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Posts Tagged ‘corruzione’

10 marzo 2020, per la serie “Soluzioni alla crisi coronavirus”:

“(…) l’ipotesi di un commissario con poteri straordinari pensiamo non vada affatto respinta. Uno dei nomi che è stato fatto, quello di Guido Bertolaso, esprime un’indicazione all’altezza della situazione. Ci auguriamo che non venga affossato per banali ragioni riguardanti polemiche del passato.” Fabrizio Cicchitto. (1)

Poiché il sig. Cicchitto usa il plurale maiestatis esprimendo il suo desiderio personale da questo momento in poi lo faremo anche noi. E la nostra risposta è un NO, GRAZIE doverosamente maiuscolo.

Bertolaso è persona adatta al ruolo solo se con “all’altezza della situazione” si intende: “Be’, ci sono quelli che vendono mascherine a 1.500 euro l’una, c’è Capitan Fracassa Matteo che urla alternativamente “Chiudete!” “Riaprite!” “No, chiudete di nuovo!” “Ci vogliono 30 50 70 miliardi!” (la cifra varia a seconda della giornata)… ci starebbe bene uno come lui a coordinare tutto.” Non è il caso, giusto?

Quindi, veniamo alle motivazioni serie. In primis, ha 70 anni e in questo momento non dobbiamo esporlo a rischi per la sua salute. Inoltre, è andato in pensione dieci anni fa (con un piccolo strappo per la candidatura fallita – in ogni senso – a sindaco di Roma nel 2016) dopo aver faticosamente navigato lungo tutto l’arco della politica italiana (Prodi, Berlusconi, Salvini, Meloni) pro domo sua – e nella domo sua dovrebbe restare a riposare.

Le successive banali ragioni per cui non possiamo affidargli, un’altra volta, una situazione di crisi in Italia sono:

1. Tende ad avere una concezione molto personale della realtà, che purtroppo spesso non corrisponde ai dati fattuali (gestione terremoto dell’Aquila 2009, figurone internazionale su terremoto Haiti 2010);

2. E’ troppo generoso nell’accettare gli omaggi degli ammiratori e dei collaboratori: di questi ultimi occasionalmente “gli sfugge l’operato” (scandalo del G8 de La Maddalena 2010);

3. E’ un pregiudicato. Archiviato, prosciolto, assolto da tutti i procedimenti scaturiti da quanto sopra, lo sappiamo. Lo hanno condannato solo per la “lite temeraria” contro Padellaro e Travaglio, cioè per “un’azione legale intrapresa in malafede con consapevolezza del proprio torto ecc.”: il che però, assieme a quanto sopra, dà una misura dell’uomo.

Naturalmente, non conosciamo i metri usati dal sig. Cicchitto – ma per essere franchi, la cosa non ci toglie il sonno. Anche noi, però, “ci auguriamo” qualcosa in un momento così grave: vorremmo sentire meno sciocchezze.

Maria G. Di Rienzo

(1) Colpito da polemiche in passato per la banale iscrizione alla loggia massonica P2 (fascicolo n. 945, tessera 2232).

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“Oh, sei l’unico che lo sa.”

“Io devo ricambià in quel modo, te faccio quel regalo. E’ carina, carina, quando la vedi mi dirai. Poi è una donna pure intelligente. Così almeno ti passi qualche weekend sereno pure da ‘ste parti”.

“Bravo, bravo.”

present

Trattasi della “registrazione di una telefonata decisamente compromettente tra Andrea Montemurro, presidente della Divisione Calcio a 5, e il numero uno del Latina Gianluca La Starza, in cui il primo rivolge confidenze sull’imminente esclusione di una squadra dal massimo campionato e il secondo per ringraziarlo gli offre i servizi di una ragazza”.

L’informazione è utile per tesserare giocatori della squadra esclusa prima degli altri, cosa che in effetti è accaduta. Gli articoli al proposito sono molto concentrati su possibili sviluppi e ricadute in ambito Lega Nazionale Dilettanti – Figc – Uefa ecc. Nessuno si sofferma sul tipo di “regalo”.

Un orologio da polso, l’ultimo cellulare della Samsung, il biglietto per una crociera ai Caraibi o una donna. Fa lo stesso. E’ lo stesso – un oggetto, che dopo aver offerto all’uomo i “servizi” relativi all’essere “carina-carina” è presumibilmente capace di intrattenerlo anche parlando: “è pure intelligente”, un vero bonus, come quello di un cane affettuoso che si rivela in aggiunta essere in grado di portarti le pantofole a comando.

Poi, sì, succede che “il regalo” dica cose che non avrebbe dovuto dire, faccia cose che non avrebbe dovuto fare e il proprietario lo rompe e lo getta in discarica. Non sarà mica un problema, in Italia abbiamo la raccolta differenziata e un sacco di donne a disposizione. A proposito: ci piacciono proprio, le donne. Le amiamo!

Maria G. Di Rienzo

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8 novembre 2019: “Si sono visti nel pomeriggio, a Milano, Liliana Segre e Matteo Salvini. A casa della senatrice a vita. E non erano presenti altri esponenti politici né delle istituzioni. Il leader leghista si è presentato con la figlia.” (perché usare i bambini è roba da Bibbiano, mica da padri leghisti, ultracattolici, sovranisti, ballisti e pregiudicati… che peraltro non esistono, perché – parole di Salvini – “In Italia non esistono fascisti.”) (1)

Ricapitoliamo:

1. Liliana Segre propone l’istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, il Senato la approva con 151 voti favorevoli e le 98 astensioni di Lega Nord, Fratelli d’Italia e Forza Italia. “Se ci si fosse limitati all’antisemitismo non avrei avuto problemi – sempre Salvini – Le commissioni etiche le lascio all’Unione Sovietica.”

2. Il 7 novembre scorso, valutando la gravità delle minacce rivolte a Liliana Segre tramite internet, il prefetto di Milano Renato Saccone le assegna una scorta. Salvini, sempre al centro dell’universo: “Anche io ricevo tante minacce.” Quelle che seguono sono illuminate opinioni dell’Italia che assai presumibilmente vota Salvini e gli altri astenuti e non le ho corrette perché possiate assaporarne tutta l’intelligenza:

Questa ebrea di m. si chiama Liliana Segre, chiedetevi che cazzo a fatto per diventare senatrice a vita stipendiata da noi ed è pro invasione?”

“Forse era meglio se rimaneva a fare la nonna Un’altra da mantenere!!!”

“Ebrea ti odio”

“X le sue cazzate ora paghiamo noi, come al solito, xché non se la paga lei la scorta? O se ne sta a casa a fare la calza, come tutte le ottantenni”

“Hitler non ai fatto bene il tuo mestiere”

“Più che altro se questa signora di 89 anni se ne stesse tranquilla con la sua famiglia non graverebbe su di noi per la scorta oltre che per lo spropositato stipendio pensionistico. Non ha già fatto abbastanza?”

“Scusate eh, ma per il web non c’è la polizia postale?”

“io non ho mai letto nulla di offensivo e di odio nei confronti della senatrice a vita,eppure di tempo sui social né passo!Se dovessi azzardare un’ipotesi direi che è la sinistra che ha organizzato tutta questa messa in scena,ha bisogno di odio per legittimare le solite nefandezze sugli avversari.”

“Si è fatta usare dal PD….se si teneva fuori non aveva bisogno della scorta, come la stragrande maggioranza degli ebrei in Italia! CHI E’ CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO/A”

“200 insulti e minacce AL GIORNO ? Io ho i miei dubbi. Mi sembrano di gran lunga trroppi, soprattutto tenendo presente che fino a questa storia della commissione la Segre non se la filava nessuno manco per caso.”

“mi chiedo perché non sia crepata con tutti gli altri”

Se lo chiedono tutti i sopravvissuti, infatti, e Liliana Segre è una dei venticinque ex bambini italiani deportati nei campi di concentramento che sopravvissero. Venticinque. In complesso, provenienti dall’intera Europa, ne sono morti un milione e mezzo. Non c’è un perché. C’è solo il “come” delle leggi razziali fasciste del 1938, dei rastrellamenti e delle deportazioni, il “come” del lavoro forzato, degli esperimenti eugenetici e delle camere a gas. Il “come” dell’odio, che è quanto la Commissione parlamentare voluta da Segre si propone di contrastare.

Łódź - campo concentramento bimbi

(Bambini del ghetto di Łódź avviati al campo di sterminio di Chełmno)

Ma naturalmente dobbiamo anche domandarci “che cazzo a fatto” questa donna, a paragone dell’idolo delle masse Matteo Salvini a cui, fedele al suo essere umana e coerente con le convinzioni che professa, ieri ha aperto la porta.

Liliana Segre ha ricevuto il numero di matricola 75190, tatuato sull’avambraccio, ad Auschwitz, all’età di 13 anni. Il resto dei deportati della sua famiglia è morto. E’ stata costretta a fabbricare munizioni per un anno. Nel gennaio 1945, dopo l’evacuazione del campo, ha affrontato la “marcia della morte” diretta in Germania ed è sopravvissuta. Il 1° maggio 1945 l’Armata Rossa ha raggiunto il campo di Malchow – Ravensbrück dove la ragazzina si trovava e liberato i detenuti.

La sua vita da adulta è stata per la maggior parte un intenso impegno pubblico affinché la memoria di ciò non andasse perduta e la sua storia non dovesse mai più ripetersi e, almeno a livello istituzionale, per ciò ha ricevuto riconoscimento:

2004 – riceve per iniziativa del Presidente della Repubblica (allora Carlo Azeglio Ciampi) l’Ordine al merito della Repubblica italiana;

2005 – riceve la Medaglia d’oro della riconoscenza della Provincia di Milano;

2008 – riceve la Laurea Honoris Causa in Giurisprudenza dall’Università di Trieste;

2010 – riceve la Laurea Honoris Causa in Scienze Pedagogiche dall’Università di Verona;

2018 – è nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella;

poi ci sono una valanga di premi, due cittadinanze onorarie (Palermo e Varese) e così via.

Adesso chiediamoci però “che cazzo a fatto” l’uomo che vuole pieni poteri e ci informa ogni giorno sulle sue abitudini alimentari. Pesco a caso:

1999 – coordina il coro “Prefetto italiano, via da Milano!” nell’aula del consiglio comunale; si rifiuta di stringere la mano al Presidente della Repubblica (che a suo dire non lo rappresenta); è condannato per oltraggio a pubblico ufficiale a 30 giorni di reclusione (con la condizionale): aveva lanciato uova all’allora Presidente del Consiglio Massimo D’Alema;

2009 – propone di riservare vagoni della metropolitana ai milanesi e “alle donne che non possono sentirsi sicure per l’invadenza e la maleducazione di molti extracomunitari”;

2013 – va a Bruxelles a manifestare contro l’Unione Europea e le sue “regole assassine”;

2014 – propone un referendum in Lombardia per chiederne l’indipendenza dalla Repubblica Italiana;

2016 – denunciato per vilipendio delle istituzioni costituzionali (la bambola gonfiabile paragonata a Laura Boldrini, allora Presidente della Camera dei Deputati) e vilipendio della magistratura (da lui definita “una schifezza”): quest’ultimo procedimento continua a slittare per i “legittimi impedimenti” del sig. Salvini; inoltre, dichiara pubblicamente la necessità di “ripulire le città dagli immigrati” dando a tale scopo “mano libera a Carabinieri e Polizia”;

2018 – indagato per sequestro di persona (caso nave Diciotti) e dopo sei mesi di tira e molla salvato dal Senato che nega l’autorizzazione a procedere nel 2019;

2019 – condannato per violazione di copyright dal Tribunale di Francoforte per aver utilizzato senza permesso la foto di un giornalista tedesco; denunciato per diffamazione da Carola Rackete; indagato per uso illegittimo dei voli di Stato; Russiagate

Liliana Segre è in Senato da un anno e qualcosa e gli individui che ho citato sopra sono assai preoccupati dal “costo” della sua presenza: però continuare a mantenere Salvini (da vent’anni almeno) sta loro benissimo – i suoi contributi a una società incivile sono, com’è visibile, davvero impareggiabili.

Maria G. Di Rienzo

(1) Doveroso update sulla vicenda, in poche ore abbiamo avuto:

Marcia indietro – Caso Segre, Salvini a sorpresa non conferma l’incontro con la senatrice: “La vedrò più avanti”

Vittimismo e sotteso paragone insultante – “A me è appena arrivato un altro proiettile ma io non piango”

Mistificazione grottesca di un episodio banale (un uomo per strada grida in dialetto a Salvini “Sei la vergogna d’Italia”) – “Napoli: sventata aggressione a Salvini dalla sua scorta”

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9 agosto 2019, Salvini: “Abbiamo fatto una scelta di coraggio. Adesso chiedo agli italiani se hanno la voglia di darmi pieni potermi per poter fare quello che abbiamo promesso senza palle al piede. Chi sceglie Salvini sa cosa sceglie.”

Vorrei offrirvi un esempio di cosa ne pensano all’estero. L’articolo è del Daily Beast, 12 agosto, a firma della corrispondente Barbie Latza Nadeau: è inserito nella rubrica “Fai attenzione a cosa desideri” e ha per titolo “Il sogno populista di Steve Bannon distrutto dal gioco di potere di Matteo Salvini”.

In caso non sapeste chi è Bannon, si tratta dell’ex stratega di Trump, il co-fondatore di quella Cambridge Analytica che utilizzò per la campagna elettorale dell’attuale Presidente statunitense dati di utenti Facebook ottenuti illegalmente. Bannon sostiene gruppi / partiti di destra (“populisti”) in tutta Europa: per quel che riguarda il nostro Paese gli piacciono Lega, Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia.

Qui di seguito la traduzione di alcuni brani:

“ROMA – Non molto dopo la prima incursione nel vero populismo, con la formazione di un governo italiano eretico da parte del leader di estrema destra della Lega Matteo Salvini e del leader anti-sistema del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, Steve Bannon gongolava. Bannon disse a “The Daily Beast” che il mondo avrebbe osservato questo esperimento populista. Affermò allora che tale audace mossa, mettendo in coppia due contrari, si situava come terza dopo la Brexit e l’elezione di Trump in termini di politica sperimentale.

Quest’uomo, a cui spesso ci si riferisce come all’architetto della presidenza Trump, ha speso un bel po’ di tempo e impegno per l’Italia che vedeva come un grande test per la sua marca di populismo perturbatore. “Se funziona in Italia, funzionerà ovunque. – disse l’estate scorsa – Se funziona in Italia, dimostra che spezzerà la schiena ai globalisti.”

Ora, dopo appena un anno del mandato quinquennale del governo, il sogno di Bannon si è trasformato in un incubo e l’Italia si sta già dirigendo verso quella che appare come un’era post-populista con pesanti implicazioni di fascismo vecchio stile.

La scorsa settimana, sulle soglie di Ferragosto – la più importante vacanza estiva in questo Paese – Salvini ha tolto la spina al 65° governo dalla caduta di Benito Mussolini durante la seconda guerra mondiale. E Bannon, nel frattempo, se l’è filata, dicendo al “Corriere della Sera” la scorsa settimana che “non tutti i matrimoni funzionano”. “Penso che il matrimonio fra Salvini e Di Maio sia stato un nobile esperimento. – ha dichiarato – Vorrei vederlo continuare, sarebbe grandioso, ma capisco che potrebbe non accadere.”

Ora che la fine è prossima, le nuove elezioni potrebbero blindare Salvini, un personaggio trumpiano completo di simpatie per la Russia, atmosfere razziste e ossessione per i social media, dandogli pieni poteri. E l’Europa guarda di nuovo l’Italia trattenendo il fiato, chiedendosi cosa il post-populismo farà per l’euro zona a poche settimane dalla data di uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.

(…)

Se Salvini è in grado di maneggiare ciò che solo tre anni fa sarebbe stata una salita al potere inimmaginabile per uno che citava Mussolini e indossava (come i vecchi fascisti) una camicia nera ai comizi, l’altro grande beneficiario oltre a lui stesso sarà Vladimir Putin. Tanto per cominciare, Salvini è un devoto sostenitore di qualsiasi cosa riguardi Putin, si è fatto fotografare in posa nella Piazza Rossa mentre indossava la sua maglietta pro-Putin preferita e ha guidato le grida di battaglia affinché l’Europa togliesse le sanzioni alla Russia.

Per mesi, Salvini è stato invischiato in uno scandalo su petrolio “sporco” e soldi russi che ha dominato i titoli dei giornali sino a che lui non ha dato inizio a questo gioco di potere la scorsa settimana. Un servizio della rivista italiana “L’Espresso” ha esposto nello scorso febbraio come “incontri segreti, viaggi, e-mail, strette di mano e contratti con milionari” dominassero lo schema. “Da un lato del tavolo i fedeli di Salvini, dall’altro i preziosi intermediari dell’establishment di Putin. Nel mezzo: benzina.”

(…)

Quando il governo cade, le elezioni devono essere tenute dai 50 ai 70 giorni successivi, il che è qualcosa che molti italiani non vogliono fare subito. Generalmente, gli italiani tengono le elezioni in primavera. L’ultima volta in cui si è votato in autunno era il 1919, e si trattò delle elezioni che aprirono la strada all’ascesa al potere di Mussolini.

Bannon è pronto a sostenere un governo guidato da Salvini, che si concentrerà su alcuni fondamenti dottrinari dell’amministrazione Trump, inclusi migrazione, sicurezza e economia. Parlando sempre con il “Corriere della Sera” dal confine fra New Messico e Messico, dove fa parte di un gruppo chiamato “Noi costruiamo il Muro”, Bannon ha detto che augura il meglio al suo amico italiano, che lui crede essere ora il “miglior leader” di cui l’Italia ha bisogno per muoversi in avanti. “Salvini si veste molto meglio di me. – ha scherzato – Sembra una star di Hollywood, è in forma.”

Che questo potere da star sia una cosa buona per l’Italia – o per dirla tutta per l’Europa – è questione interamente diversa.

Maria G. Di Rienzo

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16 giugno 2019: “Roma, “Toglietevi la maglietta del cinema America, siete antifascisti!” Aggrediti 4 ventenni a Trastevere. – L’attacco da parte di una decina di persone la scorsa notte alle 4 del mattino. I ragazzi avevano trascorso la serata in piazza San Cosimato per seguire le proiezioni cinematografiche. Bottigliate, pugni, insulti e testate con minacce affinché i ragazzi levassero le magliette. Il più grave è ricoverato con una frattura al naso.”

Immagino conosciate la notizia e abbiate letto le attestazioni di solidarietà agli aggrediti di politici / artisti nonché la dichiarazione del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Aspettiamo le necessarie verifiche, ma se i fatti fossero confermati sarebbe un episodio gravissimo, aggravato dalla intolleranza ideologica”.

Poiché ogni tipo di violenza non accade per caso e in un vuoto, riguardo a quella di tipo “politico” forse il sig. Conte dovrebbe dare un’occhiata spassionata a membri e operato del suo governo. La relazione di quest’ultimo con il popolo italiano comprende purtroppo:

1. Allarmismo, proclami di emergenze, individuazione di nemici esterni per i problemi del Paese e promesse correlate di risolvere le situazioni di forza, con il pugno di ferro.

L’effetto di questo atteggiamento è rendere le persone preoccupate, costantemente allerta e insicure. La retorica di guerra non prevede soluzioni nonviolente. Chi la riceve è aggressivamente invitato a schierarsi dalla parte “giusta” o, se non vuole farlo, indicato come complice che guadagna occultamente dalle situazioni di disagio e sfidato a risolvere personalmente i problemi di una nazione intera. (“Mi chiedo chi li paga”, “Le risorse boldriniane”, “I migranti può portarseli a casa sua” ecc.)

2. L’esposizione al pubblico ludibrio degli oppositori politici. Le opinioni diverse o contrastanti non sono affrontate come tali, e se del caso smantellate nel merito: è chi le professa che dev’essere schernito, insultato, deriso e delegittimato. La discussione si sposta ad esempio da quel che una donna politica sostiene su una questione precisa a quanto la stessa risponda ad arbitrari canoni di “femminilità” e “bellezza”: se non funziona, resta sempre valida l’esortazione sessista a “tornare a casa, in cucina, a fare la calza”, eccetera. Lo scopo del trattamento è umiliare chi lo riceve, spezzandone in tal modo la volontà di continuare a parlare / agire. L’effetto di ciò sui testimoni (il popolo italiano) include le reazioni psicologiche note come “identificazione con l’aggressore” – non voglio diventare un bersaglio come lei/lui, meglio stare dalla parte di chi tira al bersaglio e, poiché l’aggressore ha uno status molto alto, “sottomissione” – questa persona ha il potere di far intervenire la polizia e la magistratura contro di me, non è saggio contrastarla.

3. Un lunghissima, ininterrotta storia di corruzione. La quale, ovviamente, oltre ad essere di incoraggiamento a chiunque voglia violare le leggi, incorpora un’inquietante narrazione per cui compiere reati è fonte di ricompense, riconoscimenti e gratificazioni: il politico corrotto ottiene il veto del Parlamento ai procedimenti legali nei suoi confronti, oppure assoluzioni e prescrizioni; nel contempo il suo schieramento gli giura massima fedeltà e se può lo “promuove” conferendogli cariche ulteriori.

4. La reiterata e urlata convinzione che chi vince (le elezioni) prende tutto ed è legittimato a fare qualsiasi cosa. Però questo scenario descrive una dittatura: anche Hitler fu votato, ma in una democrazia le cose non stanno così. I vincoli costituzionali delimitano il potere politico proprio perché esso non vada oltre le sue funzioni, intaccando diritti e libertà del popolo sovrano.

Capite bene che la manifesta intolleranza di questo assetto non può aspettarsi di generare o favorire “tolleranza ideologica” nei cittadini a cui si rivolge. Episodi simili a quello di Trastevere, in tale contesto, sono destinati a ripetersi. La condanna della violenza, però, non può limitarsi agli attestati di solidarietà alle vittime di aggressione: è necessario che noi si sottragga sistematicamente il consenso alla violenza stessa. Perciò, per quanto la sirena ci tenti e per quanto ossessivo e pervasivo sia il suo canto, noi dobbiamo smettere di usare lo stesso linguaggio, gli stessi tropi, gli stessi atteggiamenti degli aggressori. Vi sto dicendo di scansarvi, sempre, come forma di lotta e resistenza: non accettate il terreno di scontro che vi viene imposto ne’ gli attrezzi che ne fanno parte (dileggio, volgarità, assalti verbali e fisici), portate i vostri oppositori a un livello diverso dove debbano esaminare e argomentare quel che fanno, ostracizzate la loro violenza come metodo inaccettabile di avere relazioni fra creature viventi. Richiede più abilità e intelligenza e passione e impegno del semplice prendere a testate sul naso chi non ci piace ma ragazze/i, non ve l’avevano già detto che la rivoluzione non è un pranzo di gala?

Maria G. Di Rienzo

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Oltre 250 esorcisti appartenenti a diverse branche del cristianesimo si radunano in questi giorni a Roma, per “una full immersion sulla possessione e il maligno”. Uno dei partecipanti, il sacerdote Benjamin McEntire proveniente dall’Alaska, dichiara alla stampa che “Stiamo combattendo lo stesso nemico nel nome del Signore, anche se ci sono alcune parti della Chiesa anglicana che hanno perso la fede in Satana.” (Ah sì? Credevo questo fosse un problema delle maestranze infernali, piuttosto che degli esseri umani.)

L’evento, scrivono i giornali, si tiene “all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum – un’università legata al Vaticano, ha classi che toccano temi come “Angeli e Demoni nella Sacra Scrittura, le origini storiche del rito dell’esorcismo” e “La simbologia dei riti occulti e satanici”. La Chiesa cattolica è più comunemente associata all’esorcismo e crede che il potere del diavolo stia crescendo a causa della ridotta importanza della religione nella vita delle persone.”

L’organizzatore dell’incontro Giuseppe Ferrari ai giornalisti ha specificato che “I giovani sono sempre più attratti dalla magia nera, dal satanismo, dal vampirismo e dalla stregoneria”, e se questa è la motivazione allarmistica per raggruppare gli esorcisti, affinché trovino delle contromisure, è davvero molto miope (e un po’ ridicola: non ho ancora sentito di una/o a cui piacciono le storie di vampiri che dopo aver riposto Bram Stoker in libreria o alla fine di una puntata di “The Originals” se ne sia andata/o in giro a mordere la gente sul collo).

shadow double

(Al massimo, dopo aver appreso qualcosa sugli spiriti della foresta ci succede questo)

Per parlare di diavolerie, invece, la scelta del luogo mi appare del tutto appropriata: a Roma c’è un grande edificio detto Montecitorio, sede della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana e del Parlamento in seduta comune, in cui sembrano allignare un bel numero di “posseduti”.

Se i venerandi sacerdoti vogliono dare un’occhiata, li vedranno ad esempio perseguire tenacemente e spesso in modo assai spericolato un preciso simbolo satanico: €. Lo pretendono sotto forma di tangenti e mazzette, finanziamenti, favoritismi, frodi fiscali, stipendi e rimborsi e vitalizi, immobili e beni di lusso, nonché ovviamente tasse (che devono pagare solo i non indemoniati).

Per l’imperatore Vespasiano lo “sterco del diavolo” – in effetti lo sterco tout court, qualora ci si potesse guadagnare sopra qualcosa – era inodore, ma per costoro ha un profumo irresistibile, inebriante e intossicante. In nome del simbolo satanico violano qualsiasi legge, persino quando la scrivono loro stessi, e se chiamati a renderne conto si rifiutano di rispondere dei loro atti alla magistratura. E’ una storia usuale, per l’Italia, ma è anche in particolare storia di questi giorni.

Potremmo chiedere agli esorcisti presenti a Roma di organizzare una bella cerimonia purificatrice cattolica – luterana – greca ortodossa – anglicana – pentecostale per liberare i nostri rappresentanti eletti dalla possessione demoniaca oppure, più realisticamente, potremmo chiedere a tali rappresentanti di rimettere il loro mandato e non votarli mai più.

Maria G. Di Rienzo (che da quarant’anni non vota indemoniati ma se li ritrova sempre al governo del Paese).

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Veramente, mi aspettavo che il reportage di cui sto per tradurvi l’essenziale – Channel 4 News, 19 marzo 2018 – rimbalzasse sui media italiani, ma alle 10.00 del 21 marzo non ho trovato granché. Magari sono io che cerco male, può essere. Magari lo riprenderanno più tardi. Magari questa ditta, Cambridge Analytica, che ufficialmente si occupa di tecnologie informatiche e metodologie di analisi assomiglia troppo a quella di Casaleggio – esteriormente, per carità.

L’indagine sotto copertura di Channel 4 News riguarda i modi in cui Cambridge Analytica interviene nella manipolazione delle elezioni in giro per il mondo, operando anche tramite una rete di società-schermo o subappaltando determinati lavori. La ditta, che ha sede legale negli Stati Uniti ma si trova in Gran Bretagna, si vanta pubblicamente di essere il motore dietro la vittoria di Trump. I suoi capi sono stati filmati mentre parlano di usare tangenti, ex spie, false identità e prostitute a discredito dei concorrenti dei loro clienti.

Alla richiesta di spiegazioni del falso cliente (giornalista della rete televisiva britannica) il principale dirigente della compagnia, Alexander Nix spiega che loro possono per esempio “mandare un po’ di ragazze attorno alla casa del candidato”, aggiungendo che quelle ucraine “sono molto belle e la cosa funziona benissimo”, oppure possono “offrire una grossa somma di denaro al candidato, per finanziare la sua campagna, in cambio di terra magari: registriamo ogni cosa, nascondiamo solo la faccia del tizio e postiamo tutto su internet.” (Le mazzette ai candidati sono reato sia nel Regno Unito – UK Bribery Act, sia negli Usa – US Foreign Corrupt Practices Act.)

Tanto premesso, passo alla traduzione:

“Le ammissioni sono state filmate durante una serie di incontri in alberghi londinesi per quattro mesi, fra novembre 2017 e gennaio 2018. Un giornalista in incognito di Channel 4 News ha finto di essere un mediatore per un cliente facoltoso che voleva far eleggere determinati candidati in Sri Lanka.

Il signor Nix ha detto al nostro reporter: “… siamo soliti operare tramite veicoli diversi, nelle ombre, e non vedo l’ora di costruire con lei una relazione segreta a lungo termine.” Oltre al sig. Nix, gli incontri includevano Mark Turnbull, direttore in capo di CA Political Global, e il direttore del reparto dati della compagnia, dott. Alex Tayler.

Il sig. Turnbull ha descritto come, dopo aver ottenuto materiale che danneggi gli oppositori, Cambridge Analytica può spingerlo senza farsi notare sui social media e internet. Ha detto: “… noi immettiamo solo un’informazione nel flusso di internet e poi, poi la guardiamo crescere, le diamo una piccola spinta qui e là… siamo come un telecomando. La cosa deve accadere senza che nessuno possa pensare questa è propaganda, perché nel momento in cui pensi questa è propaganda la prossima domanda è: chi ha buttato fuori questa cosa?

Il sig. Nix ha anche detto: “Molti dei nostri clienti non vogliono essere visti mentre lavorano con una ditta straniera, perciò spesso facciamo montature, se stiamo lavorando allora possiamo costruire false identità e falsi siti web, possiamo essere studenti che stanno facendo progetti di ricerca in università, possiamo essere turisti, ci sono moltissime opzioni a cui si può guardare. Io ho un sacco di esperienza in ciò.”

Durante gli incontri, i dirigenti si sono vantati del fatto che Cambridge Analytica e la sua azienda madre Strategic Communications Laboratories (SCL) hanno lavorato in più di 200 elezioni in tutto il mondo, inclusi paesi quali la Nigeria, il Kenya, la Repubblica Cecoslovacca, l’India e l’Argentina. La compagnia è attualmente al centro di uno scandalo per aver raccolto più di 50 milioni di profili Facebook. Il dirigente principale sig. Nix è anche accusato di aver ingannato una commissione parlamentare, che gli sta ora chiedendo di fornire ulteriori informazioni. Lui ha negato ogni accusa.”

Direi che per quanto riguarda la strombazzata “democrazia digitale” per oggi è sufficiente. Maria G. Di Rienzo

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(tratto da: “A Question of Aesthetics and Colonization”, di Maria Thereza Alves, artista multimediale brasiliana, 10 maggio 2017, trad. Maria G. Di Rienzo)

“Nel 1987, discutevo assieme a Domingos Fernandes e José Gaspar Ferraz de Campos del come fare politica nella nuova opportunità offerta dalla fine della dittatura militare e dagli inizi della democrazia in Brasile. All’epoca, c’era una celebrazione della libertà politica e più di cinquanta partiti si erano registrati per le incombenti elezioni e noi tentavamo di capire dove saremmo stati in grado di dare un contributo politico al Brasile.

Io avevo lavorato come rappresentante del Partido dos Trabalhadores (Partito dei Lavoratori – PT) ma non ero più attiva in esso a causa dell’ingresso di persone della classe sociale più elevata che avevano preso numerose posizioni all’interno del partito. Sia Domingos si José avevano fatto parte di un vasto raggio di formazioni politiche e movimenti. Pensammo che nessuno dei partiti rifletteva il nuovo potenziale nel lavorare in politica e fondammo il Partido Verde (Partito Verde) a San Paolo.

Nel mezzo fra questo e il mio impiego pagato da insegnante di inglese, lavoravo anche sulla mia arte. Il Museu da imagem e do som a San Paolo stava nel mio quartiere, Pinheiros. Presi il mio pesante e largo portfolio, che non era ammesso sull’autobus, e camminai per i due chilometri e 600 metri fino al Museo. Avevo precedentemente chiamato per prendere appuntamento con il direttore, il cui nome non ricordo più.

Arrivai proprio nel momento in cui Domingos del nostro nascente Partito Verde usciva dall’ufficio del direttore. Mi chiese cosa facevo lì e io chiesi di rimando a lui, a cui l’arte non piaceva, come mai era in un museo. Mi disse che aveva appena fatto un favore politico, uno grosso, al direttore e suggerì che andassimo insieme a parlargli e che io potevo chiedere una mostra personale e potevamo consultare il calendario e vedere quand’era il momento migliore per me.

Ero scioccata e dissi che non era quello il modo in cui le cose andavano nel mondo dell’arte. Mi ero diplomata alla scuola d’arte tre anni prima. Andai da sola nell’ufficio del direttore. Mi chiese il mio nome. Mi chiese a quale famiglia Alves appartenevo. Io risposi “A nessuna che lei possa conoscere.” Non poteva, infatti: la mia famiglia all’epoca era composta di contadini o fattori su piccola scala nella campagna dello stato di Parana. Il direttore allora rifiutò di guardare il mio portfolio. Era la prima volta che come artista stavo presentando il mio lavoro al direttore di un museo e avevo seguito tutti i passi che mi erano stati insegnati alla scuola d’arte. Perciò, misi il portfolio sul tavolo, ma lui non lo sfogliò. Allora lo aprii. Ancora non lo toccò. Girai io i fogli per lui. Mentre stavamo arrivando alla fine, e lui era stato zitto durante tutto il processo, spiegai che aveva l’obbligo di discutere con l’artista del lavoro – che lo trovasse interessante o no.

A questo punto, la mia frustrazione per il suo maleducato e arrogante silenzio era ovvia. Il direttore fu quindi costretto a spiegarmi che in realtà era dottore in medicina, che la sua famiglia era stata d’aiuto nel far eleggere il sindaco e che come favore di ritorno la posizione al museo era stata data a loro. Confessò che non sapeva nulla di arte.

Alcuni mesi più tardi, lasciai il mio portfolio a un rinomato centro culturale, il SESC di San Paolo. Anche loro non si presero la briga di guardarlo. Allora chiesi a Domingos di domandare il ritorno di un favore politico. Qualche altro mese dopo, ricevetti la chiamata dall’istituzione culturale che era ora entusiasta all’idea di organizzarmi una mostra in qualsiasi momento io avessi voluto. Declinai l’offerta di partecipare alla corruzione e spiegai che avevo solo voluto verificare se era così che le cose andavano in Brasile.

Passati alcuni anni, stavo lavorando a un numero della rivista Documents pubblicata a New York e incontrai del personale del dipartimento culturale di San Paolo. Fui trattata bene – intendo dire che fui presa sul serio come persona. Non fui interrogata sulla famiglia a cui appartenevo e sull’essere o no collegata a qualche famiglia importante che era il mio “padrino” politico. (Come giovane donna la cui famiglia all’epoca non aveva alcun peso politico o sociale, questo poteva solo voler dire essere l’amante di qualche persona potente. Tale opportunità mi è stata offerta parecchie volte – l’essere la compagnia sessuale di qualcuno – mentre cercavo lavoro in campi in cui ero qualificata ma non avevo relazioni sociali che mi assicurassero l’impiego. Alla fine mi sistemai a insegnare inglese in una piccola ditta guidata da una donna, la quale concordava con me sul fatto che non dovevo accettare proposte sessuali per mantenere un lavoro.)

Tornai una settimana più tardi a continuare la mia discussione con il dipartimento culturale e fui trattata come sono trattata normalmente, cioè come un’intrusione in un luogo dove non sono benvenuta poiché non vi appartengo, e mi chiesi cos’avessi fatto di sbagliato per meritare questo. Stavo per essere illuminata: mi spiegarono che originariamente avevano creduto io fossi parente del Segretario alla Cultura di Rio de Janeiro ed erano delusi dall’aver scoperto che non lo ero.”

il ritorno del lago

Il Ritorno del Lago di Maria Thereza Alves, 2012, Installazione:

Un lago si essiccò nella regione di Chalco vicino a Città del Messico all’inizio del 20° secolo. Un immigrato spagnolo voleva aggiungere la terra sotto il lago ai suoi possedimenti: sarebbe diventato il secondo uomo più ricco del Messico. Quest’evento catastrofico del 1908 causò il collasso del commercio nella regione ed ebbe impatto sulla sopravvivenza di 24 città e villaggi indigeni.

Gli effetti negativi del disastro continuano a piagare la regione con inondazioni, acqua contaminata, cedimenti di terreno e conseguente distruzione di infrastrutture, come le tubature fognarie e le abitazioni. Il lago, ora conosciuto come Tláhuac-Xico (dai nomi delle due comunità che hanno maneggiato l’area per far tornare il lago) si sta ora riformando grazie alle acque pluviali catturate dalla depressione che si è formata per i cedimenti di terreno e l’abbassamento del letto lagunare dovuto all’eccessivo pompaggio di acque sotterranee inviate a Città del Messico.

alves semi del cambiamento

Semi di cambiamento di Maria Thereza Alves (in immagine), Giardino portuale:

E’ stato coltivato interamente da semi contenuti nella zavorra delle navi mercantili: semi che datano dal 17° al 20° secolo. Alla fine degli anni ’90 dello scorso secolo, la botanica finlandese Heli Jutila scoprì che alcuni tipi di flora non nativa del suo paese avevano questa origine. Maria Theresa la incontrò a una conferenza e il loro progetto nacque allora. “Jutila mi disse che i semi possono dormire per centinaia di anni e che era possibile farli germinare oggi”, ricorda l’Artista, aggiungendo che il giardino non è un progetto scientifico, ma una metafora vivente della storia del commercio, della migrazione e del colonialismo: “Sono giunta a vedere questi semi come i testimoni di storie complicate avvenute fra noi persone.”

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Il mio paese è in macerie. Perciò, io sono un pesce in un acquario avvelenato – Kurt Vonnegut

macerie cavezzo

Alcuni titoli sui quotidiani del 5 aprile 2016:

Panama Papers, tutte le rivelazioni (con diversi occhielli riguardanti Putin, Le Pen, Dell’Utri, Messi ecc.)

Il complesso di Potenza e il petrolio-gate

Boschi, verbali: “Mai subìto pressioni volevo solo opere più veloci”

I no di Boschi ai pm

Nuova intercettazione ministra Guidi piange e dice al compagno: “Mi stai utilizzando”

Tempa Rossa, condannati gli ex vertici della Total. Ma a giugno arriverà la prescrizione

Calcioscommesse la Procura di Cremona chiede sei mesi per Conte – Sentenza attesa per maggio

Sardegna, 17 arresti per appalti truccati coinvolti esponenti regionali di Fi

Tangenti sui lavori della superstrada Sassari-Olbia – sorelle e fidanzate di politici in elenco ‘beneficiari’

Appartamento di Bertone, 800 mila euro di spesa nel giallo dei due pagamenti

Esiste in Italia una formazione politica in grado di capire che è inutile aspettarsi comportamenti virtuosi o solo civili dai cittadini di una nazione che vedono quotidianamente tutti i vertici della politica e di ogni élite sociale / religiosa rubare, mentire e devastare il proprio paese?

Cassino, un elettricista di 27 anni in pronto soccorso per 27 ore su una barella: “Mi dicevano: se ti alzi perdi il posto.” – Niente visite e analisi nonostante il quadro clinico. Ha firmato e se n’è andato.

Esiste in Italia una formazione politica in grado di capire che sanità, scuola, tutela dei lavoratori / delle lavoratrici non sono settori di mercato da appaltare a chi fa l’offerta migliore (migliore per governo/industriali, s’intende)?

Dal 2007 al 2014 poveri raddoppiati dal 3 al 7% – Oltre un milione i minori in povertà assoluta pari al 10% del totale. Il ddl di contrasto alla povertà passo in giusta direzione.

Esiste in Italia una formazione politica in grado di capire che io non voglio elemosina, carità, agevolazioni una tantum, compassione o scherno, ma la possibilità di vivere dignitosamente e onestamente offrendo alla comunità in cui vivo ciò che so fare?

Esiste in Italia una formazione politica in grado di smettere di insultarmi dicendo apertamente o implicando nelle sue azioni che io non avrei diritto al rispetto ne’ futuro e che vista la mia età (56) farei meglio a togliermi di mezzo prima che il corso della mia esistenza si estingua naturalmente?

Poiché la risposta a tutte le mie domande è NO, e poiché la soluzione non sta nell’ennesimo appello all’unità di micro-formazioni prive di prospettiva, di ideali e di visione per il futuro (gli appelli simili stanno fallendo da vent’anni) ne’ nel circo di odiatori di professione analfabeti populisti / sessisti / razzisti ecc., ho un’ultima cosa da dire: i vecchi sogni di “non morire democristiani”, “non morire craxiani”, “non morire berlusconiani” si sono davvero avverati, o ci è bastato cambiare nomi ai partiti per crederlo?

Figli, nipoti, affiliati e amici e compagni di merende sono ancora tutti qui, a fare le identiche cose dei loro precedessori, da destra a sinistra (ma dai, non ci sono più destra e sinistra!) senza distinzioni. Maria G. Di Rienzo

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Cari italiani, particelle autocentrate in un universo solipsista, ardimentosi da tastiera, fieri fustigatori dei costumi della squadra avversaria (politica, sociale, etnica ecc.) e sbrodolatamente inclini al perdono e alla comprensione e persino all’esaltazione per gli stessi costumi nella squadra propria, analfabeti irosi – funzionali, di ritorno e ab origine… grazie per i vostri illuminanti pensieri espressi in data odierna sulla vicenda della mensa scolastica di Corsico (ove il Sindaco ha ordinato che i figli di chi non paga non mangino: è bene dare lezioni su come si vive in Italia sin dall’asilo, infatti.) Uno dei padri “morosi” ha spiegato le sue ragioni: la moglie che ha perso il lavoro, i 1.600 euro del suo stipendio – la cui metà se ne va per l’affitto della casa – che per una famiglia di 4 persone non bastano, la vergogna che gli ha impedito di chiedere aiuto ai servizi sociali, le notti insonni, le bollette chiuse nel cassetto e la penosa decisione su quale pagare con le palanche che restano dopo aver comprato da mangiare, il nonno che infine paga per la mensa del nipotino (e l’uomo trova umiliante, a 46 anni, dover chiedere aiuto al proprio padre).

L’odio che avete scaricato su questa persona è senza paragoni. Ve ne riporto qualche riga:

Non capisco perché io che preparavo per mio figlio, quale contribuente ora dovrei pagare per questo genitore, che piagnucola.

Qualcuno spieghi al signore in questione che se la mensa al figlio non gliela paga il nonno (e allora? è suo parente stretto), gliela pagano i contribuenti. Non mi sembra meno umiliante e iniquo. Ci dica anche il signore che automobile possiede, che tipo di smartphone, televisore a quanti pollici, se il figlio ha la playstation ecc.ecc. Ah già, questi ultimi sono oggetti di prima necessità, mica come la mensa, che tanto c’è qualcuno che te la paga …

Innanzi tutto sarebbe troppo difficile distinguere tra chi fa il furbo e chi proprio non può (abbiamo già visto tutti l’inutilità del ISEE). In secondo luogo meglio chiedere al padre che vivere di elemosina elargite dalla società. Non vedo perché il nonno non debba pagare ma gli estranei sì.

Eur 1600 al mese non sono tanti ecco perché è inutile sperperarli pagando la mensa al figlio. Certo che se non li sa usare al meglio… poi non può piangere miseria.

Sì senza dubbio il signore non sa gestire bene le sue esigue finanze.

Lasciate che vi dica qualche piccola, scomoda, verità.

1) Anche quest’uomo che non ha pagato la mensa scolastica è un contribuente. Il lavoro dipendente è tassato sino all’ultimo centesimo e alla fonte, scongiurando ogni possibile tentativo di evasione. Perciò il signore, se seguiamo il vostro punto di vista cieco e autoreferenziale, paga per voi ogni mese. Per quel che resta della sanità pubblica, della scuola pubblica, della rete del welfare. Se in un momento critico della sua esistenza la società che il suo lavoro finanzia e sostiene gli torna qualcosa non si tratta di elemosina: è un atto dovuto, è il fondamento del vivere insieme in una nazione civile, decente, democratica.

2) Fosse anche questa persona un genio della finanza, a conti fatti ogni mese gli restano “200 euro per la spesa per quattro persone, le bollette e la scuola”. Ma voi siete talmente gonfi di disprezzo e di ignoranza da suggerirgli di “usarli meglio”. Come, possiamo saperlo? Quale smart investment è meglio, con la favolosa somma di 200 euro, un po’ di gratta-e-vinci o una pistola di seconda mano per rapinare una banca?

3) Essere poveri non significa smettere di vivere. Vivere, non sopravvivere, significa trovare piacere nella vita (soddisfazioni anche piccolissime e banali, l’amore di altre creature, l’amore per altre creature) e, ve lo dico sulla mia pelle, resistere alla tentazione di buttarsi dal balcone è possibile solo trovando piacere nella vita. Perciò io sono miserabile e ho un computer – vecchio, malandato e riottoso – su cui sto scrivendo: perché la mia condizione di povertà sia degna, devo gettarlo dalla finestra prima di volare io? E’ troppo lusso che io voglia continuare a scrivere, che è la mia professione e il fulcro della mia esistenza? Il fatto che io abbia pochissimo, per voi significa che devo avere di meno ancora, per l’unico nobile scopo di ottenere il vostro umido ciglio? Io non devo piacervi per avere diritti umani. Il signore su cui avete vomitato il vostro odio non deve piacervi per avere diritti umani. Inalienabili, indivisibili, li abbiamo da quando abbiamo tratto il primo respiro nel mondo, sono iscritti nel mero fatto che esistiamo e non ce li concede il signorotto feudale di turno.

Perciò a me non importa se il figlioletto dell’uomo su cui state sputando addosso ha una playstation. Può essere stata comprata prima del tracollo economico della famiglia o dopo con 10 euro al mese per un anno, può avergliela regalata il nonno, e non cambia il fatto che questo bambino sia povero, ne’ equivale alla necessità che per essere classificato “veramente” povero debba giocare solo con i sassolini del cortile.

Uscite da questa condizione di sguardo fisso al vostro ombelico e di odio per tutto quel che vi circonda e al vostro ombelico non corrisponde, perché la gestione infame dell’economia di questo paese potrebbe non risparmiarvi domani. Un tempo io ero una cittadina italiana, con diritti e doveri sanciti dalla Costituzione del mio Paese. Oggi sono una statistica. Mi ficcano dentro numeri percentuali, chiosano tali cifre soddisfatti o insoddisfatti (in crescita rispetto a – in diminuzione rispetto a – le borse però – la ripresa infatti – ) e niente nulla nada niet opsò viene fatto al proposito.

Faccio parte del “41,7% di famiglie in cui almeno una persona in un anno ha dovuto rinunciare a una prestazione sanitaria” – Censis, 20 ottobre 2015.

Faccio parte dell’ “11,7% di famiglie in difficoltà con il pagamento delle spese domestiche” – Istat, 7 novembre 2015.

Faccio parte del “14,3% di italiani che hanno arretrati sul mutuo, l’affitto e le bollette”, del “49,5% che non possono permettersi una settimana di ferie lontano da casa”, del “38,8% che non può permettersi una spesa imprevista di 800 euro” – Istat, 23 novembre 2015.

Faccio parte del “15% della popolazione maggiore di 16 anni che non può permettersi di sostituire gli abiti consumati”, del “quinto che non può svolgere attività di svago fuori casa per ragioni economiche”, del “terzo che non può permettersi di sostituire mobili danneggiati” – Istat, 2 dicembre 2015.

Faccio parte del “milione e ottocentomila famiglie il cui canone d’affitto incide per oltre un terzo sui loro redditi” – Nomisma, Federcasa, 21 dicembre 2015

Però voi odiatori analfabeti state benissimo no? Magari vi ingegnate pure a gestire “creativamente” le vostre finanze, a imitazione dei vostri superiori (governanti, finanzieri, imprenditori, proprietari) implicati in scandali di ruberie, collusioni mafiose, spese pazze, fondi neri, appalti truccati, un giorno sì e l’altro pure. Come ha detto il funzionario del Comune di San Giorgio a Cremano (finito agli arresti domiciliari insieme ad altre cinque persone) a chi gli faceva notare che intascare e usare i soldi pubblici per gli stracazzi suoi era furto: “Embè, sì certo, rubo. E allora? E’ normale.”

Sapete, sto ringraziando in ginocchio tutte le mie piccole divinità e la mia dignità umana: non sono normale. Maria G. Di Rienzo

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