Se vuoi un’immagine del futuro, immagina uno stivale che calpesta un volto umano – per sempre. (George Orwell, “1984”)
Da Repubblica, oggi: “Questa mattina a Bettola alla Festa della Bortellina (specialità culinaria piacentina, ndr) abbiamo anche arrestato la Rachete (refuso della scrivente, ndr) con un finto Salvini (cartonato)”. Lo scrive sulla sua bacheca di Facebook la deputata della Lega Elena Murelli allegando alcune foto e un breve video in cui si vede una finta capitana della Sea Watch Carola Rackete impersonata da un figurante con parrucca bionda che viene gettata a terra e poi arrestata da un finto Salvini (con felpa e maschera del leader del Carroccio), che si avvicina all’arrestata dicendole “ti abbiamo preso eh?”, sotto gli occhi di una finta Merkel con una ridicola gonnellina gialla che si avvicina per mettere un piede in testa alla finta Rackete. Nel video la parlamentare piacentina assiste divertita alla gag avvenuta a Bettola, nel Piacentino (paese di nascita di Pier Luigi Bersani) accanto al senatore leghista Pietro Pisani, poi entrambi posano per alcune foto ricordo con i figuranti.”
Se (al cittadino comune) gli si consentisse di avere contatti con stranieri, scoprirebbe che sono persone come lui e che la maggior parte di quanto gli è stato detto di loro è pura menzogna. (op. cit.)
Da Repubblica, oggi: “A calcioni nel suo paese”: a Gallarate sindaco leghista scrive post contro un tunisino, ma era la vittima del reato. Un 60enne italiano con problemi psichici incendia l’auto di un tunisino, ma il sindaco inverte la notizia e scrive un post contro quest’ultimo. (…)
A distanza di qualche ora – ma questa volta dal suo profilo privato, il sindaco ha scritto un lungo post attaccando chi aveva fatto notare il suo errore e i giornali (ancora una volta in stile Salvini), come se l’errore commesso fosse di poco conto: “Ho riconosciuto che ho letto male una notizia e dopo aver scritto un post sbagliato l’ho rimosso in 6 minuti. E che succede? Apriti cielo, le opposizioni ferragostane, più attente a seguirmi su Facebook che alle loro vacanze, non vedevano l’ora di potermi attaccare…haters di professione idem…ma il clou lo raggiunge la carta stracciata che delle notizie false, dei finti scoop a pagamento ci campa che mi condanna per aver scritto un post errato (cancellato dopo 6 minuti, con l’ammissione di aver sbagliato). (…)”
Il potere non è un mezzo, è un fine. Non si stabilisce una dittatura nell’intento di salvaguardare una rivoluzione; ma si fa una rivoluzione nell’intento di stabilire una dittatura. Il fine della persecuzione è la persecuzione. Il fine della tortura è la tortura. Il fine del potere è il potere. (op. cit.)
“Nineteen Eighty-Four” – “1984” di George Orwell fu pubblicato nel 1949. E’ la visione di un futuro distopico in cui uno stato totalitario ha il controllo assoluto su ogni azione e persino sul pensiero della popolazione: il Grande Fratello vi guarda e ha pieni poteri. Se non l’avete ancora letto, ve lo consiglio caldamente.
Maria G. Di Rienzo