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(“Rape victims’ clothing goes on display to show it’s not about what you wear”, di Tanveer Mann per Metro, 10 gennaio 2018, trad. Maria G. Di Rienzo.)

molenbeek - expo 2

Gli abiti indossati dalle vittime di stupro nel momento in cui furono aggredite sono visibili in una mostra di Bruxelles.

La mostra, che si tiene nel distretto di Molenbeek della capitale belga, si chiama “E’ colpa mia?” e ha lo scopo di spegnere il mito per cui l’abbigliamento provocante sarebbe un fattore nei crimini sessuali violenti.

Gli abiti sono stati prestati dal gruppo di sostegno alle vittime “CAW East Brabant” e includono tute sportive, pigiami e abiti interi.

Lieshbeth Kennes (ndt.: del gruppo succitato) ha detto alla radio VRT1: “E’ quel che noti mentre cammini qui intorno: che erano tutti abiti molto normali e chiunque potrebbe indossarli. C’è anche la maglietta di una bambina con l’immagine del “Mio Piccolo Pony”, alla mostra, il che rende chiara un’amara realtà.”

Kennes ha aggiunto che le vittime sono tuttora biasimate nei casi di assalto sessuale, ove possono essere interrogate a partire dalla presunzione che sono in parte responsabili per quanto è accaduto loro. Per esempio, alcune vittime sono accusate di essere state vestite in modo provocante, di essere state “civette” o persino di star tornando a casa in bicicletta a un’ora tarda della notte.

Lieshbeth Kennes ha detto: “C’è una sola persona responsabile, una persona che può prevenire lo stupro: il perpetratore.”

molenbeek - expo

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Oggi a Bruxelles comincia la Scuola estiva femminista europea organizzata dall’European Women’s Lobby (AGORA, 2^ edizione: in inglese la parola è senza accento). Gli scopi dell’iniziativa sono:

– riconnettere e rinforzare l’attivismo delle giovani donne europee;

– organizzare uno spazio creativo per le giovani femministe agenti del cambiamento;

– costruire solidarietà fra le giovani attiviste femministe e potenziarle;

– lavorare insieme attraverso i confini per rendere il femminismo più inclusivo e amplificare le voci delle reti femministe europee;

– fornire all’European Women’s Lobby maggior conoscenza degli interessi e dei bisogni delle giovani femministe per portarli più al centro delle future strategie e azioni dell’organizzazione.

Sino all’11 settembre le circa cinquanta partecipanti, nella fascia d’età dai 18 ai 30 anni, affineranno le loro capacità tramite seminari, conferenze, condivisione di abilità ed esperienze.

Qui sotto c’è Claire Heuchan, che partecipa alla Scuola estiva finanziata dal gruppo femminista scozzese “Engender”, ripresa in un momento del suo lavoro volontario alla Libreria delle Donne di Glasgow.

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E questo è un brano della sua presentazione sul sito dell’European Women’s Lobby, la più grande rete di organizzazioni femministe dell’Unione Europea: “Il mio nome è Claire. Sono una femminista, nello specifico una femminista della varietà nera e radicale. La mia priorità è migliorare la vita delle donne – in particolare delle donne di colore – e ciò richiede azioni quanto richiede parole. Perciò ho fatto domanda per la Scuola estiva femminista, per poter imparare di più su come fare un ponte fra teoria e pratica, fra idee e realtà. Queste tre parole, Scuola estiva femminista, promettono bene per tutto ciò di cui io sono appassionata: apprendimento, politica femminista e opportunità di lavorare con donne brillanti. Passate abbastanza tempo negli spazi delle donne e comincerete a credere che tutto è possibile. Ogni qualità che le altre donne vedono in te cresce e diventa visibile ai tuoi occhi, dà forma alla percezione che hai di te stessa e gradualmente eclissa i dubbi che hai su te stessa. Tramite il riconoscimento dei talenti in altre donne, i tuoi propri diventano parte di una struttura, e in modo subconscio cominci a disfare gli strati di misoginia che erano nascosti nelle profondità della tua mente e sviluppi una fiducia razionale nelle tue capacità.”

Non si poteva dirlo meglio. Maria G. Di Rienzo

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(“Love Song”, di Jessica McKenna, poeta contemporanea. Trad. Maria G. Di Rienzo)

i miss you di shinywish

Mi manchi.

Non mi manca il tuo profumo,

o il modo in cui cammini,

o il modo particolare in cui ondeggi.

Non certe parti del corpo,

o il modo in cui i tuoi occhi appaiono differenti in differenti luci.

Semplicemente mi manchi tu,

un certo tratto indistinto che separa

la tua pelle dalla pelle,

la tua aria dall’aria,

che la tua sola presenza

fa risaltare con il volume di una folla.

(per ogni vittima degli attentati di Bruxelles – 22 marzo 2016 – e del terrorismo, della guerra, della violenza ovunque)

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