
Amanirenas (o Amanirena) fu regina – qore e kandake, “re” ed “erede matrilineare” – del Kush dal 40 al 10 BCE.
E’ solo una delle mille e mille figure femminili storiche sepolte da un metodo per cui se non corrispondono a uno stereotipo patriarcale è meglio non parlarne affatto. Questa poi, oltre a essere una guerriera, era pure cieca da un occhio!
Jason Porath – https://www.rejectedprincesses.com/ – racconta di lei così (l’illustrazione sottostante è sua):
“Molto tempo fa, quando Roma aveva messo gli occhi sul sud, una regina con un occhio solo combatté così fieramente che Roma non andò mai più oltre l’Egitto.
Il suo nome era Amanirenas.
Questa è la sua storia, e la storia di una testa famosa decapitata.

La vicenda inizia con la sconfitta di Cleopatra e Marcantonio per mano di Augusto.
Dopo aver annesso l’Egitto, Augusto e i suoi si ripromisero di spingersi ancora più a sud.
Ciò significa che la prossima nazione era quella di Amanirenas, regina del regno di Kush, in quello che oggi è il Sudan.
Florido quanto l’Egitto, Kush era tuttavia molto più piccolo dell’Impero Romano. Ad ogni modo, mentre Roma era distratta altrove, Kush colpì per primo.
Il marito di Amanirenas morì durante le prime battaglie, lasciando lei e il figlio a continuare la lotta.
Kush conquistò due grandi città romane, prese prigionieri ed espanse i confini del regno.
Come sberleffo finale, i Kushiti decapitarono numerose statue di Augusto.
Augusto non ne fu divertito. Roma reclamò le sue città, invase il Kush, distrusse la sua antica capitale e vendette migliaia di persone come schiave. Sembrava che Kush fosse stato messo in ginocchio. Non era così.
Amanirenas contrattaccò velocemente e ripetutamente, in apparenza usando alcune terrificanti tattiche di guerra.
Un’incisione mostra Amanirenas con due spade, mentre dà da mangiare prigionieri al suo leone domestico. Altre registrazioni descrivono l’uso di elefanti da guerra contro i nemici.

Dopo non molto, Roma acconsentì a un trattato di pace permanente (Ndt.: senza tributi o altre condizioni). Combinando resistenza ambientale e resistenza armata, Kush si dimostrò troppo difficile perché Roma continuasse a combattere.
Non conosciamo le opinioni di Kush sulla guerra. Sino a oggi, nessuno è riuscito a tradurre i loro geroglifici.
Kush scomparve 400 anni dopo, lasciando rovine che non furono oggetto di studio sino al 1900.
Come un tempio riscavato nel 1914. Gli archeologi furono sconvolti dal ritrovamento della testa di una statua di Augusto, il reperto di quel tipo meglio preservato che fosse sino allora sopravvissuto.
Stava sotto il piede di un governante kushita.”
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