
(Emma Thompson / John Lasseter, foto di Jonathan Brady – Associated Press e Valerie Macon – AFP/Getty Images)
La lettera di Emma Thompson (attrice e sceneggiatrice, vincitrice di due Oscar) che state per leggere risale al 23 gennaio scorso, ma è stata resa pubblica in questi giorni.
Tratta della sua uscita dalla lavorazione di un film d’animazione molto atteso, “Luck” della casa di produzione cinematografica Skydance, a causa dell’ingresso nel progetto del sig. Lasseter – a destra nell’immagine.
Qualche mese fa, John Lasseter ha dovuto abbandonare i suoi ruoli in un’altra casa di produzione (Pixar / Disney), ruoli che rivestiva sin dagli anni ’80, perché la gente che lavorava con lui non ne poteva più: soprattutto le donne che Lasseter molestava regolarmente. Diversi uomini giudicavano comunque insopportabile essere trattati come membri di una confraternita sessista di cui lui era il capo indiscusso.
Dopo averne annunciato l’assunzione, l’amministratore delegato di Skydance David Ellison ha inviato una lunga e-mail al personale dell’azienda in cui attesta che Lasseter ha l’obbligo contrattuale di comportarsi professionalmente, ma ha fatto anche di più: ha affittato sale pubbliche in diverse città e indetto in esse riunioni dove il personale ha potuto ascoltare Lasseter che si scusava per il suo comportamento inadeguato e chiedeva gli fosse data una seconda possibilità. Nel frattempo la presidente Mireille Soria della Paramount Pictures Animation, con cui Skydance ha un contratto di distribuzione, ha incontrato le lavoratrici della propria compagnia per assicurare loro che avevano la possibilità di rifiutare di entrare in contatto con Lasseter.
Questo è quel che ne pensa Emma Thompson nella lettera a David Ellison:
“Come sa, sono uscita dalla produzione di “Luck” – che sarà diretto dall’assolutamente splendido Alessandro Carloni. A me appare molto strano che lei e la sua compagnia abbiate considerato l’assunzione di qualcuno come il sig. Lasseter, che ha uno schema ripetuto di cattiva condotta, stante il clima attuale in cui dalle persone con il tipo di potere che voi avete ci si aspetta un’assunzione di responsabilità.
Io capisco che la situazione – coinvolgendo come fa numerosi esseri umani – è complicata. Tuttavia, queste sono le domande che vorrei fare:
• Se un uomo ha toccato le donne in modo inappropriato per decenni, perché una donna dovrebbe voler lavorare con lui, quando la sola ragione per cui non la sta toccando in modo inappropriato ora è che nel suo contratto sta scritto che deve comportarsi “professionalmente”?
• Se un uomo ha fatto sentire le donne nelle sue aziende svalutate e non rispettate per decenni, perché le donne della sua nuova azienda non dovrebbero pensare che ogni tipo di comportamento rispettoso lui mostra loro non è altro che una sceneggiata, prescritta a lui dal suo consulente, dal suo terapeuta e dal suo contratto d’impiego? Il messaggio sembra essere: “Sto imparando a rispettare le donne, perciò siate pazienti mentre ci lavoro su. Non è facile.”
• Molto è stato detto sul dare a John Lasseter una “seconda possibilità”. Ma lui è presumibilmente pagato milioni di dollari per ricevere questa seconda possibilità. Quanti soldi sono pagati a chi lavora a Skydance per dare a lui questa seconda possibilità?
• Se John Lasseter avesse messo in piedi una casa di produzione propria, allora ogni impiegato/a avrebbe avuto l’opportunità di scegliere se dargli o no una seconda possibilità. Ma chiunque lavori a Skydance e non voglia dargliela deve restare al proprio posto essendo a disagio o perdere l’impiego. Non dovrebbe essere John Lasseter a perdere il lavoro, se il personale non vuol dargli una seconda possibilità?
• Skydance ha rivelato che nessuna donna ha ricevuto compensazioni da Pixar o da Disney per l’essere stata molestata da John Lasseter. Ma stanti tutti gli abusi che sono stati accumulati contro le donne che si sono fatte avanti e hanno accusato uomini di potere, pensiamo sul serio che nessun accordo di compensazione significhi nessuna molestia e nessun ambiente di lavoro ostile? Dovremmo sentirci confortate, se le donne che sentono di aver avuto le carriere distrutte lavorando per Lasseter NON ricevono denaro?
Spero che tali quesiti rendano comprensibile il mio livello di disagio. Mi rincresce aver dovuto abbandonare, perché adoro Alessandro e penso sia un regista incredibilmente creativo. Ma posso fare solo quello che mi sembra giusto, durante questi difficili tempi di transizione e di crescita della consapevolezza collettiva.
Sono del tutto conscia che secoli di legittimazione proprietaria sui corpi delle donne, che a costoro andasse bene o meno, non cambieranno nello spazio di una notte. O di un anno. Ma sono altresì consapevole che se le persone che hanno parlato apertamente – come me – non prendono questo tipo di posizioni allora è improbabile le cose cambino al passo necessario a proteggere la generazione di mia figlia.
Con i più cordiali saluti, Emma Thompson”
Maria G. Di Rienzo
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