28 ottobre 2019 – Risultati delle elezioni in Umbria: Salvini entra nel palazzo della Regione alle due del mattino e, dicono i giornali, “stappa una bottiglia di spumante sulle note del ‘Vincerò’ pucciniano e arringa i suoi: “I signori Zingaretti, Conte, Di Maio che occupano abusivamente il governo hanno i giorni contati”.
Allora, musica per musica:
“Vi dirò, fascisti,
e ne sarete sorpresi,
la gente in questo mondo
si sta organizzando
Siete destinati a perdere
Voi fascisti siete destinati a perdere”
(“All You Fascists” – testo Woody Guthrie, musica Billy Bragg)
“Se avete una lista nera voglio essere in essa”
(“Waiting for the Great Leap Forward”, testo e musica Billy Bragg)
“Mentre i cieli si schiariranno
noi ci solleveremo sognando;
costruiremo la nostra città dalle ceneri
di quando il mondo bruciava.”
(“World’s on Fire” – testo Woody Guthrie, musica Jay Farrar)
Le immagini che vedete appartengono a un cartone animato, “Abominable” (“Abominevole”) – in italiano sarà “Il piccolo Yeti” – che uscirà nei cinema americani a fine settembre e da noi in ottobre.
La protagonista principale è Yi, una ragazzina indipendente, coraggiosa e determinata che quando trova un piccolo Yeti sul tetto del suo condominio a Shangai decide di intraprendere un epico viaggio per fare in modo che il cucciolo si riunisca alla sua famiglia.
Yi e i suoi amici Jin e Peng, che gli hanno dato il nome di “Everest”, devono condurlo al punto più alto della Terra mentre tentano di sfuggire alla caccia di Burnish, un ricco uomo assolutamente intenzionato ad avere uno Yeti come trastullo, e della zoologa Zara – da cui, come appare nei trailer, “Everest” era stato in precedenza catturato riuscendo poi a scappare. Yi, il cui motto inciso nel ricordo del padre scomparso è più o meno “non mollare mai”, suona il violino con passione persino durante il viaggio e almeno in una sequenza riprende il motivo principale della colonna sonora: “Go Your Own Way” – “Va’ per la tua strada” dei Fleetwood Mac (ovvero il pezzo n. 120 nella lista delle Più Grandi Canzoni di tutti i Tempi della rivista Rolling Stone. Potete ascoltarlo qui:
E’ la sua musica a far sbocciare i bianchi fiori luminosi dell’immagine, anche se la violinista non ne è ancora consapevole. Va bene, mi direte, la pellicola è diretta da una donna – Jill Culton – e la giovane Yi non è la solita principessina ossessionata da sono bella o no – chi mi amerà – come mi sta il vestito, ma perché stai scrivendo in pratica di un filmetto per famiglie? Per chi ci sta dietro e lo ha effettivamente costruito, mie care creature. E chi ci sta dietro sono queste due:
Sono Suzanne Buirgy e Judy Wieder, da oltre trent’anni coppia lesbica ma coppia anche nelle imprese artistiche, in cui si sono sostenute l’una con l’altra e passo dopo passo lungo l’intera via.
Judy è stata la prima caporedattrice del famoso giornale lgbt “The Advocate”, ma ha fatto anche la cantante folk, la compositrice e la giornalista musicale. In più, ha descritto tutto questo in una recente biografia. Suzanne Buirgy ha vent’anni di esperienza nella creazione e produzione di film d’animazione ed effetti speciali (per “Dragon Trainer” e “Kung Fu Panda 2” ha anche ricevuto premi). L’atmosfera magica de “Il piccolo Yeti” l’hanno evocata queste due straordinarie artiste, che hanno un particolare talento nel trasmettere al pubblico storie avvincenti e ispiratrici.
Quando Suzanne ha incontrato Judy, quest’ultima suonava in una band femminile: “Cominciammo a scrivere canzoni insieme. Siamo insieme da 31 anni e non passi così tanto tempo con qualcuna, amando qualcuna che è come te una persona creativa senza ricevere i suoi “colori”. Judy è una parte integrale della mia vita creativa proprio perché a questo punto lei fa parte del mio DNA. Penso che questa sia la cosa più straordinaria.” (da un’intervista condotta da Desirée Guerrero il 15 agosto u.s.)
Un pezzo del gruppo “Hurray for the Riff Raff” è stato dichiarato la Canzone Folk Politica del 2014 nello scorso dicembre. La frontwoman portoricana della band, Alynda Lee Segarra – sopra in immagine – ha scritto musica e testo:
“Il titolo della canzone The Body Electric si riferisce alla poesia omonima di Walt Whitman ed è dedicata alla donna che fu stuprata e massacrata e uccisa su un autobus di Delhi, nel 2012. La sua gente le ha dato un nome postumo, Damini, che significa “fulmine”: perché la sua morte ha acceso le seguenti, enormi, proteste delle donne in India. Perciò volevo che ci fosse un riferimento all’elettricità o al fulmine, nel titolo.
Conosco bene la connessione fra violenza di genere e violenza razzista. Attualmente è in corso il fare dei nostri corpi delle armi, armi usate contro di noi. I corpi neri e scuri, in America, sono descritti come pericolosi in se stessi. E’ la stessa idea malvagia che ci spinge a biasimare le donne per le violenze che subiscono: normalizzare lo stupro, l’abuso domestico e persino l’assassinio di donne di tutte le razze è lo sforzo di sottrarre l’umanità ai nostri corpi femminili.
Spero che questa canzone restituirà respiri di potere e umanità a tutte le persone bersagliate da violenza e oppressione, che esse esistano ormai solo nelle nostre storie e nelle nostre canzoni, o che stiano marciando in manifestazioni di protesta mentre parliamo.”
“Small Town Heroes”, l’album in cui si trova il pezzo citato
IL CORPO ELETTRICO (trad. Maria G. Di Rienzo)
Hai detto che mi sparerai e butterai il mio corpo nel fiume
Sparami, getta il mio corpo nel fiume
mentre l’intero mondo canta, canta di questo come se fosse una canzone
L’intero mondo canta come se non ci fosse niente di sbagliato
Lui le ha sparato, ha gettato il corpo nel fiume
L’ha nascosta, ma io sono andata a prenderla
e ho detto: “Ragazza mia, cosa ti succederà adesso?”
Ho detto: “Ragazza mia, dobbiamo farlo finire in qualche modo.”
Oh, e ditemi: cosa un uomo con un fucile in pugno
può fare per un mondo così malato e così triste?
Ditemi, cosa un un uomo con fucile in pugno
potrà mai fare per un modo che è impazzito?
Lui mi sparerà, getterà il mio corpo nel fiume.
Copritemi con le foglie di settembre,
come se fosse una vecchia canzone, l’avete già sentita tutta
Be’, Delia se n’è andata, ma io tengo il punteggio.
Oh, e ditemi: cosa un uomo con un fucile in pugno
può fare per un mondo che muore lentamente?
Ditemi, cosa un uomo con un fucile in pugno
potrà mai fare per sua figlia, quando sarà il turno di lei?
… delle NON CONFORMI: in parole, immagini e musica.
Mary Lambert non ha ancora compiuto 25 anni. Ha imparato da sola a suonare il piano e a scrivere versi da accoppiare alla musica quando ne aveva 6: all’epoca, quello era il mondo alternativo nel quale si rifugiava mentre in famiglia faceva esperienza di abusi, stupro e incesto. Oggi la musica è la sua professione. Come sua madre, che rivelandolo pubblicamente si fece espellere dalla chiesa pentecostale cui la famiglia apparteneva, Mary è lesbica. Una delle sue canzoni, “I Know Girls (Body Love)”, parla con incredibile sincerità ed efficacia di come sono trattate le ragazze che non rispondono ai modelli di bellezza in voga: “E’ il pezzo con cui voglio cambiare il mondo. Davvero, sono seria. Sono le parole che avrei voluto sentire quando avevo 18 anni, odiavo il mio corpo e avevo bisogno che qualcuno mi amasse per sentirmi intera.” Ma visto che Mary la sua “qualcuna” l’ha trovata, ha imparato ad amare se stessa ed è anche capace di insegnarlo ad altre donne, ho scelto per la mia celebrazione delle Non Conformi un’altra sua canzone: “She keeps me warm” (“Lei mi tiene calda”). La frase più bella del testo, per me, è questa: “Lei dice che la gente ci guarda perché stiamo così bene insieme”.
Questa invece è Jackie Oates, violinista e cantante inglese nata nel 1983. La canzone è una ninna nanna tradizionale, “Dream Angus”, e la voce di Jackie è così bella che è facile sospettarla di essere una creatura fatata… Ma è l’intera e umanissima Jackie ad essere splendida!
La riconoscete? E’ Whitney Thore, la ballerina che non dovrebbe ballare perché le ballerine devono pesare 30 chili bagnate. E lei se ne impippa! E danza quanto le pare! E ha pure co-fondato un movimento (“No Body Shame Campaign”) il cui scopo è “dimostrare che il tuo corpo non ti limita, anche se gli altri dicono che è troppo magro, troppo grasso o disastrato. Un movimento che asserisce: tu non devi chiedere il permesso alla società per cercare la tua gioia, proprio adesso. Ama te stessa. Vivi pienamente. Niente scuse e niente vergogna.”
Così mi piace cominciare la settimana. Amandovi. Maria G. Di Rienzo
Sul suo epitaffio si legge: “Cantava sino a farti piangere e poi cantava sino a che ballavi di gioia.” Musicista gospel, suonava la chitarra elettrica con venature jazz, blues e folk ed un ritmo inconfondibile. Al suo stile sono debitori Chuck Berry, Elvis Presley, Eric Clapton. Dichiararono di essere ispirati da lei Aretha Franklin, Johnny Cash e Little Richard. Si tratta di Sorella Rosetta Tharpe, passata alla storia nell’ambiente musicale come la Madrina del Rock’n’Roll.
Nata nel 1915 da Katie Bell Nubin (il padre resterà sconosciuto), suonatrice di mandolino e predicatrice evangelica, a quattro anni è già su un palcoscenico assieme alla madre che ha riconosciuto il suo precoce talento e la incoraggerà a dispiegarlo senza reticenze. A 19 anni, Rosetta sposa il predicatore Thomas Thorpe che aveva accompagnato lei e la madre in innumerevoli tour musicali. Il matrimonio non durò a lungo, ma Rosetta decise di incorporare una versione del cognome del marito nel suo nome d’arte, e fu così che diventò Sorella Rosetta Tharpe. Durante gli anni ’40, quelli del suo successo, formò un duo con la cantante gospel Marie Knight non solo in senso artistico: la loro relazione di coppia era il classico “segreto di Pulcinella”.
Nel 1951 Rosetta contrasse un nuovo matrimonio con Russell Morrison, in una cerimonia clamorosa terminata in una sua performance gospel in abito da sposa. C’è chi dice si trattasse di una parata di fuochi d’artificio simbolica, come quella che venne inscenata realmente al termine delle nozze, per allontanare da sé e dalla compagna ostilità e pettegolezzi. Da Marie si separò comunque solo nel 1953, quando il loro tentativo di lasciar da parte la musica gospel e di lanciare un album blues finì in un fallimento. Rosetta passò i restanti due decenni della sua vita suonando in giro per il mondo. Mentre era in tour in Europa con i Muddy Waters, nel 1970, si ammalò improvvisamente e dovette tornare negli Usa. Soffrì un primo attacco di cuore poco dopo il suo ritorno e le complicazioni che seguirono risultarono nell’amputazione di una gamba. Imbattibile, Sorella Rosetta Tharpe riprese a suonare non appena fu abbastanza forte per levarsi dal letto e per tre anni regalò ancora emozioni al suo pubblico. Nell’ottobre 1973, un secondo attacco di cuore se la portò via. Ma la sua voce e la sua chitarra, magnifiche, continuano a ricordarci che “sopra la nostra testa c’è musica nell’aria”. Maria G. Di Rienzo
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