si interessa di stregoneria non è quella più insicura e ansiosa, il loro desiderio di apprendere la magia è molto legato alla sensazione che il mondo abbia un disperato bisogno di cambiamento.” Per queste attiviste, ha aggiunto Harrington, l’identità di strega è un “mantello che dà potere”, che dà loro energia e forza per prendere posizione. (…)

Grace Gottardello, che si descrive come “strega comunitaria”, dice che per la gente di colore la stregoneria ha avuto il significato di riconnessione alle proprie radici ancestrali e alla costruzione di comunità, così come il significato di reclamare potere.

Gottardello, che si è trasferita nel Regno Unito quando aveva 18 anni, paragona un po’ la sua infanzia nell’Italia del nord a quella di “Sabrina, la Strega Adolescente”. Ha appreso erboristeria, cerimonie per la luna nuova e lettura dei Tarocchi dalle sue zie. Ma mettendo da parte questi rituali familiari, Gottardello descrive il suo crescere in un villaggio da donna nera largamente come un’esperienza di isolamento e sofferenza. La piccola città era incredibilmente razzista, ha detto, e la parola “strega” non doveva neppure essere pronunciata a voce alta.

E’ stato solo quando ha vissuto nel Regno Unito che è stata in grado di costruire una comunità e di ricollegarsi a se stessa. “Stavo recuperando la mia identità, la mia connessione alle tradizioni di mia madre e il mio essere nera. La stregoneria è molto di più che mettersi alla prova con i Tarocchi o i meme astrologici. Non fraintendetemi, i meme mi piacciono, ma la stregoneria è anche un attrezzo comunitario con cui proteggiamo noi stessi.”

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Magici portali

(“Tula [“Books are door-shaped”]” – Tula: i libri sono fatti a forma di porta, di Margarita (Margaret) Engle, in immagine. Poeta, giornalista, romanziera, Margarita è nata nel 1951 da madre cubana e padre statunitense. E’ autrice di molti libri per bambine/i, compreso quello di cui ho parlato qui: https://lunanuvola.wordpress.com/2015/09/02/il-tamburo-nella-luna/ )

margarita

I libri sono fatti a forma di porta

portali

che mi trasportano

attraverso oceani

e secoli,

aiutandomi a sentirmi

meno sola.

Ma mia madre crede

che le ragazze che leggono troppo

siano poco femminili

e brutte,

per cui i libri di mio padre sono chiusi

in una vetrinetta trasparente. Io fisso

allettanti copertine

e titoli misteriosi,

ma raramente mi è permesso

di toccare

l’incanto

delle parole.

Poesie.

Storie.

Opere teatrali.

Tutte sono proibite.

Le ragazze non dovrebbero pensare,

ma non appena la mia mente appassionata

comincia a correre, liberi pensieri

entrano in fretta

a rimpiazzare

quelli intrappolati.

Immagino tempi distanti

e luoghi lontani.

Fantasmi.

Vampiri.

Antichi guerrieri.

La fantasia si muove all’interno

l’ingarbugliato labirinto

di una solitaria confusione.

In segreto, apro

un invisibile libro nella mia mente

e passo

attraverso la sua magica forma di porta

in un universo

di pericolosi cattivi personaggi

e eroi mozzafiato.

Molti degli eroi sono uomini

e ragazzi, ma alcune sono ragazze

così alte

forti

e intelligenti

che salvano altri bambini

dai mostri.

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(brano tratto da: “Fathers Should Teach Their Daughters to Be Heroes” di Sambridhi, attivista femminista nepalese, per World Pulse, 12 luglio 2017. Trad. Maria G. Di Rienzo.)

padre e figlia sulla spiaggia

Un padre femminista è qualsiasi padre che dica a sua figlia, sin da tenera età, che lei può fare qualsiasi cosa. Un padre femminista è qualcuno che rinforza sua figlia passo dopo passo e le insegna a parlare per se stessa. Un padre femminista ama le sue figlie e riconosce l’importanza di crescerle in modo che non accettino stronzate da nessuno. Un padre femminista può non essere sempre presente per dar man forte alla figlia, ma si è assicurato che sua figlia sapesse come essere la super-eroina di se stessa. Lui non mette i figli maschi davanti alle figlie. Crede e pratica semplicemente l’eguaglianza. (…)

Abbiamo bisogno di più padri che non limitino le loro figlie, che le incoraggino ad assumere rischi e a imparare dai propri errori. I padri in tutto il mondo dovrebbero ricordare alle figlie che il loro genere non è inteso a tenerle indietro. I padri dovrebbero insegnare alle loro giovani figlie a sognare di essere differenti: non solo principesse, ma guerriere, avventuriere, viaggiatrici, intellettuali e eroine. Le figlie possono essere eroine che lottano per quel che è giusto, eroine che salvano il mondo.

Se sei il padre di una bambina, dille che credi in lei e nei suoi grandi poteri, dille che credi lei possa diventare qualsiasi cosa. Se lo fai, il mondo vedrà di certo molta più magia.

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“Effetto farfalla”: immagino che se non conoscete il significato di questa terminologia ne abbiate almeno sentito parlare. Senza scomodare in dettaglio precursori e sistematizzatori del concetto (da Fichte a Lorenz, passando per Alan Turing e Ray Bradbury) il suo senso è questo: tutto ciò che esiste è interconnesso a tal punto che persino la più minuscola delle azioni in un luogo qualsiasi può avere un effetto immenso da qualche altra parte.

maschera farfalla

A guisa di metafora, ciò è particolarmente vero per i circoli di donne o per gli spazi misti e non in cui le donne condividono le loro esperienze. La testimonianza dell’una risuona con il vissuto dell’altra, le parole che Tizia dice sono quelle che Caia cercava, il modo in cui lei ha attraversato e risolto una determinata difficoltà potrebbe essere esportato nella situazione che io vivo… e così via.

La visione che si spezza, durante questi incontri, è quella che iscrive mondo e natura nella cornice di una macchina soggetta a dominio e controllo. Le donne, equiparate dal patriarcato alla “natura” nella forma di risorse da sfruttare (inferiori a una vera umanità e incapaci di raggiungerla), costruiscono in tal modo prospettive diverse e multidimensionali che rompono il paradigma dell’oppressione e indicano nuove strade.

Volete provare? Magari per celebrare in modo significativo il Solstizio d’Estate? Potreste partecipare a “LA MAGIA DELLA PAROLA: PAROLE E AZIONI PER IL BENESSERE DI SÉ E DEL MONDO”, in quel di Bassano in Teverina (Viterbo) : “Le parole dette e ascoltate influenzano le nostre vite, sino a orientare credenze e atteggiamenti. La magia della parola agisce con l’accettazione, la diffusione la ripetizione delle stesse parole dette e ridette in ambiti diversi. La vita delle donne e degli uomini è influenzata sin dalla nascita dalle parole che ascoltiamo, e poi che diciamo. L’ascolto, l’intreccio tra le diverse culture e i modi di vivere, il riconoscersi nelle parole delle altre e degli altri, tra identità e differenza sono il primo passo per ascoltare anche il senso delle nostre parole, e dar loro intento e significato. Sabato e domenica 24/25 giugno 2017 – festeggiando il Solstizio – fermiamoci nella luce ad ascoltare, riconoscere e esprimere le nostre parole per un mondo migliore.”

Chiedete ulteriori informazioni all’Autrice dal cui testo ho tratto questo brano, Nicoletta Crocella: l’indirizzo del suo blog “Ragionandoci” è qui a destra, nella colonna delle Amiche.

Siete troppo distanti, in questo momento vi sentite timide o non state benissimo, siete impegnate in quei due giorni? Ok, non vi lascio a piedi. Guardate un attimo questo disegno.

sun spiral

Siete in grado di riprodurlo incidendolo sul terreno, disegnandolo su grandi fogli di carta, usando sassolini – gessetti – foglie e fiori – mattoncini delle costruzioni della vostra bambina o bambino? Se non volete uscire di casa, potete assemblarlo sul tavolo della cucina.

Percorretelo, a piedi se l’avete creato all’esterno, con un “avatar” che vi rappresenti se sta sul tavolo (una volta li chiamavamo “segnalini”…), in senso orario, a partire dalla più alta delle cinque spirali esterne. Essa rappresenta quel che sapete, perciò comincerete dicendo a voce alta: “Tutto quello che so”. Muovendovi verso destra finirete su “Tutto quello che sento dentro di me”, “Tutto quello che penso”, “Tutto quello che faccio”, “Tutto quello che amo”. Ripetete il giro pronunciando queste parole sino a che non vi sentirete abbastanza forti da andare al centro, occupando la spirale maggiore: “TUTTO QUELLO CHE SONO”.

Tutto quello che siete, amiche mie, ha senso. Tutto quello che siete ha valore. Tutto quello che siete ha un posto e uno scopo. Se compirete il giro in compagnia di altre persone, quando alla fine ognuna di voi sarà al centro prendetevi per mano e danzate come se festeggiaste la prima alba del mondo: perché, in rinnovata consapevolezza, per voi lo sarà. Maria G. Di Rienzo

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Donne malvagie

(tratto da: “Wicked Women”, un più lungo testo di Anny Miner, poeta contemporanea femminista, in immagine. Trad. Maria G. Di Rienzo. La parte centrale del brano originale descrive nei dettagli la relazione che Anny ha avuto con un uomo violento.)

anny

DONNE MALVAGIE

“Lei era figlia della luna, nata con le stelle come lentiggini e fu trovata mentre danzava con gli alberi. Quando un uomo tentò di pettinar via la natura selvaggia dai suoi capelli e di lavar via la corteccia dalla sua pelle, lei chiamò i lupi e mandò gli avvoltoi, guardò mentre lui veniva consumato vivo pezzo dopo pezzo, e gli chiese: “Come osi tentare di tagliare me Amazzone in pezzi di legna da ardere per avere, tu, del calore?”

Mia madre sa un sacco di fiabe come queste. Me le raccontava ogni notte sperando che io crescessi credendo nel potere della mia propria magia, che io fossi nata come un falò che chiama cerchi durante l’ora delle streghe. Io vengo da una lunga linea di donne malvagie. Ma non avevano bisogno di bambole voodoo o di incantesimi: invece, ti saltavano direttamente alla gola.

Io credo ancora nella magia. Ho sentito un sussurro chiedermi di evocare i venti del sud. Le donne malvagie mi stanno dicendo che se agli uragani si danno nomi umani c’è una ragione. Io non sto facendo patti con il diavolo. Sto dicendo a lui che qui non è più il benvenuto.

luna-foresta

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“Ho trovato dio in me stessa e l’ho amata, l’ho amata fieramente.”, Ntozake Shange.

ntozake shange

Ntozake Shange (Paulette L. Williams), nata nel 1948 è una commediografa, romanziera e poeta femminista, conosciuta soprattutto grazie al poema teatrale degli anni ’70 “Per le ragazze di colore che hanno pensato al suicidio/mentre l’arcobaleno è sufficiente”.
Ntozake si era fatta in passato un punto d’onore dello scrivere almeno una poesia al giorno, ma negli ultimi dieci anni problemi di salute glielo hanno impedito. Due infarti successivi le hanno tolto per un periodo la capacità di parlare poi, nel 2011, una malattia neurologica l’ha privata quasi totalmente del controllo di mani e piedi. Sino a poco tempo fa non riusciva neppure ad alzarsi da seduta e usare una tastiera o una penna è ancora per lei assai difficoltoso.
“Non poter lavorare al computer, non poter scrivere bene mi fa sentire come se le mie parole fossero lividi gonfi dentro di me. Ma penso: sarò così per il resto della mia vita, e non è poi tanto doloroso, ora che ci ho fatto l’abitudine. Però è davvero fastidioso non poter usare le mani.”, ha detto durante una conferenza l’anno scorso. Pochi giorni dopo ricorreva il suo compleanno e Ntozake ha fatto a se stessa la domanda che mette in bocca ad un suo personaggio femminile: “E se la poesia non fosse abbastanza? Cosa farai allora? Pittura? Danza?”
Si è risposta così: “Devi continuare ad agire come se fosse abbastanza. Devi continuare ad affermarlo, e portare te stessa alla poesia. Devi continuare a sperare che la poesia muoverà le montagne.”

luna e magia

“Dove c’è una donna c’è magia. Se c’è una luna che cala dalla sua bocca, è una donna che conosce la propria magia e può o meno condividere i propri poteri. Una donna con una luna che cala dalla sua bocca, rose fra le gambe e tiare di muschio spagnolo: questa donna è una consorte degli spiriti.” Ntozake Shange, da “Sassafrass, Cypress and Indigo”.
Maria G. Di Rienzo

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Maritess Zurbano

Maritess Zurbano

La mia carriera come illusionista è cominciata nel 1992, quando ero una delle circa cinquanta “maghe” professioniste al mondo. Ho fatto i conti, e le statistiche restano solidamente invariate nel 2013. La maggior parte delle persone sanno già che l’ambiente dell’illusionismo è a dominio maschile. E’ un ambiente in cui gli uomini incastrano donne nelle scatole, le fanno a pezzi e danno loro fuoco mentre il pubblico applaude.

Ciò che mi ha sconvolto agli inizi è stato proprio l’ambiente di lavoro. I maghi vendevano pornografia. I più noti cominciavano orgogliosamente le loro lezioni con un’apparizione assieme ad una porno star. Altri illustravano i loro libri sulle tecniche di magia con donne seminude. Era difficile distinguere fra la loro pornografia e la loro magia.

Due decenni più tardi, i cambiamenti sono arrivati. Secondo “Magic Magazine” il numero degli spettacoli di magia con donne seminude, a Las Vegas, ha raggiunto lo zero. Le donne non sono più svestite, ma questo non significa che abbiamo raggiunto l’eguaglianza fra possessori di bacchette magiche. Le donne continuano per lo più ad essere rappresentate e ad essere richieste come “assistenti” del mago di sesso maschile. Il messaggio è retrogrado: le donne possono fare gli stessi lavori che gli uomini fanno, ma non allo stesso livello.

Il primo libro di magia, basato sulla vita vera, è stato “The Discoverie of Witchcraft.” (“La scoperta della stregoneria”). Pubblicato nel 1530, questo testo è stato redatto con l’intenzione di salvare le persone dall’essere torturate e uccise come streghe. Fra esse vi erano alcune delle prime “illusioniste” della storia, donne che furono ostracizzate, abusate e assassinate.

E come potrebbero gli uomini competere con gli incantesimi femminili? Dopo aver messo al mondo mio figlio non sono riuscita a convincere me stessa a compiere nessun’altra magia per un anno. Qualsiasi cosa, al confronto, mi sembrava sciocca.

Non sono affatto disillusa. Le maghe si esibiscono alle convention, alle fiere, nelle competizioni internazionali. Alcune hanno commerci magici, inventano nuove magie, scrivono libri e dirigono i loro spettacoli come protagoniste. Il futuro per la magia e per le donne sta nel sostenere le ragazze, la prossima generazione. La nuova magia è questa: reclama il tuo potere.

Billy Kidd

billy kidd

Un liquido che diventa porpora quando qualcuno mente, un braccialetto d’argento che si tramuta in oro, metallo che legge la mente e cubetti di ghiaccio che prendono fuoco. Sono alcune delle cose che Gia Anne-Marie Felicitas, in arte Billy Kidd, ha mostrato nel gennaio di quest’anno nel programma televisivo “La magia della scienza”. “Di base sono esperimenti scientifici,” spiega la maga filippina-canadese, “presentati con un contorno magico. Immaginate la vostra insegnante di scienze come un’illusionista ed è fatta. La scienza è dietro ad ogni trucco, che si tratti della legge di gravità, della pressione dell’aria e persino della psicologia. Aggiungere il tocco di magia ad un fenomeno scientifico rende più facile il comprenderlo e il ricordarlo, perché vi è un impatto emotivo.”

Billy Kidd è fiera di essere una delle poche maghe presenti sulla scena internazionale. La sua analisi sulle ragioni di questa scarsità è identica a quella di Maritess Zurbano: “E’ per via del ruolo che le donne hanno avuto, e spesso hanno ancora, nella storia dell’illusionismo. Devono sempre saltare dentro le scatole e i bauli. Per lungo tempo sono state l’oggettistica dei maghi. E a Natale “Il piccolo mago” lo regalavano ai ragazzini, era molto raro che lo ottenesse una bambina.”

Prima di diventare una maga, Billy Kidd era una ballerina e una musicista (suona il pianoforte, il sassofono e il violino). Aveva 21 anni – oggi ne ha 30 – quando la performance di un mago di strada la colpì al punto da farle intraprendere la stessa professione. “Come si diventa una maga? Si va in libreria. Cominciamo tutti dai libri, imparando i trucchi più semplici e facendo pratica. A me piace molto usare vecchi trucchi e ricrearli. Il processo di apprendimento è continuo, costante. Quello che mi fa sentire realizzata in questo mestiere è il vedere la reazione fisica, corporea, alle mie magie: il senso del meraviglioso che si dipinge su quei volti.”

Candy Chong

candy chong

Nello specifico settore “magico” in cui la cino-malese Candy Chong ha messo piede 6 anni fa, la presenza delle donne è addirittura proibita e la performer 25enne può contare al momento solo due colleghe: Du Li Min e Jo Lee, entrambe malesi. Si tratta di un’antica forma d’arte proveniente dall’Opera di Sichuan e cioè il Bian Lian (变脸): la capacità di cambiare maschere colorate in una frazione di secondo, ognuna delle quali per colore e forma esprime un umore o un personaggio. Gli artisti si muovono sul palcoscenico ed in mezzo al pubblico in costumi dai colori sgargianti, al ritmo di una musica che sottolinea i passaggi “drammatici” dell’esibizione. Attualmente le maschere sono fatte di seta dipinta, un tempo i maestri del Bian Lian cambiavano colore alle loro facce ungendole e poi soffiando in una ciotola di polvere rossa, nera o dorata, oppure nascondevano i colori sul palmo delle mani. Nessuno che pratichi il Bian Lian è disposto a rivelare come le maschere di seta sovrapposte sul viso dell’artista scompaiano e vengano sostituite da altre; l’ipotesi più quotata è che ognuna sia collegata ad una cordicella finissima: i movimenti a ritmo di musica avrebbero lo scopo di coprire il gesto con cui ogni cordicella è tirata e una nuova maschera appare.

La maestria con cui Candy Chong esegue i suoi numeri le ha guadagnato una solida base di sostenitori, e d’altronde questo era il mestiere che voleva fare sin da bambina. Naturalmente era un sogno disperato: per quanto bene lo si pagasse, nessun maestro avrebbe insegnato ad una femmina. A questo punto suo padre Chong Sau Ling, cantautore, implorò uno di essi di insegnare a lui. Una volta che ebbe padroneggiata l’arte, sua figlia divenne la sua ardente discepola e dopo appena due mesi si esibiva già in pubblico. “Tutti si meravigliano di questo.”, dice Candy, “Ma in quei due mesi io ho lavorato duramente giorno e notte, in quel periodo ho messo da parte i miei studi di grafica, e qualunque altra cosa. Sono veramente fortunata ad avere un padre che capisce la mia passione e che persino si prende il tempo di nutrire ed affinare le mie capacità.” Non contenta di essere straordinaria nel cambiare maschere, Candy incorpora qualche altro trucco magico nei suoi spettacoli, come una vera illusionista. La cosa che più la delizia è la sorpresa di chi fra il pubblico non la conosce, al cadere dell’ultima maschera: “Quando capiscono che sotto a tutto c’era una giovane donna.” Maria G. Di Rienzo

Jo Lee in abiti di scena

(Fonti: Seattle Times, Rappler, Oddity Central, The Star)

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Se lo chiedete a me

C’era una volta,” Lei disse (di Jane Yolen, trad. M.G. Di Rienzo)

sorceress

C’era una volta,” lei disse,

e il mondo cominciò daccapo:

uno stormo a v di oche passò in volo,

prugne arrostivano nei loro petti;

una principessa dagli occhi vuoti

sedette su una collinetta di vetro;

una capanna se ne andò a spasso in un bosco intricato,

i chiodi sulle sue zampe di gallina

anneriti e duri come il carbone;

una testa di cavallo fornì consigli

dal bordo di un’arcata;

una fanciulla parlò sputando rospi,

un’altra perle,

e una terza parlò con la voce di un usignolo.

Se lo chiedete a me,

direi che

tutta la magia del mondo

viene direttamente dalla bocca.

magic mouth(Jane Yolen è autrice di oltre 150 libri che spaziano dalle fiabe alla saggistica e alla poesia.)

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