“18 aprile 2020: Roma, aggredisce ex a martellate: donna grave.”
Alcuni quotidiani risolvono il caso già dal titolo, aggiungendo “Non accettava di essere stato lasciato”, così che i lettori possano sospirare sulla triste sorte dell’assassino e biasimare la vittima colpevole di aver chiuso il rapporto. L’avesse presa a martellate quando ancora stavano insieme, la vittima sarebbe colpevole di non averlo lasciato e l’ouroboros della misoginia è completo.
La disperazione per l’abbandono si è dispiegata così:
“Ha atteso la sua ex nel box auto condominiale e l’ha colpita ripetutamente a martellate. Poi prima di scappare le ha rubato il pc portatile. (…) La vittima, una 37enne italiana, è stata ricoverata in ospedale in gravi condizioni. (…) A quanto ricostruito finora, l’uomo – vestito di scuro con il volto coperto da mascherina e occhiali – avrebbe raggiunto l’abitazione della ex in taxi, armato di martello, per attenderla nel garage. Lì la donna è stata più volte colpita con un martello fino a quando non si sarebbe rotto il manico. (…) La Polizia (…) lo ha arrestato poco dopo nei pressi della sua abitazione, mentre preparava la fuga.”
Be’, tutta la pianificazione, il furto e il tentativo di “exit strategy” dimostrano senz’ombra di dubbio che l’uomo era estremamente sconvolto, non in sé, preda del raptus… E a proposito, la donna è bella? Quanto era bella prima di finire in codice rosso all’ospedale? Riuscirà a essere di nuovo bella?
Queste sono le importanti domande a cui il giornalismo nostrano, fiero e indipendente e d’inchiesta, tenterà di rispondere nei prossimi giorni.
Maria G. Di Rienzo