Mie care, grazie. Anche se Roma è troppo distante – per le mie tasche – e non ho potuto godere della vostra compagnia. Ho notato, non da sola, che la copertura giornalistica/televisiva di una manifestazione così grande e riuscita è andata per la maggior parte dall’insufficiente al patetico, passando per il banale.
Qualcuno è riuscito persino a non accorgersi proprio del tutto che si trattava di una manifestazione organizzata da donne e composta principalmente da donne:
“La Stampa 26 novembre: A Roma migliaia in piazza contro la violenza sulle donne.
Sono centomila, secondo gli organizzatori i partecipanti al corteo contro la violenza sulle donne partito da piazza della Repubblica a Roma e che sta percorrendo via Cavour. A fornire il dato ai cronisti è Tatiana Montella, della Rete «Io decido», che insieme alla Dire (Nda: sarebbe D.i.Re, giusto?) associazione che raccoglie i 77 centri antiviolenza italiani e all’Udi, Unione donne d’Italia (Nda: Unione Donne in Italia, dall’ultimo statuto, sempre se non sbaglio) ha organizzato la manifestazione dal titolo «Non una di meno».” C’è persino, pensate, “Un richiamo anche al movimento femminista: «Siamo femministe, siamo sempre quelle, siamo milioni di forza ribelle».”
Le femministe – scorie di un lontano passato – passavano di là, insomma, e si sono aggregate all’ultimo momento agli organizzatori (maschi) e ai partecipanti (maschi).
Ma non importa, avete vinto per voi stesse e per tutte noi una splendida giornata. Godiamoci questo momento perché da domani, lo sapete meglio di me, il lavoro continua ed è duro come sempre.
Maria G. Di Rienzo
P.S.: Ho rubato le immagini della manifestazione a http://comune-info.net/
ma so che mi perdonano a priori, anche perché adesso colgo l’occasione di fare un po’ di pubblicità a questo loro lavoro:
L’idea di andare verso la libertà in bicicletta – e della libertà che la bicicletta costruisce in molti modi – merita una vostra occhiata: