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Lacrime d’amore

13 marzo 2020 di lunanuvola

Jung Dae Rye

La donna in immagine è Jung Dae-rye – pronuncia: giong de ri – che è stata intervistata l’11 marzo u.s. nell’ambito di un programma di intrattenimento della tv coreana. Il format prevede di solito che i conduttori girino per le strade per incontrare gente comune (a cui sottopongono quiz), ma con la crisi da coronavirus tutto ovviamente resta in studio.

Jung Dae-rye, che è un’infermiera, è apparsa in video per raccontare come stanno andando le cose a Daegu, la città attualmente più colpita dal Covid-19 in Corea del Sud. La donna ha descritto una situazione durissima: medici e paramedici fanno turni di 15-17 ore, i letti sono tutti occupati, mancano mascherine, guanti e altro materiale.

Jung Dae-rye è una volontaria. Normalmente vive e lavora a Seul, ma ha risposto alla richiesta di aiuto delle autorità locali. Le hanno chiesto perché lo ha fatto.

“E’ il mio senso del dovere: sento che, al di là delle circostanze, devo per prima cosa fare un passo avanti. Ho sempre pensato che di fronte a una crisi nazionale avrei preso l’iniziativa. Quando mi hanno domandato se sarei venuta qui non ho pensato a me stessa, ho detto di sì. A volte sono preoccupata per la mia famiglia, ma non sono ansiosa per nessun altro motivo. Spero che i pazienti guariranno in fretta e che sconfiggeremo il Covid-19. Gente da tutto il paese sta dando una mano e mandando pacchi di generi alimentari e spero che l’intera nazione attraverserà insieme questo periodo difficile.”

A questo punto conduttori e personale hanno cominciato a piangere. Non hanno saputo dire perché e Dae-rye li ha esortati a non farlo, commuovendosi un po’ ma ribadendo di non avere problemi. Poi le hanno chiesto se voleva mandare un messaggio ai suoi parenti: “Alla mia famiglia voglio dire solo che sto bene. Non c’è altro, non preoccupatevi troppo per me. Non ho niente di cui lamentarmi. I miei familiari mi mancano, ma so che se la crisi nazionale continua può diffondersi oltre frontiera. Noi infermiere siamo in prima linea, trattiamo i pazienti faccia a faccia, stiamo loro vicini e stiamo facendo del nostro meglio.”

Il motivo per cui la testimonianza di Jung Dae-rye ha suscitato il pianto non era in effetti facile da spiegare per chi si è emozionato: questa donna non è una celebrità, è una persona comune che mostra il coraggio e la resistenza e la fiducia e la capacità di vivere insieme in modo consapevole e compassionevole delle persone comuni – quando si sentono popolo, quando si giudicano umane e di valore, quando pensano di essere parte di qualcosa che è più grande di loro ma che senza la loro attiva presenza non sarebbe completo e funzionante.

L’infermiera Dae-rye e le sue simili e i suoi simili, in tutto il mondo, siamo noi. Non eroi, non “bellezza”, non speciali: veri. Versi lacrime d’amore, quando lo capisci.

Maria G. Di Rienzo

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