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Maritess Zurbano

Maritess Zurbano

La mia carriera come illusionista è cominciata nel 1992, quando ero una delle circa cinquanta “maghe” professioniste al mondo. Ho fatto i conti, e le statistiche restano solidamente invariate nel 2013. La maggior parte delle persone sanno già che l’ambiente dell’illusionismo è a dominio maschile. E’ un ambiente in cui gli uomini incastrano donne nelle scatole, le fanno a pezzi e danno loro fuoco mentre il pubblico applaude.

Ciò che mi ha sconvolto agli inizi è stato proprio l’ambiente di lavoro. I maghi vendevano pornografia. I più noti cominciavano orgogliosamente le loro lezioni con un’apparizione assieme ad una porno star. Altri illustravano i loro libri sulle tecniche di magia con donne seminude. Era difficile distinguere fra la loro pornografia e la loro magia.

Due decenni più tardi, i cambiamenti sono arrivati. Secondo “Magic Magazine” il numero degli spettacoli di magia con donne seminude, a Las Vegas, ha raggiunto lo zero. Le donne non sono più svestite, ma questo non significa che abbiamo raggiunto l’eguaglianza fra possessori di bacchette magiche. Le donne continuano per lo più ad essere rappresentate e ad essere richieste come “assistenti” del mago di sesso maschile. Il messaggio è retrogrado: le donne possono fare gli stessi lavori che gli uomini fanno, ma non allo stesso livello.

Il primo libro di magia, basato sulla vita vera, è stato “The Discoverie of Witchcraft.” (“La scoperta della stregoneria”). Pubblicato nel 1530, questo testo è stato redatto con l’intenzione di salvare le persone dall’essere torturate e uccise come streghe. Fra esse vi erano alcune delle prime “illusioniste” della storia, donne che furono ostracizzate, abusate e assassinate.

E come potrebbero gli uomini competere con gli incantesimi femminili? Dopo aver messo al mondo mio figlio non sono riuscita a convincere me stessa a compiere nessun’altra magia per un anno. Qualsiasi cosa, al confronto, mi sembrava sciocca.

Non sono affatto disillusa. Le maghe si esibiscono alle convention, alle fiere, nelle competizioni internazionali. Alcune hanno commerci magici, inventano nuove magie, scrivono libri e dirigono i loro spettacoli come protagoniste. Il futuro per la magia e per le donne sta nel sostenere le ragazze, la prossima generazione. La nuova magia è questa: reclama il tuo potere.

Billy Kidd

billy kidd

Un liquido che diventa porpora quando qualcuno mente, un braccialetto d’argento che si tramuta in oro, metallo che legge la mente e cubetti di ghiaccio che prendono fuoco. Sono alcune delle cose che Gia Anne-Marie Felicitas, in arte Billy Kidd, ha mostrato nel gennaio di quest’anno nel programma televisivo “La magia della scienza”. “Di base sono esperimenti scientifici,” spiega la maga filippina-canadese, “presentati con un contorno magico. Immaginate la vostra insegnante di scienze come un’illusionista ed è fatta. La scienza è dietro ad ogni trucco, che si tratti della legge di gravità, della pressione dell’aria e persino della psicologia. Aggiungere il tocco di magia ad un fenomeno scientifico rende più facile il comprenderlo e il ricordarlo, perché vi è un impatto emotivo.”

Billy Kidd è fiera di essere una delle poche maghe presenti sulla scena internazionale. La sua analisi sulle ragioni di questa scarsità è identica a quella di Maritess Zurbano: “E’ per via del ruolo che le donne hanno avuto, e spesso hanno ancora, nella storia dell’illusionismo. Devono sempre saltare dentro le scatole e i bauli. Per lungo tempo sono state l’oggettistica dei maghi. E a Natale “Il piccolo mago” lo regalavano ai ragazzini, era molto raro che lo ottenesse una bambina.”

Prima di diventare una maga, Billy Kidd era una ballerina e una musicista (suona il pianoforte, il sassofono e il violino). Aveva 21 anni – oggi ne ha 30 – quando la performance di un mago di strada la colpì al punto da farle intraprendere la stessa professione. “Come si diventa una maga? Si va in libreria. Cominciamo tutti dai libri, imparando i trucchi più semplici e facendo pratica. A me piace molto usare vecchi trucchi e ricrearli. Il processo di apprendimento è continuo, costante. Quello che mi fa sentire realizzata in questo mestiere è il vedere la reazione fisica, corporea, alle mie magie: il senso del meraviglioso che si dipinge su quei volti.”

Candy Chong

candy chong

Nello specifico settore “magico” in cui la cino-malese Candy Chong ha messo piede 6 anni fa, la presenza delle donne è addirittura proibita e la performer 25enne può contare al momento solo due colleghe: Du Li Min e Jo Lee, entrambe malesi. Si tratta di un’antica forma d’arte proveniente dall’Opera di Sichuan e cioè il Bian Lian (变脸): la capacità di cambiare maschere colorate in una frazione di secondo, ognuna delle quali per colore e forma esprime un umore o un personaggio. Gli artisti si muovono sul palcoscenico ed in mezzo al pubblico in costumi dai colori sgargianti, al ritmo di una musica che sottolinea i passaggi “drammatici” dell’esibizione. Attualmente le maschere sono fatte di seta dipinta, un tempo i maestri del Bian Lian cambiavano colore alle loro facce ungendole e poi soffiando in una ciotola di polvere rossa, nera o dorata, oppure nascondevano i colori sul palmo delle mani. Nessuno che pratichi il Bian Lian è disposto a rivelare come le maschere di seta sovrapposte sul viso dell’artista scompaiano e vengano sostituite da altre; l’ipotesi più quotata è che ognuna sia collegata ad una cordicella finissima: i movimenti a ritmo di musica avrebbero lo scopo di coprire il gesto con cui ogni cordicella è tirata e una nuova maschera appare.

La maestria con cui Candy Chong esegue i suoi numeri le ha guadagnato una solida base di sostenitori, e d’altronde questo era il mestiere che voleva fare sin da bambina. Naturalmente era un sogno disperato: per quanto bene lo si pagasse, nessun maestro avrebbe insegnato ad una femmina. A questo punto suo padre Chong Sau Ling, cantautore, implorò uno di essi di insegnare a lui. Una volta che ebbe padroneggiata l’arte, sua figlia divenne la sua ardente discepola e dopo appena due mesi si esibiva già in pubblico. “Tutti si meravigliano di questo.”, dice Candy, “Ma in quei due mesi io ho lavorato duramente giorno e notte, in quel periodo ho messo da parte i miei studi di grafica, e qualunque altra cosa. Sono veramente fortunata ad avere un padre che capisce la mia passione e che persino si prende il tempo di nutrire ed affinare le mie capacità.” Non contenta di essere straordinaria nel cambiare maschere, Candy incorpora qualche altro trucco magico nei suoi spettacoli, come una vera illusionista. La cosa che più la delizia è la sorpresa di chi fra il pubblico non la conosce, al cadere dell’ultima maschera: “Quando capiscono che sotto a tutto c’era una giovane donna.” Maria G. Di Rienzo

Jo Lee in abiti di scena

(Fonti: Seattle Times, Rappler, Oddity Central, The Star)

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